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martedì 18 febbraio 2014

Frida Kahlo. L’intimità serve per raggiungere l’essenza



L’artista, donna poliedrica, dalle sopracciglia ali di uccello tra natura e terra messicana. Canti, urla, mimo e poesia coinvolgenti ed intensi. Policromo tra quadri, foto e voce in un’atmosfera resa viva, netta e chiara grazie alla maestria della semplicità.

Perdersi. Sensazione di essere dentro un quadro, viverlo. Una cornice rossa quadrata, fili di spago viaggianti, appesi tra un lato e l’altro delle pareti. Lenzuoli a sipario. Ci si stendono vestiti. Un tavolo con su oggetti di scena, una poltroncina sulla sinistra del palco, un cappello, un cuscino. Indumenti bianchi di cotone antico. Fantasie che richiamano il Messico anni ’30. Questa è la scenografia di Una Rondine dal Messico. Un monologo di 50 minuti che il Teatro Trastevere, dal 13 al 16 febbraio ha proposto in cartellone. Priscilla Giuliacci ne ha guidato la regia portando Maria Grazia Adamo all’interpretazione di una donna, animo impetuoso, artista di grande spessore, riassumendone la sua vita ricca e densa con grazia.

Le atmosfere messicane hanno vibrato nell’aria grazie all’accurata ricerca delle musiche a cura di Fabiana Galasso e Andrea Mastromattei, e al tono di voce dell’attrice, la quale ha donato un accento spagnolo caliente e poetico. Disegno luci a cura di Pietro Frascaro. Si percepisce un lavoro di forte ricerca personale. Scavare nell’animo umano distrutto, devastato dalla nascita. Frida, l’artista della natura, con fiori a decorare capelli. Un lungo periodo trascorso a letto, guardandosi allo specchio sistemato sul soffitto, dipinge autoritratti. Un busto sul quale farfalle colorate prendono vita. Un incidente le perfora il bacino da una parte all’altra e non permette a Frida di portare avanti gravidanze. Sposata con Diego Rivera, pittore e muralista messicano, ai margini di ogni relazione umana contraddittoria

Tradita dal marito più volte, lo ripaga con la stessa moneta, Frida si coinvolge in relazioni eterosessuali e con persone del suo stesso sesso. Probabilmente in cerca di una sua identificazione sessuale. Forse desiderosa di trovare la sua vera identità, compensazione e sensazione naturale del come ci si possa sentire nel proprio corpo. “Il dolore è un dono prezioso, non bisogna aver paura del dolore”. Poesia, foto d’epoca e dipinti proiettati rendono l’insieme pulito, di netta e chiara semplicità. Il ballo, ubriaca con la bottiglia in mano. Il gioco con la corda evoca la goliardia dei bimbi e tutto è fiaba. Storia fatta di colori. Natura e terra messicana sulle tele tramandate dall’espressione della ribelle e libera pittrice. Ha comunicato se stessa, la persona che portiamo in giro per il mondo.

Non credo sia stato facile sintetizzare una vita energica e movimentata in meno di un’ora con concentrazione e accuratezza. Lo sviscerare una biografia intensa, composta di importanti passi, momenti precisi tra musica, danze, urla di dolore, amori travagliati e pittura. Come non credo sia stato immediato calarsi nella parte che Maria Grazia Adamo, sintonica con il personaggio recitato, ci ha rivelato. Chiave di immersione onirica e vitale. Ho vissuto tuffandomi nella vita stessa. Si tocca l'essenza nella sua profondità, attraversando il dolore, la natura e l’arte diventano chiave per volare. La poesia declamata e la vita narrate sono emblema e testimonianza di ricordi, quasi come una porta che si aprirà per l’esposizione alle Scuderie del Quirinale, che ospiterà le opere di Frida Kahlo dal 20 Marzo al 31 Agosto.   

Lo spettacolo, piacevole ed appagante, tocca corde emozionali che, a guardarle, viene da pensare: “Basta così poco!”. 

A che mi servono i piedi se ho le ali per volare... ... ...Io non chiedo che aria
 

Annalisa Civitelli

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