Ma facciamo un passo indietro. Siamo al Nuovo Colosseo di Roma alla seconda replica de Il drago il testo scritto da Schwarz nel 1942 quando a causa dei complessi rapporti diplomatici tra l'Urss e la Germania, non era possibile per l'autore scrivere un intervento aperto contro il nazismo. Sul palco otto giovani e bravissimi attori a servizio di una regia impeccabile. Sono i componenti della compagnia Beat 72 – La fabbrica diretta da Beatrice Gregorini che, fino a domenica 16 dicembre saranno sul palco del teatro romano.
La storia è apparentemente semplice. Da più di quattrocento anni in una piccola città abitata da gente semplice vive un drago con tre teste. Un vero e proprio tiranno che, con la collaborazione di ministri, intendenti, generali e segretari, sottomette il popolo. È passato tanto di quel tempo che, per la popolazione, il tiranno non rappresenta più un incubo.
Il popolo, ormai, è incapace di ribellarsi. Tutti sono convinti che il sovrano è buono tanto da amarlo e accettarlo.
Inoltre, per soddisfare le proprie voglie, ogni anno il drago prende in sposa la più bella delle fanciulle ma, al primo abbraccio, queste muoiono
Quell'anno tocca alla cara e timida Elsa, figlia dell'archivista. È il bel Lancillotto che affronta il mostro e liberare la città.
Nulla di profondamente stravolgente, ci sono tutti gli elementi del C'era una volta: il drago, la bella ragazza e il cavaliere pronto a salvarla. Ma quello che colpisce in questo lavoro è il sottotesto e il merito della regista Beatrice Gregorini sta proprio nel farlo venire a galla. Un mondo ovattato circondato da un filo spinato. Un villaggio dove regna serenità o un lager? L'unica cosa certa è la presenza del mostro. Il drago è intorno a ciascuno di noi o se guardiamo con più attenzione, il male è dentro noi stessi. Un invito a riconoscerlo e combatterlo, come fa Lancillotto nel suo ostinato amore per l'umanità.
Si parla, dunque, di una libertà che deve essere conquistata consapevolmente, una libertà che deve essere desiderata dalla collettività. Nell'adattamento della Gregorini, che ha curato l'intero lavoro nei minimi dettagli, è palese il richiamo all'attualità. Non ci piace svelare i dettagli per questo ci limitiamo a confermare che la parte iniziale e la chiusura dello spettacolo confezionano in maniera geniale ed originale un prodotto perfetto. Al centro l'intero spettacolo di un'ora che non annoia, anzi diverte e, come spesso accade per gli spettacoli che hanno un forte riferimento all'attualità, fa riflettere. Un lavoro gradevole grazie alla scenografia curata da Marianna Scriveres, al trucco di Valetina Sarti Magi e ai costumi di Giuseppe Santilli.
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