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mercoledì 21 ottobre 2015

Antonio e Sabatino, quando l'amicizia porta alla redenzione



Di chi è la colpa della nostra infelicità? L'amicizia vera esiste davvero? Sono questi gli interrogativi  che si pone il nuovo spettacolo di Sara Caldana in scena fino al 25 ottobre al Teatro Petrolini di Roma. Interrogativi importanti nella vita di ognuno di noi ai quali il testo, portato in scena da Claudio Caporizzi e Pierfrancesco Scannavino, prova a dare una risposta.

Lo spettacolo, poco più di un'ora di dialoghi serrati, racconta l'amicizia tra due ragazzi, non più giovanissimi: Antonio e Sabatino. Il primo portato in scena da un bravo Claudio Caporizzo è un uomo superficiale, donnaiolo alquanto inaffidabile che vive in casa con Sabatino. Diametralmente opposto, quest'ultimo, a cui un credibile Pierfrancesco Scannavino presta il volto, è un uomo composto e dalla personalità alquanto grigia, insicuro e con una bassa autostima, da poco separato dalla moglie Teresa che lo ha sempre considerato uno smidollato.

La tristezza si sta impossessando di lui. Grandi sensi di colpa e la costante idea che sia sempre sua la colpa delle disgrazie capitategli,  portano il suo amico Antonio a mettere in atto tutte le sue capacità istrioniche per smontare questa idea. Infatti, se all'inizio prova con semplici e razionali discorsi a far capire all'amico il perché dei suoi fallimenti, dopo passa all'azione attuando un vero e proprio transfert. 

É da lì che tutta le qualità comiche dei due artisti vengono fuori. Tempi comici al servizio di un testo ben scritto, scatenano risate a scena aperta. Le situazioni descritte dalla Caldana sono ovviamente estremizzate ma strizzano l'occhio ai meccanismi disturbati di una percezione sbagliata della realtà. Le luci accompagnano i vari momenti tragicomici di questa traslazione che porterà ad una sorta di benessere per Sabatino. Ma anche Antonio potrà giovare di una sorta di redenzione da tutta questa situazione. Deciderà di mettere la testa a posto e dedicarsi al suo lavoro di scrittore, abbandonare gli atteggiamenti di adolescente e perché no, di diventare un uomo. 

La regia, curata dalla stessa autrice, è ben attenta. I movimenti, seppure divertenti ed esagerati, rispecchiano la profondità del testo. Un lavoro apparentemente semplice che nasconde messaggi chiari e profondi. Un testo ben scritto al servizio di bravissimi interpreti rendono Antonio e Sabatino uno spettacolo che vale la pena di vedere.


Rocchina Ceglia

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