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Cinema e Teatro

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martedì 31 ottobre 2017

Spettacoli: "Lo straniero di Camus" in prima assoluta al Teatro Studio Uno dal 9 al 19 novembre 2017, in scena una rilettura di uno dei più grandi capolavori della letteratura del novecento

Lo straniero di Camus

Adattamento e regia
Lorenzo De Liberato

Con Marco Usai, Tiziano Caputo, Agnese Fallongo, Mario Russo

musiche arrangiate ed eseguite dal vivo da
Tiziano Caputo, Agnese Fallongo, Mario Russo

ass.regia Lorenzo Garufo
luci Matteo Ziglio

scene Laura Giusti con la collaborazione di Cecilia Fallongo
supervisione costumi Manifesto Costumista
foto e grafica Camilla Mandarino

coproduzione De Liberato / UsaiTeatro Studio Uno

 Dal 9 al 19 novembre 2017
Teatro Studio Uno via Carlo della Rocca, 6  Roma


Debutta in Prima assoluta al Teatro Studio Uno dal 9 al 19 novembre "Lo Straniero di Camus" liberamente tratto dall'opera dello scrittore francese Albert Camus, adattato e diretto dal regista Lorenzo De Liberato, con in scena un affiatato cast di attori di talento: Marco Usai, Tiziano Caputo, Agnese Fallongo, Mario Russo.

Lo spettacolo rileggere e reinterpreta uno dei più grandi capolavori della letteratura del novecento, sottolineando la chiave ironica e terribilmente realistica di un racconto che descrive il dramma di un uomo in balia di un destino avverso e beffardo e la sua incapacità di vivere in modo consapevole.

Il protagonista, il signor Meursault, vive ad Algeri ed è di origine francese, è uno "straniero" estraneo alla vita e alla società che lo circonda, annoiato e incapace di tessere relazioni con le persone che affollano la sua quotidianità, con le quali riesce ad interagire solo in maniera grottesca e a tratti surreale. La vicenda si apre con la notizia della morte della madre del protagonista nell'ospizio di Marengo, fuori dalla città. Durante il viaggio e il soggiorno per il funerale, Meursault si comporta eseguendo un compito necessario e nell'entrare in contatto con le figure dell'ospizio, quasi si distrae al pensiero della madre morta.  Non ha emozioni nemmeno per la donna che ha iniziato a frequentare da poco, Maria. Meursault si ritroverà, senza sapere perché, a uccidere un arabo in spiaggia.

Una volta in prigione, Meursault sembra non provare rimorso per l'omicidio e il suo spirito e i suoi atteggiamento sembrano abbandonare ogni possibilità di difesa, rifiutando ogni tipo di attenuante e perdono che anche il prete, nella sua figura, potrebbe concedergli. La sentenza della corte prevede la condanna a morte e Meursault, lontano da ogni salvezza spirituale, allineandosi agli eventi, attende il giorno dell'esecuzione.

L'intento della messa in scena è quello di rappresentare l'archetipo di un uomo sopraffatto dalla vita, incapace di prendere decisioni o assumersi delle responsabilità, condizionato quasi esclusivamente dal clima che lo circonda, dal sole o dal caldo asfissiante dell'estate algerina. Valorizzato ed arricchito dalle musiche arrangiate ed eseguite dal vivo dagli stessi attori, lo spettacolo offre un sottotesto in musica che con ironia e delicatezza, accompagna lo spettatore all'interno delle vicende narrate in un crescendo unico di atmosfere, suggestioni, personaggi e visioni.

 "Lo straniero di Camus" | 9 - 19 Novembre 2017| Sala Teatro

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Giov – Sab ore 21.00, Dom. ore 18.00


Per info: 349 4356219- 329 8027943



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lunedì 30 ottobre 2017

Teatro: MTS - Musical! The School celebra il 50° anniversario del musical Hair con una nuova produzione inedita

MTS -  Musical! The School  celebra il 50° anniversario del  musical Hair!


In occasione del 50° anniversario di rappresentazione del musical Hair e dopo il successo ottenuto nel tributo concerto "Love, Peace, Freedom & Happyness Hair Tribute" dello scorso anno all'Open Air Theatre nell'ambito della rassegna "Experience On Stage" all'ex area Expo, MTS Musical The School  è lieta di annunciare che per il classico appuntamento di fine anno produrrà una nuova versione del musical Hair, forte dell'aver ottenuto i diritti per la sua rappresentazione in Italia.

Su licenza Tams-Witmark Music Library, Inc. 560 Lexington Ave.  
New York, New York 10022 USA, questa versione inedita si avvarrà di una band dal vivo, che accompagnerà tutti i brani ed i momenti musicali dello spettacolo.  

Una serie di significativi appuntamenti faranno da cornice al debutto vero e proprio dello show che sarà il 9 giugno al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano.

La regia e l'adattamento dello spettacolo sono di Simone Nardini, direttore dell'Accademia, mentre la traduzione del libretto è del giornalista Sandro Avanzo.

Hair è stato rappresentato per la prima volta off Broadway nel 1967 e a Broadway nel 1968.

Spettacolo. #DDDance: torna Dance Dance Dance, il talent show sulla danza di Foxlife, quest’anno anche in prima visione in chiaro su tv8


TORNA DANCE DANCE DANCE,
IL TALENT SHOW SULLA DANZA DI FOXLIFE,
QUEST'ANNO ANCHE IN PRIMA VISIONE
IN CHIARO SU TV8
 NEL CAST GIULIO BERRUTI E MARCO DELVECCHIO
Roma, 30 ottobre 2017. Torna con la seconda stagione Dance Dance Dance, la produzione originale di Fox Networks Group Italy che quest'anno verrà coprodotta insieme a TV8. L'innovativo talent show sulla danza andrà in onda da gennaio 2018 con la prima tv assoluta su FoxLife (Sky, 114) e poi in prima visione in chiaro su TV8 (al tasto 8 del telecomando).
Quest'anno sono 8 le coppie di personaggi famosi che già si stanno allenando negli studi di Cinecittà di Roma per poi sfidarsi sul palco di Dance Dance Dance nella reinterpretazione delle più celebri coreografie tratte da videoclip, musical e film.
La star del cinema e della tv Giulio Berruti (Squadra antimafia, 10 regole per farla innamorare, Tutte lo vogliono) ballerà in coppia con la collega e modella Cristina Marino (Vacanze ai Caraibi – Il film di Natale, Amore 14), nota anche per il suo seguitissimo blog sul fitness.
Sul fronte sportivo molti i campioni che si sono messi in gioco a partire dall'indimenticato bomber della Roma e della Nazionale italiana Marco Delvecchio che si esibirà in coppia con la  figlia Federica; il campione di nuoto Luca Marin ha scelto come compagna la modella e conduttrice Valentina Pegorer, tra le rivelazioni dell'ultima edizione di Pechino Express; il lottatore di origine cubana Frank Chamizo, bronzo ai Giochi Olimpici di Rio di Janeiro nel 2016, ballerà in coppia con Carlotta Ferlito, campionessa di ginnastica artistica e tra le protagoniste del programma tv Ginnaste – Vite parallele.
Le altre coppie in gara sono le gemelle Provvedi, Giulia e Silvia, note al grande pubblico come le Donatella lanciate da X-Factor e poi vincitrici dell'Isola dei famosi; l'insolita coppia formata dal rampollo e influencer Tommaso Zorzi (tra i protagonisti del programma tv Riccanza) e dalla cantante Roberta Ruiu, ex componente delle Lollipop, prima band femminile italiana.
Completano il cast di Dance Dance Dance due coppie anche nella vita: l'attore Dino Abbrescia (Distretto di polizia, Squadra Antimafia, Sei mai stata sulla Luna, Io che amo solo te) in coppia con la compagna, l'attrice Susy Laude (Distretto di Polizia, Beata Ignoranza) protagonista di The Comedians, la nuova serie comedy in onda dal 15 Novembre su TV8; Michelangelo Tommaso e Samanta Piccinetti resi celebri dalla soap opera Un posto al sole
La seconda stagione di Dance Dance Dance è prodotta da Talpa Italia.

La co-produzione Fox Networks Group Italy e TV8 andrà in onda da gennaio 2018 in prima TV su FoxLife e in prima visione in chiaro su TV8 (al tasto 8 del telecomando). 

L'hashtag ufficiale del programma è #DDDance

FoxLife è solo su SKY (canale 114)


Teatro: al Brancaccino, The Aliens dal 2 novembre

Spazio del Racconto
rassegna di drammaturgia contemporanea 2017/2018
III edizione
dal giovedì al sabato ore 20.00; domenica ore 18.45

2 – 12 novembre 2017
Khora Teatro

THE ALIENS
di Annie Baker, traduzione Monica Capuani
regia Silvio Peroni
con Giovanni Arezzo, Francesco Russo, Jacopo Venturiero

The Aliens è più uno studio sul carattere che un plot-driven. Il testo si concentra su due trentenni (KJ e Jasper) che sembrano esercitare un piccolo sforzo per muoversi attraverso la vita. Sono degli "scansafatiche", che trovano poco stimolo dalla società, ma non sembrano avere l'energia per agire. 

Entrambi hanno la barba lunga, probabilmente perché il radersi potrebbe richiedere più energia e attenzione di quanto possano spendere. Non sono pigri; solo che non hanno trovato niente che serve per motivarli. Si siedono su una panchina o su vecchie sedie di plastica del patio nel retro di un bar, scegliendo di non interagire con gli avventori all'interno, isolandosi e condividere pensieri casuali uno con l'altro. 

Parlano di musica, di filosofia e di Charles Bukowski, poeta confessionale padre del realismo sporco. Come Bukowski, pensano alla scrittura, all'alcol, ai rapporti con le donne e alla fatica del lavoro. KJ scarabocchia periodicamente idee per un libro. Hanno formato una band, non potendo accordarsi su un nome, pensano di avere risolto la loro diatriba chiamando la loro band The Aliens, ma alla fine è solo un'altra decisione che hanno quasi fatto, ma che non hanno portato a termine. Fino a quando non decideranno, non potranno agire. Sono alieni, ma non come esseri venuti da un altro mondo ma nell'essere alienati.

Nel loro mondo privato entra Evan, un giovane ragazzo che è stato da poco assunto come cameriere del bar. Evan è un giovane timido, sessualmente inattivo, fuori dal mondo, naif con l'angoscia adolescenziale. Lentamente, decidono di insegnargli tutto sulla vita, ma dalla loro prospettiva…

Un testo delicato dove nessuna parola è sprecata, pieno di meditazione e compassionevole. Un testo che parla di musica, di amicizia, di arte, di amore e di morte.

Annie Baker, 35enne pluripremiata autrice di "The Aliens", vincitrice nel 2014 del premio Pulitzer è considerata da molti uno dei più freschi e talentuosi drammaturghi di questo decennio; scrive di personaggi realistici che emergono in linee sottili e riflessive. Il suo stile è quello di un ritmo lento, le sue opere sono penetranti, con pause e silenzi per l'introspezione. In "The Aliens" l'illuminazione e il fumo di una sigaretta, i personaggi seduti che guardano il nulla e strimpellano una chitarra sono i mezzi per permettere questa significativa riflessione. La Baker sviluppa le sue idee attraverso la sottigliezza, non urla o non eccede nel dramma.

Silvio Peroni, regista teatrale e direttore artistico di Festival e rassegne culturali. Esordisce come regista a 22 anni. Negli anni realizza la regia di spettacoli e letture poetiche, debuttando in numerosi festival nazionali e curando l'allestimento di spettacoli nella maggiori piazze nazionali. Ha diretto artisti come Elio Germano, Isabella Ragonese, Daniela Poggi, Alessandro Tiberi, Margot Sikabonyi, Fabrizio Falco, Massimo Dapporto, Arnoldo Foà, Paola Gassman e ha realizzato spettacoli di autori come Will Eno, Nick Payne, Mike Bartlett, Cesare Zavattini, Tahar Ben Jelloun, Neil La Bute, Harold Pinter.


BRANCACCINO

Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 14,00 € + 1,50 € d. p.
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali
BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO 
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

Serata di Gala-I° Giocinefest città di Fano


Si è conclusa la I° edizione del Giocinefest, festival Internazionale del cinema giovane città di Fano. 
La serata di Gala si è svolta presso la sala Verdi del teatro della Fortuna sabato 28 ottobre.

 La serata è stata anticipata da un’esibizione musicale di famose colonne sonore e di scene di film muti ( Stanlio ed Ollio, Buster Keaton e Charlie Chaplin)del pianista Marco Werba e della violinista Laura Bianco. Hanno aperto la serata gli interventi del sindaco Massimo Seri e dell’assessore alla cultura Stefano Marchegiani che hanno sottolineato l’importanza di un festival del cinema legato ai giovani, in una città come Fano che, fin dal 1991, promuove il progetto “Città dei bambini”.
Durante la serata di gala presentata da Noemi Cognigni il direttore artistico, Angelo Antonucci ha assegnato i premi decisi dalla giuria dei ragazzi ai seguenti film ed attori:
Fabio Massa, miglior attore per “Aeffetto domino
Martina Liberti , menzione speciale per “Aeffetto domino”
Migliore storia “La mia famiglia a soqquadro” di Max Nardari; menzione speciale per le musiche a Cris Ciampoli
Miglior Film a “L’esodo” di Ciro Formisano , migliore attrice a Daniela Poggi e menzione speciale a Rosaria de Cicco.
Inoltre la direzione artistica ha assegnato il premio “impegno per il sociale” all’attore Vincenzo Soriano.
Il premio alla carriera all’attrice felliniana Antonella Ponziani e per le eccellenze artistiche ai noti artisti Francesca Rettondini, Alexandro Partexano noto attore della serie tv “I carabinieri” e la famosa attrice e cantante Mita Medici.
Il film “My Italy” di Bruno Colella ha ricevuto il premio migliore produzione Angelo Bassi, al regista ed all’attore Marco Tornese.
Premio alla memoria a Raf Vallone ritirato dal figlio Saverio , autore di un commovente documentario sul padre .
Hanno inoltre partecipato alla serata Edoardo Frustaci con una rappresentanza dell’Accademia dello spettacolo di Fano, L’artista Thea Crudi con il brano mantra “Samsara”, il violinista Oscar Badioli. Hanno premiato Il sindaco Seri , l’assessore alla cultura Marchegiani , la segretaria CONFCOMMERCIO di Fano Barbara Marcolini, il presidente dell’associazione albergatori Fano Luciano Cecchini, l’organizzatore tecnico del Giocinefest Angelo Bertoglio, Cinzia Loffredo consulente e coordinatrice per gli artisti presenti al Giocinefest. Inoltre i fanesi Giovanni Fabiano ( DM edizioni) , Maria Castaldo ( autrice del libro “I cubi di argento”), Henry Secchiaroli , regista , l’avvocato Alessia di Girolamo. Regia audio/luci Francesco Verzotti.

Sono soddisfatto di questa prima edizione- afferma il regista e direttore artistico Angelo Antonucci- nonostante le ovvie difficoltà di un progetto che nasce. Gli alunni, circa 600 in tre mattinate al Politeama, hanno partecipato con interesse alle proiezioni lasciando commenti molto opportuni e profondi. L’anno prossimo l’appuntamento sarà a Maggio in occasione dell’inizio della stagione estiva con importanti novità ed ospiti d’eccezione”.




domenica 29 ottobre 2017

Spettacolo “Quattro”, in scena da martedì 31 ottobre al Teatro 7

 
TEATRO 7
31 ottobre – 19 novembre
Nuovo Sistina presenta:
QUATTRO
di Adriano Bennicelli
con: Claudia Campagnola, Andrea Perrozzi, Ketty Roselli, Alessandro Salvatori
regia: Michele La Ginestra

Andrea e Ketty stanno insieme, convivono e sono una coppia moderna e dinamica.
Anche Alessandro e Claudia stanno insieme, sono sposati e sono una coppia tranquilla e tradizionale.
Fin qui tutto bene. 
Solo che Ketty ha bandito il glutammato e Andrea studia da agricoltore verticale.
Mentre Claudia pratica il pianto terapeutico che fa bene alle mucose e Alessandro quando si innervosisce tattatara e invertebra. 

Ma il problema non è neanche questo. 
E’ che lui ama lei, che ama lui, che ama lei.
Insomma, il problema… sono Quattro.
Una nuova, inedita commedia di Adriano Bennicelli, per un cast di affezionatissimi del Teatro 7 e la regia di Michele La Ginestra.


aiuto regia: Ludovica Di Donato
assistente alla regia: Alessandro La Ginestra
disegno luci: Gian Marco Cacciani
organizzazione: Alessandro Prugnola
grafica: Marco Animobono
TEATRO 7
via Benevento, 23 – 00161 Roma - tel. 06.442.36.382
www.teatro7.it  teatro@teatro7.it
direzione artistica: Michele La Ginestra
orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 18.00
biglietti: 
€ 24,00; € 18,00 (prevendita compresa)
orario botteghino:
 dal lunedì al sabato 10.30-21.00; domenica 16.00-18.00
mail botteghino: botteghino@teatro7.it

sabato 28 ottobre 2017

Spettacoli: Teatro Stanze Segrete 3 - 26 novembre: Brothers, dal capolavoro di David Benioff. Regia di Matteo Fasanella

Stefano Sbarluzzi Produzioni e DarkSide LabTheatre Company
presentano
Brothers
Libero adattamento da Brødre di David Benioff

Adattamento e Regia: Matteo Fasanella
Con la partecipazione straordinaria di Paolo Buglioni

Produzione: Stefano Sbarluzzi Produzioni
In collaborazione con: Associazione Culturale Diritto e Rovescio
Con Andrea Venditti, Claudio Crisafulli, Giulia Bornacin
e con Giulietta Rebeggiani – Chiara Barletta – Eleonora Setzu
Assistente alla Regia: Virna Zorzan
Dal 3 al 26 novembre 2017, Teatro Stanze Segrete, Via della Penitenza 3 (Roma)

Dopo essersi confrontata con testi sacri delle letteratura e riadattamenti cinematografici, DarkSide LabTheatre  diretta da Matteo Fasanella torna in scena dal 3 al 26 novembre al Teatro Stanze Segrete di Roma con Brothers, un libero adattamento da Brødre di David Benioff.

Una sfida che ancora una volta parte da un testo intenso, che annovera due edizioni cinematografiche a cura di Susanne Bier e Jim Sheridan, per trovare sede negli spazi suggestivi e modulabili del Teatro Stanze Segrete che per l'occasione diventa immersiva scenografia di una storia di guerra e sentimenti.

Midwest, ottobre 2007. Sam Cahill è un giovane capitano dei Marines degli Stati Uniti. Decide di partire per la quarta volta per l'Afghanistan.  "Grace sa che farei qualunque cosa per tornare da lei. Qualunque." Un padre fiero di lui, una moglie innamorata ma di poco polso, una bambina di 7 anni e Tommy, un fratello con un passato tormentato, attendono il suo rientro.  

Al suo ritorno, però, niente può essere più lo stesso.  Quello che una volta era un rifugio caldo e sicuro ora è diventato uno spazio bidimensionale ed inospitale. Perché la guerra azzera tutto, come la morte.

Un testo attuale su come la guerra possa essere totalizzante ed imperituro nella testa e nel cuore di chi la vive ma, anche, di chi ne viene travolto di riflesso, perché "solo i morti hanno visto la fine della guerra".

Un dramma interiore che si fa universale nella versione diretta da Matteo Fasanella con Andrea Venditti, Claudio Crisafulli, Giulia Bornacin, e con Giulietta Rebeggiani, Chiara Barletta, Eleonora Setzu e la partecipazione straordinaria di un maestro del doppiaggio italiano: Paolo Buglioni.

Brothers sarà in scena al Teatro Stanze Segrete, Via della Penitenza 3, dal 3 al 26 novembre 2017. Dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 19.00. Prezzo biglietto: 15 – 20 euro.

Info e prenotazioni: 06.6872690, 



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Teatro. Il musical "Il Magico Zecchino d’Oro" in tour per l'Italia


Risultati immagini per Il Magico Zecchino d'Oro
Il Caffè della Peppina, Volevo un Gatto Nero oppure Quel bulletto del carciofo.

Chi di noi, almeno una volta, non ha sentito e cantato queste canzoni?
Canzoni che hanno segnato la nostra infanzia e che, oggi, rappresentano e raccontano la vita dello Zecchino d’Oro il celebre festival canoro dedicato ai bambini giunto, ora,  ai suoi primi 60 anni.
Un compleanno importante quindi che sarà festeggiato con un regalo speciale.

Un regalo in musica che vuole rendere omaggio a un appuntamento diventato tradizione.
Un appuntamento che ha saputo attraversare gli anni con sobrietà, leggerezza ed eleganza senza mai perdere di vista la propria identità.

Ecco allora Il Magico Zecchino d’Oro” un titolo che già è un programma.
Un musical davvero particolare nato dalla collaborazione tra Antoniano di Bologna, Fondazione Aida di Verona e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento con il sostegno di Geomag l’azienda grazie alla quale si è resa possibile la produzione.

Il debutto sarà il prossimo 12 Novembre 2017 negli spazi dell’Antoniano..
Un modo davvero d’effetto per aprire i festeggiamenti che proseguiranno, nei mesi a venire, con un tour nelle più  importanti città italiane tra le quali Varese, Bari, Padova e poi, ancora, Gennaio 2018 a Verona al Teatro Nuovo il 5 e Cremona al Teatro Ponchielli senza dimenticare Milano al Teatro Manzoni.
Tante occasioni da non perdere, quindi, per godersi questo momento sapendo di poter prendere parte a una grande festa itinerante.

Cosa aspettarsi dal “Il Magico Zecchino d’Oro”?
Uno spettacolo nello spettacolo in cui le canzoni saranno protagoniste assolute insieme alla fantasia e un pizzico di magia.
Ricordi, emozioni, sensazioni, momenti vissuti e da rivivere questo e tanto altro sarà presente in quello che può essere definito un fantasy musicale in grado di sorprendere tutti, grandi e piccini.

Protagonista della trama Alice una bambina che, a volte, ha paura del buio.
Con lei, in scena, l’Omino della Luna che manda i sogni ai bimbi mentre dormono grazie al tintinnio dello zecchino d’oro di cui, invece, vuole impadronirsi la Strega Obscura.

Non mancheranno, poi, le avventure e gli incontri con alcuni dei personaggi più famosi delle canzoni che hanno fatto la storia dello Zecchino d’Oro.
Un regalo che l’Antoniano si fa e ci fa per vivere insieme quest’occasione davvero particolare nel suo genere.

La regia de “Il Magico Zecchino d’Oro” è affidata a Raffaele Latagliata che, diplomatosi presso la BSMT Bernstein School of Musical Theatre, vanta una lunga collaborazione con la Compagnia della Rancia.
Insieme a Pino Costalunga, attore e regista esperto di letteratura per l'infanzia, curerà anche la drammaturgia.

Il team creativo è una conferma per le produzioni musical di Fondazione Aida.
Le scenografie di Andrea Coppi, i costumi e gli oggetti di scena di Antonia Munaretti con Nadia Simeonova, le coreografie curate da Elisa Cipriani e Luca Condello ballerini solisti del Corpo di ballo dell'Arena di Verona, gli arrangiamenti musicali a firma di Patrizio Maria D'Artista giovane compositore e arrangiatore di colonne sonore per cinema e teatro.
Importante il contributo dello scenografo Paolino Libralato che rappresenta un grande valore aggiunto.

Il cast una vera garanzia con Gennaro Cataldo, Stefano Colli, Enzo Forleo, Maddalena Luppi, Giada Maragno e Rebecca Pecoriello.

Come si può immaginare le canzoni saranno protagoniste assolute di questa produzione.
I testi musicali più celebri e più conosciuti dello Zecchino d’Oro sono stati selezionati appositamente per diventare la colonna sonora de “Il Magico Zecchino d’Oro”.
Canzoni che sono state pensate dai bambini, cantate e votate da loro nel corso degli anni e  che ora, in questa particolare occasione, diventano parte integrante della drammaturgia teatrale.
Protagoniste in modo nuovo, rinnovato e rivisitato pur mantenendo il loro stile e la loro autenticità.
Una curiosità, questa, che rappresenta anche il valore aggiunto del “Il Magico Zecchino d’Oro” che si rivela essere davvero uno spettacolo coinvolgente e adatto a tutti, grandi e piccini.

Chi ha paura del buio
L’Omino della Luna

Il Katalicammello

Il caffè della Peppina

Torero Camomillo

Per un però

Volevo un gatto nero

Quel Bulletto del Carciofo

Prendi un’emozione

Dove vanno i sogni al mattino


LE TAPPE DEL TOUR "IL MAGICO ZECCHINO D'ORO"


ANTEPRIME
22 Ottobre 2017 Teatro Cristallo Bolzano
29 Ottobre 2017 Teatro Coccia Novara 16
5 Novembre 2017 Centro Santa Chiara Trento

DATE DEL TOUR 2017 - 2018
12 Novembre 2017 ore 16.00 DEBUTTO NAZIONALE Teatro Antoniano Bologna
3 Dicembre 2017 ore 16,00 Teatro Mario Apollonio Varese
Dicembre 2017 Teatro Brancaccio (date in via di definizione)
16 Dicembre 2017 Teatro Comunale Sulmona
17 Dicembre 2017 ore 17,00 Teatro Team Bari
23 Dicembre 2017 ore 16,00 Creberg Teatro Bergamo Bergamo
24 Dicembre 2017 pre 16.00 Politeama Genovese - Genova
26 Dicembre 2017 ore 16,00 Teatro Superga Nichelino (To)
4 Gennaio 2018 Teatro Verdi Padova
5 Gennaio 2018 ore 16,00 Teatro Nuovo Verona
6 Gennaio 2018 Politeama Pratese  Prato
14 Gennaio 2018 ore 16,00 Teatro Verdi  Gorizia
21 Gennaio 2018 Teatro Ponchielli Cremona
28 Gennaio 2018 Teatro Celebrazioni Bologna
3 Febbraio 2018 ore 21,00  / 4 Febbraio 2018  ore 17,00Teatro Michelangelo Modena
18 Febbraio 2018  ore 18,30 / 19  Febbraio 2018 ore 10,30 Teatro Palapartenope Napoli
4 Marzo 2018 Teatro Civico La Spezia
17 Marzo 2018 Foggia
18 Marzo 2018 Teatro Curci Barletta
19 Marzo 2018 ore 18 Teatro Orfeo Taranto
24 Marzo 2018 ore 20,45 / 25 Marzo 2018   ore 11.00 Teatro Manzoni Milano


Teatro Palladium: Le colonne sonore di Henry Mancini con la New Talents Jazz Orchestra (1° novembre)


 
Stagione artistica 2017/2018
Rassegna "Il jazz va al cinema"
Seconda edizione

Ideata e curata da Maurizio Miotti

Mercoledì 1° novembre 2017
Ore 18


New Talents Jazz Orchestra
Le colonne sonore di Henry Mancini



Mario Corvini – direttore
Diego Bettazzi – 1° sax alto
Vittorio Cuculo – 2° sax alto
Igor Marino – 1° sax tenore
Francesco Dominicis – 2° sax tenore
Riccardo Nebbiosi – sax baritono
Andrea Priola – 1° tromba
Stefano Monastra – 2° tromba
Roman Villanueva – 3° tromba
Chiara Orlando – 4° tromba
Mattia Collacchi – 1° trombone
Stefano Coccia – 2° trombone
Elisabetta Mattei – 3° trombone
Federico Proietti – trombone basso
Luca Berardi – chitarra
Marco Silvi – pianoforte
Flavio Bertipaglia – contrabbasso
Davide Sollazzi - batteria

Teatro Palladium - Università Roma Tre
Piazza Bartolomeo Romano 8, 00154 Roma

Secondo appuntamento al Teatro Palladium con la New Talents Jazz Orchestra: l'incontro musicale tra jazz e cinema diretto da Mario Corvini ed in programma mercoledì primo novembre alle ore 18, sarà dedicato questa volta alle colonne sonore di Henry Mancini.  

Annoverato indubbiamente tra i più importanti compositori di colonne sonore del secolo scorso, nel corso della sua carriera Henry Mancini ha  pubblicato più di 50 album, con oltre 300 milioni di copie vendute in tutto il mondo, e composto oltre 500 canzoni. 

In oltre quarant'anni di attività nel cinema, Mancini firmò le musiche di oltre cento film e vinse quattro Oscar su diciotto nomination, a cui vanno aggiunti venti Grammy e due Emmy

Tra le sue composizioni più note vi sono brani di successo, come "Colazione da Tiffany", "Days of wine and roses", "Victor Victoria" e la celebre "Pantera rosa", ecc. 

Il 13 aprile del 2004 gli Stati Uniti hanno emesso un francobollo commemorativo in suo onore da 37 cents, dove il musicista è ritratto mentre dirige davanti ad una platea di spettatori, con la Pantera Rosa che lo indica da un angolo e, sullo sfondo, i titoli dei suoi film più famosi.

La rassegna IL JAZZ VA AL CINEMA del Palladium, ideata e curata da Maurizio Miotti, proseguirà il 17 dicembre con uno speciale repertorio dedicato ai cartoni animati.

Teatro Palladium - Università Roma Tre


Prezzi spettacoli:
intero € 15 / ridotto € 10 / studenti € 5

Prevendite:
biglietteria.palladium@uniroma3.it - tel. 327 2463456 (orario 10:00-13:00 / 15:00 – 20:00)

Teatro terapia. A teatro per imparare, giocando, l'arte della seduzione con la regia di uno psicoterapeuta

Roma – 11 novembre

A teatro per imparare, giocando, l'arte della seduzione con la regia di uno psicoterapeuta



"Le donne sono cambiate? Si! Gli uomini ci provano sempre allo stesso modo con le solite frasi fatte? Purtroppo, spesso, si! Le donne di fronte a questo approccio sono infastidite? Certo! Voi non lo sareste? Occorre uscire dai cliché, vedere veramente chi ci sta di fronte, da entrambi i fronti", spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta.

A teatro per imparare l'arte della seduzione? Perché no! Certo, una cena a lume di candela sulla spiaggia di un qualche paradiso tropicale offre maggiori possibilità di riuscita di un pomeriggio a teatro o di una onesta cenetta al risparmio in qualche osteria romana. La sfida non riguarda il luogo, ma l'atmosfera che si riesce a creare, perché quello che conta non è il posto, ma le persone che lo abitano. Prestare attenzione all'altro paga.

A Roma sabato 11 novembre a Roma al Teatro Keiros (in via Padova 38/A) dalle 11 alle 17 lo psicoterapeuta Giovanni Porta farà salire sul palco voi, per sperimentare in tutta sicurezza come approcciare l'altro sesso. "Mi propongo durante il laboratorio di perseguire due principali obiettivi – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta - In primo luogo, far sì che i partecipanti aumentino il proprio grado di consapevolezza circa le trappole in cui più frequentemente cadono durante il processo di seduzione.

Inoltre, far sperimentare loro qualche alternativa comportamentale interessante, magari recuperando un po' dello spirito giocoso che tutti hanno sperimentato almeno qualche volta. Mettersi in gioco per vedere davvero chi abbiamo davanti, serve e occorre farlo divertendosi con leggerezza, ma senza mai offendere, sperimentiamolo assieme. Occorre imparare a capire chi ci sta di fronte ad entrare in sintonia con le persone nuove. Questa è la base da cui parte tutto, anche la seduzione.

Se si vuole ottenere qualcosa, occorre svincolarsi dall'ansia del risultato. Occorre capire quali sono le nostre caratteristiche che ci distinguono dagli altri, per valorizzarle e nello stesso tempo imparare a riconoscere cosa gli altri ci dicono, non solo a parole, ma anche con il linguaggio del corpo. Alcune posture indicano fastidio, altre indifferenza, altre ancora interesse. Le vedremo assieme".

La seduzione è un gioco, un rituale che si pone nello spazio intermedio tra scherzo e serietà. È dare forma all'attrazione che si prova per qualcuno, mescolando creatività e schemi sociali. Si tratta di un gioco che richiede sicurezza ed inventiva. "Un rifiuto può sempre capitare, ma non bisogna scoraggiarsi.

Farne un dramma non serve. Ti capiterà più e più volte di sentirti rispondere: No! – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta - …peggio ancora sono cose come: rimaniamo amici, sto cercando me stessa, sto ancora pensando a lui… C'è chi, per timidezza, per paura di un rifiuto, non entra neanche nel gioco, e si aggira nel proprio universo sociale ad occhi bassi, evitando sguardi difficili da reggere.

Altri giocano male le proprie carte, e magari si affidano a copioni fissi in cui si vede che stanno recitando, non riuscendo ad entrare in reale sintonia con la persona che hanno di fronte. Si dicono cose del genere: a bella - hai freddo? Se vuoi posso scaldarti io - mamma mia che sangue che mi fai… Sinceramente, ti sembra possibile che una donna possa reagire positivamente a frasi simili? Penso proprio di no! Tu come reagiresti?

Io girerei immediatamente i tacchi per allontanarmi. Non hai neanche provato a capire chi sono. Altre persone scelgono solo "prede" difficilissime, non notando nemmeno quelle più disponibili. C'è poi chi non si piace abbastanza, e dunque fatica a mantenere il tono divertente e divertito di una situazione seduttiva. Già, il divertimento. Per riuscire nel gioco della situazione bisogna divertirsi nel giocare, trovare il modo di sentirsi leggeri e non attaccati alla conquista: sentirsi e lasciare liberi. Altrimenti, diventa un gioco pesante e poco piacevole.

Divertirsi, cioè mettere da parte pensieri, paure e preoccupazioni e lasciar fluire un po' dell'attrazione che si prova. Non esiste una maniera corretta di sedurre, esistono tante maniere quante sono le persone. Gli errori, o meglio, i comportamenti improduttivi in fatto di seduzione sono invece di solito sempre gli stessi. In questo laboratorio, di natura esperienziale, tratteremo il tema della seduzione avvalendoci di metodologie psicologiche e teatrali. Il lavoro si svolgerà in un teatro vero e proprio, che avremo a nostra intera disposizione".

Regia: Giovanni Porta.

Il laboratorio si svolgerà a Roma, al Teatro Keiros, in via Padova 38/A sabato 11 novembre dalle ore 11 alle 17 (è prevista una pausa pranzo verso le 13,30).

Per iscriversi, è necessario scrivere una mail all'indirizzo giovanniporta74@gmail.com o chiamare il numero 3478517793.
Il costo della partecipazione al laboratorio sarà di 60 euro.



GIOVANNI PORTA
Psicoterapeuta esperto nell'utilizzo di tecniche artistiche nella relazione di aiuto, perfomer teatrale e poetico. Psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, è esperto in alimentazione e teatroterapia. Vive e lavora tra Roma e Milano. 
Da anni realizza laboratori e percorsi in cui l'arte viene utilizzata con finalità terapeutiche. 
Laureato in Psicologia presso l'Università degli Studi di Padova, si è successivamente specializzato con un master in "Utilizzo di tecniche artistiche nella relazione d'aiuto", ha una specializzazione in Psicoterapia della Gestalt presso l'I.G.F. di Roma, ed una in "Teatro e Psichiatria".

Spettacoli. Off/Off Theatre Festival: "L’effetto che fa", scritto e diretto da Giovanni Franci, in scena da martedì 31, liberamente ispirato al delitto Varani.


Dal 31 ottobre all'8 novembre 2017
OFF/OFF THEATRE FESTIVAL
Via Giulia, 20 - Roma

L'EFFETTO CHE FA
Spettacolo teatrale scritto e diretto da Giovanni Franci

con Valerio di Benedetto (Manuel Foffo) - Riccardo Pieretti (Luca Varani)
Fabio Vasco (Marco Prato)


Sarà in scena dal 31 ottobre all'8 novembre 2017 nel nuovissimo spazio di Via Giulia, l'Off/Off Theatre Festival, la pièce teatrale L'Effetto che fa, liberamente ispirata al più spaventoso caso di cronaca avvenuto a Roma negli ultimi anni: l'omicidio Varani. L'Effetto che fa è la risposta che Manuel Foffo e Marco Prato hanno dato agli inquirenti quando gli è stato chiesto come mai avessero torturato e ucciso Luca Varani. 

Lo spettacolo, scritto e diretto dal giovane regista Giovanni Franci, vede in scena tre attori under 35, coetanei dei veri protagonisti della storia, Valerio Di Benedetto, Riccardo Pieretti e Fabio Vasco, e vuole ricostruire in parte gli avvenimenti di quel tragico Marzo 2016, con un focus sui sentimenti che questo fatto ha aperto nelle coscienze di tutti. 


IL FATTO
Manuel, un ragazzo di ventinove anni, studente fuoricorso di giurisprudenza, eterosessuale, è in macchina con suo padre. Si stanno recando al funerale di un parente nelle Marche.

A circa duecento chilometri di distanza da Roma, il padre non può fare a meno di notare che quella mattina, suo figlio, sia particolarmente taciturno, così gli rivolge qualche domanda a riguardo.

Manuel, con estrema calma, risponde di essere in quello stato perché ha fatto uso di cocaina e di avere compiuto un omicidio insieme ad un suo amico, aggiungendo che il cadavere della vittima è ancora in casa sua. Il padre inverte la guida in direzione di Roma, mettendosi immediatamente in contatto con l'avvocato di famiglia.

Nell'appartamento di Manuel, al Collatino (periferia est di Roma), i carabinieri trovano il corpo massacrato di un ragazzo di 23 anni, si chiamava Luca, veniva da La Storta (periferia nord di Roma). Il cadavere di Luca è disteso sul letto, avvolto in un piumone.

Manuel ammette subito la propria responsabilità in quel crimine ed indica come suo complice Marco, un ragazzo di trent'anni, laureato con master all'estero, organizzatore di feste, di aperitivi, grande fan di Dalida, omosessuale.

Marco viene trovato in una camera d'albergo dove ha messo maldestramente in scena un tentativo di suicidio sulla falsariga di quello di Dalida, con "ciao amore ciao" cantata da Dalida a tutto volume come colonna sonora.

Manuel e Marco dichiarano di aver attirato la vittima in quell'appartamento perché avevano intenzione di fare del male a qualcuno e di aver torturato Luca fino alla morte, sopraggiunta soltanto dopo due ore di sevizie indicibili, semplicemente perché avevano voglia di vedere l'effetto che fa.
Gli scenari che emergeranno da questo momento in poi, sono tra i più allucinanti e disturbanti che la cronaca ricordi.



Note dell'autore GIOVANNI FRANCI
Prima di iniziare a lavorare su questo testo, mi sono fatto alcune domande, mi sono chiesto: cosa ho in comune con Manuel e Marco, ovvero, con i due assassini?
Manuel e Marco sono nati e cresciuti a Roma, come me. Fanno parte della mia stessa generazione (trentenni con sensi di vuoto e vuoti di senso vari ed eventuali). Sono di buona famiglia. Hanno frequentato buone scuole. Hanno ricevuto una buona educazione e una buona istruzione. 

Sono cresciuti in un ambiente borghese (termine ormai desueto in tutto il vecchio continente tranne che a Roma), più o meno cattolico, democratico, perbene. 
Insomma, ho decisamente molte cose in comune con loro, così mi sono posto un'altra domanda:
Come è stato possibile che tanta buona famiglia, tanta buona educazione, tanta buona istruzione abbiano portato a un risultato tanto abominevole, disastroso, agghiacciante?

Domanda tanto retorica, quanto tremendamente chiara, ma non per questo ovvia, è la risposta.
Ancora un'altra domanda. Mi sono chiesto: cosa ho provato quando iniziarono ad uscire le prime notizie su questo massacro avvenuto a Roma, di prima mattina, in un appartamento al decimo piano del Collatino? 

Si parlava di un festino durato tre giorni culminato con l'omicidio di un povero ragazzo chiamato in quell'appartamento da due ragazzi allo scopo di prostituirsi in cambio di soldi e roba. Non ho dovuto fare nessuno sforzo per ricordare il senso di profondo malessere che ho provato in quei momenti. Quello stesso malessere mi ha accompagnato durante tutta la stesura del testo e in qualche modo lo avverto tuttora. Lo sento ancora adesso, forte e chiaro. 

Da quelle prime notizie, la storia di questo omicidio ha iniziato a riempirsi di particolari sempre più raccapriccianti, di rivelazioni sempre più incredibili e spaventose, trasformandosi in uno sconvolgente, desolante e, almeno per me inedito, viaggio nei meandri più bui dell'animo umano. Una vera e propria discesa negli inferi. Il malessere che ho provato e provo tuttora mi ha quindi ferito indelebilmente, forse proprio perché i protagonisti di questa storia sono così vicini a me, anagraficamente, socialmente e culturalmente parlando.
Ciò che più mi ha disorientato, credo non soltanto me, è la motivazione del delitto, cioè l'assenza di motivazione. 

La vittima viene uccisa allo scopo di vedere che effetto fa uccidere un essere umano. Uno a caso. A questo proposito riporto un estratto dell'articolo di Nicola Lagioia, apparso il 1 aprile 2016 su Il Venerdì di Repubblica, a cui sono molto grato per avermi aiutato a trovare una direzione per affrontare questa drammatica storia: qualcuno, dopo l'omicidio di Luca, ha invocato la pena di morte. Il problema di Manuel e Marco mi sembra però quello di due individui mai nati per davvero, identità rimaste intrappolate a uno stato larvale. È probabile che Manuel Foffo non avrebbe ucciso se non avesse incontrato Marco Prato e viceversa. L'incontro di due impalcature così fragili è stato letale: una è precipitata addosso all'altra, entrambe addosso al povero Luca.

Quando un cronista che segue il caso mi chiede in un raro momento di pausa a quale romanzo mi fa pensare il rapporto tra i due assassini, rispondo istintivamente Frankenstein 2016. Dove Prato è lo scienziato cialtrone che gioca con il fuoco, e Manuel un vaso di Pandora che una volta scoperchiato genera una violenza da cui anche il primo si lascia contagiare. In tutto questo, le droghe svolgono un ruolo molto importante. Poi ci sono i genitori. Le colpe dei figli non ricadano sui padri, ma con padri diversi chissà se saremmo a questo punto.

Ascoltando Ledo Prato e Valter Foffo, i genitori di Marco e Manuel, mi sono fatto l'idea di una catena di mancanze. Due padri che a propria insaputa schiacciano i figli (venendo meno, senza nemmeno accorgersene, al dovere di farne degli adulti) e due figli che si sottraggono vigliaccamente al dovere di non lasciarsi schiacciare. Quando Valter dice «a noi Foffo non ci piacciono i gay, ci piacciono le donne vere. Mio figlio non è da meno», non si rende conto di sognare la castrazione simbolica di Manuel, il suo totale annullamento, non perché suo figlio sia o meno gay, ma perché nelle parole del padre non è un individuo autonomo, è confuso in quel «noi Foffo» persino per un aspetto così intimo come l'orientamento sessuale.

Quando, una sera, raggiunto fuori dal suo ristorante, Valter dirà che gli dispiace tantissimo per i genitori della vittima anche perché Luca, essendo stato adottato, rappresentava per i Varani «il loro tesoretto», esprimerà, con identica mancanza di consapevolezza, l'idea che i figli siano tutt'uno col patrimonio di famiglia.

Ledo Prato, a propria volta, quando esce allo scoperto scrivendo sul suo blog un post in cui parla solo di sé, autorappresentandosi come un esempio di virtù («In questi lunghi anni ho cercato di trasmettere speranza, coraggio, fiducia, di costruire bellezza, di preservare i valori fondamentali [...] Quelli che vorranno ancora seguirmi sappiano che non riuscirò ad essere presente su queste pagine con continuità ma che non rinuncerò a niente delle idee e dei valori in cui credo») nominando suo figlio solo attraverso discorsi altrui, e non soffermandosi mai sulla vittima, non si accorge di essere lo speculare di Valter Foffo: vivendo il figlio come appendice di se stesso, recide linguisticamente il legame per timore che la macchia su Marco risalga fino a lui. Il tutto nell'assordante silenzio delle madri, che in questa vicenda non hanno mai ritenuto di dovere (o di potere?) prendere la parola.

L'identità di ognuno di noi non è compiuta. Ma in Manuel e Marco questo deficit supera il livello di guardia. Tutti ci illudiamo di essere migliori di come siamo realmente. Ma nei padri di Manuel e Marco la sopravvalutazione sfiora il parossismo, poiché dalla propria griglia emotiva e intellettuale questi uomini sembrano aver sradicato ciò che consente di trattare gli affetti col rispetto dovuto all'altro da sé, facendo scendere se stessi dal pianeta di chi si reputa incolpevole a priori. A contrario, qualcosa di Marco e Manuel, e dei loro genitori, risale a noi. Anche per questo, provare a entrare nelle loro teste è un dovere etico.

Senza tutta quella droga, Manuel e Marco non avrebbero ucciso Luca. Ma se la droga bastasse, soltanto a Roma avremmo centinaia di omicidi al giorno. La coca e il crystal meth, usati in quel modo, possono rendere molto aggressivi, ma prima ancora servono a reggere l'impalcatura identitaria se non sei riuscito a costruirtene una in grado di stare in piedi. Se hai lasciato che il tuo io rimanesse schiacciato (dal mondo, dai genitori, dalla vita) sarai un eterno affamato che pensa solo a estinguere il bisogno.

Manuel e Marco non sono in grado di vedere altro che se stessi. Io io io... Parlano di sé, del proprio dolore, delle proprie frustrazioni. Quando riescono a provare compassione, ancora una volta, è soprattutto per la propria persona. Io io io... Come se l'ossessiva menzione di un pronome personale compensasse la mostruosa insufficienza del suo corrispettivo reale. Se in fondo ti senti poco più di uno zero, ridurre l'altro a niente (ad esempio uccidendolo) può essere il mostro che porti dentro senza saperlo.

Infine, Luca Varani. Era un ragazzo. Ha avuto la sfortuna di rispondere a un sms. Quando Marco e Manuel l'hanno visto entrare nell'appartamento, «è scattato un clic», hanno capito che sarebbe stato lui la vittima. Non perché fosse un debole, ma perché la debolezza drogata e violenta dei carnefici poteva averla vinta solo sulla fragilità, che è cosa ben diversa. Nel racconto di amici, conoscenti, ex professori, Luca era vispo, allegro, ingenuo, intelligente, teneramente logorroico, e aveva un grande bisogno di essere accettato dagli altri. In due parole: un mite. Aveva lasciato la scuola serale l'anno scorso senza diplomarsi, ma forse avrebbe recuperato in seguito. Anche lui cercava un posto nel mondo. Alla fidanzata, con cui era stato fino al giorno anteriore alla sua morte, hanno dovuto spiegare prima che era morto, poi che l'avevano ammazzato in quel modo, e infine che secondo gli assassini Luca era lì per prostituirsi.

Gli amici di Manuel ritengono impossibile che Luca si vendesse. Al massimo, affermano, era lì perché credeva di arrotondare spacciando un po' di coca. Qualche conoscente, per ribadire l'eterosessualità della vittima, mostra post non proprio teneri verso gli omosessuali che Luca aveva messo su Facebook. Gli si potrebbe rispondere che l'omofobia dei prostituti occasionali è un vecchio classico. Ma il punto non è questo. Il punto – mi sentirei di dire ai giovani amici di Luca – è amare Luca qualunque cosa sia successo. Amatelo se per ingenuità ha commesso un errore, se era andato dai suoi assassini per rivendersi due grammi di coca. Se invece verrà fuori che le cose sono andate come oggi credete sia impossibile, amatelo lo stesso. Accettate che oltre una certa soglia siamo sconosciuti gli uni agli altri, che chi ci è accanto può avere zone d'ombra, e non per questo possiamo smetterle di amarlo. Accettate di essere insufficienti voi, di non potere o non sapere leggere ogni cosa della persona a cui volete bene, dal momento che, essendo però riusciti a vedere in lui o lei ciò che è essenziale, sarete forti di un amore che non verrà tradito. Solo restituendo con coraggio all'altro un profilo quanto possibile compiuto e fedele, saprete meglio chi siete voi stessi. Allora sentirete la bellezza di essere diventati adulti. E se lo siete già, ne uscirete rafforzati. Saprete benissimo dove andare, sentirete forte e chiara la direzione, pur nel ventre di una città, Roma, che per adesso ne è schifosamente priva.


OFF/OFF THEATRE FESTIVAL
Via Giulia, 20 – Roma - Info: +39 06.89239515 - +39 389.4679285 - offofftheatre.biglietteria@gmail.com
Costo Biglietti: intero 25 €; ridotto 18 €; 10 € per gruppi e under 26 – info@altacademy,it
Dal martedì al sabato h. 21,00 – Domenica h. 17,00

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