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giovedì 27 settembre 2012

Roma Fringe Festival al Teatro Studio Uno: Senza Niente 1 e 2 di Teatro Magro


5, 6 ottobre 2012 ore 21.00

7 ottobre 2012 ore 18.00

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca 6 - Roma

Teatro Magro

presenta

Senza Niente – L'Attore

Senza Niente 2 – Il Presidente

 

 

L'attore è rimasto senza niente.
Senza palco.
Senza scena.
Senza luci.
Purtroppo solo un monologo.
Fino al tramonto.

 

 Dissacrante, metateatrale, ironico e autoironico, disfattista e   celebrativo - tra i vincitori del Roma Fringe Festival 2012 - il  progetto Senza Niente di Teatro Magro torna a Roma dal 5 al 7 ottobre al Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca 6.


Per info e dettagli: www.fringeitalia.it

 

"Teatro Magro attinge dalla quotidianità denunciando lo stereotipo, il luogo comune, la retorica, il tutto permeato da un'ironia che costringe a mantenere alto il livello di attenzione sulla realtà, per una prospettiva indipendente e disincantata" (Manuela Rossetti, Krapp's Last Post). 

"L'attore mette gli spettatori di fronte all'orrore delle macerie del teatro, malridotto a causa del quasi totale disinteresse delle pubbliche amministrazioni e appiattito sui gusti deteriorati del pubblico televisivo. Non c'è un grammo di autoindulgenza ma anzi, proprio come sottolinea l'attore, una scossa agli attori stessi e a chi scrive i testi teatrali" (La Gazzetta)

«E' il riconoscimento - commenta Alessandro Pezzali al telefono, da Roma - al sentimento che abbiamo espresso con il nostro spettacolo. Abbiamo voluto mettere in scena un forte incitamento a muoversi, a decidere cosa è bello e cosa è brutto, a chiedersi se il pubblico senta ancora il bisogno di un certo tipo di commedia oppure no. Credo, in fondo, che questo premio sia il riconoscimento al nostro tentativo di trovare nuove strade da percorrere e di dare nuova forza al ruolo dell'attore». (Enrico Comaschi, La Gazzetta di Mantova)

"Marina Visentini agisce una scena privata di ogni segno, soltanto lei e la sua figura snella si fanno carico delle parole ironiche con cui misurare l'esigenza di fare e creare teatro, infarcendo il testo di improbabili dislessie ma rivendicando se stessa attraverso l'apertura di una buona dizione che la fa attrice, una volta di più, contro tutto ciò che la spinge in direzione contraria" (Teatro e Critica).



 


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