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sabato 28 novembre 2009

IL MISANTROPO (recensione)


misantropo.jpg picture by ilfoyerTEATRO VASCELLO
fino al 6 dicembre 2009

Compagnia TSI La Fabbrica dell'Attore
in collaborazione con Officine Puricelli
presenta

IL MISANTROPO
di Moliére
Traduzione Cesare Garboli

con
Paolo Giovannucci, Barbara Chiesa,
Luigi Di Pietro, Dajana Roncione,
Daniele Paoloni, Elodie Treccani,
Paolo Zuccari, Michele Bevilacqua,
Lorenzo Battisti, Marco Canuto

Regia Paolo Zuccari


Un classico del teatro riletto in una chiave moderna e decisamente interessante.Così è il Misantropo di Molière nell’originale versione di Paolo Zuccari in scena fino al 6 dicembre al Teatro Vascello.
Alceste, intransigente moralista, nemico di ogni sorta di adulazione, acremente sincero fino alla sgradevolezza, ripudia ogni forma di compromesso e dichiara guerra all’ipocrisia sotto ogni sua forma, quand’anche venialmente necessaria. L’uomo, innamorato della giovane e frivola vedova Célimène, cerca di convincerla a seguirlo nel suo deserto intellettuale e ad abbandonare la propria vita mondana con i ricchi e nobili corteggiatori tra i quali ella abilmente si destreggia per ottenerne favori e popolarità.
A fare da contrappunto al pedante punto di vista del Misantropo, vi è Filinte il quale, mosso da sincero affetto per Alceste cerca di spingere l’amico tra le braccia di una donna più modesta ribadendogli, inascoltato,che un po’ di ipocrisia e di tolleranza sono gli ingredienti necessari al quieto vivere col prossimo. Alceste è irremovibile e il suo atteggiamento lo condurrà ad una prevedibile sconfitta. Sconfitta, al pari suo, sarà Célimène che vedrà scoperte le sue bugie ed i suoi opportunistici inganni, e sarà abbandonata da tutti perdendo la buona reputazione faticosamente conquistata.
Zuccari.jpg picture by ilfoyerLa messa in scena trova la sua apprezzata particolarità nel felice connubio del testo originale e dell’ambientazione e recitazione moderne.
Un effetto affascinante per certi versi che evidenzia come cambiando pure la forma, i contenuti col passar del tempo restano immutati. La Corte ed il Re così spesso citati, rappresentano sempre il potere costituito con i suoi privilegi e e le sue corruzioni, anche se oggi si chiamerebbero onorevoli e magistrati e identici ad allora restano i personaggi che col potere convivono e si destreggiano.
La scena molto ampia è la casa di Cèlimène, è divisa in diversi ambienti tagliati in due da un lungo tappeto rosso che diventa un’ideale passerella di vanità mondane.
Molto bravi tutti gli attori tra i quali spiccano Dajana Roncione, Paolo Giovannucci, Michele Bevilacqua. Ottima la regia di Paolo Zuccari che si ritaglia la parte di un Alceste forse un po’ troppo distaccato.
La pièce mantiene un ritmo dapprima sommesso poi via via più sostenuto, traghettando lo spettatore attraverso l’evolversi della vicenda che piacevolmente coinvolge e fa riflettere per la sua straordinaria attualità. E’ la potenza dei classici, dicono, ed è per questo che vale sempre la pena di regalarsi l’opportunità di goderne andando a teatro.
In scena fino al 6 dicembre.

(Ilda Ippoliti)



TEATRO VASCELLO
Via Giacinto Carini, 78 - Roma
tel. 06 5881021 – 06 5898031 - fax 06 5816623
promozione@teatrovascello.it
www.teatrovascello.it

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