CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Cinema e Teatro

Cerca nel blog

martedì 27 ottobre 2015

Carullo Minasi in "De Revolutionibus, sulla miseria del genere umano", ai Teatri di Confine di Pisa il 3 novembre e allo Zoom Festival di Scandicci il 5 novembre



Compagnia Carullo – Minasi
Pisa 3 novembre Teatri di Confine
Scandicci 5 novembre Zoom Festival
presenta
DE REVOLUTIONIBUS – sulla miseria del genere umano
diretto e interpretato
da
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
5 novembre _ ore 21.00
Teatro Studio Mila Pieralli
Via Donizetti, 58 _ Scandicci (Fi)

Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi portano in Toscana la loro ultima produzione “DE REVOLUTIONIBUS – SULLA MISERIA DEL GENERE UMANO” su testi originali di Giacomo Leopardi tratti dalle due Operette Morali “Copernico”e “Galantuomo e Mondo”.

Lo spettacolo vincitore della rassegna Teatri del Sacro 2015 è stato presentato in anteprima a Lucca.

Sarà in scena ora il 3 novembre a Pisa, Teatro S.Andrea, nell’ambito di Teatri di Confine e successivamente il 5 novembre a Scandicci, Teatro Studio Mila Pieralli per Zoom Festival.
Il Copernico -operetta infelice e per questo morale- così la definiscono gli autori.

Con la sua “Operetta”, nelle insolite vesti di Drammaturgo-Demiurgo, Leopardi ricostruisce l’Ordine dell’Universo, ben drammatizzando intorno allo sbriciolamento dell’orgoglio umano, ormai da ritenersi infondato dinanzi a Sua Eccellenza Sole, stufa di girare intorno “ad un granellino di sabbia” per far luce a “quattro animaluzzi”. 

Il genere umano, così, scacciato dal centro dell’universo e spostato con la sua piccola sfera alla periferia del sistema solare assiste, cosciente, alla propria “Apocalisse”. A voce d’un inerme Copernico, si profetizzano e stigmatizzano le miserie d’un re spodestato: l’uomo.
 
Operetta infelice e, per questo, morale intorno alla possibile rivoluzione del nuovo mirare dell’uomo nella profondità della propria miseria.

Così dalla minuscola e misera Terra si precipita verso il baratro delle non conosciute Luminose Meraviglie, nell’infinito buio dipinto di stelle, nella profondità e nell’abisso di ciò che rimane una speranza, l’esser parte di un’ Infinita Meraviglia: il Creato. “Niuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto che il potere l’uomo comprendere e fortemente sentire la sua piccolezza” Zibaldone.

Di contro Galantuomo e Mondo -operetta immorale e per questo felice-
Con la moderna e sfrenata “civilizzazione”, cioè con il sopravvento del raziocinio sul sentimento e della tecnica sullo spirito, il Mondo è divenuto nemico d’ogni virtù. Nel dialogo leopardiano il “Mondo” spiega all’ingenuo Galantuomo, il quale ha sempre coltivato la virtù e frequentato la bottega della Natura e della Poesia, come ci si deve comportare se si vuole servirlo con successo. In tempi di progresso, lì dove il Mondo “non può far altro che camminare a ritroso”, l’ Uomo deve appigliarsi a “tutto il contrario di ciò che gli parrebbe naturale, compiendo ogni rovescio” e divenendo così “penitente di ogni virtù”. 

Il Mondo, travestito da Signorina Civiltà tutta vizi e capricci, divorato ogni fondale di immaginazione in cui potere sperare di precipitare, definisce gli estremi d’ un freddo quadro di miseria, dove “tutti gli uomini sono come tante uova”, dove è proibito ogni segno di vera vita.  

Qui la rivoluzione procede al contrario e diventa involuzione, in quanto il ridimensionamento dell’uomo porta seco una conseguenza negativa, da qui la menzogna utilitaristica

In uno scherzo d’impazienza e rassegnazione, Leopardi “conscio che gli uomini non si contenteranno di tenersi per quello che sono, andando sempre raziocinando a rovescio” presenta la loro Operetta immorale e, per questo, miseramente “felice”.
“E gli uomini vollero le tenebre piuttosto che la luce” Giov. 3, 19 ad introduzione della Ginestra.

Rivoluzione e miseria sono parole che riempiamo d’una natura ambigua e paradossale, nell’unica certezza di volerci aggrappare al teatro, fatto di piccole e povere cose, ma capace di grandissime riflessioni sul potere dell’uomo di ribellarsi e dunque ritrovarsi. Passeggiando con il Maestro della più amara e saggia ironia, ci disperdiamo giocando con scenari che danno largo all’immaginazione, sperando di far scivolare il pubblico nella finestra di questo “oltre” che ancora in vita ci rimane e che può, con i suoi scherzi, renderci partecipi rivoluzionari del Sentimento del Sublime.

Promo video
https://www.youtube.com/watch?time_continue=25&v=bp2iZ6wzcMw

Sito web
www.carullominasi.wordpress.com


DE REVOLUTIONIBUS – sulla miseria del genere umano
da
Il Copernico Galantuomo e Mondo
di Giacomo Leopardi
diretto e interpretato
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
disegno luci
Roberto Bonaventura
scene e costumi
Cinzia Muscolino
scenotecnica
Piero Botto
assistenza alla regia
Veronica Zito
ringraziamenti
Giovanna La Maestra, Angelo Tripodo, Simone Carullo
produzione
Carullo-Minasi, I Teatri del Sacro

Info e prenotazioni Teatri di Confine
Teatro Sant’Andrea – Chiesa di Sant’Andrea
via del Cuore – 56127 Pisa
tel. 050 542364 – info@sacchidisabbia.com


Info e prenotazioni Zoom Festival
055.7351023 biglietteria@teatrostudiokrypton.it
biglietti: intero 8 euro – ridotto 6 euro
www.zoomfestival.it

Rassegna stampa
“I due superano ogni aspettativa con un apologo filosofico in uno spettacolo di grande semplicità formale nonostante un testo arcaico, straniero al teatro, come le Operette Morali di Leopardi. In scena con il carretto di legno come due vecchi comici col Carro di Tespi, giocando con un fondale di pezza, inscenano con tecniche da cantastorie, in una partitura raffinata di gesti e parole, i personaggi delle due Operette, amare e ironiche riflessioni sulla natura dell’uomo”
Anna Bandettini, Repubblica

Il testo leopardiano acquista vita e vigore nello squillo argentino della voce di lei, come arrotondato dagli echi sudisti della cadenza sicula: siamo al Copernico, riflessione cosmogonica che narra d’un Sole tutt’altro che francescano, intenzionato a mai più sorgere e riscaldare quei «quattro animaluzzi, che vivono in su un pugno di fango».
La visione terrosa e materica, quasi pinocchiesca, d’un palco scarsamente illuminato si fa giostra di rovesci e rimandi: lui, clown col broncio, scientemente malsicuro, giacchetta da imbonitore, è il primo degli astri, lei, grintosa e soverchiante, è lesta a calarsi nei panni dell’astronomo polacco. Tutto si ribalta: «Operetta immorale e per
Qui sta la cifra d’un piccolo (capo)lavoro: l’operar di scarto e fantasia, applicando metafora, movimento e visione a ciò che, in effetti, già in lettura suona sufficiente, ma che sul palco trova nuovi fuochi e altra urgenza.
Igor Vazzas _ Lo Sguardo di Arlecchino

Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi costruiscono un teatrino filosofante con due carretti che spingono in giro, come i discorsi, e non trovano direzione se non fermandosi uno addosso all’altra. In un immaginario ‘ready-made’ che unisce il circo cialtrone di Fellini ai fondali fantastici di Méliès, i due trovano tra le pagine di Leopardi le loro paure di coppia di vita teatrante e girovaga, dove la fama è il risvolto della fame, e infiniti sono i mondi che pensano: “io non vado a teatro, sono il teatro”.
Matteo Brighenti _ Doppiozero

I discorsi sull’immoralità che trionfa mentre la moralità langue inascoltata, offesa e sconfitta, sono di Leopardi e tuttavia diventano -nel corso della messinscena- sempre più l’onesta offerta di sè di questo duo isolano che, al pubblico, mostra così il paradosso veritiero per cui conta poco studiare, essere modesti, cercare di produrre la bellezza mentre vale solo fingere la competenza, gonfiare i propri meriti e darsi al mercimonio d’intelletto.
Alessandro Toppi _ Hystrio

D’impatto filosofico, a interrogare il pubblico su alcune delle domande più importanti che contraddistinguono la nostra esistenza - come la miseria del genere umano -, è il “De Revolutionibus”, del duo Carullo/Minasi, che, dopo aver affrontato in “T/Empio - critica della ragion giusta” l'Eutifrone di Platone, si immerge ora in due dialoghi leopardiani: “Il Copernico” e “Galantuomo e Mondo”, definiti rispettivamente dai due interpreti “operetta infelice per questo morale” e “operetta immorale per questo felice.
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi continuano così in modo fecondo il loro percorso di stampo filosofico, raro nel teatro italiano.
Mario Bianchi _ KLP

Particolarmente interessante, la soluzione della messinscena incentrata su un carrozzone – che, se da un lato più prosaico, potrebbe far pensare a quello metaforico cantato da Renato Zero (peraltro abbastanza affine, nel suo andamento che ricorda la ciclicità delle catene di montaggio, alla natura ingrata descritta dal recanatese), dall’altro crea quel contesto di parabola diffusiva, da declamare per le nostre strade.
Sharon Tofanelli, www.teatro.persinsala.it


La Compagnia
Cristiana Minasi è attrice, regista, drammaturga e pedagoga. Laureata in Giurisprudenza, è specializzata in Criminologia e Psicologia Giuridica nello specifico settore dei minori e della famiglia. In collaborazione con Giuseppe Carullo attore e regista, pone le basi per una relazione ed integrazione dei temi della libertà e dignità con molteplici progetti che uniscono teatro e pedagogia e investono Scuole, Università e Carceri.
La Compagnia, fondata nel 2009, ha prodotto gli spettacoli:
“Due passi sono” vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011, Premio In Box 2012, Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2103.
“T/Empio, critica della ragion giusta” vincitore Teatri del Sacro 2013 e finalista al Bando Ne(x)twork 2013.
“Conferenza tragicheffimera – sui concetti ingannevoli dell’arte” vincitore del Premio di produzione E45 Napoli Fringe Festival 2103.
I tre spettacoli chiudono la Trilogia dedicata al tema del Limite, cifra stilistica della Compagnia, inteso quale risorsa drammaturgico creativa per la definizione di qualsivoglia atto d’arte, nella sua natura prima d’atto politico-democratico.
L’intera Trilogia sul Limite definisce un progetto, la cui realizzazione è stata presentata in anteprima per il Cartellone del Teatro Stabile di Messina, volto alla fruizione dei tre spettacoli in tre luoghi diversi: Teatro/Tribunale/Manicomio. Un progetto di Teatro itinerante che giunge nei luoghi della socialità, come fosse un abbraccio culturale dello spazio cittadino: una de-costruzione del concetto di teatro nella logica di una ri-contestualizzazione dell’arte nel mondo. 

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *