"Tutto quello che sto per dirvi è falso" è arrivato finalmente nelle piazze, nelle spiagge, nelle località di villeggiatura. È arrivato, finalmente, tra la gente. Assistendo in questi giorni al dilagare delle vendite di prodotti contraffatti, fenomeno che non ha eguali in Europa e che si sta trasformando in autentica piaga sociale, totalmente fuori controllo, si rafforza l'opinione che solo attraverso una comunicazione efficace – attraverso il "fare cultura" – sia possibile porre un argine al fiume in piena dell'illegalità.
La repressione non basta. Occorre raccontare e far capire alle persone, ai potenziali compratori di quei prodotti, chi ci guadagna e chi ci perde da un acquisto effettuato talvolta con superficialità e altre volte con il solo intento di aiutare chi è più sfortunato di noi. Nello spettacolo, che viaggia verso le cinquanta repliche dal debutto, lo dico con chiarezza: a guadagnarci sono esclusivamente le mafie, che i traffici del "falso" li gestiscono e li finanziano, che si arricchiscono utilizzando come ultimo anello della catena quei disperati, ai quali resta una minima parte del giro d'affari e che si accollano tutto il rischio.
Comprare quella merce non è un modo per aiutarli: finiamo per stringergli al collo la catena della dipendenza dalla criminalità organizzata. Diamogli piuttosto "un euro", facciamo loro la carità, senza per questo trasformare la solidarietà in complicità, se davvero li vogliamo aiutare; anche perché, acquistando merci contraffatte, avviamo un sistema di danni collaterali che partono dalla nostra stessa salute per arrivare alla perdita del lavoro regolare, incentivando precarietà e sommerso.
Acquistare i falsi è un clamoroso autogol sociale!
Dopo aver girato l'Italia per otto mesi tra teatri, sale conferenze e assemblee di associazioni, l'arrivo dell'estate – a proposito, visto il clima, siamo certi di non trovarci di fronte a un'estate anch'essa contraffatta? – ha spalancato allo spettacolo nuovi palcoscenici, luoghi d'incontro e di passaggio dove raggiungere un pubblico diverso e più numeroso di quello "tradizionale" che in genere assiste agli spettacoli. A quel pubblico voglio rivolgermi, affinché il messaggio passi ancora più chiaro e ancora più forte. L'emergenza contraffazione non si risolverà schierando gli eserciti o inasprendo le multe. Finirà semplicemente perché, diffondendo cultura e informazione, siamo riusciti a intervenire sulla domanda, azzerandola. L'offerta si crea soltanto laddove c'è un'esigenza da soddisfare. Un consumatore consapevole non acquista i falsi, perché sa chi ci guadagna davvero.
"Tutto quello che sto per dirvi è falso" è andato in scena, tra fine luglio e inizio agosto, nel centro storico di Treviso, nella laguna di Chioggia, tra le vette di Auronzo di Cadore, nel celebre litorale di Jesolo Lido. Sono alcune delle tappe di un tour estivo che parte quest'anno e che riprenderà, con più forza, nel 2015, l'anno di Expo, per far vedere al mondo che noi italiani siamo un popolo, finalmente, autentico.
Tiziana Di Masi
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