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mercoledì 16 marzo 2016

BRIGATA DESAPARECIDA. L’ALTRO 11 SETTEMBRE RACCONTATO DA STEFANO MONDINI

Sarà in scena fino al 20 marzo al Teatro Antigone di Roma, "Brigata Desaparecida", il nuovo spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da Stefano Mondini

Dopo il successo di "Shakespeare e Sangue" e "Schegge di Shakespeare" dello scorso anno e "Ciao Pesciolino"Mondini, uno dei più grandi e stimati doppiatori italiani, torna al teatro con un testo drammatico, attraversato da sottili venature ironiche.

"Brigata Desaparecida" è ambientato a Santiago del Cilel'11 settembre 2001, tragica data della storia mondiale recente, proprio durante l'attacco terroristico al World Trade Center di New York

Ma quel drammatico evento fa solo da sfondo ad una vicenda che richiama alla memoria l'altro 11 settembre, più volte dimenticato, quello del 1973 a Santiago del Cile, quando il colpo di Stato delle forze armate guidate da Augusto Pinochet rovesciò il governo socialista di Salvador Allende dando vita ad regime dittatoriale. 

Furono circa diecimila i cileni torturatie centinaia le migliaia di persone costrette all'esilio. Il testo di Mondini ricorda proprio quegli eventi reali partendo dal fittizio rapimento di Martìn Ortega da parte di Pablo e Victoria, alla ricerca di risposte sul loro passato e sulla cruenta pagina di orrori e violenze vissute dal loro paese. 

In un serrato confronto-interrogatorio, tra rievocazioni, racconti e confessioni, si dipana il racconto di un orrore che cela fantasmi del passato che riguardano tutti i personaggi in scena, in un continuo scambio di ruoli tra vittime e carnefici, sui quali aleggia la leggendaria figura de "El Diablo", feroce torturatore del regime. 

Stefano Mondini rivela una sensibilità fuori dal comune nella stesura di un testo capace di emozionare e coinvolgere emotivamente lo spettatore, nonostante racconti una storia "lontana" temporalmente e geograficamente dalla nostra esperienza che ha anche il valore della (ri)scoperta di una triste pagina della Storia del Novecento che ci auguriamo possa servire come monito per la società attuale e futura. 

Il finale aperto alla speranza, poi, rivela una profonda fiducia nel genere umano da parte dell'autore che funziona come efficace contraltare al racconto di violenza e dolore, una catarsi dei sentimenti in grado di illuminare il nostro futuro.

Sulla scena, insieme a Mondini, anche gli ottimi Roberta Astuti e Paolo Buglioni, capaci di tratteggiare con sofferto realismo un rapporto d'amore sui generis.


Federico Larosa


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