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giovedì 26 giugno 2014

Temple Grandin: Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente.

Ci ha coinvolto, ci ha emozionato, ci ha fatto entrare nel mondo della protagonista: è questo l'effetto generato dalla visione di Temple Grandin: Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di  mente, lo spettacolo appena andato in scena al teatro San Paolo di Roma nella cornice del Primo Convegno nazionale organizzato dalla Onlus Spazio Asperger presieduta da Davide Moscone.

Lo spettacolo, nato dalla penna di Valentina Fratini e diretto da Claudio Zarlocchi, vuole essere suggello al messaggio che tutto il convegno ha sottolineato: l'autismo è solo un altro modo di percepire il mondo. Le persone affette da autismo, infatti, sono piene di risorse e potenzialità. 

L'opera, che sarebbe un ottimo  spettacolo da presentare nelle scuole, trae fortemente ispirazione dal film per la televisione americana Temple Grandin: una donna straordinaria (2010). Il taglio dato al racconto risulta molto simile: viene raccontata la vita di Temple Grandin, considerata un'importante attivista sia del movimento in tutela dei diritti degli animali che del movimento dei diritti delle persone autistiche. 

Nata nel 1947 e affetta da autismo, la Grandin non ha avuto poche  difficoltà ad integrarsi nella scuola, in società, nel mondo del lavoro, ma la sua diversità e le sue potenzialità le hanno permesso di affermarsi e di ottenere molti successi nella vita. Oggi la Grandin, infatti, insegna alla facoltà universitaria di scienze animali del Colorado. 

A teatro, però, Zarlocchi non porta In scena non solo la sua storia ma la filosofia di vita che ha caratterizzato da sempre questo straordinario personaggio. Ad esaltare un contenuto così intenso, un cast d'eccezione. Una telentuosa Francesca Nunzi che riveste i panni della coraggiosa e tenace madre di Temple, una donna che non si è mai arresa alla schiacciante diagnosi datagli quando la figlia aveva pochi anni. Un dottore, interpretato da Antonio La Rosa sentenziò "Sua figlia non parlerà mai, bisogna internarla". 

A questo consiglio e a tutta la messa in scena, la Nunzi regala un' interpretazione davvero intensa e appassionata. Il ruolo più complesso e difficoltoso è toccato però a Valentina Gaia che ha prestato il viso a Temple Grandin. L' attrice è riuscita a caratterizzare perfettamente il suo personaggio molto somigliante, per diversi aspetti, alla Temple della vita reale. Buone, anche se a volte un po' sottotono, le interpretazioni degli interpreti maschili: Claudio Zarlocchi, che dimostra comunque di essere un bravo regista. e Antonio La Rosa che ha mostrato la sua poliedricità ricoprendo diversi ruoli secondari. Lodevole il risultato finale: una esistenza eccezionale, una storia commovente che ha preso vita grazie alla bravura degli attori, ad un testo ben scritto e a delle buone scelte registiche.

Mena Zarrelli

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