Il suggestivo palcoscenico naturale del Parco di Rauccio per la più recente porduzione di Astràgali Teatro "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei" che va in scena sabato 17 settembre alle 18:00 (ingresso gratuito su prenotazione).
Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei" è il "poema delle trasformazioni", della incessante metamorfosi delle creature incalzate dalla violenza degli dei.
Una fitta trama di storie, dove la presenza femminile è segno di una forte resistenza, di opposizione al conflitto, alla guerra, alla discriminazione.
La scrittura e la regia sono di Fabio Tolledi; in scena Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Petur Gaidarov, Onur Uysal, Jean-Baptiste Hamado Tiemtoré, le musiche sono degli Insintesi (Alessandro Lorusso, Francesco Andriani).
Sostenuto dalla Regione Puglia-Assessorato Industria Turistica e culturale FSC 2007-2013, Teatro Pubblico Pugliese.
Sabato 17 ore 18:00 – Parco di Rauccio Ingresso gratuito su prenotazione Al Parco di Rauccio - Lecce "Metamorfosi_Donne che resistono alla violenza degli dei"
Ingresso libero
Per informazioni 0832.306194 - 3209168440 oppure teatro@astragali.org
PIU' INFORMAZIONI SU "METAMORFOSI_DONNE CHE RESISTONO ALLA VIOLENZA DEGLI DEI"
"Le Metamorfosi", il poema della incessante trasformazione, si fa teatro.
Si fa immagine concreta, visione, corpo. Scena del conflitto indicibile tra la divinità e l'umano, della hybris divina, della disperata e fiera resistenza/resilienza dei viventi. Di un dio che, divorato dal desiderio, fa dello stupro la sua arma implacabile.
E di donne che, anche nel mito, costituiscono il segno indelebile di una resistenza, di una altrettanto implacabile opposizione al conflitto, alla guerra, alla violenza.
Dopo aver indagato le forme del rito e del teatro in un corpo a corpo con la tragedia e la commedia dell'antica grecia, Astràgali Teatro si rivolge stavolta a "Le Metamorfosi" ovidiane, nella necessità di una relazione e di una esplorazione del mito e delle sue forme.
Esplorazione per nulla rassicurante né tantomeno consolatoria, come già aveva compreso Aby Warburg quando aveva parlato di "mitologia viva".
Viva come sono vive, meravigliosamente e drammaticamente, Atena e Aracne in quella stanza dove si celebra la gara della tessitura, la potenza degli dei ma anche la loro tracotanza e violenza e si narra, ancora una volta, della resistenza dell'umano al divino allorché la famosa tessitrice della Lidia sfida in una gara Minerva, la dea che protegge fili e telai.
L'esito della gara è terribile, perché tremenda è la condanna di Aracne per aver violato l'interdetto e narrato il segreto degli strupri divini.
Così nel mito vive la storia di donne che attraversano il nostro mare, al bordo tra la vita e la morte, chiamate a cambiare pelle verso una nuova condizione, a patto di perdere la memoria e – forse – parte del senso di sé.
Metamorfosi è, allora, la voce delle donne che cantano la vita, che irridono ai loro aguzzini, che richiamano alla necessità di una vicinanza e una prossimità solidale dinanzi alla violenza che -ci- divide.
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