Pagine

venerdì 3 ottobre 2014

Tutto perfetto per la seconda serata della settimana montaliana inaugurata il 1 ottobre al teatro Le Sedie.

In un abbraccio di vita e mistero, la poesia si fa strada a partire dall'asfalto e dall'acqua.

Questa l'atmosfera dell' ante spettacolo dedicato a Montale. Michele Papa e Giorgio Laurenti hanno presentato le loro raccolte di poesie edite da Ensemble.
Dai brani letti ai brividi di immagini viste, immaginate o solo allucinate, il passo è molto breve.

In una stretta di vita intorno a quel filo immaginario che amiamo portarci al collo, Papa e Laurenti tacciono di suoni lontani e vibrano di visioni che ci appartengono.  Una poesia che chiama dal basso e contempla l'uomo nella sua immediata dimensione.  All'emozionante e partecipata lettura, ha fatto seguito lo spettacolo di Enrico Papa , Io e Montale.

Papa con la sua luce, invoca e si ferma su immagini rubate alla realtà, immagini che di essa vogliono squariarsi e "Non recidere forbice quel volto", inizia in un "freddo" che diventa calore vivo e sensazionale di poesia montaliana. La stessa luce che brilla negli occhi dell'attore  Papa e in quelli di Papa uomo, perché forse in qualche attimo l'uno ha capito l'altro, e insieme hanno cercato il tempo e l' immenso nella poesia di Montale, eternizzando la poesia di speranza. Papa ferma il tempo di Montale, lo dilata e lo scandisce in una vita ancora pulsante, ancora viva, quella di Montale appunto.

Ascoltando Papa, si va come in crisi, si ascolta quasi la voce di Montale, la si assapora e la si condivide attraverso la bellezza della poesia.
Forse non esisterà un'altra interpretazione così profonda, così viva, così da portarci direttamente nella testa e nelle mani di Montale. Nella dimensione di Montale. Papa riesce a portarci in quella dimensione amata, anelata e angosciata da Montale, quella che sta lì, dietro l'angolo, dietro la realtà.

Quello che è certo è che entrambi, Papa e Montale ci consegnano alla vera realtà di ogni uomo che "sente", ovvero quella poetica.
Congedandosi Papa si stringe forte al maestro e ancora ci lascia la sua speranza, come un "girasole impazzito di luce".

Nessun commento:

Posta un commento