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sabato 1 settembre 2012

Tosca e Massimo Venturiello al XIX Festival di Teatro Medievale di Anagni


Domani 2 settembre, Tosca e Massimo Venturiello con "Lettere di Abelardo a Eloisa.Storia di un amore sconfinato" chiuderanno la diciannovesima edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni.

Lo spettacolo si terrà come sempre alle 21.00 presso Piazza Innocenzo III, in caso di pioggia verrà spostato presso l'adiacente Sala della Ragione.

Si tratta di una produzione nata ad hoc per l'ormi storico festival di Anagni.


LETTERE DI ABELARDO EDELOISA

"Storia di un amore sconfinato"

con Tosca e Massimo Venturiello

e con la "BubbezOrchestra":

Giovanna Famulari  - Violoncello

ErmannoDodaro  - Contrabbasso

Massimo De Lorenzi- Chitarra

Produzione Officina Teatrale e Musikeria 

 Abelardo è uno dei filosofi più importanti e anticonformistidel Medioevo, soprattutto per le sue idee innovatrici, per la sua personalitàambiziosa e per il suo carattere provocatorio. Nel 1118 a Parigi, dove ottienela cattedra di teologia e dialettica a Notre Dame, incontra  la giovanissima Eloisa, figlia di uncanonico di Notre Dame, bellissima e di grande cultura affidatagli dallo zioFulberto per istruirla. L'amore scoppia immediatamente. Il padre della ragazza,sia pure con ritardo se ne accorge e allontana Abelardo, ma la loro storiad'amore, dalla quale nascerà anche un figlio,   continua e si trasforma presto in tragedia. Abelardoviene evirato da sicari inviati dallo zio di Eloisa. I due sono costretti asepararsi: Eloisa prende i voti e si ritira nel monastero di Argenteuil,Abelardo in quello di S. Dionigi. Ed è proprio qui che inizia la corrispondenza tra i due, le famose  lettere che gli amanti si scrisserodopo la separazione, lettere nelle quali si può ben vedere la personalità e ilpensiero di entrambe i personaggi attraverso gli argomenti trattati,personalità e pensieri spesso molto diversi.                                                                                   

La tormentata vita di lui, che si evincenella prima delle lettere che scrive, è fatta di persecuzioni, di condanne equindi di fughe e nascondigli. Ovunque vada la sua immodestia e la sua superbialo rendono odioso ai suoi maestri e compagni, così da costringerlo ad andarsene.Ma è Abelardo stesso a riconoscere le sue colpe, giudicando  il suo incontro con Eloisa e lapassione che ne consegue, la giusta punizione per la sua superbia,accresciutasi dalla gloria e dalla fama: " … la ricchezza

insuperbisce sempre gli stolti, le sicurezzeterrene indeboliscono il vigore dell'animo, che si fa poi facilmente adescaredalle lusinghe dei sensi." Abelardo ci presenta il suo amore per Eloisacome una passione travolgente nata da una forte attrazione fisica unita, però,da una profonda stima e ammirazione tra i due.

 Il profilo di Eloisa che traspare dallelettere è invece quello di una donna giovane, bellissima e di eccezionali dotiintellettuali. Eloisa viene presentata come colei che "ama fino adabbandonare il mondo per volontà del crudele amante" A differenza diAbelardo le sue lettere sono molto più profonde e meno distaccate,   sono le lettere di una donna chenon ha mai smesso di amare: "la mia anima non era con me, ma con te".È ben consapevole, invece, dei sentimenti che animano il cuore del suo amante:"… fu la concupiscenza a legarti a me e non l'amicizia, fu il desideriosensuale e non l'amore … questa, mio dilettissimo, non è una mia supposizione,bensì di tutti". Eloisa vive la sua vicenda amorosa dapprima con una gioiainfinita, poi, da monaca, col dolore e il rammarico di non essere stata maiveramente amata. Ma ciò che colpisce maggiormente di questo personaggio è lasua tenacia e il suo carattere così forte, soprattutto quando si oppone concosì tanta insistenza e con mille argomentazioni al matrimonio propostole daAbelardo: "… resta solo la certezza che non soffriremo meno di quanto ci siamoamati". 

E' strano pensare come una storia d'amorevissuta ottocento anni fa, possa destare ancora tanto entusiasmo e ammirazioneeppure questo amore smisurato che ci rimanda ad altri grandi amori della storiacome "Giuletta e Romeo", "Tristano e Isotta" o "Paolo e Francesca", è capaceancora di farci riflettere, di commuoverci perfino,  soprattutto per la sua capacità di resistere a tutto e atutti,  anche alla  lontananza. E di questo ne è testimoneil loro epistolario che li ha resi immortali.

 


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