Teatro per famiglie e bambini – Ingresso Gratuito, senza tessera ARCI
Dopo gli spettacoli (ore 17.30): merenda offerta a tutti i bambini. E poi… “Divertiamoci con poco”: giochi e animazioni per conoscerci, in compagnia della Bottega invisibile
Con il Patrocinio del Comune e il contributo della Fondazione Cariparo
DOMENICA 23 MARZO, MATUTA TEATRO- LATINA in “Cappuccetto Red”
un classico dell’infanzia per giocare con la lingua inglese
ideazione e testi Julia Borretti
con Julia Borretti e Francesca Leonoro
scene e luci Jessica Fabrizi
regia Titta Ceccano
Nella nostra storia c’è una bambina, che tutti chiamano Cappuccetto Red per il colore della sua mantella. Un giorno la madre la manda a far visita alla nonna e le raccomanda di non fermarsi per strada per nessuna ragione. Nel bosco inizia la sua avventura e, cammina cammina, Cappuccetto Red si dimentica dei consigli della mamma… C’è ancora qualcuno che non la conosce? La fiaba di Cappuccetto Rosso è la più nota, la più cara ai bambini, e anche quella che viene narrata in tanti modi e tante versioni. Noi abbiamo deciso di raccontarla giocando con la lingua inglese. I bambini avranno così la possibilità di seguire le avventure della protagonista scoprendo e imparando di volta in volta termini semplici della lingua inglese quali i nomi degli animali, i numeri, i colori, i membri della famiglia, il saluto. Lo spettacolo è un piacevole e divertente pretesto per stimolare e accrescere l'interesse dei bambini per l'apprendimento di una nuova lingua.
L’idea
L’idea del progetto nasce dalla voglia di sperimentare il doppio gioco del teatro e del gioco della lingua straniera in scena. Mi spiego meglio. Dopo aver applicato per diversi anni la pedagogia teatrale all’insegnamento della lingua inglese ho capito che c’è una sorprendente e straordinaria affinità tra il giusto approccio per imparare efficacemente una lingua straniera e il teatro: il GIOCO. Se sulla scena - proprio come si dicono i bambini quando giocano - non “facciamo finta che”, nulla è organico e credibile; così trasmettere a dei bambini la curiosità per una nuova lingua, si può fare solo se si gioca con immediatezza. Da qui l’idea di Cappuccetto Red una storia che tutti conoscono e che tutti possono seguire per mezzo di uno scherzo teatrale che tenga conto anche della lingua inglese.
I personaggi
La storia di Cappuccetto Rosso rimane una traccia che le due attrici, attraverso le improvvisazioni, arricchiscono di dettagli, la elaborano, dando vita ad una scrittura di scena che fa affiorare i personaggi come dei caratteri. La teacher prende vita da un vecchio trench riposato da anni che aspettava solo una storia che lo animasse e da un ombrello come a prolungare le braccia di questo personaggio un po’ naïf che inizia la narrazione come in uno spettacolo di teatro di strada.
Il lupo è pensato come una grande testa di lupo, appunto, fatta di gomma piuma e pelliccia da indossare come un cappello, ma che ha tutte le caratteristiche di una maschera della commedia dell’arte e pertanto viene agita secondo quelle stesse regole. Una maschera-cappello direi tanto grande da risultare quasi sproporzionata rispetto al corpo dell’attrice per esaltare ad un primo impatto la sua cattiveria, ma successivamente forse con il suo sguardo dolce riesce a smascherare la sua vera natura e a conquistare i bambini ribaltando così il luogo comune del lupo che deve sempre mettere paura.
La mamma di Cappuccetto è una mamma burbera e parla una sorta di dialetto veneto, quello stesso dialetto imbastardito dalla tv e dalla influenza del romano che oggi parlano i veneti della pianura pontina che ho ascoltato sin da bambina. Questa scelta nasce dall’idea di una mamma risoluta nelle decisioni, è una tipa forte, che non ha bisogno di aiuto (infatti si sostituirà al cacciatore) per salvare la figlia. E’ malata di TV verità e un po’ all’antica, insomma un carattere con cui ci si diverte a giocare.
Cappuccetto Red è una bambina dolce e ingenua, sta imparando l’inglese ed è mossa dalla curiosità della scoperta; gioca con le reazioni del pubblico e nel tempo del racconto fa un viaggio di formazione.
Età consigliata: dai 4 agli 10 anni (lo spettacolo, grazie alla possibilità di interagire con il pubblico affidata all’improvvisazione, può variare la sua “dose” di inglese risultando così adatto a bambini piccoli, ma anche a bambini più grandi. Inoltre grazie a un doppio livello di lettura che lo spettacolo contiene risulta divertente anche per un pubblico adulto e quindi adatto a spettacoli per famiglie).
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO
DOMENICA 30 MARZO IL LIBRO CON GLI STIVALI VENEZIA “Da grande voglio essere felice”
spettacolo teatrale liberamente ispirato a "Il libro di tutte le cose" di Guus Kuijer
di Gaetano Ruocco Guadagno
con Susi Danesin e Silvia Nanni
regia Gaetano Ruocco Guadagno
scene Alberto Nonnato
FINALISTA 3a EDIZIONE ZONA FRANCA Festival internazione per le nuove generazioni
PREMIO SCENARIO INFANZIA
PREMIO SPECIALE OSSERVATORIO CRITICO STUDENTESCO
Il lavoro nasce come progetto di riscrittura scenica de “Il libro di tutte le cose” di Guus Kuijer: il protagonista di questo testo è il piccolo Thomas di nove anni, un bambino come molti con un padre severo e violento che crede in un Dio altrettanto rigido. Nonostante tutto Thomas ha la ferma consapevolezza che da grande vuole diventare felice. Per ottenere il suo obiettivo Thomas capisce che deve necessariamente superare le sue paure perché “si è felici solo quando si smette di avere paura”.
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