LE EROINE AL TEATRO VERDI:
riletture del mito di Ifigenia e Cassandra
riletture del mito di Ifigenia e Cassandra
Dal 19 al 30 marzo due appuntamenti al Teatro Verdi con le eroine del mito: Ifigenia e Cassandra.
La compagnia La Fionda Teatro, diretta da Elisabetta Pogliani e Paola Zecca, propone una personale rilettura del mito degli Atridi con lo spettacolo Sogno Rosso. Sotto il segno di Ifigenia (in scena dal 19 al 23 marzo) mentre dal 27 al 30 marzo il gradito ritorno sul palcoscenico del Teatro Verdi di Elisabetta Vergani con il suo Verso Cassandra. Da Omero a Christa Wolf.
Dal 19 al 23 marzo 2014
La Fionda Teatro
SOGNO ROSSO - Sotto il segno di Ifigenia
Regia e scrittura scenica Elisabetta Pogliani e Paola Zecca
con Marta Bevilacqua, Valeria De Michele, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani,
Rosario Sparno, Paola Zecca
Movimenti di scena e coreografie Marta Bevilacqua
Luci e suono Fausto Bonvini
La Fionda Teatro
SOGNO ROSSO - Sotto il segno di Ifigenia
Regia e scrittura scenica Elisabetta Pogliani e Paola Zecca
con Marta Bevilacqua, Valeria De Michele, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani,
Rosario Sparno, Paola Zecca
Movimenti di scena e coreografie Marta Bevilacqua
Luci e suono Fausto Bonvini
Spettacolo realizzato nelle due residenze di prove fatte a Udine presso Lo Studio della compagnia Arearea e a Bilbao all’interno del Bad Festival
Sogno Rosso- Sotto il segno di Ifigenia nasce dall’incontro artistico tra La Fionda Teatro e la compagnia Arearea ed è la prima parte della Trilogia Sogno Rosso-Tre Studi per figure tragiche, ispirata al mito degli Atridi.
Lo spazio è scarno, gli unici elementi che appaiono sono un ceppo d'albero, un tavolo da bar e qualche sgabello. In questo oscuro luogo della memoria, Ifigenia, Agamennone e Clitemnestra, affiancati dagli altri componenti della famiglia Elettra, Oreste e Crisotemi, raccontano la storia di un sacrilego sacrificio durante una grande guerra. Un re dannato e folle, travagliato da un'insaziabile brama di potere e imprigionato nelle maglie del proprio destino ci mostra il suo tormento e la sua abiezione morale.
Una vittima sacrificale, immolata sugli altari di Argo, pone al centro della riflessione la maligna alleanza tra religione e politica nel compiere e giustificare anche le massime violenze se ritenute indispensabili al consolidamento della propria forza.
Una madre inconsolabile si consuma in un canto di amore in sospeso tra il suo ruolo di moglie e regina e quello di madre. Tutti soffrono, ognuno al proprio posto, in una scena sempre ripetuta di storie sanguinarie che non smettono di reiterarsi.
Il Linguaggio
«Contemporaneamente alla raccolta del materiale e allo studio dei testi originali, lavoriamo sull’elaborazione di una scrittura scenica, di quel linguaggio teatrale, che si crea e si giustifica nel suo farsi, e che è una "sintesi poetica" in costante mutamento. La scrittura, come una partitura musicale, intreccia stili differenti e tenta di riunire in un unico flusso fisicità, parola, emozione e pensiero.
«Contemporaneamente alla raccolta del materiale e allo studio dei testi originali, lavoriamo sull’elaborazione di una scrittura scenica, di quel linguaggio teatrale, che si crea e si giustifica nel suo farsi, e che è una "sintesi poetica" in costante mutamento. La scrittura, come una partitura musicale, intreccia stili differenti e tenta di riunire in un unico flusso fisicità, parola, emozione e pensiero.
Si basa su improvvisazioni verbali e fisiche degli attori, sollecitati da temi proposti. Chiamati solo ad essere se stessi, gli attori producono materiali intimi e soggettivi che vengono poi oggettivati dal filtro del teatro».
Le Suggestioni visive
«La scelta di esplorare la tragedia greca in modo approfondito, parte dall'amore per Francis Bacon, per la sua arte e il suo pensiero. E' lui che ci ha condotte all'Orestea di Eschilo. Bacon, indagatore degli oscuri meandri dell'animo umano, ha saputo elevare il dolore dal particolare della sua soggettività all'universale della condizione di ogni uomo. Ha saputo catturare l'umanità nella sua tragica condizione, mettendo a nudo la paradossalità dell'esistenza umana, così terribile, così magnifica.Rifiutando la forma della narrazione, ha esplorato un soggetto scorticato vivo, invaso dai fantasmi, il cui corpo è animato dalla sua contorsione interiore».
Dal 27 al 30 marzo 2014
Farneto Teatro
VERSO CASSANDRA - da Omero a Christa Wolf
Drammaturgia e regia Maurizio Schmidt
Con Elisabetta Vergani
Percussioni Danila Massimi
Scene e costumi Farneto Teatro
Musiche Ramberto Ciammarughi
Farneto Teatro
VERSO CASSANDRA - da Omero a Christa Wolf
Drammaturgia e regia Maurizio Schmidt
Con Elisabetta Vergani
Percussioni Danila Massimi
Scene e costumi Farneto Teatro
Musiche Ramberto Ciammarughi
Cassandra, la “profetessa di sventura”.
La sua tragedia è quella di ogni lingua perdente: Cassandra, che non rinuncia a dire la verità anche se rimane inascoltata è forse l’emblema di ogni concezione civile della cultura.
La vicenda tramandata dagli scrittori tragici classici è nota a tutti, Verso Cassandra consiste in uno sviluppo ulteriore dello studio che Elisabetta Vergani e Farneto teatro hanno compiuto intorno alla figura di Cassandra, sottolineando il passaggio dal mito antico alla riattualizzazione in chiave contemporanea che è alla base del testo della scrittrice tedesca Christa Wolf.
Cassandra, una donna moderna (una scrittrice in viaggio turistico) di fronte alle rovine della Porta dei Leoni di Micene, vive una allucinazione, torna indietro di 2500 anni e vede Cassandra trasportata in trionfo quale vittima sacrificale dai vincitori greci sotto quella stessa porta. Nello spazio di un tramonto, di fronte alle stesse pietre che hanno conosciuto il mito, si identifica con la “profetessa di sventura” che nel momento della morte vede scorrere nella propria memoria tutta la sua vicenda.
Cassandra è una telefonata all’antichità, la connessione tra due donne al di là del tempo.
La sua tragedia è quella di ogni lingua perdente: Cassandra, che non rinuncia a dire la verità anche se rimane inascoltata è forse l’emblema di ogni concezione civile della cultura.
La vicenda tramandata dagli scrittori tragici classici è nota a tutti, Verso Cassandra consiste in uno sviluppo ulteriore dello studio che Elisabetta Vergani e Farneto teatro hanno compiuto intorno alla figura di Cassandra, sottolineando il passaggio dal mito antico alla riattualizzazione in chiave contemporanea che è alla base del testo della scrittrice tedesca Christa Wolf.
Cassandra, una donna moderna (una scrittrice in viaggio turistico) di fronte alle rovine della Porta dei Leoni di Micene, vive una allucinazione, torna indietro di 2500 anni e vede Cassandra trasportata in trionfo quale vittima sacrificale dai vincitori greci sotto quella stessa porta. Nello spazio di un tramonto, di fronte alle stesse pietre che hanno conosciuto il mito, si identifica con la “profetessa di sventura” che nel momento della morte vede scorrere nella propria memoria tutta la sua vicenda.
Cassandra è una telefonata all’antichità, la connessione tra due donne al di là del tempo.
La sua storia le si rivela come il percorso della dolorosa accettazione dell’estraneità al proprio mondo: quello che è il destino di una donna “veggente” solo perché disposta a guardare davvero il presente quando nessuno lo fa più. La storia di un dolore psichicamente insopportabile, di una sacerdotessa senza la fede persa nelle pratiche del culto di corte, che all'improvviso scopre in sè la capacità di "vedere" semplicemente ascoltando le reazioni del proprio corpo di fronte a segnali cui nessuno dà peso, ma che sono sotto gli occhi di tutti. Quella che gli altri chiamano paura, per lei diviene sapienza.
Vede così in anticipo ciò che tutti sembrano non vedere: la rovina sicura di una guerra giustificata da bugie che colpiscono l'immaginazione ed ottundono il cervello. Davanti alla "bugia di stato" del rapimento della bella Elena da parte di Paride sentirà in sè nascere un disgusto che non troverà forma di espressione se non contro se stessa: un delirio, una malattia che abiterà il suo corpo alla ricerca disperata di una voce per salvare la città che tanto ama.
Poi uscirà dal palazzo, negherà i suoi compiti di sacerdotessa ufficiale, scoprirà un gruppo di fuoriusciti che resiste e tramanda antiche usanze religiose cariche di una fede e di un amore sconosciuti. Allora dal fondo del suo malessere vedrà che ad oscurare le menti è una logica di false alternative che tutti hanno accettato: uccidere o morire. Cassandra troverà finalmente la voce e sarà un grido pieno di dolore: tra uccidere e morire c'è una terza via, vivere. Quello che nessuno sa più fare. Poi seguirà il proprio destino: i suoi concittadini la chiameranno matta e resteranno immobili di fronte al suo delirio sacro in nome della vita. Lei guarderà con immenso dolore l'avvicinarsi della inevitabile fine della città che un tempo amava.
Davanti alla guerra ritenuta da tutti una necessità, Cassandra si sentirà dapprima smarrita e si perderà nella malattia alla ricerca di quella voce che possa dire il pericolo che vede; ma poi si ribellerà ai suoi compiti di sacerdotessa di palazzo e vedrà che ad oscurare le menti è la logica di false alternative su cui si basano le guerre. Sarà un grido pieno di dolore: tra uccidere e morire c’è una terza via, vivere. Quello che nessuno sa più fare. I troiani la chiameranno matta. I greci rideranno di lei. Lei guarderà con immenso dolore l’avvicinarsi della inevitabile fine della città che un tempo amava.
Vede così in anticipo ciò che tutti sembrano non vedere: la rovina sicura di una guerra giustificata da bugie che colpiscono l'immaginazione ed ottundono il cervello. Davanti alla "bugia di stato" del rapimento della bella Elena da parte di Paride sentirà in sè nascere un disgusto che non troverà forma di espressione se non contro se stessa: un delirio, una malattia che abiterà il suo corpo alla ricerca disperata di una voce per salvare la città che tanto ama.
Poi uscirà dal palazzo, negherà i suoi compiti di sacerdotessa ufficiale, scoprirà un gruppo di fuoriusciti che resiste e tramanda antiche usanze religiose cariche di una fede e di un amore sconosciuti. Allora dal fondo del suo malessere vedrà che ad oscurare le menti è una logica di false alternative che tutti hanno accettato: uccidere o morire. Cassandra troverà finalmente la voce e sarà un grido pieno di dolore: tra uccidere e morire c'è una terza via, vivere. Quello che nessuno sa più fare. Poi seguirà il proprio destino: i suoi concittadini la chiameranno matta e resteranno immobili di fronte al suo delirio sacro in nome della vita. Lei guarderà con immenso dolore l'avvicinarsi della inevitabile fine della città che un tempo amava.
Davanti alla guerra ritenuta da tutti una necessità, Cassandra si sentirà dapprima smarrita e si perderà nella malattia alla ricerca di quella voce che possa dire il pericolo che vede; ma poi si ribellerà ai suoi compiti di sacerdotessa di palazzo e vedrà che ad oscurare le menti è la logica di false alternative su cui si basano le guerre. Sarà un grido pieno di dolore: tra uccidere e morire c’è una terza via, vivere. Quello che nessuno sa più fare. I troiani la chiameranno matta. I greci rideranno di lei. Lei guarderà con immenso dolore l’avvicinarsi della inevitabile fine della città che un tempo amava.
La prova d’attrice di Elisabetta Vergani, nel dialogo con le percussioni etniche di Danila Massimi, restituisce il senso umano e profondamente attuale e politico di un mito che forse non è quello della profezia di sventura, ma quello della non appartenenza a un sistema basato sulla bugia.
Farneto Teatro
Farneto Teatro è un'associazione culturale fondata da Elisabetta Vergani e Maurizio Schmidt nel 1990, la cui finalità è l'integrazione fra competenze differenti: teatro, musica, arti visive. La sua progettualità deriva da questa caratteristica elettiva: vi sono associate decine di professionisti nei vari settori culturali.
Dal 2004 Farneto ha intrapreso un percorso di indagine sulle eroine del mito, un viaggio alle radici del nostro teatro, un tragitto di avvicinamento alla tragedia greca, realizzando cinque spettacoli: Cassandra, Medea, Antigone, Elektra ed Elena.
Teatro Verdi - Via Pastrengo 16, Milano – Tel. 02 6880038
Biglietti: intero 20€ - convenzionati 14€
ridotto over 65/under 25 10€
mercoledì 10€
ridotto over 65/under 25 10€
mercoledì 10€
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
02 27002476 - www.teatrodelburatto.it - info@teatrodelburatto.it
Prenotazioni : orario da lunedì a venerdì 10.00/13.00 -14.00/18.00
Prenotazioni : orario da lunedì a venerdì 10.00/13.00 -14.00/18.00
La Biglietteria presso il Teatro Verdi è aperta solo nei giorni di spettacolo
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