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giovedì 27 maggio 2010

(Teatro Quirino) Viaggio all'isola di Sakhalin


Per la prima volta la Compagnia Evadere Teatro Sezione G8 del carcere di Rebibbia N.C hanno avuto la possibilità di esibirsi in un teatro "libero". Ieri al Teatro Quirino è andato in scena lo spettacolo "Viaggio all' isola di Sakhalin" di Anton Checov, per la regia di Laura Salerno e Valentina Esposito. Forse non tutti sanno che lo scrittore russo Checov era anche un medico, e il racconto portato in scena dai detenuti di Rebibbia unisce le sue due professioni. Sakhalin è un'isola formatasi nel letto di un fiume della Siberia, il nome deriva dai massi di pietra disseminati sul fiume di questa fredda terra. Tutto intorno è bianco senza colori, certo perché l'isola...isola dal mondo dai rumori, dai colori, dalla vita. Molti ospiti dell'isola soffrono di acromatopsia, una malattia degli occhi, che fa perdere la percezione dei colori, l'occhio è come una lente attraverso la quale si mette a fuoco il mondo, ma l'occhio di per se stesso non è autonomo , risponde ai comandi del capo, del cervello, per cui l'acromatopsia è una malattia psicosomatica, è il cervello che in condizioni dia particolare stress e chiusura si rifiuta di ricordare tempi migliori...forse per soffrire di meno. La cattività come poteva essere intesa in una colonia penale nell'estremo oriente della Russia di fine Ottocento porta l'individuo ad alienarsi a chiudersi in se stesso a dimenticare la vita e suoi colori una vera e propria "cecità degli affetti". Questo si vuole scongiurare, anche attraverso iniziative come quella di Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito, che sono riuscite a portare il teatro come momento di aggregazione e collegamento con il mondo esterno all'interno delle nostre carceri.


Miriam Comito


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