FRIDA KAHLO
Il ritratto di una donna
A.Prete
I.Maltagliati L.Setaccioli
regia
di Alessandro Prete
Martedì 1 aprile 2014 alle ore 21,00 debutterà in prima nazionale lo spettacolo “Frida Kahlo: il ritratto
di una donna” di A.Prete
I.Maltagliati L.Setaccioli, per la regia di
Alessandro Prete al Teatro Piccolo
Eliseo Patroni Griffi di Roma.
Questo spettacolo che nasce da un’idea di Alessia Navarro, Pino Insegno e di
Alessandro Prete prende spunto dalla
straordinaria ed intensa vita vissuta da Frida Kahlo e si è pregiato del patrocinio
dall’Ambasciata del Messico e
del sostegno delle Scuderie
del Quirinale per la promozione dello spettacolo.
Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderòn, sensibilissima
pittrice, riconosciuta icona dell’emancipazione della femminilità, viene oggi
rappresentata attraverso un testo teatrale, con l’ambizione di offrire al
pubblico il messaggio sulla verità emotiva che la pittrice ha voluto imprimere
su alcune delle sue tele. Una verità che appartiene all’universo
femminile, ma che dovrebbe essere custodita da ogni essere umano, uomo o donna
che sia, quale filo conduttore del ciclo vitale. Un inno alla vita, alla gioia, alla passione,
alla forte motivazione di rimanere ancorata al presente, al “qui ed ora”, senza
mai avere la paura del passato ed avendo sempre speranza per il futuro. Una
donna che ha saputo sempre affrontare e
superare estreme difficoltà fisiche e relazionali; riservando alla famiglia e
all’amore per il proprio coniuge quella centralità che rende Frida Kahlo icona della femminilità
in ogni sua sfumatura: figlia, madre, sorella, amica, amante, artista…..una
donna talmente realista da essere sfacciatamente attuale.
Sarà Alessia Navarro ad interpretare la grande pittrice messicana Frida
Kahlo, (1907-1954), simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della
cultura messicana del Novecento.
In “Frida
Kahlo: il ritratto di una donna” prenderanno vita sulla scena alcuni dei
suoi celebri quadri, attraverso alcune storie di donne diverse tra loro. Filo
conduttore delle storie saranno i simbolismi rappresentati nei quadri stessi.
Ad ogni gesto delle protagoniste corrisponderà una pennellata sullo sfondo. Ad
ogni storia conclusa corrisponderà quindi un quadro compiuto. Il tutto legato
da un corpo di ballo che contestualizzerà ancora meglio il tempo e lo spazio.
Saranno visibili attraverso l'interpretazione di altri attori i vari personaggi
che hanno accompagnato la sua vita. Vedremo Frida Kahlo per come la conosciamo
solo all’inizio, come introduzione ai quadri e alla fine come celebrazione di
un’eredità che la stessa pittrice vuole lasciare alle donne.
Non vedremo
rappresentata una biografia realistica della pittrice, ma altresì, racconteremo
la Donna, in ogni luogo, in ogni spazio ed in ogni tempo, fino a raggiungere
l’idea di Frida Kahlo intesa come icona femminile.
Personalità
complessa, la pittrice ha riversato nella sua arte le sue vicende fisiche e
sentimentali trasformandole in simboli della sua spasmodica volontà di
affermarsi ed essere indipendente.
I quadri rappresentati saranno:
“Nascita”: Gli
autori scelgono questo quadro quale manifesto della vita. Il momento della
nascita di ogni essere umano contiene in sé gli elementi emblematici
dell’appartenenza, dell’accoglienza e della spinta necessaria per acquisire la
libertà di esistere. Durante il parto le donne devono spingere, il desiderio di
dare alla luce un figlio dovrebbe superare la paura del dolore e della
sofferenza. Non sentirsi accolti, sin dalla nascita, infligge una profondissima
ferita ma non toglie la vita.
“Autoritratto con
collana”: Un volto disteso, sereno, luminoso ed un’eleganza sobria,
raffinata e candida. Ecco il quadro scelto dagli autori per consegnare al
pubblico una donna fiera, integra, umile e libera. Una donna capace di
contenere la tristezza, la delusione, il dolore che ogni vita riserva. Una
donna che rimane in piedi nonostante tutto, in nome dell’amore per la vita.
“La mia balia e io”:
Il conflitto con la madre e il desiderio di maternità. Una madre non
presente sin dall’allattamento, primo gesto di accudimento, tradito in nome di
qualcos’altro più importante; primo gesto affidato ad una balia, che mai potrà
sostituire una madre e che relega la figlia alla solitudine. Un conflitto che
si ripropone in gioventù, che potrebbe essere risolto se solo la madre
riuscisse a donarsi incondizionatamente, un conflitto che potrebbe
ridimensionarsi fino a non avere più potere se
la maternità arrivasse. Ancora una volta la femminilità nella sua
accezione più intensa: la maternità.
“Quel che mi diede
l’acqua”: il quadro suggerisce il
tema della malattia, della morte e del desiderio che ogni donna ha di essere
accudita, ascoltata e accompagnata dal proprio uomo lungo il cammino della
vita. L’acqua è l’elemento simbolico usato per rappresentare la possibilità di
rinascere ogni volta dopo un dolore. La realtà si mescola al delirio, preludio
talvolta della morte, in questo caso desiderata quale epilogo della sofferenza,
la depressione.
“Qualche piccolo colpo
di pugnale”: il
femminicidio. Gli autori scelgono il quadro per il suo tema spietatamente
attuale, una cronaca nera presente in ogni tempo storico. Il tradimento
dell’uomo e la scelta della donna di non colludere con lui, di non lasciarsi trascinare in un rapporto
costruito sulla menzogna, di non cedere ad una carnalità priva di sentimento.
Immediata la reazione di follia che porta l’uomo ad eliminare ciò che non può
possedere: la donna.
Autoritratto con
capelli tagliati: in
scena come nel quadro, una donna che annulla la propria identità femminile con
gesti simbolici, il taglio dei capelli
ed indumenti maschili. Per amare un uomo
non risolto, narcisista ed ambivalente la donna potrebbe perdere se stessa
tanto da
delirare e mettere in discussione la propria adeguatezza. Gli autori
però accettano la sfida del nostro tempo, un tempo liquido e narcisista, e
sostengono la donna , riconsegnandole la femminilità.
“Il suicidio di Dorothy
Hale”: gli autori
scelgono il gesto del suicidio per spiegare la fine di uno scenario in cui una
donna, nell’impossibilità di essere amata e diventare madre, rivolge lo sguardo
e si lascia trasportare da un’altra donna in una relazione che accoglie e
consola, ma che contiene in sé elementi di morbosità che soffocano, limitano e
impediscono l’espressione, la crescita del talento artistico della
protagonista. L’Arte è l’elemento centrale e gli autori annunciano l’atto di
responsabilità verso di Essa che una coppia, tanto quanto il pubblico
spettatore sono portarti a sentire un’emergenza impellente. L’Arte non può
morire, ciò che impedisce la sua manifestazione si.
“La colonna spezzata”: prende corpo in scena l’Amore,
rappresentato dalla relazione tra una donna malata e il suo fisioterapista. La
metafora è solenne: Amare e poter essere Amati significa abbandonare le proprie
aspettative sull’altro accettandolo per quello che è realmente ed anche
abbandonarsi all’altro mettendo a nudo
le proprie fragilità ed impedimenti mentali o fisici. E ancora una volta
immancabilmente gli autori portano in scena l’idea romantica ed autentica delle
relazioni sentimentali.
“Il Sogno”: un dialogo profondo tra Frida e la
propria coscienza. Tra la vita e la morte. Tra il desiderio di esserci lottando
con tutte le forze contro gli impedimenti alla vita, e la tentazione di cedere,
al fallimento alla depressione. L’immagine della vita, dove costantemente al
fianco della gioia cammina la morte, e dove la spiritualità trova spazio per
darne significato.
“Autoritratto come
Tehuana”: una
chiusura coerente con tutta la sceneggiatura. Gli autori immortalano la donna
nella sua veste solenne di sposa e donna, al fianco di un uomo amato in ogni
suo pregio o difetto. Una vita vissuta con lo sguardo fermamente rivolto al
proprio uomo. Gli autori non ci consegnano la prospettiva dell’uomo, ma da
uomini si alleano a Frida, alle donne, alla loro naturale spinta alla vita, a
cui certamente rendono omaggio.
“Si ricorda che
tutti i visitatori della mostra Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale potranno usufruire dello speciale biglietto
dello spettacolo a soli 10€”.
In scena accanto ad
Alessia Navarro: Alessia Olivetti, Ettore Belmondo, Cristina Del Grosso e
Claudio Garruba.
Il corpo
di ballo è composto da: Marta Mearelli, Ilenia Jodice, Maria Celeste Sammarco e
da Marco Passarello. Aiuto regia
Valentina Morgia, le coreografie sono di Alessandra Bianchini , le scenografie
sono di Alessio Brodolini, i
costumi sono di Gisa Rinaldi. Sound
engineer: Tiziano Stampete, il light design
è Marco Laudando, le realizzazioni grafiche sono di Ince
Media e la consulenza storica di Silvia Cardi.
Lo spettacolo rimarrà in scena fino al 13 aprile 2014 al
Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma.
FRIDA KAHLO
Il ritratto di una donna
Teatro
Piccolo Eliseo Patroni Griffi Via Nazionale, 183 tel. 06 488 2114
Da martedì 1 aprile 2014 alle ore 20,45 a domenica 13 aprile
domenica
Da martedì a sabato ore 20,45, domenica ore 17,00
Euro 20,00 prezzo intero - 17,00
euro over 60 - 15,00 euro ragazzi
sotto i 30 anni
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