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Cinema e Teatro

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lunedì 30 novembre 2009

Laboratorio base Scimmie Nude - prima lezione gratuita

INIZIO LABORATORIO BASE

11 GENNAIO 2010

LEZIONE PROVA GRATUITA

Spazio Scimmie Nude, Milano

Per chi non ha mai (o quasi) calcato le assi del palcoscenico e per chi lo ha già fatto tante volte ma ha bisogno di far ripartire i suoi ingranaggi attorali.

Un’occasione di studio che parte dalle basi del teatro: la disponibilità a mettersi in gioco e la voglia di divertirsi con generosità.

Attraverso le tecniche teatrali più all’avanguardia sarà possibile affacciarsi al metodo teatrale delle Scimmie Nude con l’obiettivo di prendere consapevolezza di sé, del proprio corpo e del proprio rapporto con gli altri. Per chi vuole innamorarsi del teatro e per chi ha bisogno di rompere la corazza che si porta dietro tutti i giorni sarà un’esperienza unica ed appassionante, con un lavoro finale che concretizzerà tutti gli sforzi dell’anno.

Per chi invece il teatro lo ama già, sarà un modo per ricordare le basi del teatro e riprovare a formare la propria “macchina” corpo – voce sulla base della ricerca teatrale operata dalle Scimmie Nude.

Il corso si svolgerà ogni lunedì sera dalle 20.00 alle 23.30 e sarà tenuto da Marco Olivieri, uno degli attori delle Scimmie Nude.

Al termine del laboratorio verrà organizzata una serata di presentazione del lavoro (spettacolo/saggio/performance) in un teatro milanese.

PROGRAMMA

IL TRAINING FISICO: studio del corpo, del movimento, della respirazione;

la posizione dell’attore; lo spazio e lo studio della percezione del movimento

IL TRAINING VOCALE: la voce come azione fisica; principi base della phonè

L’ATTIVITA’ SENSORIALE: la sorprendente riscoperta dei nostri 5 sensi e la mimesis

LA CREATIVITA’ e LA COMUNICAZIONE: studio delle relazioni umane attraverso la purezza della comunicazione non verbale e esercizi di rapporto con il pubblico (come parlo ad un pubblico? E come posso essere più efficace?); sviluppo della fantasia analogica

L’IMPROVVISAZIONE CREATIVA: il corpo parlante; scoperta dei principi base dell’improvvisazione ritmica

Per ulteriori informazioni e per ricevere il volantino dettagliato info@scimmienude.com, oppure telefonare allo 02.45541447 e in caso di assenza 333.5223569 (dalle ore 14.00 alle ore 18.30).

Referente Direzione Organizzativa Scimmie Nude - Francesca Audisio

MASTER CLASS CON ALDO ROMANO E PHILIP CATHERINE

La Fonderia delle Arti

presenta

MASTER CLASS CON ALDO ROMANO E PHILIP CATHERINE

Sabato, 5 Dicembre 2009 - ore 14,00

Via Assisi 31, Roma

Quarto appuntamento con i grandi nomi del jazz internazionale alla Fonderia della Arti: Aldo Romano e Philip Catherine saranno ospiti della scuola di musica, teatro e spettacolo di Via Assisi 31 creata da Maurizio Boco e Giampiero Ingrassia.

L'incontro è previsto per sabato 5 dicembre alle ore 14,00.

Il batterista jazz Aldo Romano nasce in Italia ma ben presto si trasferisce con la sua famiglia in Francia dove negli anni '50, dopo aver ascoltato Donald Byrd's group, decide di specializzarsi nello studio della batteria. Nel 1963 inizia a lavorare con artisti come Don Cherry, Gato Barbieri, Steve Lacy, Enrico Rava, Dexter Gordon, Jean-Luc Ponty, Phil Woods, Joachim Kühn, Steve Kuhn e Keith Jarrett.. Nel 1978 realizza il suo primo album, "Il Piacere" con Claude Barthélémy; a questo seguiranno altri album che gli permetteranno di lavorare con artisti come Philip Catherine . Nel 1980 Aldo Romano ricopre un ruolo importante nella carriera del pianista Michael Petrucciani, di cui è stato il batterista per più di tre anni. Nel 1988 costituisce l'Italian Quartet con Paolo Fresu, Franco D'Andrea e Furio Di Castri. Nel 2004 vince il premio Jazzpar.

Nato a Londra da madre inglese e padre belga Philip Catherine inizia a suonare negli anni '60 con Lou Bennet poi con Dexter Gordon e Stéphane Grappelli. È stato un membro del quintetto di Jean-Luc Ponty. Nel 1971 registra il suo primo album "Stream". Gli amanti del jazz in tutto il mondo scoprono non solo un chitarrista virtuoso ma anche un compositore talentuoso. Catherine ha vinto numerosi premi musicali e ha suonato nelle più famose sale da concerto del mondo, ha accompagnato grandi nomi del jazz come Charlie Mingus, Benny Goodman e soprattutto Chet Baker. Ha anche collaborato con la Bruxelles Jazz Orchestra (BJO) con cui nel gennaio 2005 ha registrato l'album Meeting Colours, con superbi arrangiamenti per chitarra e big band. Suona regolarmente anche con il suo trio, una formula che gli consente di avere sia il supporto ritmico, sia la possibilità di liberare la sua ampiezza stilistica.

Nella master class del 5 dicembre, i due artisti illustreranno la tecnica e il linguaggio dello strumento con esempi di lavoro sul suono, sulla pratica quotidiana dello stesso e su come sviluppare un concetto improvvisativo. Ogni partecipante avrà la possibilità di mettere in pratica le nozioni apprese tramite l'esecuzione collettiva di brani su vari tempi, stili e atmosfere. Avvalendosi della loro esperienza i due artisti daranno uno specifico contributo alle esigenze e necessità musicali di ogni partecipante.

Prenotazione obbligatoria ai numeri +39 06 7842112 - +39 334 9182821

Ingresso: Intero €10,00 Ridotto (per allievi FdA) €5,00

La master class è aperta a tutti gli strumentisti.

Aldo Romano e Philip Catherine saranno in concerto all'AlexanderPlatz

Per info sulle date esatte del concerto: www.alexanderplatz.it info@alexanderplatz.it

Ufficio Stampa

Emilio Sturla Furnò - Loredana Santella

+39 06 7842112 - ufficiostampa@fonderiadellearti.com

Ufficio Stampa Fonderia delle Arti
Emilio Sturla Furno'
Loredana Santella
Tel 06/7842112 - Fax 06/78394905
Mobile 334 9182821



sabato 28 novembre 2009

IL MISANTROPO (recensione)


misantropo.jpg picture by ilfoyerTEATRO VASCELLO
fino al 6 dicembre 2009

Compagnia TSI La Fabbrica dell'Attore
in collaborazione con Officine Puricelli
presenta

IL MISANTROPO
di Moliére
Traduzione Cesare Garboli

con
Paolo Giovannucci, Barbara Chiesa,
Luigi Di Pietro, Dajana Roncione,
Daniele Paoloni, Elodie Treccani,
Paolo Zuccari, Michele Bevilacqua,
Lorenzo Battisti, Marco Canuto

Regia Paolo Zuccari


Un classico del teatro riletto in una chiave moderna e decisamente interessante.Così è il Misantropo di Molière nell’originale versione di Paolo Zuccari in scena fino al 6 dicembre al Teatro Vascello.
Alceste, intransigente moralista, nemico di ogni sorta di adulazione, acremente sincero fino alla sgradevolezza, ripudia ogni forma di compromesso e dichiara guerra all’ipocrisia sotto ogni sua forma, quand’anche venialmente necessaria. L’uomo, innamorato della giovane e frivola vedova Célimène, cerca di convincerla a seguirlo nel suo deserto intellettuale e ad abbandonare la propria vita mondana con i ricchi e nobili corteggiatori tra i quali ella abilmente si destreggia per ottenerne favori e popolarità.
A fare da contrappunto al pedante punto di vista del Misantropo, vi è Filinte il quale, mosso da sincero affetto per Alceste cerca di spingere l’amico tra le braccia di una donna più modesta ribadendogli, inascoltato,che un po’ di ipocrisia e di tolleranza sono gli ingredienti necessari al quieto vivere col prossimo. Alceste è irremovibile e il suo atteggiamento lo condurrà ad una prevedibile sconfitta. Sconfitta, al pari suo, sarà Célimène che vedrà scoperte le sue bugie ed i suoi opportunistici inganni, e sarà abbandonata da tutti perdendo la buona reputazione faticosamente conquistata.
Zuccari.jpg picture by ilfoyerLa messa in scena trova la sua apprezzata particolarità nel felice connubio del testo originale e dell’ambientazione e recitazione moderne.
Un effetto affascinante per certi versi che evidenzia come cambiando pure la forma, i contenuti col passar del tempo restano immutati. La Corte ed il Re così spesso citati, rappresentano sempre il potere costituito con i suoi privilegi e e le sue corruzioni, anche se oggi si chiamerebbero onorevoli e magistrati e identici ad allora restano i personaggi che col potere convivono e si destreggiano.
La scena molto ampia è la casa di Cèlimène, è divisa in diversi ambienti tagliati in due da un lungo tappeto rosso che diventa un’ideale passerella di vanità mondane.
Molto bravi tutti gli attori tra i quali spiccano Dajana Roncione, Paolo Giovannucci, Michele Bevilacqua. Ottima la regia di Paolo Zuccari che si ritaglia la parte di un Alceste forse un po’ troppo distaccato.
La pièce mantiene un ritmo dapprima sommesso poi via via più sostenuto, traghettando lo spettatore attraverso l’evolversi della vicenda che piacevolmente coinvolge e fa riflettere per la sua straordinaria attualità. E’ la potenza dei classici, dicono, ed è per questo che vale sempre la pena di regalarsi l’opportunità di goderne andando a teatro.
In scena fino al 6 dicembre.

(Ilda Ippoliti)



TEATRO VASCELLO
Via Giacinto Carini, 78 - Roma
tel. 06 5881021 – 06 5898031 - fax 06 5816623
promozione@teatrovascello.it
www.teatrovascello.it

venerdì 27 novembre 2009

Lino Guanciale:un attore di talento tra cinema e teatro


Lino Guanciale ha interpretato Mozart nel film di Carlos Saura "Io Don Giovanni" presentato all'ultima edizione del Festival del Cinema di Roma, ha recitato a fianco di Riccardo Scamarcio, in "La prima linea" di Renato De Maria e dal 1 al 6 dicembre lo potremo vedere al teatro India di Roma in "Omaggio a Koltès". Vive qui a Roma perchè metà della sua famiglia ,la parte della madre, è di Roma, ma in realtà è nato ad Avezzano in Abruzzo, terra a cui è molto legato. Il corriere del web lo ha incontrato.

Ciao Lino, parlaci della tua formazione artistica, perchè hai fatto l'attore, e cosa vuol dire per te fare l'attore.

Ho iniziato a pensare di fare l'attore che ero molto piccolo, ma in realtà ho deciso relativamente tardi. Fino a 19 anni volevo fare il medico, ero anche entrato alla facoltà di medicina qui di Roma, ma l'ultimo giorno in cui bisognava iscriversi, dissi a miei che volevo fare altre cose, in effetti fu galeotto il laboratorio teatrale fatto durante l'ultimo anno delle superiori per togliersi lo sfizio in realtà fu una stura da qualcosa che era latente da anni. Ho fatto Lettere alla Sapienza e poi sono entrato all' Accademia Silvio D'amico, dove mi sono diplomato sei anni fa nel 2003 e da allora ho iniziato a lavorare subito e tantissimo in teatro: prima con Proietti in "Romeo e Giulietta" lo spettacolo che inaugurò il Globe, poi ho iniziato a fare compagnia con il regista Claudio Longhi, con il quale collaboro tuttora. Claudio all'epoca faceva il regista per la compagnia Degli incamminati con Franco Branciaroli, è stata una grossa scuola, in seguito ho lavorato con Ronconi a Torino durante il progetto olimpico del 2006, e con la compagnia stabile che si era provato a fare anni fa, ho conosciuto in questi anni Massimo Popolizio con il quale collaboro spesso, e con grande stima e piacere reciproco. Teatralmente ho fatto molte cose e tutte piuttosto importanti. Da un paio di anni con Claudio Longhi, abbiamo fatto compagnia insieme. Io,in questi anni, ho fatto teatro per scelta, anche evitando di distrarmi facendo altre cose, ad esempio ho voluto non fare alcune cose televisive, credo sia indubbio che un attore cresce tanto se si forma teatralmente in maniera forte.


Tu hai girato il film "Io Don Giovanni" di Carlos Saura che è stato presentato all'ultima edizione del Festival del Cinema di Roma, e interpretavi un personaggio molto famoso : Wolfagang Amadeus Mozart. Come ti ha "trovato" Carlos Saura, e come ti sei preparato ad interpretare un personaggio così noto.

La cosa è divertente, io prima di fare "Io Don Giovanni" avevo fatto solamente un'altra piccola cosa, L'Unione Italiana Casting, seleziona ogni anno un po' di ragazzi per fargli fare un film a episodi promozionale, e nel 2004 io avevo fatto uno di questi che si chiamava "Colpo di pistola", e poi non avevo fatto altre cose.

Nel maggio dello scorso anno mi chiamò Laura Muccino, perchè sapeva che io suonavo il pianoforte, mi disse che serviva un attore che sapesse anche suonare un po' il piano...per cosa non mi fu detto. Andai là a fare questo provino, dove c'era anche Lorenzo Balducci (nel film interpreta Lorenzo Da Ponte il librettista del Don Giovanni di Mozart). Passa un po' di tempo, mi dicono che Carlos Saura stava cercando un ragazzo per interpretare Mozart, aveva visto il mio provino , gli era piaciuto e mi voleva incontrare, c'è stato quindi un secondo provino con Carlos, e quindi mi hanno preso per fare il film. Ci sono degli aneddoti rocamboleschi sulle mie uscite sul set, ad esempio alla prova costume ho sbagliato prova è ho fatto la prova con le comparse,entrai in una grande stanza dove il ragazzo della costumeria mi ha dato dei panni da contadino, e io pensavo..mi piace questa cosa siamo tutti insieme, poi l'aiuto regista mi ha riconosciuto e ha detto ma devi fare Mozart che stai a fare qui! Mi hanno imparruccato a dovere, vestito come una specie di punk settecentesco. Io comunque l'interpretazione l'ho affrontata un po' in maniera punk, nel senso che io Mozart lo conoscevo per aver studiato musica da bambino e poi da ragazzo, e attraverso altre letture musicali mie di questi anni, per cui non mi sono particolarmente documentato per il film, ho lavorato su quella che era la mia memoria su Mozart, per far venir fuori la cosa più originale, e più mia possibile, volevo fare un lavoro in cui mi riconoscessi, volevo rendere non tanto la mimica di Mozart, ma il suo entusiasmo, la sua passione, del divertimento, dell'allegria, e della necessità di fare musica che questo gigante aveva e che ha fatto arrivare fino a noi. Mi sono preparato, anche dimenticando come lo avevano interpretato altri attori, perchè credo sia un po' un ostacolo, ad esempio Tom Hulce nel bellissimo film "Amadeus" di Milos Forman, aveva fatto un lavoro di un certo tipo, anche un lavoro importante, però essendo il taglio del film di Saura diverso, con un Mozart preso già negli ultimi anni della vita, io preferito fare più di testa mia. Sul set mi sono trovato benissimo, Carlos Saura è una persona rara, straordinaria, il maestro Vittorio Storaro mi sono trovato molto bene. C'era un clima di lavoro idela non avrei potuto chiedere un esordio più facile.


Hai anche interpretato il personaggio di Piero, nel film "La prima linea" di Renato De Maria, con Scamarcio e la Mezzogiorno. Il primo film sul terrorismo di sinistra meno conosciuto, rispetto alle brigate rosse. Il tuo personaggio non era nel libro di Sergio Segio "Miccia corta" ma è stato inventato dagli sceneggiatori del film. Dimmi come ti sei accostato ad un personaggio di fantasia questa volta.

Il film è dichiaratamente una lettura da un punto di vista piuttosto segnato di quegli anni. Renato De Maria quando ha immaginato il film, poi ha iniziato a parlarne e a scriverlo con Sandro Petraglia, dall'inizio ha scelto di impostare il discorso sul rapporto con i sentimenti, e sul percorso di glaciazione nei motivi sentimentali di chi ha scelto la lotta armata come strada di militanza politica, e come se questi terroristi vengano sempre considerati, aventi rapporti con la vita filtrati da un vetro e Renato è riuscito molto bene a rendere questo rapporto con la realtà da parte dei personaggi del film. Quindi dichiaratamente l'impostazione non è filologico storica, anche se Renato ha tenuto a dire in conferenza stampa, perchè è importante, che c'è un radicamento storico forte nel film, non si raccontano bischerate, all'inizio del film si dice che il terrorismo di sinistra sopratutto quello che ha una storia di militanza operaia come Prima linea, nasce come reazione alle stragi di stato deglia nni 1969-1974, ed è un messaggio forte perchè questa è una cosa storicamente acclarata, accettata e accertata, però poi si manca sempre di parlare di quegli avvenimenti, quindi a prescindere da come la si pensi su questo film, che giustamente suscita dicussione, la cosa importante è con questo film, siamo costretti noi italiani a riconfrontarci , cosa che non facciamo mai, con quegli anni in cui i ragazzi si prendevano a sampietrinate per la politica. Il mio personaggio Piero nasce come invenzione poetica in senso letterario, una creazioen di chi ha scritto la sceneggiatura, per fornire un controaltare etico alla scelta dei terroristi, è una specie di doppio del personaggio interpretato da Scamarcio, entrambe questi ragazzi sono da giovanissimi membri del servizio d'ordine di Lotta continua, poi il mio personaggio sceglie una strada di militanza politica costante, ma democratica, mentre invece il personaggio interpretato da Scamarcio (Sergio Segio) prende la strada della lotta radicale con le armi. il personaggio Piero serve molto plausibilmente a controbilanciare la scelta dei terroristi, anche mettendo sul piatto il fatto che non è vero che in quegli anni non ci fosse chi avesse una posizione di contestazione, ma comunque democratica, Edoardo Sanguineti dice "Il terrorismo in quegli anni,hai in un certo senso tagliato le gambe a quegli elementi critici di contestazione culturale" in effetti se avevi una posizione contraria a quella del potere immdiatamente venivi etichettato come terrorista. la cosa importante del film è che non si si nasconde da questo dato di fatto, cioè che il terrorismo ha fatto un favore in realtà al sistema di conservazione culturale, perchè ha dato il destro per giustificare qualunque cosa in nome della sicurezza, e sopratutto ha inibito il fiorire di certe idee, la prima linea è un film sul quale si può essere più o meno d'accordo sull'impostazione anche etica, ma che se ne parli di quegli anni è comunque una cosa sana. Renato e gli sceneggiatori hanno voluto vedere solo il provino di Piero, proprio perchè era il personaggio più delicato per loro, io ne ho dato un immagine non di uno che finisce a lavorare al bar perchè fallisce il suo sogno politico, no, è uno che ci crede tanto da poter dire:io faccio una vita normale e democraticamente porto avanti delle idee anche molto forti e per certi versi estreme. Io mi sono molto riconosciuto in questo personaggio,al quale non ho voluto dare il taglio, che era un po' banale e ovvio, amio avviso, che finisce a lavorare in un bar perchè la vita è così..fa il contestatore fino a 25 anni e poi.. è una persona che semplicemente dice: bisogna dire la propria, bisogna contestare, bisogna cambiare la realtà ma non bisogna uccidere nessuno. Sono contento che "la prima linea" susciti dicussioni, perchè bisogna smuoverla l'acqua in questo paese su certi periodi e su certi argomenti.


Dal 1 al 6 dicembre sarai in scena, qui a Roma, al Teatro India con "Omaggio a Koltès". Parlaci di questo spettacolo.

A venti anni dalla morte di Bernard Marie Koltés (Metz 1948-Parigi 1989), che forse è il più importante drammaturgo contemporaneo, oggi un po' in oblio, ma che in vita è stato uno degli uomini più popolari degli anni 80', mettiamo in scena tre spettacoli tratti dai testi suoi, scelti in questo modo: il suo capolavoro più riconosciuto " La solitudine dei campi di cotone" testo a cui ha lavorato fino agli ultimi anni, Koltés è morto di aids a 41 anni, "Sallinger" che è un testo che ha scritto ispirandosi al "Giovane Holden" di Salinger, e "Voci sorde" che i realtà era un radio-dramma, scritto tra i suoi primi testi, forse il secondo in assoluto, per dare uno spettrod ella sua produzione dagli anni degli esordi, fino a quelli della maturità, ma anche far vedere al pubblico, come ci fossero dei fili tematici già dall'inizio della sua produzione , fino ad arrivare alle ultime opere.

In "La solitudine dei campi di cotone" siamo due attori, io e Luca Micheletti. in "Voci sorde" siamo in 4 oltre a me e a Luca si aggiungono, Diana Manea e Claudia Scaravonati, in "Sallinger" oltre a noi 4 se ne aggiungono altri 4 : Fausto Cabra e Valentina Bartolo, Adolfo Micheletti, e Donatella Allegro. La regia è di Claudio Longhi. Sono dunque tre spettacoli, che abbracciano tutta la sua produzione, per far vedere come certi nodi fondamentali come i discorsi sull'amore, l'eros, il desiderio, e la politica siano cresciuti nel tempo come elaborazione e resa dai primi tempi agli ultimi. Abbiamo pensato che fosse un omaggio doveroso ad uno dei nostri autori cult.


Lino pensi che gli attori debbano avere una funzione sociale?

Si certo secondo me fare l'attore una funzione sociale ce l'ha, profonda, non può essere una scelta solo esibitiva, chi fa l'attore non può dimenticare che una responsabilità se la prende, perchè quando sei di fronte a delle persone a dire loro delle cose, diventi un riferimento, per cui tanto vale scegliere da subito che cosa e che utilità dare a quello che si dice. Bisognerebbe che tutti gli attori, andassero nelle scuole a parlare con i ragazzi, io lo faccio da anni, per riavvicinarli un po' al teatro. Il pubblico teatrale, oggi, ha un'età media un po' alta, e i ragazzi pensano al teatro come un'alternativa ad altre cose, mentre il teatro ha un'utilità e una necessità proprie molto forti, è rimasto l'unico luogo in cui si può dialogare faccia faccia con le persone. Quindi magari invece di ragionare sul fatto dei teatri vuoti, sui numeri, tornare a ragionare sulla formazione del pubblico teatrale è un discorso diretto soprattutto ai dirigenti di teatri e ai ministri etc. ma con gli attori che ci vadano a mettere la faccia.


Miriam Comito

giovedì 26 novembre 2009

Teatro della Cooperativa: Chicago Boys



TEATRO DELLA COOPERATIVA - CHICAGO BOYS

di Renato Sarti

Con la collaborazione di Bebo Storti

Recensione di Laura Tussi

I Chicago Boys sono un gruppo di economisti che si è formato negli anni 70 con il liberista Milton Friedman. Questi uomini influenzano le politiche di interi Stati, divenendo consiglieri di Reagan, Tatcher e Pinochet e si rendono responsabili dei peggiori risvolti capitalisti, di distruttive conseguenze economiche, come le mercificazioni e le privatizzazioni selvagge.

Il tema dell'opera teatrale riguarda il processo di privatizzazione e liberalizzazione dell'economia, quali espressioni deleterie del sistema capitalistico attuale, che considera disastri, crisi e dissesti economici un'ottima occasione per fatturare.

La tendenza neoliberista, nella rincorsa alla mercificazione e alla privatizzazione sfrenate, ha coinvolto anche i beni di primaria necessità, come l'acqua che viene rinomata "oro e petrolio blu" ed è considerata ormai un ottimo investimento.

Il protagonista, immerso in una vasca piena d'acqua, impersonifica le peggiori caratteristiche dell'economia capitalistica, dominata dalle multinazionali.

Un personaggio laido che sguazza in un'acqua lurida e inquinata dai suoi stessi escrementi, dalle sue stesse scorie, elogiando, con lucido cinismo, scelte e manovre politiche internazionali che rivelano le conseguenze drammatiche dell'eccessiva speculazione sul bene primario dell'acqua, sottomettendo la parte di mondo schiavizzata dai poteri forti, rappresentata dalla cameriera russa, vittima dell'alienante espropriazione del soggetto-persona nella perdita di punti di riferimento e di ideali valoriali, soppiantati dall'imperante massificazione consumistica e dal mito capitalistico dell' efficientismo sfrenato e del primato dell'economico, imposti dal sistema.

TEATRO DELLA COOPERATIVA

via Hermada, 8 - Niguarda (MILANO)

tel. 02/64749997 02/64749997
e-mail:
corsi@teatrodellacooperativa.it

Presentazione compilation "Cafè do Friariell vol.1" di Gianni Simioli - 27 novembre Fnac Napoli

Comunicato Stampa

27 novembre 2009, ore 18.00
FNAC Napoli - via Luca Giordano 59

Presentazione al pubblico del progetto
Café do Friariell vol.1
a cura di Gianni Simioli
Edizioni Graf
Libro + Cd, dal 24 novembre nei migliori negozi di libri e musica.

Venerdì 27 novembre, ore 18.00, presso la FNAC di Napoli (via Luca
Giordano, 59) si terrà la presentazione/showcase del libro + CD "Café
do Friariell vol.1"
a cura di Gianni Simioli.

Interverranno il curatore del progetto Gianni Simioli e l'editore
Luciano Chirico.
La moderazione dell'incontro è affidata alla speaker radiofonica Ida Di
Martino.
L'attrice Loredana Simioli leggerà alcuni passi del booklet scritto da
Gianni Simioli, con la prefazione dello scrittore Luigi Romolo Carrino.
Inoltre, verranno proiettate delle clip musicali e alcuni degli artisti
che hanno partecipato al progetto si esibiranno dal vivo, tra cui
Andrea Cassese, Annalisa Martinisi e Marsica.
************
Perché la musica di Napoli non è più di moda? Nasce da questa domanda
l'idea appassionata e pasionaria di ri-lanciare nel nightclubbing
internazionale la musica di una città che ha da sempre dettato legge,
rappresentando la più alta forma di melodia di tutto il Mediterraneo.
Così prende vita la compilation Café do Friariell Vol.1, che vuole
disseppellire la musica napoletana dagli strati delle vecchie
rappresentazioni che hanno rischiato, e tuttora rischiano, di farla
inabissare nel folklore di "certa neomelodia trash".
Dalla sua consolle, ininterrottamente collegata ai movimenti della
città porosa, Gianni Simioli è riuscito ad accostare successi
intramontabili ad esperimenti innovativi dando vita a 17 tracce che,
unendo tradizione e modernità del patrimonio musicale napoletano,
offrono un osservatorio privilegiato sulla creatività partenopea: hip
hop, dub, pop, lounge, classica, deep house, ska, generi diversi tra
loro che si fondono con naturalezza confermando che Napoli è mille
culure ma anche mille musiche.
Il prodotto sarà in vendita al prezzo speciale di 9.90 €

Ufficio Stampa Graf Srl tel. 0817445172 - fax. 0817411541
Raffaele Catello - cell. 3333871968 - comunicazione@edizionigraf.it

La Ghironda Winter: Maurizio Nazzaro, con I Solisti del Teatro Regio di Parma, venerdì 27 novembre 2009

NAPOLI TRA PASSATO E PRESENTE PER LA III EDIZIONE DE LA GHIRONDA WINTER

Il M° Maurizio Nazzaro, accompagnato da I Solisti del Teatro Regio di Parma, inaugura venerdì 27 novembre 2009 presso la Chiesa del Carmine di Martina Franca la terza edizione invernale de La Ghironda.

Riparte la Ghironda Winter, uno dei festival di musica che è diventato oramai punto di riferimento culturale per la stagione invernale pugliese. Dopo i successi degli anni passati, che hanno visto protagonisti artisti di fama nazionale e internazionale come gli Incognito, Lura, Marlene Kuntz e Pacifico, questa terza edizione de La Ghironda Winter riapre i battenti con un omaggio alla musica napoletana. Venerdì 27 novembre 2009, alle ore 20.30, si terrà presso la Chiesa del Carmine di Martina Franca il concerto gratuito "Napoli ieri e oggi" del M° Maurizio Nazzaro che, per l'occasione, vedrà la straordinaria partecipazione de I Solisti del Teatro Regio di Parma.

Uno spettacolo, quello di venerdì prossimo, di grande raffinatezza, in cui verranno alternati brani della cultura melodica partenopea a pezzi inediti del cantautore napoletano Maurizio Nazzaro. A rendere unico ed originale il concerto saranno gli arrangiamenti che il maestro ha curato per I Solisti del Teatro Regio di Parma, una formazione di 13 musicisti composta da primo violino, secondo violino, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, oboe, clarinetto, corno, fagotto, pianoforte, mandolino e percussioni. L'eccezionale partecipazione di questo ensemble conferisce, infatti, eleganza e raffinatezza al repertorio musicale napoletano, rendendolo fruibile a più livelli. Il pubblico verrà catturato dall'originalità delle armonie che Maurizio Nazzaro propone, dalla sua abilità di chitarrista classico e dai virtuosismi dei Solisti del Regio Parma.

L'iniziativa, promossa dalla Regione Puglia e dall'Azienda di Promozione Turistica di Taranto, è anche un'occasione per sensibilizzare gli spettatori verso tematiche di natura sociale: il concerto, infatti, è stato organizzato in collaborazione con la Onlus "Ambasciatori d'Amore" di Martina Franca, che da anni lavora sul territorio nel campo delle adozioni a distanza.

Il concerto de La Ghironda Winter di venerdì 27 novembre inaugura una ricca programmazione concertistica che si svilupperà per tutta la stagione invernale 2009/10 e che toccherà tra l'altro, a dicembre, con il concerto di Naif, anche il capoluogo regionale. Filo conduttore del cartellone, sarà, anche per questa terza edizione, la valorizzazione della musica di tutto il mondo e la promozione di generi musicali diversi, che spaziano dal rock al cantautorale, dal jazz alle calde sonorità del Sud del mondo. Musica viva, pulsante, con le radici piantate nella realtà come la vive oggi ciascuno di noi: è questa la musica che La Ghironda Winter vuole continuare a offrire per pubblici di qualsiasi età, sesso e radici culturali.

Venerdì 27 Novembre 2009

Ore 20.30

Chiesa del Carmine

Martina Franca (Ta)

Ingresso gratuito

Per informazioni: Associazione Culturale "La Ghironda"; numero infoline: 0804301150; www.laghironda.it.

mercoledì 25 novembre 2009

Teatro. Alla Mondadori Duomo incontro con Nicoletta Braschi, Tony Laudadio, Enrico Ianniello



TEATRO. ALLA MONDADORI DUOMO UN INCONTRO CON NICOLETTA BRASCHI, TONY LAUDADIO, ENRICO IANNIELLO

Milano, 25 novembre 2009 - Prosegue domani, giovedì 26 novembre, il ciclo "Milano per lo spettacolo – Incontri con i protagonisti", promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune. Alle ore 18.00, al Mondadori Multicenter di piazza Duomo, si terrà un incontro con Nicoletta Braschi, Tony Laudario ed Enrico Ianniello, protagonisti di "Tradimenti", di Harold Pinter, per la regia di Andrea Renzi, in scena al Teatro Parenti, fino al 29 novembre.
Lo spettacolo racconta la storia di due ex amanti che si incontrano in un pub anni dopo la fine del loro affaire. Uno dei maggiori testi di Pinter con Nicoletta Braschi, Enrico Ianniello e Tony Laudadio che tornano in scena insieme dopo il successo de Il metodo Grönholm..

Conduce l'incontro Antonio Calbi, direttore del settore Spettacolo del Comune di Milano.


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Redazione del CorrieredelWeb.it
www.CorrieredelWeb.it

L'Accademia D'Arte Drammatica Silvio D'Amico indice la 5 ed. del Master in Critica Giornalistica

Sotto l'Alto Patrocinio del
Consiglio Superiore Internazionale dell'UNESCO per il Cinema, la Televisione e la Comunicazione Audiovisiva
e del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani
in collaborazione con UE - Fondo Sociale Europeo, Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali e Regione Lazio

3 BORSE DI STUDIO DISPONIBILI

Al via le iscrizioni per accedere alla 5° edizione del Master in critica giornalistica di Teatro, Cinema, Televisione e Musica, istituito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Dipartimento per l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.

Il master fornisce, grazie alla peculiarità degli insegnamenti previsti, al tirocinio giornalistico riservato agli allievi ed all'alta professionalità dei docenti impiegati, un importante titolo di studio ed un'elevata specializzazione per coloro che vogliono entrare concretamente nel mondo del giornalismo e della gestione ed organizzazione degli uffici stampa dello spettacolo.

Grazie al supporto della testata giornalistica Recensito, tutti gli allievi potranno fin dalle prime lezioni d'aula, sperimentarsi nell'attività giornalistica e nel ruolo di critico teatrale, cinematografico, televisivo e musicale seguendo eventi e manifestazioni nei maggiori teatri e sale cinematografiche italiane. Sarà inoltre possibile seguire le conferenze stampa per le anteprime TV di Rai e Mediaset, nonché eventi internazionali come la Biennale di Venezia e il Festival del Cinema di Roma, il tutto in perfetta sintonia con la nostra convinzione che un mestiere lo si impara sul campo, vivendolo e sperimentandolo quotidianamente.

La partecipazione al master ed il superamento dell'esame finale determina il rilascio del Diploma di Master di I livello in critica giornalistica ed il riconoscimento di 60 crediti formativi universitari.

Le candidature dovranno essere inviate entro e non oltre il 23 gennaio 2010.

Durata:

dal 11/02/2010 al 18/09/2010
(Orario delle lezioni: giovedì 16.00/20.00 --- venerdì 16.00/20.00 --- sabato 10.00/13.00)

per una durata complessiva di 1.500 ore (pari a 60 crediti formativi universitari) suddivise in 220 ore di lezioni frontali in presenza, 500 ore di studio individuale, 600 ore di tirocinio giornalistico presso la testata giornalistica online “Recensito”, 180 ore di attività complementari.

Per ulteriori informazioni e per prendere visione del Bando Ufficiale che regola l’accesso al corso e le modalità di assegnazione delle borse di studio, è possibile visitare il sito del master all’indirizzo www.criticagiornalistica.it, la segreteria didattica può essere contattata chiamando il centralino dell’Accademia al numero 06/8543680 oppure 06/8413233 (Resp.le Dr.ssa Eleonora Bove).

E’ inoltre attivo per informazioni specifiche, il nostro Mobile Call Center al numero 340 2995425.


La Direzione Didattica
Accademia Nazionale Statale d'Arte Drammatica
"Silvio D'Amico"

martedì 24 novembre 2009

Gianrico Tedeschi alla Sala Umberto

TEATRO SALA UMBERTO
prima martedì 1 dicembre

GIANRICO TEDESCHI

in

METTI IN SALVO IL TESORETTO

c o m m e d i a c o n m u s i c h e

da Aulularia di Plauto libera rielaborazione di Gianrico Tedeschi

musiche originali Valter Sivilotti

con

Gianrico Tedeschi, Marianella Laszlo, Marina De Juli,

Sveva Tedeschi, Daniel De Rossi, Ivan Lucarelli

disegno luci

Enrico Cavallero

scene

Marco Policastro

costumi

Elisa Bolognini

elementi coreografici

Marta Bevilacqua

regia

Walter Mramor

assistente alla regia Chiara Cardinali

staff tecnico Ferruccio Lauri, Alberto Antonel, Stefano Revelant, Fabrizio Tausani, Giancarlo Schilter

decorazione scene Suomi Vinzi - realizzazione scene Veneziana allestimenti s.r.l.

realizzazione costumi Coop. Cassiopea – Trieste - parrucche effe-emme-spettacoli - trasporti B&D service

un ringraziamento a Rosi Tucci

Aulularia, come si sa, è nota come "la commedia della pentola". La pentola è quella in cui il vecchio taccagno ha racchiuso il suo tesoro che deve gelosamente custodire per timore che gli venga sottratto. Plauto ha con efficacia raffigurato in lui il prototipo di tanti avari a venire, meschino, pauroso e sordido, vive male e tormenta chi vive con lui. Ridiamo, vedendolo, ridiamo molto perché conosciamo il suo strazio che lo condanna a vivere solo contro tutti, sempre tremante di paura.

Nelle commedie di Plauto era consuetudine alternare la musica alla prosa. La nostra "versione moderna" prevede musiche originali ma anche citazioni di canzoni e hit del momento orchestrate per un organico strumentale bandistico. L'effetto vuole essere paradossale, inverosimile.


La partitura musicale, ironica e divertita, sottolineerà la straordinaria contemporaneità della Commedia. In scena oltre a Gianrico Tedeschi, divertito protagonista, un affiatato gruppo di attori/cantanti e musicisti.

Dante nel Purgatorio tra gli antichi spiriti magni cita Plauto. Elegantem,urbanum,ingeniosum, facetum. Così viene definito Plauto da Cicerone. Molière rielabora, riscrive l'Aulularia e gli dà un altro titolo: L'Avaro.

Meglio l'una, meglio l'altro. Giudizi contrastanti. Goldoni fa lo stesso con i Menecmi e nascono i Gemelli veneziani. Lo strumento comico dell'equivoco, inventato da Plauto, ha deliziato generazioni di spettatori e fatto prosperare comici di avanspettacolo. Ma questo Plauto considerato perfino imitatore di se stesso, come si sarebbe definito, lui, inventore di parole nuove, di diminutivi strampalati, di aggettivi e sostantivi usati come puro suono? Forse un futurista. Plauto futurista... non è male. Non si è mai sentito dire da saggisti e studiosi.

No, Plauto è semplicemente una sagoma. Dà l'idea. Sagoma infatti che cos'è? E' il contrappeso della stadera, che scorre di qua e di là dalla misura, per cui si ragguagliano i pesi quando sta fermo. Il fatto è che Plauto non sta mai fermo e quindi la misura non si saprà mai. Bisogna immaginarla. E' tutt'altro che un limite il suo. E' la sua grandezza. E oggi nel nostro tempo il poeta Plauto spinge sulla strada del tragicomico.

Ecco perché non condividiamo lo scioglimento tradizionale della commedia nello stile goldoniano del "vogliamoci bene". Del resto non si sa, questo è certo, come Plauto abbia chiuso la storia: l'atto è andato perduto. Per noi l'Avaro è avaro fino alla fine, anzi alla fine ancora di più perché il tesoro ritrovato non lo vuole più perdere. E' un Avaro che diventa sinistro, politico, barattando la figlia partoriente con quella cassa magica, misteriosa, che gli dà la sicurezza di possedere finalmente e solo per sé il suo tesoretto.

Sicurezza che è illusione perché quell'invenzione brevettata di un servo furbo potrebbe essere null'altro che pura fantasia. Ma se c'è una cosa che l'Avaro non può avere, così schiavo e vittima della sua debolezza, è proprio la fantasia. La fantasia diventa privilegio, facoltà, diritto speciale di Plauto, senza arroganza, prosopopea, tanto da trasmetterla in eredità a noi che ce ne serviamo a modo nostro e nel nostro tempo, come lui faceva a modo suo nel suo tempo. E noi mettiamo in scena la banda, la nostra banda e i "cantica" che Plauto ereditava dai Greci diventano le note e i commenti musicali di Valter Sivilotti, che prevede musiche originali ma anche citazioni di canzoni e hit del momento: è una "versione moderna" per organico strumentale bandistico, che vuole generare un effetto paradossale, inverosimile. Tutto è deformato e surreale nel teatro di Plauto e autorizza a rappresentarlo come una specie di torre di Babele, una suggestiva e affascinante baraonda dove succede di tutto: attrici, attori che fanno due o tre personaggi, donne che diventano uomini, giovani che diventano vecchi al servizio di uno spettacolo che non vuol essere nulla più di un'occasione antica e contemporanea di far ridere come voleva quel grande poeta latino citato da Dante.

Gianrico Tedeschi

SALA UMBERTO

PRIMA - MARTEDI' 1 DICEMBRE – REPLICHE FINO AL 13 DICEMBRE

Dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17 e 21.00 domenica ore 17.30 secondo mercoledì ore 17

Prezzi da € 35,00 a € 15,00

Teatro della Contraddizione: Affare Danton




AL TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE L'AFFARE D'ANTON

Milano, 24 novembre 2009 – Al Teatro della Contraddizione, vincitore della prima edizione del Premio Milano per il Teatro, promosso dall'Assessorato alla Cultura, andrà in scena "L'Affare Danton" del Teatro La Madrugada. Lo spettacolo è in calendario da giovedì 26 novembre a domenica 6 dicembre, alle ore 20.45. Dal testo di Stanislawa Przybyszewska, per la regia di Ral Iaiza, lo spettacolo ripropone lo scontro finale tra Robespierre e Danton e l'inizio del periodo del Terrore, offrendo una riflessione spietata sui paradossi tragici della rivoluzione in sé, dove ideali e lealtà lasciano il posto al tradimento.

Il Teatro della Contraddizione si è aggiudicato il "Premio Milano per il Teatro" con lo spettacolo Die Privilegierten. La città ideale (testo e regia di Marco Maria Linzi) che ha ricevuto il Primo Premio della giuria popolare come Migliore spettacolo della stagione 08/09 prodotto a Milano. Con lo stesso lavoro, Marco Maria Linzi ha vinto anche il premio per la Miglior regia di uno spettacolo prodotto a Milano.

L'AFFARE DANTON

da Stanislawa Przybyszewska

regia di Raul Iaiza

con Alessandro Borroni, Simone Lampis, Emanuela Mancosu, Roberta Secchi, Monica Zipparri

assistenza alla regia di Manuela Frontoni
spazio scenico di Giulia Capodieci e Teatro La Madrugada
scenotecnica di Simone Lampis
costumi di Monique Bertrand e Ana Maria Luisa Romano
luci di Alessandro Borroni e Teatro La Madrugada
luci e suono Marzia Palmieri

produzione Associazione Teatro La Madrugada

26, 27, 28, 29 novembre e 3, 4, 5, 6 dicembre - ore 20.45

biglietti: intero 12 euro - ridotto 9 euro - prenotazione 1 euro

Per informazioni e prenotazioni:
Teatro della Contraddizione
via della Braida 6
(MM3 P.ta Romana – tram 9, 29, 30, 16)
tel. 02 5462155
www.teatrodellacontraddizione.it
info@teatrodellacontraddizione.it


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Redazione del CorrieredelWeb.it
www.CorrieredelWeb.it

Theandric Teatro porta in scena a Gavoi Giovanna D’Arco e Armonia

Invio copia del comunicato stampa del 24 novembre


Theandric Teatro porta in scena a Gavoi "Giovanna D'Arco" e
"Armonia"
Gavoi, 27-28 novembre Auditorium "Carmelo Floris"

Riprende con altre rappresentazioni il tour sardo 2009-2010 di
"Theandric Teatro in Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza".
Dopo aver presentato puntando sempre sulla diffusione della cultura
nonviolenta, diverse recite e matinée per gli studenti in numerosi
centri e teatri dell'isola, la compagnia di Theandric Teatro approda
per due giorni a Gavoi.

Nell'affascinante centro situato nel cuore della Barbagia e nei
pressi del Lago di Gusana, la compagnia fondata nel 2001 da Maria
Virginia Siriu e l'attore e regista Gary Brackett del Living Theatre,
porta in scena venerdì 27 all'Auditorium dell'Istituto di Istruzione
Superiore "Carmelo Floris" la pièce "Giovanna D'Arco, anche lei oggi
sceglierebbe la nonviolenza come strumento di lotta".
Lo spettacolo sarà proposto alle ore 11 per gli studenti delle scuole
e in replica alle 18 per il pubblico del centro barbaricino.

Scritto, diretto e interpretato da Maria Virginia Siriu su testi
Gandhi, Hannah Arendt, Paul Claudel, Jeanne D'Arc au Bucher, lo
spettacolo non è soltanto un'incisiva denuncia della guerra intesa come
strumento principe per dirimere le controversie. In "Giovanna D'Arco"
tra le azioni sceniche e i testi interpretati da Daniela Collu, Maria
Virginia Siriu e Massimo Zordan, oltre al rifiuto della violenza
risuona l'incoraggiante invito ad agire in prima persona perchè anche
il singolo può contribuire a costruire un mondo di pace.

Nella finzione scenica viene ripercorsa la vicenda umana e spirituale
di Giovanna D'Arco con i momenti salienti della sua breve esistenza: il
dialogo con le voci, le battaglie, l'incoronazione e il tradimento di
Carlo, la prigionia e il processo. Nello spazio angusto di una cella
della prigione, Giovanna incontra le figure carismatiche del pacifismo
internazionale, Gandhi e Martin Luther King, con i quali condivide la
stessa esperienza di vita e nella dimensione mistica della preghiera
prende sempre più corpo in lei l'importanza della responsabilità e l'
inutilità della violenza. La sua è una lenta conversione che le fa
comprendere l'urgenza di proseguire le sue battaglie senza cedere all'
uso della forza.

Le coreografie sono di Owen Perez Cesar, costumi di Valentina
Chirico, allestimenti scenografici di Giorgio Puddu e Antonello Puddu,
musiche composte da A.Honneger, Lazaro Ros, Kamkars.

Il programma delle due giornate dedicate al teatro, dopo la
particolare rilettura delle vicende della pulzella d'Orleans, prosegue
sabato 28 alle ore 11 all'Auditorium dell'Istituto di Istruzione
Superiore Carmelo Floris, con lo spettacolo per bambini e ragazzi dal
titolo "Armonia" (ingresso 2 euro per le scuole).

Narrata con estrema semplicità, giocando con i suoni, la formulazione
delle parole e delle note musicali, "Armonia", scritto sul testo di
Corrado Fiori e per la regia di Maria Virginia Siriu, racconta la
storia di due personaggi della mitologia, Nettuno, Dio dei mari e
Venere, Dea dell'amore e della bellezza. I due protagonisti,
interpretati da Carlo Antonio Angioni e Daniela Collu, travolti nella
loro vita da mille disavventure e problemi, immaginano di arrivare in
un paese ideale in cui si possono cancellare da tutti i vocabolari del
mondo, le parole: guerra, razza, violenza, prepotenza, noia. Ma il loro
sogno più grande è quello di poter vivere in questo luogo quasi
incantato dove regnano l'equilibrio, il buon senso, la creatività e la
pace.

I costumi sono realizzati da Anna Tanchis, la scenografia è a cura di
Pina Follesa.

Per informazioni:
Associazione culturale Theandric
Via Goretti, 2 Cagliari –Pirri
Segreteria: h. 16-19
Lunedì, mercoledì, venerdì
Tel. +39 070 9533059,
cell.+39 3883679790
e mail: organiz.thendric@yahoo.it
web: www.theandric.org

Ufficio stampa:
Antonio Rombi
cell. +39 3924650631
e mail: antorombi@tiscali.it
e mail: antoniorombi@libero.it


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domenica 22 novembre 2009

I CIAO RINO FESTEGGIANO IL LORO DECIMO ANNO DI ATTIVITA' CON UNO SPETTACOLO INTINERANTE

I Ciao Rino la prima tribute band di Rino Gaetano compie 10 anni Il corriere del web ha incontrato due dei suoi fondatori: Alessandro D'Orazi (Chitarra acustica e voce) e Gianfranco Mauto (Pianoforte e voce).
Come vi siete incontrati e quale è stata la scintilla che vi ha fatto fondare i Ciao Rino.
Alessandro D'Orazi. Innanzitutto l'amore profondo verso le canzoni di Rino Gaetano, il suo mondo,quello che lui voleva raccontare attraverso la sua musica e i suoi testi. Non tutti lo ascoltavamo sin da bambini, io in particolare avevo una zia che mi faceva sentire le canzoni di Rino. poi verso i diciotto anni, ho trovato dei suoi dischi in soffitta, mi sono riappassionato, ho studiato le canzoni, e con Gianfranco con cui suonavamo già da tempo, abbiamo pensato di fondare i Ciao Rino. Ed è partita questa bellissima avventura, inaspettata, perchè noi pensavamo di esibirci in piccoli pub , invece la priam data fu all'Horus club di Roma davanti a 600 persone.
Il nome come lo avete scelto? Perchè proprio "Ciao Rino"
Gianfranco Mauto. E' sempre difficile trovare un nome , all'inizio anche questo ci sembrava strano, ma noi andammo come tanti fan fanno ancora oggi al cimitero del Verano dove c'è la tomba di Rino. E la cosa che ci colpì fu che:davanti la tomba c'è un quaderno dove si possono lasciare pensieri e messaggi, e alla fine di ognuno di questi c'era sempre scritto ciao Rino, e abbiamo pensato chiamiamoci così, Ciao Rino. E' un nome che racchiude tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, ogni sera ci ritroviamo a cantare le canzoni di una persona che non c'è più, ma non ci sentiamo dei semplici esecutori, o dei cloni, alcuni brani li abbiamo riarrangiati e li interpretiamo, nel senso che nessuno di noi scimmiotta o fa l'imitazione di Rino Gaetano. Da ascoltatore l'originale lo trovo imbattibile, allora perchè provare io a rifare quello, meglio, come per ogni altra canzone, ricantarla farla propria renderla attuale, e la costruzione di uno spettacolo che è diverso da un semplice concerto, anche a livello visivo, noi siamo vestiti tutti uguali.
Il 29 novembre compite 10 anni di attività, e avete deciso di fare uno spettacolo itinerante che tocca sia i posti vissuti da Rino Gaetano sia quelli vissuti da voi.
Alessandro D'Orazi. Si questa folle idea ci è venuta soprattuto per dare ai nostri fan qualcosa di diverso, rispetto al classico spettacolo sul palco, ed era divertente poter fare questo spettacolo a tappe con l'ausilio di un autobus noi faremo un concerto in 5 tappe, che sono legate da un filo conduttore, che sono i stessi posti che ci hanno visti protagonisti, e che hanno visto protagonista Rino Gaetano. Il famoso autobus 109 che noi da bambini prendevamo per andare a scuola e che è citato anche nella canzone di Rino "E io ci sto". Partiamo da S. Basilio poi andiamo a monte sacro dove Rino ha vissuto, passiamo da Porta Pia, citata nella canzone "Il cielo è sempre più blu", arriviamo all'Università, e alla fine del giro andiamo al Lian Club a fare una festa. Avevamo diverse proposte per il locale a Roma potevamo scegliere Il The place, l'Alpheus il Cube, abbiamo deciso per Lian perchè sono amici, è perchè è molto carino, essendo fatto a due piani, sotto noi allestiremo una mostra fotografica e una video installazione, con 10 anni di scatti nostri, veri, quelli fatti sul palco, ma anche quelli fatti in albergo, al ristorante. un'occasione per i ragazzi che ci seguono di vedere degli aspetti diversi.
Miriam Comito

sabato 21 novembre 2009

DALLA CITTA DOLENTE: UNA RIVISITAZIONE DELL'INFERNO DI DANTE, INTERPRETATA DAI DETENUTI DI REBIBBIA

Il 20 novembre presso il teatro del carcere di rebibbia è andato in scena lo spettacolo "Dalla città dolente" per la regia di Fabio Cavalli. L' inferno dantesco con i suoi gironi, le su bolge, dove sono condannati a stare i peccatori potrebbe assomigliare ad un odierno carcere, Cavalli ha strutturato l'opera teatrale prendendo brani dei più famosi canti come quelli di Ciacco, di Paolo e Francesca, di Ulisse e Diomede, del conte Ugolino riadattandoli alla situazione carceraria, alcuni in modo più drammatico, altri con una vena maggiore di comicità. Molto toccante la doppia lettura sia nell'originale del 300' sia poi tradotto in calabrese odierno del canto più doloroso e triste di tutto L'inferno il XXXIII in cui si narra la morte per fame del Conte Ugolino e dei suoi figli e nipoti. la società contemporanea è ancora permeata dalla visione antica del carcere come luogo di espiazione. La costituzione e il nuovo Diritto penale rovesciano questa idea: se il carcere deve esistere almeno sia un luogo dove si offre una nuova possibilità a chi ha sbagliato. Scuola e Formazione, Lavoro e Letteratura, Arti e Teatro sono i termini e i contenuti della grande riforma possibile della Pena. Lo spettacolo ha meritato il "Premio Anima" 2009 sezione teatro consegnato in campidoglio lo scorso 13 luglio.
Miriam Comito

MODENA, UN CAPANNONE PER VIAGGIARE TRA LE PERIFERIE DELLE ARTI

MODENA, UN CAPANNONE PER VIAGGIARE TRA LE PERIFERIE DELLE ARTI
Dal 10 al 20 dicembre danza, musica e ricerca contemporanea a "Periferico"


Sei serate di spettacoli e performance contemporanee, due di
riflessione sui mutamenti degli spazi urbani, a partire dall'idea di
periferia come luogo di novità e sperimentazione: dal 10 al 20
dicembre al quartiere industriale Sacca di Modena tornerà
"Periferico", festival indipendente organizzato nell'ex capannone
Spaziolelune di via Staffette Partigiane 31/b dall'associazione
culturale Amigdala.

Il festival, giunto alla seconda edizione, si apre con Tea Room, una
no-stop dedicata alle proposte più fresche e originali del territorio,
e si conclude con un omaggio alla grande coreografa Pina Bausch. Nel
mezzo, punta sulla ricerca e sulla scena off con danzatori, musicisti,
attori e performer che porteranno in scena linguaggi diversi, tutti
accomunati dall'amore per i margini, le periferie e le differenze.

Dietro i vetri scuri di "Pulmino Fiat Theatre", in sosta nel
parcheggio di Spaziolelune, le brevi performance dei Semivolanti
esploreranno i confini tra pantomima, video-arte e teatro d'attore.
Nel tunnel di "Pneuma" i Sineglossa metteranno in luce la relazione
tra corpo e spazi ristretti come anfratti, cunicoli e cambuse. In
"Perché ti devo amare?" la ricerca vocale di Meike Clarelli e Sophie
Ann Herin condurrà gli ascoltatori tra le periferie dell'amore. Chiara
Frigo in "Takeya", lavoro vincitore dei premi Giovane danza d'autore
Veneto 2008 e Aerowaves 2008/2009, metterà in scena il contrasto tra
velocità fisica e mentale. Una riflessione sui luoghi fisici e mentali
e sui significati nascosti delle azioni comuni sarà infine al centro
di "Più che piccola, media", performance di Muna Mussie.

Le serate di Periferico iniziano alle 21.30, l'ingresso è gratuito e
per alcune performance si consiglia la prenotazione. Informazioni e
programma completo su www.spaziolelune.mo.it, Facebook "amigdala
spaziolelune", Twitter "spaziolelune", email info@amigdala.mo.it, tel.
059 315547. Spaziolelune è a Modena in via Staffette Partigiane 31/b.

Il festival è reso possibile dal sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, della Circoscrizione 2 del Comune di Modena,
della Provincia di Modena e della Regione Emilia-Romagna. L'omaggio a
Pina Bausch è un'anteprima della rassegna Segnali 2010.

Oltre agli spettacoli, il 10 dicembre ci sarà l'incontro "Care city -
La città immaginata", anteprima nel locale Fusorari di piazzale Torti,
il 15 "Care city - La città staminale" alla Palazzina Pucci di via
Canaletto, in collaborazione col Laboratorio della città del Comune di
Modena.


---
a m i g d a l a | via staffette partigiane 31/b | 41100 Modena
T 059 315547 | www.amigdala.mo.it | info (et) amigdala.mo.it
Ufficio stampa | Giulia Bondi| 328 8517678 | gnomade(et)gmail.com

giovedì 19 novembre 2009

Ce n'è per tutti. Un film di Luciano Melchionna prodotto da Anna e Sauro Falchi

Il nuovo film di Luciano Melchionna,"Ce n'è per tutti" esce nelle sale il 20 novembre, in 100 copie. Prodotto dalla A movie, di Anna e Sauro Falchi, è un film corale, che racconta la storia del cambiamento di atteggiamento di vari personaggi del nostro vivere quotidiano: Due infermiere Eva (Ambra Angiolini) e Isa (Micaela Ramazzotti), un'attrice che vive chiusa in se stessa (Claudia Muccioli), un attore che a quaranta anni per mantenere la figlia è costretto a fare il pony express (Yuri Gugliucci). Cosa li porta al cambiamento? un loro amico Gianluca (Lorenzo Balducci) il protagonista dell'ultimo film di Carlos Saura "Io don Giovanni", è salito sul colosseo e minaccia di gettarsi nel vuoto. Come "Il viandante" del pittore romantico Friedrich, ma in questo caso cittadino, vuole guardare dall'alto il brulicare invadente della realtà. Il gesto di Gianluca, crea dapprima un frenetico e anche un po' goffo tentativo da parte dei suoi amici di raggiungere il colosseo, tutti troppo presi dalle proprie cose, anche la televisione quella più trash si occupa in modo superficialmente invadente della vicenda, la presentatrice di questa trasmissione (Anna Falchi) manda una troupe a casa di Gianluca, e quando l'inviata non porta "a casa" le riprese la minaccia di radiarla da tutte le televisioni possibili e immaginabili del pianeta, il risultato sarà un accesso d'ira del padre (Giorgio Colangeli) e una crisi di ansia della madre (Gisella Volodi).
Personaggio chiave del film è la nonna di Gianluca interpretata da una sempre graziosa Stefania Sandrelli. Gianluca non è un disadattato non sale sul colosseo perché si sente diverso nel film però dialoga solo con la nonna, perché lei è la possidente di valori che sembrano essere scomparsi, ma dato il fatto che nella vita di sofferenza ce n'è per tutti, i valori che si possono racquistare attraverso i piccoli gesti che salveranno questa umanità in corsa.
Miriam Comito

"Natale al Reality " al teatro Toto' di Napoli dal 20 al 22 novembre

"Natale al Reality " divertentissima commedia al teatro Toto' di Napoli dal 20 al 22 novembre

Angelo Di Gennaro, Susy Fuccillo, Miki Falcicchio, Enzo Guariglia, Ambra Viscione, Maurizio Siano, Jerry Sica, Stefano Russo, Giuseppe Guastaferro, Ilaria Di Maio e Annachiara D'auria, sono i protagonisti di nuova commedia scritta e diretta da Salvatore Scarico

Per richiedere invito ed accredito stampa: 320 8696322

Nel 2000 l 'Italia intera si fermò per guardare qualcosa che la televisione non aveva mai mostrato: un appartamento abitato da dieci comuni mortali, dieci persone che come in un acquario si sarebbero mostrati al grande pubblico in tutta la loro normalità. Iniziò così l'era dei reality-show, iniziò con "Il Grande Fratello".
Il fenomeno dei reality show dilaga e contamina tutti gli altri generi. Non esiste programma televisivo che non mostri facce della realtà: quella della quotidianità, dell'uomo
medio o della "casalinga ". Il perché è più forte del come e non interessa se questa realtà sia costruita in laboratorio.
Da questa nuova flora televisiva nasce un sottobosco mediatico ed il piccolo schermo si trasforma rapidamente in una specie di ufficio di collocamento per artisti e non.

Da questo scenario nasce l'idea originale della commedia che va di scena dal 20 al 22 novembre al teatro Totò in Napoli.

Un appuntamento da non perdere,che vi darà una visione diversa e scanzonata dei così detti reality


Per intervista al regista e per richiedere accredito stampa Salvatore Scarico / 320 8696322


Dal Verme. Civica Orchestra di Fiati festeggia 150 anni con il “Concerto di Santa Cecilia”

DAL VERME. LA CIVICA ORCHESTRA DI FIATI FESTEGGIA 150 ANNI CON IL "CONCERTO DI SANTA CECILIA"

Milano, 19 novembre 2009 – Domani, venerdì 20 novembre, alle ore 21.00, il Teatro dal Verme ospiterà il "Concerto di Santa Cecilia" della Civica Orchestra di Fiati. Diretta dal maestro Fabrizio Tallachini, l'orchestra eseguirà musiche di Orsomando, Rossini, Rota e Reed.

Il tradizionale appuntamento con la Civica Orchestra di Fiati di Milano e il concerto di "Santa Cecilia", festa della musica e dei musicisti, si arricchisce quest'anno di un nuovo elemento. Nel 2009 si celebrano infatti i 150 anni di storia del sodalizio milanese, erede di un'antica tradizione bandistica le cui origini si fanno risalire al periodo risorgimentale, nel lontano 1859.
Il programma scelto per l'occasione apre una finestra sul repertorio musicale che ha caratterizzato la storia della compagine milanese: dalle marce sinfoniche ai brani solistici, dalle trascrizioni delle sinfonie d'opera alla letteratura moderna per ensemble di fiati.

Ingresso gratuito



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Redazione del CorrieredelWeb.it
www.CorrieredelWeb.it

Teatro7 :Arthur Rimbaud e Frida Kahlo a Paspartù

Una serata all'insegna dell'arte ieri a Paspartù, l'arte quella più sofferta che nasce dai tormenti dell'anima che riflette sulla condizione umana. Maria Cristina Giannattasio ha dato voce ad Arthur Rimbaud leggendo uno dei suoi brani più famosi di "Una stagione all'inferno": "La vergine Folle" in cui lo stesso Rimbaud (lo sposo infernale) si fa raccontare dal suo compagno poeta Paul Verlaine, ponendolo nel ruolo di vergine folle. Frida Kahlo si è materializzata sul palco del teatro7 grazie all'interpretazione di Cristina Odasso che ha letto un brano sulla vita della pittrice messicana scritto da Pietro De Silva. Ho avuto la possibilità di scambiare due battute con De Silva e la Odasso.
Pietro tu hai scritto questo pezzo per Paspartù sulla vita di Frida Kahlo. Come ti è venuta l'ispirazione, come hai incontrato questo personaggio, cosa ti ha affascinato di lei?
L'avvicinamento a Frida Kahlo è stato tardivo, l'ho conosciuta in seguito alla trasposizione cinematografica, e di conseguenza ho letto della biografie di questa straordinaria pittrice. Caso vuole che ho incontrato l'attrice Cristina Odasso, che già conoscevo, l'avevo vista in parecchi spettacoli tra cui "Cinque donne e lo stesso vestito" e "The women". Lo spunto è la somiglianza tra Cristina Odasso e Frida Kahlo, che non è solo fisica, ma anche per come la immagino io (non c'è nessun tipo di testimonianza di come potesse parlare Frida Kahlo essendo morta nel 1954) di atteggiamento, la dolcezza, il modo di porsi di Cristina, nella mia mente ho immaginato una Frida Kahlo- Cristina. Ho scritto un pezzo su misura, è una mescolanza tra le due personalità. Quindi, per forza di cose la storia è quella, ma ho immaginato questo modo di porsi, questa ritrosia nel modo di raccontarsi, che è nelle corde di Cristina Odasso. Una connotazione che accomuna le due, è che Cristina , per il suo modo di parlare, sembrerebbe avere origini ispaniche. E' un monologo di 10 minuti,e riuscire ad emozionare in così poco tempo, in un periodo in cui le sollecitazioni video e audio sono molto numerose, bisogna riuscire ad arrivare al sodo, il pubblico è già estenuato dal troppo materiale che arriva.
Cristina tu hai interpretato Frida. Come ti sei preparata per interpretare una pittrice così famosa e così tormentata.
Io ho dato piena fiducia a Pietro, ha scritto lui il monologo che io trovato molto interessante, mi è piaciuto tanto il fatto che fosse in spagnolo, nella lingua di Frida, ho studiato in questi giorni, il modo che hanno gli ispanici di parlare, e la loro mimica facciale, e ciò mi ha permesso di addentrarmi in quello che era il suo modo di porsi. Secondo me la lingua che tu assumi è la prima cosa che ti rimanda ad un mondo completamente diverso dal tuo, già questi tempi dilatati, questo calore che ti inebria, che ti coccola anche in determinate emozioni, però lei è un personaggio estremamente forte, un personaggio che nonstante tutte le sue sofferenze, ha giocato sempre per contrasto, ha assunto sempre una voglia di amare gli altri, di riscattarsi in qualche modo, per passare dalla sofferenza ad un mazzo di fiori, faceva questi autoritratti, bellissimi, molto colorati, con un guizzo artistico, e un ingegno grandissimi. Ed è geniale l'idea che lei aveva di se, questa sofferenza, messa in maniera astratta ama llo stesso tempo molto concreta che arriva direttamente al cuore. A me è interessato fare come personaggio Frida, perchè l'ho trovata una vera eroina dell'amore, come una rosa nell'arco di un arciere.
Sempre in linea con il mood della serata Massimiliano Bruno ha raccontato una toccante esperienza cha ha vissuto anni fa in Messico, dove ha assistito ad una partita di calcio tra i ricchi proprietari terrieri di origine europea, e i poveri e sfuttati contadini indigeni.
La "colonna sonorata" è stata affidata al chitarrista Fabio Antonelli.
Miriam Comito

mercoledì 18 novembre 2009

Teatro 7: una spumeggiante serata inaugurale per Paspartù


La Jam Session teatrale Paspartù ha inagurato ieri sera la sua seconda edizione con una spumeggiante serata. Sul palco ad affiancare i padroni di casa, ideatori dello spettacolo, Massimiliano Bruno e Sergio Zecca, c'erano Valerio Aprea, Roberto Celestini, Clarissa Domenicucci, Edoardo Falcone, Urbano Lione, Maurizio Lops, Roberta Federica Serrao. La formula dello spettacolo, vede tutti i protagonisti insieme sul palco, seduti su comode sedie come se fossero in un bar e stessero assistendo allo spettacolo di chi di loro di volta in volta si alza e va al microfono per leggere un monologo, un dialogo, un articolo di giornale, o una poesia. Il primo testo, letto a due voci da Massimiliano Bruno e Sergio Zecca è stato "Sciacalli a Paganica" scritto dallo stesso Bruno, un testo su due uomini che nei giorni della tragedia del terremoto in Abruzzo, non pensando che al terra possa tremare ancora vagano tra le macerie cercando di rubacchiare qui e là oggetti, anche di poco valore. Urbano Lione ha interpretato "Prove d'amore al cinema" di Francesco Piccolo, una divertente, e dolce amara storia sulla solitudine di un uomo che ama andare al cinema nelle arene estive. Salvatore Ferraro è l'autore di "La maledizione" interpretato da Roberto Celestini: ad un uomo provieniente da una famiglia di pregiudicati, cravattari, e drogati,e in cui vengono sempre imposti i stessi nomi nasce un figlio, l'uomo si ingegna per trovare un nome nuovo originale per il figlio, perchè i nomi usti dalla sua famiglia sono maledetti, ma il destino è veramente in un nome? Roberta Federica Serrao e Clarissa Domenicucci hanno interpretato insieme un testo inedito di Massimiliano Bruno " Du botte" in cui due ragazze di borgata un po' alienate sfogano tutta le loro energie una sul sesso e l'altra sulla violenza fisica, e quando si conoscono decidono di unire le proprie forze e cercare lavoro presso una famosa villa in Sardegna. Edoardo Falcone ha interpretato un pezzo scritto da lui "Una persona onesta" in cui un 'uomo "normale" viene fermato dalla polizia per aver commesso un fatto gravissimo, un pretesto per mettere a nudo le poche virtù e i tanti vizi del nostro Belpaese. A Sergio Zecca è stato affidato il monologo "Ansia" scritto dal noto attore Elio Germano, l'ansia è difficile da controllare, per un ansioso non mporta se si deve chiedere una cosa importante o meno, è ansioso e basta. "Dall'altra parte della strada" un altro pezzo di Francesco Piccolo è stato interpretato da Valerio Aprea, di esilarante comicità ma anche specchio della confusione giovanile su cosa insegnano i genitori e cosa realmente vediamo nella vita. Massimiliano Bruno ha interpretato il pezzo scritto da lui "Lo specchio dell'amore", molte persone hanno degli specchi in camera da letto, ma il migliore specchio sono gli occhi della persona amata. Come di consueto ci sono stati degli interventi musicali, ieri affidati agli Apple pies gruppo cover dei Beatles. Guest star della serata il cantante romano Alessandro Mannarino che, ha cantato due delle sue canzoni più famose "Il bar della rabbia" e "me so'mbriacato."

Miriam Comito

martedì 17 novembre 2009

TEATRO VERDI MONTE SAN SAVINO

Stagione teatrale 2009 2010

TEATRO VERDI

MONTE SAN SAVINO

Comune di Monte San Savino - Regione Toscana - Provincia di Arezzo - Officine della Cultura

Rete Teatrale Aretina - Arezzo Teatri DOC - Monteutility srl

giovedì 19 novembre - ore 21.15

TEATRO POPOLARE D’ARTE

ESCURIALE OVVERO IL PALAZZO DEI BUFFONI

di Michel De Ghelderode

regia Gianfranco Pedullà e Nicola Rignanese

musiche di Jonathan Faralli

scene Claudio Pini - luci Marco Falai

con Nicola Rignanese e Rosanna Gentili

Diceva Cocteau: "Ghelderode è il diamante che chiude la collana dei poeti che il Belgio porta al collo. Questo diamante nero getta fuochi crudeli e nobili. Essi non feriscono che le piccole anime. Abbagliano le altre." E crudele e nobile sono due aggettivi che ben si addicono a questo breve testo di Michel De Ghelderode, dal titolo “Escuriale”. Lo spettacolo, in scena giovedì 19 novembre alle ore 21,15 al Teatro Verdi di Monte San Savino, racconta di un gioco tra le parti tra un re dissennato che gioca a scambiare il suo ruolo con il buffone di corte. Uno scambio di ruoli e di perdite sullo sfondo di un palazzo regale in decadenza: un atto d’accusa contro una società corrotta governata da re che sempre più ci appaiono come tristi buffoni. Ed è proprio nell’intreccio delle personalità dei protagonisti che si scopre il gioco, che potrebbe apparire scontato e innocuo ma che immediatamente svela il carattere tragico e crudele delle maschere. Sulla scena non restano che due marionette, in un vano tentativo di trovare nelle vesti dell’altro ciò che manca alla propria esistenza. Ecco allora il re che, dall’alto del suo trono, scende tra i miserabili e i buffoni per trovare l’amore di una regina. Ed ecco un buffone che tenta una rovinosa ascesa per coniugare l’amore della sua regina a un potere che lo irride. Ma entrambi sanno che non ci si può esimere dal rispetto delle regole; e che due facce della stessa medaglia rimarranno per sempre opposte. E il tragico finale ne è l’inevitabile conseguenza. Ma un gioco è pur sempre un gioco: come tale, non può che terminare nell’attesa di un altro giorno, coscienti del fatto che “morta una regina se ne fa un’altra” e che di buffoni è pieno il mondo.

Il progetto triennale RE, POPOLO E BUFFONI diretto da Gianfranco Pedullà e Nicola Rignanese mette insieme linguaggi popolari di qualità, in cui comico e tragico si fondono e confondono, insieme a contenuti di evidente attualità: il potere pubblico e il potere nel privato, il consenso, il mondo arrovesciato, la visione offuscata che caratterizza la nostra contemporaneità.

Alle ore 18.30 “Aperitivo all’Interno 43” (Via Sansovino, 43 – Monte San Savino). Incontro con gli autori prima dello spettacolo.

Anche il biglietto di questo spettacolo, come di tutti quelli che fanno parte della Rete Teatrale Aretina, è già acquistabile on-line all’indirizzo http://rta.ticka.it.

Per informazioni e programmi completi delle stagioni teatrali www.reteteatralearetina.it

Teatro Vittoria - 1a nazionale con Attori&Tecnici



TEATRO VITTORIA

ATTORI & TECNICI

Teatro Stabile di Interesse Pubblico


Attori & Tecnici

PER FORTUNA E' UNA NOTTE DI LUNA

di Gianni Clementi

con Stefano Altieri, Annalisa Di Nola, Renato Scarpa, Paola Giannetti, Carlo Lizzani, Massimiliano Franciosa, Annalisa Favetti, Roberto Valerio, Emanuela Fresi

regia Stefano Messina

PRIMA ASSOLUTA

E' il 21 luglio del 1969. Siamo in un quartiere di Roma, ed è una stupenda notte di luna. Sulla terrazza di un palazzo signorile, un muratore sta lavorando ad un manufatto abusivo. I personaggi tutti facenti parte la stessa famiglia, stanno allestendo lo spazio all'aperto, per assistere insieme all'evento televisivo dell'allunaggio. L'uomo poserà il primo piede sulla luna e per la prima volta guarderà la terra dallo spazio.

E' un'umanità varia: genitori, figli, nuore e futuri cognati si alternano in discussioni interminabili. Il capo famiglia é il Sor Achille, classico patriarca, destinato dalla storia, a decidere per tutti. I conflitti familiari sono evidenti, ed Olga, la moglie di Achille, tenta disperatamente di mediare. E' stata proprio sua l'idea di quella serata, che vorrebbe essere di pacificazione, ma che si sta trasformando in ulteriore occasione di scontro. Una figlia adottata, Marina, aspirante suicida, un figlio scapestrato, Mariano, che sogna l'America, un terzo figlio, Mario, con vistosa moglie a carico, Immacolata, e dedito all'intrallazzo. C'è infine Erminio, fratello di Olga, ex partigiano e stralunato poeta. Il primo passo di Armstrong sulla luna è ormai vicino, quando l'arrivo della polizia, che si appresta ad arrestare Mario, sconvolge il programma della serata.

La stessa terrazza, progressivamente coperta quasi completamente dagli abusi, scandirà la vita dei nostri protagonisti, passando per il 1978 per arrivare al 1993. Due anni emblematici nella recente storia d'Italia: quello del rapimento di Aldo Moro e della fine della Prima Repubblica.

Uno spettacolo graffiante, pieno di risate e ironici contrappunti, di languori e di speranze. Ed i sussurri, anche tragici, del recente nostro passato sembrano più lievi, accompagnati dalle straordinarie e indimenticabili canzoni delle varie epoche, cantate dal vivo dai protagonisti.

TEATRO VITTORIA

p.zza S.Maria in Liberatrice 10, Roma

Prima assoluta martedì 24 novembre ore 21

repliche fino al 20 dicembre

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