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lunedì 18 aprile 2011

“IL MIO NOME È MUSA”: BABILONIA TEATRI IN PRIMA ASSOLUTA PER “GIOVANI A TEATRO”

Nella primavera del 2010, Babilonia Teatri concludeva a Venezia un laboratorio di drammaturgia per Esperienze di GIOVANI A TEATRO; tre testi, nati durante il workshop diretto da Leonardo Mello, venivano consegnati in quel momento dai partecipanti alla compagnia veronese: testi che, accettando un sfida inedita, Babilonia Teatri trasforma ora in “IL MIO NOME È MUSA”, lo spettacolo programmato in prima assoluta martedì 19 aprile (ore 21) al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia. Il lavoro è prodotto da Fondazione di Venezia - Euterpe Venezia per GIOVANI A TEATRO, commissionato agli artisti di Babilonia Teatri nell'ambito di “Parole in Forma Scenica”, laboratorio e osservatorio sulla nuova drammaturgia.
La realizzazione de “IL MIO NOME È MUSA” è stata accompagnata da un secondo laboratorio di quattro incontri, intitolato “DAL TESTO ALLA SCENA”, che Babilonia Teatri ha condotto nei mesi di marzo e aprile 2011 per GIOVANI A TEATRO: un percorso che ha permesso ai partecipanti di seguire il tracciato artistico della compagnia, assistendo a parte del lavoro di messa in scena della produzione.

“IL MIO NOME È MUSA”, interpretato da Ilaria Dalle Donne, Lucia Palozzi, Anna Coppola e Luca Scotton, nasce dalle drammaturgie “La musa del piacere” di Irene Giubilini, Maria Conte e Sara Poletta; “I(n)spirazione” di Sofia Adami e Silvia De Min; e “Karma desnuda” di Roberta Borghi.
“Ci sono stati consegnati questi tre testi - commentano Enrico Castellani e Valeria Raimondi, autori della messa in scena -. Ci siamo immediatamente chiesti cosa volessero dirci: se fossero una riflessione sull'arte, una riflessione sull'oggi, una riflessione sull'arte oggi”.
Al centro dei testi la figura di una musa contemporanea. Quale il ruolo della musa? Quale quello degli artisti? Quale la relazione tra di loro? “Ogni testo rispondeva a suo modo - continua Babilonia Teatri -. La nostra scelta è stata allora quella di cercare nei testi le parole che ci parlavano, quelle che sentivamo di poter mettere in scena non come puro esercizio di stile, ma trovandovi una necessità nostra”.

La genesi e la realizzazione de “IL MIO NOME È MUSA” si configurano dunque come un vero e proprio percorso sulla scrittura e sulla messa in scena: “Nel corso degli anni - commenta Leonardo Mello - sempre più urgente era emersa la necessità che i testi prodotti dai diversi gruppi laboratoriali trovassero, ad opera di professionisti, una loro collocazione scenica, senza la quale il percorso risultava irrisolto. In questo particolare contesto si è presentata la ghiotta occasione dell’incontro con Babilonia Teatri, una delle compagnie di punta della scena italiana, che si contraddistingue per un approccio estremo e personalissimo alla parola teatrale”.
Da quell’incontro è nata dunque la proposta/sfida che fossero proprio loro, attraverso un successivo iter laboratoriale che coinvolgesse in primo luogo gli autori, a farsi carico dei risultati di quell’esperienza, che aveva raccolto una decina di partecipanti e aveva dato luogo a tre differenti interpretazioni dell’archetipica figura della Musa in epoca contemporanea.
“In tempi in cui la cultura in Italia è considerata come l'ultimo degli sfizi, come qualcosa di superfluo e pedante, ci è sembrato che la musa dei testi potesse essere eletta a simbolo di un sapere senza il quale il nostro orizzonte è di sola ignoranza - commentano Raimondi e Castellani -. Sono echeggiate in noi le parole di Carolyn Carlson che, a proposito dei tagli alla cultura, ha manifestato il suo sdegno e il suo stupore per la scarsa cura verso il patrimonio culturale di cui l'Italia è custode, e ha affermato che l'ideazione creativa è il fuoco sacro di cui ogni paese ha bisogno e di cui ogni popolo si nutre”.
Lo spettacolo allora accosta due modi di vedere e di guardare il mondo: “Da una parte la visione della musa, della purezza, dell'arte, di chi non si preoccupa del contingente e dell'immediato; dall'altra quella di chi segue un pensiero strettamente utilitaristico, senza respiro, che non conosce altra unità di misura se non la moneta - concludono gli artisti -. Abbiamo scelto di prendere posizione rispetto alle due visioni e di suggerire quali orizzonti vediamo davanti a noi a seconda della strada che scegliamo di prendere.”


L’ingresso è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.


L’edizione 2010/2011 di GIOVANI A TEATRO, coinvolge giovani (bambini e ragazzi), studenti, docenti, che risiedono, studiano o insegnano nell’area provinciale, è promossa da Fondazione di Venezia con il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Venezia e di Università Ca’ Foscari e IUAV. È curata dalla società strumentale Euterpe Venezia.


Informazioni:
www.giovaniateatro.it
tel. 041.2201930 – 33/34
info@giovaniateatro.it - esperienze@giovaniateatro.it

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