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venerdì 16 settembre 2016

Astragali TEATRO. Domani al Parco di Rauccio va in scena "Metamorfosi"

Il suggestivo palcoscenico naturale del Parco di Rauccio per la più recente porduzione di Astràgali Teatro "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei" che va in scena sabato 17 settembre alle 18:00 (ingresso gratuito su prenotazione).

Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei" è il "poema delle trasformazioni", della incessante metamorfosi delle creature incalzate dalla violenza degli dei. 

Una fitta trama di storie, dove la presenza femminile è segno di una forte resistenza, di opposizione al conflitto, alla guerra, alla discriminazione

La scrittura e la regia sono di Fabio Tolledi; in scena Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Petur Gaidarov, Onur Uysal, Jean-Baptiste Hamado Tiemtoré, le musiche sono degli Insintesi (Alessandro Lorusso, Francesco Andriani).

Sostenuto dalla Regione Puglia-Assessorato Industria Turistica e culturale FSC 2007-2013, Teatro Pubblico Pugliese.

Sabato  17 ore 18:00 – Parco di Rauccio Ingresso gratuito su prenotazione    Al Parco di Rauccio - Lecce  "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei"

Ingresso libero

Per informazioni 0832.306194 - 3209168440 oppure teatro@astragali.org


PIU' INFORMAZIONI SU "METAMORFOSI_DONNE CHE RESISTONO ALLA VIOLENZA DEGLI DEI" 

"Le Metamorfosi", il poema della incessante trasformazione, si fa teatro.

Si fa immagine concreta, visione, corpo. Scena del conflitto indicibile tra la divinità e l'umano, della hybris divina, della disperata e fiera resistenza/resilienza dei viventi. Di un dio che, divorato dal desiderio, fa dello stupro la sua arma implacabile. 

E di donne che, anche nel mito, costituiscono il segno indelebile di una resistenza, di una altrettanto implacabile opposizione al conflitto, alla guerra, alla violenza.

Dopo aver indagato le forme del rito e del teatro in un corpo a corpo con la tragedia e la commedia dell'antica grecia, Astràgali Teatro si rivolge stavolta a "Le Metamorfosi" ovidiane, nella necessità di una relazione e di una esplorazione del mito e delle sue forme. 

Esplorazione per nulla rassicurante né tantomeno consolatoria, come già aveva compreso Aby Warburg quando aveva parlato di "mitologia viva".

Viva come sono vive, meravigliosamente e drammaticamente, Atena e Aracne in quella stanza dove si celebra la gara della tessitura, la potenza degli dei ma anche la loro tracotanza e violenza e si narra, ancora una volta, della resistenza dell'umano al divino allorché la famosa tessitrice della Lidia sfida in una gara Minerva, la dea che protegge fili e telai.

L'esito della gara è terribile, perché tremenda è la condanna di Aracne per aver violato l'interdetto e narrato il segreto degli strupri divini.

Così nel mito vive la storia di donne che attraversano il nostro mare, al bordo tra la vita e la morte, chiamate a cambiare pelle verso una nuova condizione, a patto di perdere la memoria e – forse – parte del senso di sé. 

Metamorfosi è, allora, la voce delle donne che cantano la vita, che irridono ai loro aguzzini, che richiamano alla necessità di una vicinanza e una prossimità solidale dinanzi alla violenza che -ci- divide.




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