Colori, paesini, usanze e personaggi. Voci di piazza mentre la narrazione scorre su un palco dentro una particolare magia ed un mazzo di fiori che sboccia da una valigia. Sapore amaro del mondo attuale che si mescola all'interno della sensazione di una rinascita sentita e voluta.
Una storia, un sogno. Un linguaggio che si articola tra le diverse forme dialettali del centro-sud accende corde emozionali, vibrano. Groppi d'amore nella scuraglia coinvolge e appassiona il pubblico del Roma Fringe Festival 2014. Una produzione Carichi Sospesi, ha visto sul palco Silvio Barbiero diretto da Marco Caldiron, in scena dal 25 a 27 giugno a Villa Mercede.
Il testo ben interpretato è di Tiziano Scarpa. Dirompente, affascinante e incantevole. Denso di poesia e modi di dire, dove la scoperta di termini è un entrare in contatto con le tradizioni di piccoli paesi, piccole dimensioni, che, nell'Italia di oggi rimangono misteri, quasi come nelle fiabe. In contrapposizione netta con la rapidità e lo squallore che il moderno ci riserva.
Le chiavi di lettura possono essere diverse. Ma, credo, quella centrale, sia la rinascita, un coraggio animato per uscire fuori dalla mondezza circostante, quasi una metafora politica del quotidiano.
Silvio Barbiero, insieme di mimica dolce e raffinata, si dimena nello spazio tra una sedia ed una valigia antica, in pelle, che sta in terra, dalla quale escono anche dei fiori!
Le scene a cura di Paolo Bandiera sono i movimenti che l'attore ha lavorato per far comprendere agli astanti ciò che recitava.
Accompagnato dalle musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina, Silvio Barbiero si presenta con
pantaloni gessati, una giacca stile frack a quadrettoni, un gilet colorato a righe, dando l'idea di un saltimbanco, così riccioluto e barbuto, sembrava gli mancasse solo un naso rosso al naso. Il costume, per opera di Anna Cavaliere, l'ho trovato ben adatto alla parte disegnata su misura per Silvio Barbiero.
pantaloni gessati, una giacca stile frack a quadrettoni, un gilet colorato a righe, dando l'idea di un saltimbanco, così riccioluto e barbuto, sembrava gli mancasse solo un naso rosso al naso. Il costume, per opera di Anna Cavaliere, l'ho trovato ben adatto alla parte disegnata su misura per Silvio Barbiero.
La narrazione di un amore non corrisposto tra Scatorcio e Sirocchia, la manifestanza della piazza, le voci di paese e dei suoi cittadini che si trasformano in personaggi, si confondo e si ricongiungono tra le note della taranta e di campanelli.
Una lingua che si intuisce, anche se inventata, riesce a testimoniare l'importanza del richiamo al grammelot. In effetti, il nostro saltimbanco, sottolinea ilarità e il modo giullaresco di assemblare suoni, onomatopee, parole e foni privi di significato, articolando un discorso dandogli ritmo ed intonazione.
Il dialogo con Gesù diviene parodia, anche. Coraggioso l'intento e con sentimento nostalgico, del desiderio di un nuovo incontro, si pensa che ci vuole coraggio, Gesù, a tornà ogni anno in questo mondo…Come anche la conversazione con il nonno si trasforma in comicità semplice e di spessore. Un personaggio, un monologo, una voce. Così la fantasia ha preso vita. E' un tramite, la fantasia, e, con certezza, si può sviluppare poesia nuova mettendo in fila tutte le assonanze del pezzo di Scarpa.
Notte nottosa / Luna 'sa zittà / silenzio di parola Si spengono le luci dopo lunghi applausi e dopo la notizia che Groppi d'amore nella scuraglia è in finale al Fringe non ci resta che sperare che questa visone/spaccato di Paese venga accolto nel migliore dei modi per far sognare ancora tutti, chi vuole imparare a farlo per migliorare e sperando in un mondo più pulito.
Annalisa Civitelli

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