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Cinema e Teatro

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venerdì 29 ottobre 2010

TEATRO ALLA MODA. Museo Fondazione Roma dal 5 novembre 2010




 IL TEATRO ALLA MODA
Costume di Scena. Grandi Stilisti
Roma, Fondazione Roma Museo
5 novembre – 5 dicembre 2010
a cura di Massimiliano Capella




Una grande esposizione dedicata alla Moda per il Teatro sarà alla ribalta sulla scena romana.

La mostra è promossa  da Altaroma, dalla Fondazione Roma e dai Musei Mazzucchelli di Brescia, ed è prodotta e organizzata con Arthemisia Group, vedendo attuarsi una partnership inedita tra mondo dell'arte e della moda.

A cura di Massimiliano Capella, Il Teatro alla Moda è l'occasione per ammirare cento costumi or iginali realizzati per famosissime rappresentazioni teatrali, operistiche e coreutiche, da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali Gianni Versace, Roberto Capucci, Emanuel Ungaro, Fendi, Missoni, Giorgio Armani, Antonio Marras, Romeo Gigli, Alberta Ferretti, Valentino, Enrico Coveri.

Abiti unici, come opere d'arte, saranno esposti insieme a bozzetti, figurini e a rari documentari video dei relativi spettacoli per ripercorrere uno dei momenti più glamour del teatro internazionale moderno.

L'affascinante liason tra Moda e Teatro risale alle Avanguardie e alla condivisione delle arti del primo Novecento ma si rafforza dai primi anni Ottanta in poi, quando nei cartelloni delle più prestigiose compagnie d'opera e balletto compaiono i nomi dei maggiori stilisti italiani le cui straordinarie creazioni si possono ammirare nel percorso dell'esposizione.

La mostra vanta il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero del Turismo, della Provincia di Roma e dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero; vanta inoltre il premio di Alta Rappresentanza della Presidenza della Camera dei Deputati, il contributo di Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, il supporto dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale e la collaborazione della Fondazione Cinema per Roma e della Fondazione Musica per Roma.


Main sponsor a sostegno dell'iniziativa è Barclays Wealth che insieme ai contributi privati di Enel, FPC Partners LLP, e agli sponsor tecinici Fnac e Samsung ha reso possibile questo straordinario evento nella città di Roma. La mostra sarà inoltre un evento charity grazie al coinvolgimento di Agenda Sant'Egidio, un'Associazione che ha la finalità di promuovere e favorire il sostegno di tutte le attività contro la povertà e l'assistenza promosse dalla Comunità di Sant'Egidio. Una quota dell'importo dei biglietti d'ingresso alla mostra sarà devoluta all'Associazione.



Sede
Fondazione Roma Museo
Via del Corso 320, Roma
T 06 6786209
www.fondazioneromamuseo.it


Orari
Tutti i giorni ore 10.00 - 20.00
(la biglietteria chiude alle ore 19.30)


Biglietti
I
ntero 8,00 euro
Scuole 4,00 euro


Diritto di prevendita
Singoli  e gruppi 1,50 euro
Scuole 1,00 euro


Sito internet
www.teatroallamoda.it

Informazioni e prenotazioni
T 199 500 200
(da lunedì a venerdì ore 8.00 - 20.00,
sabato ore 8.00 - 13.00)

Biglietteria on line
www.vivaticket.it


Ufficio Stampa Arthemisia Group

Alessandra Zanchi
M +39 3495691710 - az@arthemisia.it
Ilaria Bolognesi
+39 3939673674 - ib@arthemisia.it
T +39 026596888 T +39 0721370956
press@arthemisia.it

TELEMOMO' LIVE ANDREA COSENTINO

Sabato 30 ottobre ore 21.00

Teatro Capocroce Frascati 

TELEMOMO' Live

di Andrea Cosentino

Ingresso 8 € 

Prosegue al Teatro Capocroce di Frascati la rassegna di nuove arti performative Limited Edition, con lo spettacolo che vede protagonista Andrea Cosentino, che porta in scena Telemomò Live. Lo spettacolo è previsto sabato 30 ottobre 2010 alle ore 21. Limited Edition è un evento ideato e realizzato da Karta Bianca - Agenzia per la Cultura, con il contributo della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio e il Patrocinio del Comune di Frascati. Direzione artistica Francesca Carusotti. 

Telemomò è uno spettacolo-format, ovvero il definitivo rovesciamento della televisione che, da piazza virtuale che invade e colonizza il telespettatore ridotto a individuo passivo e impossibilitato a interagire, ritorna – pur in una sua versione "teatrale" e abbassata - al centro di una piazza vera reinventandosi ludicamente una propria dimensione pubblica e per questo politica.

TELEMOMO' è la seconda volta della televisione. È televisione a filiera corta, autarchica, ecologica e interattiva. È il disvelamento esilarante della povertà del linguaggio televisivo, con il suo bagaglio di campi e controcampi, primi piani espressivi e dettagli significativi, che viene mimato mediante la povertà materiale di un teatrino d'animazione artigianale. Un cavalletto sul quale è fissata la cornice bucata di una televisione, tanto basta per rappresentare sceneggiati, telegiornali, documentari e pubblicità. Il montaggio è il dentro-fuori di primi piani reali e bambole di plastica di mezzibusti televisivi fatti di barbie senza gambe, e ancora parrucche, giocattoli, pezzi di corpo e brandelli di oggetti. Telemomò è anche il pulpito dal quale lanciare "autorevolmente" improbabili proclami politici e surreali analisi sociologiche. "Se la televisione ha fatto l'Italia di oggi, di lì si dovrà passare per disfarla" 

Andrea Cosentino  Attore, autore, comico e studioso di teatro. Tra i suoi spettacoli 'La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce', il 'dittico del presente' costituito da L'asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l'apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momò-avanspettacolo della crudeltà e Primi passi sulla luna. In questi ultimi lavori si avvale della collaborazione registica e drammaturgica di Andrea Virgilio Franceschi e Valentina Giacchetti. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbr-circuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. E' promotore del PROGETTO MARA'SAMORT, che opera per un'ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso una ricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme espressive subalterne.

Ufficio del Portavoce

telefono 06/94184272 - 347/9913250

           e-mail portavoce@comune.frascati.rm.it       

Teatro Stabile Firenze: La Spallata. Casa delle Culture

Dal 4 di novembre al 29 gennaio, tutti i giorni tranne martedì e mercoledì. Pausa natalizia dal 23 al 26 dicembre 

CASA DELLE CULTURE

Via San Crisogono 45 Tel. 0658333253 

Teatro Stabile di Firenze e Tauma Produzioni

"La Spallata"

di Gianni Clementi 

con

Cloris Brosca, Elisabetta Piccolomini, Roberto Valerio,

Giovanni Costantino, Maurizio Caste, Federica Bern, Ilario Crudetti                                                                                         

Regia

Roberto Valerio 

LA SPALLATA di Gianni Clementi racconta la storia di una goffa impresa: il tentativo di avviare un'agenzia di pompe funebri.

Nella commedia si respira l'ansia dei personaggi di partecipare al boom economico che li circonda, l'aspirazione al benessere e alla felicità data dal denaro, la rincorsa al consumismo sfrenato, al cinema americano, la convinzione che apparire sia più importante che essere.

Ambientata nel 1963 nella periferia degradata dei quartieri popolari di Roma, narra le vorticose vicende di una famiglia del sottoproletariato urbano. Il microcosmo della famiglia per raccontare la frattura storica di un' Italia che proprio in quegli anni subiva una radicale trasformazione sociale e gettava le basi della nostra epoca contemporanea.

La scrittura di Gianni Clementi è leggera, comica ed al tempo stesso amara, degna delle migliori penne degli sceneggiatori della commedia all'italiana. La regia ha come riferimento quella cinematografica, cercando di cavalcare sia il risvolto farsesco della vicenda sia il risvolto malinconico che è quasi sempre tipico della comicità autentica.

Una commedia divertente e amara che rispecchia le aspirazioni e le illusioni di allora, ma anche le aspirazioni, le illusioni e i fallimenti della nostra società contemporanea.

In una intervista del 1962 Mario Monicelli dice :"La storia della commedia, della commedia dell'arte, è popolata dalla morte, da presenze sinistre e maligne, da fallimenti di imprese maldestre, da miserabili morti di fame che nella imitazione di Arlecchino e Pulcinella, si arrabattano tutto il giorno in cerca di un espediente definitivo, di una trovata finale. I miei film sono spesso il racconto del fallimento di una impresa."

                    Roberto Valerio 

Costo biglietto: Intero 14€ - ridotto 12€ - Universitari: 6€ 

Roma.TEATRO DUSE: VI DICHIARO MARITO E MOGLIE DAL 28 OTTOBRE AL 7 NOVEMBRE 2010, ore 21,Teatro Duse Via Crema 8,Roma

VI DICHIARO MARITO

E MOGLIE 

commedia di Anna Fraioli 
Con Lorenza Ferraro,

Anna Fraioli, Christian Galizia, Marco Funaro, Carlo Tollo. 
Regia Fulvio Calderoni
 
 

  DAL 28 OTTOBRE

AL 7 NOVEMBRE 2010

ore 21

Teatro Duse Via Crema 8

Roma

 

La commedia, oltre ad illuminarci sulla vera origine del matrimonio, e a rivelare, attraverso un saggio dotto, che la prima creatura a nascere sia stata la donna e non l'uomo... ci farà immergere in momenti di vera follia matrimoniale. Tutto con grande ironia e comicità...L'occhio divertito con cui si guarda ai coniugi, permette di ridere e di sdrammatizzare tanti momenti di vita quotidiana... 
 
Dal 28 ottobre al 7 novembre (dal giovedi alla domenica ore 21

  • domenica pomeridiana ore 18 )Teatro Duse via Crema 8
    • La vedi...la osservi...ci provo?...quanto è dolce...ti innamori...la baci...sei fidanzato...ti presento mamma...viva gli sposi!!!...vi dichiaro marito e moglie...per tutta la vita...viaggio di nozze...nido d'amore...oddio cos'è? il pigiamone che mi ha regalato mamma...bello...guardi la partita con me domani? non so...d...evo andare al centro commerciale...mi accompagni amore...? 
      E per la prima volta verrà svelata la vera origine del matrimonio...
       
      (Anna Fraioli)
     

    Uff Stampa

    Laura Mauti

    345,644,1115

    ufficiostampa.mauti@gmail.com

Teatro di Documenti: Roberto D' Alessandro Mostra personale di teatro

IL TEATRO DI DOCUMENTI – CTM - IL CAPOMASTRO –

KOSTANT LEE STUDIO - OPITHEATRON 

PRESENTANO 

MOSTRA PERSONALE DI TEATRO

di ROBERTO D'ALESSANDRO 

IL TEATRO DELLA STORIA 

DAL 5  NOVEMBRE AL 5 DICEMBRE 2010 

TEATRO DE DOCUMENTI

www.teatrodedocumenti.it 

Via Nicola Zabaglia, 42 ("Testaccio") Roma.

Info e prenotazioni: tel. 06.5744034 

www.robertodalessandro.it

http://www.robertodalessandro.it/drammastorico/mattiapreti.htm 
 
 

Una Mostra personale di teatro di Roberto D'Alessandro, drammaturgo che propone quattro drammi storici che mettono al centro grandi personaggi, da Federico II a Mattia Preti, da Maria Callas ai maggiori esponenti del romanticismo inglese. Tra le particolarità di questa mostra vi è la concentrazione di quattro spettacoli nella stessa serata, alle ore 20.45 e poi alle 22.00 
 
 
 
 
 

Ufficio stampa Maria Fabbricatore

mariafabbricatore@yahoo.it

cell. 333.2182055 
 

IL CAVALIER CALABRESE, la vita di Mattia Preti raccontata da lui medesimo,

testo e regia di Roberto D'Alessandro 

Con Roberto D'Alessandro e Alida Pantone 

DAL 5 NOV AL 5 DICEMBRE 2010 ORE 22.00 

Un custode di un museo durante la visita di una turista crede di essere il pittore di cui sta custodendo il quadro e così come per miracolo, diventa Mattia Preti

Solo un miracolo poteva permettere ad un artista vissuto più di trecento anni fa, di gridare le proprie ragioni – le ragioni dell'arte – di fronte a un pubblico di oggi. Nello spettacolo "Il Cavaliere Calabrese", questo miracolo si avvera ("spettacolo" e "miracolo", a ben guardare, hanno la stessa radice etimologica) e Mattia Preti, maestro della pittura seicentesca, si materializza in teatro. Benché la sua opera fosse tutta dedicata alla divinità, l'artista è pervaso di umane passioni e si infiamma nel raccontare, come nessun critico saprebbe fare, la sua vita e i suoi capolavori. Lo spettacolo non pretende di fare dottrina, ma di raccontare in prima persona la storia di un uomo che sulla tela spese fino al suo ultimo respiro.

Uno spettacolo di grande suggestione per raccontare un secolo (il '600) in un grande artista che lo racchiude i n 70 anni di attività. 

BREVI SUL PITTORE

Mattia Preti nasce a Taverna il 14 febbraio 1613. All'inizio degli anni '30 migra a Roma, presso il fratello maggiore Gregorio già avviato alla pittura.  
Nel 1642 l'investitura che gli valse il titolo di Cavaliere di Malta permette all'ormai apprezzato artista di avere frequentazioni di rango nel proprio campo oltre che nell'àmbito sociale.  
Dal 1653 il pittore soggiorna a Napoli ove esegue cospicue serie di affreschi e numerose pale d'altare, divenendo personalità di spicco nella città.  
Nel 1661 è richiamato dal Gran Maestro dell'Ordine, il Cottoner, a Malta, dove si stabilisce e si impegna come pittore ufficiale dei Cavalieri dell'Ordine nella decorazione della cattedrale di San Giovanni a La Valletta e in numerose tele per le chiese dell'isola. Fino al 1699, anno della sua morte, produce a Malta una mole di opere di oltre 400 tra tele ed affreschi. Dal 1672 realizza numerose tele nelle chiese della natia Taverna, molte delle quali sono esposte nella chiesa di
San Domenico e nel Museo Civico. La pittura è stata per Mattia Preti l'essenza della sua vita ed il tramite per avvicinarsi a Dio, tanto che amava dire ai poveri che considerava tanto: "per voi dipingo, non avendo per me bisogno di nulla". Numerosi gli studi condotti sulla sua produzione pittorica.  
 
 

DARKNESS take 2,

La notte in cui nacque Frankestein,

testo e regia di Roberto D'alessandro.

Con Diletta Acquaviva, Andrea Carpiceci, Marco Ciaccia, Sara Cioffi, Marco Palvetti, Sara Putignano, Josef Quinci, Giorgia Visani.

DAL 7 NOV AL 5 DICEMBRE 2010 ORE 20.45 

Una compagnia di giovani attori decide di provare a rappresentare, in una chiesa sconsacrata, il loro spettacolo Darkness, lo  fanno per cercare delle suggestioni che poi potranno essere utili in teatro, per cercare meglio i personaggi, lo fanno per assecondare la loro determinata regista. 

E' la notte del 21 giugno 1816, ci troviamo a villa Diodati, sul lago di Ginevra dove due secoli prima aveva soggiornato il grande Milton. La villa è affittata da un altro nobile Inglese, Lord Byron, con lui ospiti e prigionieri della pioggia sono il suo medico personale William Polidori il poeta Shelley e la sua compagna Mary, la sorellastra di lei Claire e completa il quadro la domestica Justine,da sempre a servizio nella villa. L'allegra e trasgressiva combriccola passa la serata a consumare laudano e giocare a raccontarsi storie di paura quando all'improvviso accade qualcosa…. 

Finita la prova,  i ragazzi lasciano la chiesa e se ne vanno, ma nulla sarà mai più  come prima, perché quella  notte è successo qualcosa che li ha cambiati per sempre. 

Questa è la trama, il tema dello spettacolo è invece l'inquietudine come tratto emergente dell'età giovanile, quella dei romantici Inglesi come dei ragazzi d'oggi,

L'estate del 1816 quegli spiriti crearono immortali capolavori letterari, Mary Shelley scrisse il Frankenstein, Polidori scrisse il Vampiro, Byron scrisse Il Prigioniero di Chillon e Darkness, una delle sue più belle poesie, Percy Bysshe Shelley scrisse Il Prometeo Incatenato. Erano ragazzi, tutti fra i 20 e i 30 anni, come i nostri giovani attori della compagnia che sulle tracce dei grandi poeti Inglesi imparano forse a volare, ma imparano anche che il prezzo per farlo è molto alto. 
 
 
 

STUPOR MUNDI

Vita e leggenda di Federico II di Svevia

Di Roberto D'Alessandro.

Regia di Vittorio Chia.

Aiuto regia di, scene e costumi di di Donatella Giovannangeli.

Con Alessandra Fortuna Zimbellini, Leonardo Zambardella, Barbara Giordano, Antonio Pisu e Ferdiman

DAL 10 NOV AL 5 DICEMBRE 2010 ORE 22.00

Federico II è uno dei più controversi personaggi della storia, un Cristo redivivo per alcuni, un anticristo per altri. Una figura gigantesca del medioevo, avvolta per molti versi dal mistero: mago, scienziato, filosofo, poliglotta, naturalista, stratega, grande politico ed ultimo grande imperatore del Sacro Romano Impero. Avvicinandoci alla figura di Federico ne siamo rimasti affascinati, un uomo nuovo per il medioevo, aperto alla conoscenza e alla scienza, che anticipa quasi l'umanesimo, per altri versi un uomo del suo tempo legato ai riti ed alle tradizioni medievali. Il Sud del Regno italico conobbe sotto Federico II un'era di grande risveglio artistico e politico. In questo spettacolo desideriamo affrontare alcuni importanti momenti della vita e delle opere del personaggio senza la pretesa di essere precisi nella ricostruzione della storia minore ci permettiamo di avvalorare alcune suggestive tesi che forse appartengono più alla leggenda che alla realtà. Il risultato è un affresco di un uomo geniale che ancora oggi suscita ammirazione. 

Federico pare fosse molto amante delle donne, infatti oltre alle sue tre mogli ebbe un'infinità di altre concubine. Pare però che l'unica donna che veramente aveva conquistato il suo cuore, era una tale Bianca Lancia. Da lei ebbe tre figli. Fra questi Manfredi. Alla sua corte itinerante di poeti e letterati, scienziati e matematici, ebrei, arabi, cristiani e musulmani, gente di ogni razza, cultura e fede, vi era un grande letterato, Pier delle Vigne, logoteta dell'imperatore e suo grande amico. Ancora pare che allorché Bianca Lancia restò incinta di Manfredi, l'imperatore, adombrando il dubbio che il figlio non fosse suo ma di Pier delle Vigne, fece rinchiudere la donna amata in una torre a Gioia del colle e fece accecare Pier delle Vigne. L'amico in seguito all'accecamento, come ci racconta Dante, si uccise, adducendo la sua sfortuna alle calunnie. Bianca Lancia aspettò invece pazientemente di partorire, dopodiché compì un atto che convinse Federico della sua fedeltà: pose il nascituro su di un vassoio e lo inviò al suo signore, ma a fianco del neonato vi pose, recidendoli, anche i suoi seni. Resosi conto dell'errore Federico si reca alla torre e   sposa Bianca Lancia, rendendola così regina nei sui ultimi istanti di vita.

VISSI PER MARIA

la vita di Maria Callas raccontata dalla sua governante Bruna 

monologo originale di Roberto D'Alessandro. 

Regia di Ilza Prestinari. 

Con Siddharta Prestinari 

DAL 9 NOV AL 5 DICEMBRE 2010 0RE 20.45 

Ci troviamo davanti ad un portone con su scritto MARIA CALLAS. Bussiamo, ci apre una signora molto anziana che ci fa accomodare, è contenta di vederci. "Madame" - cioè la signora Callas – "non c'è, sta per arrivare". Nel frattempo possiamo sederci ed ascoltare il suo racconto mentre ci prepara un tè

La donna che parla è Bruna, fedele governante di Maria Callas, al suo servizio dal 1953 al 1977, Bruna è stata l'ombra della Callas e come una Vestale, ne custodisce la memoria, i ricordi, l'idea di una donna che ha rappresentato tutta la sua esistenza, per la quale la sua vita ha avuto ed ha ancora una ragione che va al di là del semplice esistere.

Cos'è un mito?

Nelle religioni, è la narrazione sacra di gesta e origini di dei ed eroi.

Può essere l'Esposizione di un'idea sotto forma allegorica: il mito della caverna in Platone.

Può essere un'utopia, illusione: la sua fortuna è solo un mito.

Per estensione è l'immagine idealizzata di un evento o di un personaggio che svolge un ruolo determinante nel comportamento di un gruppo umano.

Una leggenda.

Maria Callas è tutto ciò. La sua statura artistica ha diviso il mondo dell'opera in avanti Callas e dopo Callas, la sua capacità d'interpretazione ha strappato la scena operistica all'affettazione dei gorgheggi fini a se stessi, ella è riuscita a dare un'anima ai personaggi del melodramma, mostrando sui palcoscenici di tutto il mondo un'anima in una voce. La Callas non era una voce in una donna, bensì una donna con una voce, Così la sua vita al di là della leggenda, si consumò nella tragedia, vissuta in maniera totale, da eroe.

Esattamente questa dimensione mitica ha Bruna della Callas, così ce la racconta con un fervore, una passione quasi religiosa, soffermandosi maggiormente sul tormento della sua anima, e questo tormento aveva un nome, Aristotele Onassis.

Alla fine ciò che ci racconta Bruna è una grande storia d'amore, l'incontro fra due Titani, la loro tormentata relazione, il triste epilogo. Tutto concorre ancora di più a dare alla vicenda una sacralità mitica, pare sussurrarci che la felicità non è di questa terra se due Dei come la Callas e Onassis non hanno potuto essere felici, i perché sono imperscrutabili, ignoti anche al FATO che ineluttabilmente, senza clemenza, si attua.

Bruna Attende ancora il ritorno della sua "Madame", che però "non Cest pa ici" (non è più qui), L'aspetterà per sempre, perché si sente come la tessera di un puzzle che completa un mosaico, non poteva essere che così, forse anche perché in fondo sa anche che in questo modo si è conquistata un posto nella storia.

Della Callas si sa ormai tutto, sono stati scritte decine di biografie, allora perché uno spettacolo su di lei? Perché credo che questo sia un modo per aggiungere un punto di vista alla sua vicenda, all'eredità che ci ha lasciato.

Bruna rappresenta la semplicità, la quotidianità, quella contingenza davanti alla quale non è possibile valutare il genio, del quale tuttavia si avverte la statura, del quale si venera l'immensità di pensiero, la vastità delle imprese. Così ascoltiamo la storia che ci racconta e ci troviamo al suo fianco a spiare quasi con vergogna i palpiti di quel cuore, le sua felicità il suo tormento, tutta la tristezza del mondo. Alla fine il desiderio di vedere entrare dalla porta dalla quale siamo entrati noi Maria Callas, si fa irresistibile, ma la divina non può entrare, il suo corpo non è più fra noi, anche se lei è ancora in mezzo a noi, lei è un'idea, una leggenda, un mito. 
 
 
 

BREVI SU ROBERTO D'ALESSANDRO 

Roberto D'Alessandro è un Attore-Autore-Regista, che da vent'anni scrive e mette in scena testi teatrali. Diplomatosi al Laboratorio d'Arti sceniche di Roma, nel 1993 costituisce un gruppo che chiamerà I PICARI, con i quali realizzerà soprattutto spettacoli di repertorio napoletano, per poi aprire la serie degli spettacoli in 90 minuti (Tutta la bibbia in 90 minuti, l'Opera lirica, etc..). la necessità della ricerca di forme teatrali più mature lo spinge verso la commedia (Tre Uomini e un Babà, E pensare che eravamo comunisti, Un matrimonio all'Italiana), genere che predilige, d'antica tradizione Italica, che riesce a coniugare la risata con il contenuto ed il sentimento, spaziando nell'ampia gamma di capacità espressive che ha come attore. Da circa sei anni indaga una nuova linea drammaturgica, Il  Dramma Storico. La sua poetica teatrale cerca di coniugare la ricerca dell'espressione emotiva con contenuti storici o di tematiche sociali, sempre attenta tuttavia alla costruzione teatrale.  
 

mercoledì 27 ottobre 2010

La compagnia di danza Varitmés in scena con “Slegàmi",

Scandagliare i vincoli sentimentali e le molteplici connessioni spirituali, astratte, sensoriali, individuali e sociali. E’ una suggestiva esplorazione sul variegato mondo dei legami affettivi nella quotidianità della vita e dei suoi significati nell’arte, “Slegàmi", la nuova produzione della Compagnia di Danza Varitmès.
Inserito nella ambito della manifestazione “Avamposti Contemporanei 2010”, il progetto artistico ideato e diretto dalle coreografe Silvia Pietrangeli e Valentina Angius, debutta a Cagliari giovedì 28 ottobre al Centro Comunale d’arte Exmà in via S. Lucifero.

Nato dal desiderio di sondare con differenti linguaggi artistici il territorio comune dei sentimenti e delle emozioni per dare vita ad innovative modalità espressive, “Slegàmi" più che uno spettacolo in se, è un’intrigante interazione creativa e multidisciplinare all’interno della quale la danza ed il movimento si fondono con le arti figurative, i video e il teatro.

L’evento realizzato dalle due fondatrici della compagnia Varitmés con la collaborazione dei fotografi Francesca Zucca e Stefano Danesi, i filmaker Svart1 (Raimondo Gaviano) e Bruno Di Lecce e il make up artist Maurizio Calabrò, si snoda dalla prima giornata e in replica fino a domenica 31 ottobre, in due sale dell’ex mattatoio cagliaritano, in un percorso tra fotografie, video proiezioni, istallazioni e performance.

Questo itinerario si apre alle ore 18 nella prima sala del centro, con la mostra fotografica di Francesca Zucca e Stefano Danesi intitolata “Palindrome”. Negli scatti dei due fotografi sono riproposti i ritratti così come i movimenti, di Valentina Angius e Silvia Pietrangeli nella costruzione di una danza, di una storia. Comunque si guardino le immagini, il loro significato non cambia. Seguono nella stessa sala i video realizzati da Svart 1 (Raimondo Gaviano) intitolati “Silenzi Invisibili”, ”Se mi sciolgo” e “Onde gemelle”. Chiude la serie delle istallazioni “Corto Circuito”, video di Bruno Di Lecce in cui l’autore affronta la questione dell’immagine ri-utilizzando una serie di video di famiglia che coprono l’arco di due generazioni e dove rivisita in modo radicale il significato e il senso di partenza, “Corto Circuito” o il suo rovescio “Circuito Corto” si prestano appunto a molteplici interpretazioni.

Alle ore 20 nella seconda sala, invece, vanno in scena due performance di danza e due di teatro. Inizia Francesca Zucca con il monologo “Il colloquio” dove l’attrice-fotografa, affronta il tema del “doppio” inteso come maschera sociale, ossia come ruolo che la società attribuisce al singolo. La protagonista analizza il legame che una giovane donna trentenne ha col proprio ambito lavorativo ed il rapporto contrastante che ne consegue.

Subito dopo è il turno della coreografia “ Interferenze“ con l’accompagnamento delle musica originale di Svart1 (Raimondo Gaviano). Realizzata e interpretata da Silvia Pietrangeli e Valentina Angius, la performance “ Interferenze“, portata in scena lo scorso febbraio a Berlino, rappresenta l’inquietudine dei rapporti interpersonali nella nostra società contemporanea. Ciascuno dei due soggetti sono imprigionati da una catena indissolubile che lega uno all’altro. Trucco in scena di Maurizio Calabrò per Lancome e Francesca Giua.

A seguire di nuovo Francesca Zucca con il monologo “Actress in progress”, dove viene analizzato il rapporto fra attore e personaggio, intesi l’uno come il doppio dell’altro. Questo dialogo dell’attrice diplomata alla scuola di recitazione “Quelli di Grock” di Milano, è uno dei venticinque vincitori del premio letterario Racconti nella Rete 2010.

Il programma termina con “Black Line”, performance di danza realizzata e interpretata dalle due ideatrici di “Avamposti Contemporanei”nonché collaboratrici nel 2007 dello spettacolo “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” diretto da Pierfranco Zappareddu. Black Line è una performance sperimentale tra danza, disegno e musica, alla ricerca di un linguaggio originale ed innovativo. “Un'unica linea nera unisce, rincorre, segue, accarezza, anticipa i movimenti delle danzatrici. Corpi imprigionati tra rette, cerchi, segmenti e forme geometriche che lentamente acquistano vita autonoma e diventano scenari di mondi immaginari sui quali si srotolano sentimenti ed emozioni”.

Ideato e con la direzione artistica di Valentina Angius e Silvia Pietrangeli “Avamposti Contemporanei 2010 - Slegàmi” è realizzato con il contributo degli Assessorati alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna, la Provincia e il Comune di Cagliari.

Il prezzo del biglietto 8 euro



Info:
Compagnia di danza Varitmés
Valentina Angius
Silvia Pietrangeli
e mail: scrivici@varitmes.it
web: www.varitmes.it

Ufficio stampa:
Antonio Rombi
cell: +39 392 46 50 631
cell: +39 377 43 53 413
e mail: ant.rombi@gmail.com
e mail: antorombi@tiscali.it

martedì 26 ottobre 2010

Occupazione della Casa del Cinema. Assemblea generale del cinema italiano al Teatro Eliseo di Roma

Assemblea generale del cinema italiano al Teatro Eliseo di Roma - 25 Ottobre 2010

(Resoconto di Claudia Donzelli)

Dopo l'occupazione della Casa del Cinema iniziata venerdì 22, e divenuta presidio stabile grazie all'Associazione "Centoautori", si è tenuta oggi, 25 ottobre, al Teatro Eliseo di Roma un'assemblea dedicata a tutte le associazioni di categoria, "per ascoltare tutte le voci, a partire da quelle delle maestranze, e decidere anche le azioni di protesta da portare avanti al Festival di Roma", ha dichiarato all'Ansa lo sceneggiatore Andrea Purgatori. Sono intervenuti sul palco: Stefano Rulli di Centoautori, Riccardo Tozzi dell'Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive-Multimediali), Emidio Greco dell'Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Giulio Scarpati del Sai (Sindacato Attori Italiano), Enrico Di Mambro dell'Agis (Associazione generale italiana spettacolo), Daniele Cesarano della Sact (Scrittori associati di cinema e televisione), Elio Germano e Cinzia Mascoli di Artisti 7607, Silvano Conti della SLCGCIL, Roberto Perpignani della Fidac (Federazione italiana delle associazioni cineaudiovisive), Michele Consorti dell'Art (Associazione registi della fiction televisiva), Carlo degli Esposti dell'Apt (Associazione produttori televisivi); erano presenti per aderire alla protesta anche i rappresentanti sindacali delle troupes con Corrado Volpicelli, i ragazzi della Zero3, adattatori, doppiatori, gionalisti cinematografici, Carucci per la lirica, le industrie tecniche dell'Anica, i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, il sindacato scrittori, i doc/it, gli articolo 21 (per la libertà di espressione), il sindacato di scenografi e costumisti, l'associazione dei direttori della fotografia, dei tecnici del suono, di montatori, tecnici televisivi, l'Anart (Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali), la L.A.R.A. (l'associazione degli agenti degli artisti), l'Afic (Associazione dei festival cinematografici), la Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, quelli del Montaggio TV. Molti i volti noti, tra cui Alessandro Haber, Sabrina Impacciatore, attori di fiction e tv. Si è optato per l'Eliseo, grazie alla collaborazione del direttore Massimo Monaci, per avere più spazio, poiché alla Casa del Cinema è in corso il festival del cinema ebraico e israeliano; il presidio alla Casa del Cinema proseguirà comunque i lavori ogni giorno grazie alla disponibilità di comitati sorti per organizzare la protesta.

Michele Consorti dell'Art ha spiegato che il ministro non si è mai presentato alle audizioni per discutere i problemi esistenti; mentre all'estero si stanno aumentando o adeguando i fondi per il cinema, in Italia avvengono soltanto drastici tagli, che non sono "produttivi", ha aggiunto Emidio Greco dell'Anac, ma "improduttivi" perché causano povertà togliendo lavoro a migliaia di famiglie. Cinzia Mascoli ha presentato l'Associazione Artisti 7607, che si rifà alla data dello Statuto europeo degli artisti, e che è nata con la caduta dell'Imaie che rappresentava circa 70.000 artisti, a causa delle procedure dello stato; gli artisti stanno cercando di organizzarsi per sopravvivere ad una situazione aberrante che non vede tutelati il proprio lavoro, la propria professionalità, nonché diritti legittimi riconosciuti all'estero, dato che "...un artista dà costantemente il proprio contributo alla società, l'arte è una forma potente di cura", e "...la dignità della vita non è rappresentata dalla pubblicità, che è invece in crescita, così come gli psicofarmaci"; oggi "i casting sono truccati, si sa già a chi andranno i ruoli...". Enrico Di Mambro dell'Agis ha appena firmato con i sindacati un protocollo che denuncia la crisi; i problemi più gravi sono la riduzione del FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo, e i tagli del tax credit e del tax shelter; il fondo per il cinema è praticamente azzerato, il tax credit e tax shelter erano tra i pochi provvedimenti positivi degli ultimi anni, ma con tempi medio-lunghi per generare qualche effetto, poiché non c'è il tempo di reperire dei finanziatori esterni. Di Mambro sottolinea che in Francia, dove il digitale esiste da pochissimo tempo, il governo ha stanziato milioni di Euro per la digitalizzazione delle sale cinema permettendo loro di sopravvivere, facilitando la distribuzione e abbassandone i costi. Scarpati parla invece di "un attacco generale del governo alla cultura, che è manifesto nei tagli operati alla ricerca, alle università, alla scuola"; Bondi ha detto che non è stato informato, "e ciò dice molto sulla statura e competenza del personaggio". Il governo non fornisce interlocutori a cui rivolgersi. Gli attori soffrono per la delocalizzazione delle produzioni italiane: su un esempio di 100 attori, 10 lavorano in Argentina e Serbia perché sono protagonisti e si investe sui loro spostamenti, ma la massa resta a casa. Riccardo Tozzi dell'Anica precisa che la fiction è stata ancor più penalizzata dalla delocalizzazione e dai tagli ai fondi; il tax credit e tax shelter hanno salvato finora un po' il cinema. Hanno studiato il "moltiplicatore di investimento", ovvero cosa si è prodotto come ricavo da un investimento: loro sostegono 2, lo stato addirittura 3! significa che i redditi e le tasse per lo stato aumentano, perciò investire nella produzione conviene; anche nella distribuzione, però distribuire in digitale costa pochissimo e garantirebbe la rimessa in uso in Italia di molte sale anche in piccoli centri sprovvisti di intrattenimenti culturali, che sarebbeo così rivitalizzati. I settori di punta di un paese civile sono infatti la ricerca, la tecnologia, la cultura, la scuola; Tozzi sostiene che tutto ciò non dipende tanto da Bondi ma da Tremonti, dal ministro dell'economia, ovvero il fatto di portare avanti una capacità di progetto. A questo punto, dal palco, Tozzi si sofferma sulla bellezza del Teatro Eliseo, e in quel momento sentiamo un vagito in sala; Tozzi commenta: "anche questo è molto bello, sembra quasi un augurio". Prosegue: "stiamo rivendicando la possibilità di sviluppo per l'intero paese, non solo per il nostro settore". Daniele Cesarano, sceneggiatore, riflette sul miracolo di vedere sul palco associazioni che spesso sono state in conflitto, segno che la crisi è generale, e insiste sulla necessità di porre domande al governo: perché abolire il tax credit e tax shelter? La delocalizzazione penalizza anche gli sceneggiatori, infatti se quello che lui scrive per l'Italia viene girato in Argentina con attori quasi tutti stranieri e va male, anche il suo lavoro ci perde perché il prodotto non è credibile. Ha partecipato all'occupazione della Casa del Cinema, poiché è contrario alla "memoria di Giunta", ovvero alla decisione di appaltare la gestione della Casa del Cinema a degli affaristi, decisione che ha fatto da detonatore alla protesta: "...siamo moderati che vogliono solo porre un problema e avere risposte, la cultura dovrebbe essere il volàno di questa società", ovvero si dovrebbe approfittare della spinta trainante della cultura italiana, come è accaduto per secoli, per rialzare l'economia. Improvvisamente tra il pubblico prende la parola l'attore Emanuele Cerman, che contesta il fatto che i film spesso vengono realizzati ma poi non escono nelle sale, non vengono distribuiti, che i soldi per il cinema vengono rubati, che i festival sono corrotti, che spesso ai concorsi la giuria siede "come i maiali della Fattoria di Orwell" e non si preoccupa di analizzare il materiale inviato, che spesso a giudicare ci sono le mogli "che starebbero meglio in tv a fare le t....* a Markette!" L'atmosfera è incandescente e altri tra il pubblico, esasperati, propongono di fermarsi tutti dal lavoro per provocare un blocco totale della televisione. Interviene a moderare il documentarista Federico Schiavi della Doc/it, che sdrammatizza sui "Don Camillo e Pepponi" in sala. Si concentra poi sulla televisione italiana, della quale si nota "...una regressione culturale, operata progressivamente in modo programmatico"; il documentario, in particolare, basato su fatti reali, è il genere più esposto alla censura politica e ai boicottaggi. Per lui non esiste un problema di miopia economica da parte dello stato, infatti chi è al potere è diventato quello che è proprio grazie ai media e sa che con gli audiovisivi "si fanno i miliardi", ma "taglia scientificamente, annichilendo le coscienze, eliminando i punti di vista diversi dai loro". Il paese diventa una barzelletta all'estero perché non reagisce o lo fa in modo debole; c'è da domandarsi perché i movimenti e gli allarmi del passato si sono spenti? La vetrina internazionale andrebbe usata perché se ne parli, la stampa estera almeno non è sottoposta alla censura italiana. Perché la Francia riesce a paralizzare il paese con la protesta e noi non possiamo? "Gli attacchi operati a Rai 3, spesso con metodi fangosi, o da anni al giornalismo con una virulenza che ha tolto punti di vista diversi e forti, causa un sabotaggio permanente alla cultura, alle espressioni artistiche e giornalistiche". Laura Delli Colli, che è stata per anni presidente del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani, aggiunge che 600 giornalisti che avevano ancora un contratto regolare sono stati licenziati e che anche la loro categoria si avvia al precariato, occorre quindi cercare di "rompere il muro di silenzio che impedisce di raccontare cosa sta avvenendo in questo paese". Andrea Purgatori commenta che se il ministro avesse impiegato un centesimo del tempo che ha dedicato al Lodo Alfano per occuparsi della cultura non saremmo arrivati a questo punto. Propone di occupare il tappeto rosso del Festival del Film di Roma, che inizierà a breve, per attirare l'attenzione dei giornalisti che latitano; è infatti curioso notare in sala una sola telecamera per pochi istanti, mentre mancano le reti televisive che avrebbero dovuto documentare un evento di questa portata; tuttavia è ormai risaputo che se una cosa non è registrata, non è documentata, non esiste. Massimo Monaci interviene dicendosi felice di ospitare l'iniziativa, un segnale che siamo vivi. Fa però notare "l'assordante silenzio degli operatori teatrali": dove sono quelli che rappresentano il teatro di prosa e lo spettacolo dal vivo? perché non siamo riconosciuti come lavoratori dal punto di vista formale delle leggi quando, ad esempio, l'Eliseo ha fatto 250.000 presenze l'anno scorso? perché la politica controlla il 70% di teatri e enti pubblici attraverso lobbies e clientelismo. L'unica soluzione per lui è fermarsi e chiudere i teatri; il Festival di Avignone si fermò tempo fa per 2-3 settimane finché furono riconosciuti i loro diritti.

Uno studente del Centro Sperimentale di Cinematografia fa notare che in Italia gli studenti e i giovani in genere sono considerati un problema, indipendentemente dalla loro specificità, e sono ricattabili perché non sono tutelati a causa di contratti precari, revocabili senza conseguenze, per cui se alcuni si ribellano sono facilmente sostituibili data la disoccupazione imperante. In America la Writers Guild si fermò, ma potè farlo perché è un'associazione potente. Aggiungono gli "Zero3", nati a seguito dei tagli al Fus, che vi è una tendenza generale in Italia all'"armiamoci e partite": loro furono lasciati soli a manifestare a Venezia, rischiando conseguenze e manganellate da parte della polizia. A questo punto interviene Bruno Torri, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, facendo notare che, per sua esperienza "mentre tutti siamo ormai d'accordo sulla diagnosi del problema, possono nascere divisioni sulle forme di battaglia da usare, mentre è fondamentale conservare l'unità per avere una forza contrattuale più decisiva. L'obiettivo di occupare il red carpet è quello di attirare l'attenzione dei media sul problema, ma non si intende bloccare la manifestazione culturale", come alcuni vorrebbero in sala; è essenziale il dialogo e il confronto con le parti politiche che "ci piaccia o no, sono al potere". Mario Carucci del CUB, sindacato degli esercizi cinematografici, ci informa che il Circuito Cinema e il gruppo Cecchi Gori "stanno tutti con le pezze", per cui hanno indetto uno sciopero delle sale cinematografiche per il 28 ottobre e una manifestazione alla Festa del Cinema; infatti, il Cinema Metropolitan sta chiudendo senza che nessuno dica nulla, perché i muri sono di Fininvest e lo stanno vendendo; loro hanno raccolto 7.000 firme anche tra il pubblico e le hanno portate all'Assessore alla Cultura Umberto Croppi, che li ha rimbalzati dal sindaco Alemanno: dal 5 maggio ad ora il sindaco non ha mai trovato tempo per loro "dato che il suo capo è Fininvest". Secondo lui l'unico modo per reagire sono gli scioperi, associando queste categorie ad altre che hanno problemi in Italia. I lavoratori del broadcast, cameramen, operatori, sostengono tuttavia che si possono anche mettere in rete filmati e notizie ma che il problema per i precari e i lavoratori in nero rimane proprio come scioperare: "...come scioperano quelli chiamati a giornata? se abbiamo aspettato questo baratro è per il timore di perdere anche quel poco di lavoro che abbiamo, perché poco è meglio di niente e si va avanti". Viene da chiedersi: questo tipo di contratti precari sono stati studiati anche per questo, per impedire alle nuove generazioni il diritto allo sciopero rendendole così impotenti nel difendere i propri diritti? (n.d.a.)

Si è dunque proposta un'azione concreta con la più alta rappresentanza del cinema italiano durante la serata di inaugurazione del Festival del Film, il 28 ottobre, in modo da sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi del settore. Questo il documento distribuito all'Eliseo con le ragioni della protesta. Il titolo, preso da un film di Comencini del 1960, è stato scelto come slogan simbolico da chi ha passato la notte di venerdì alla Casa del Cinema, e appeso come striscione sulla stessa: "tutti a casa" quelli che non rispettano i diritti e la creatività, ma anche l'augurio di poter tornare alla Casa del Cinema, le cui attività sono ora seriamente messe in discussione dalle nuove decisioni del Comune di Roma. (Per info: http://www.100autori.it/ ; La pagina su Facebook, attenzione alle imitazioni: http://www.facebook.com/pages/Tutti-a-casa/160095717356427 )

                                                     TUTTI A CASA

IL DOCUMENTO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA DELLA "CASA DEL CINEMA OCCUPATA"

Roma, sabato 23 ottobre. Il mondo del cinema e della televisione ha deciso, venerdì sera, di occupare la Casa del Cinema per fronteggiare una crisi finanziaria e industriale a cui si salda la pochezza di un governo che considera la cultura un elemento residuale e insieme di segno politico avverso di cui è auspicabile la chiusura per fallimento.

Come per l'informazione, la ricerca, la scuola, anche il nostro settore è stato smontato pezzo per pezzo, giorno dopo giorno: 1) Il taglio radicale del Fondo Unico per lo Spettacolo, che ha raggiunto il minimo storico; 2) il rinvio sine die di una nuova legge cinema, superata da un non meglio precisato decreto Bondi; 3) il decreto Romani che ha fortemente ridotto gli investimenti nella produzione cinematografica italiana; 4) la riduzione del 30% degli investimenti nella fiction italiana, mentre il mercato pubblicitario è in ripresa; 5) la delocalizzazione sistematica e crescente delle nostre produzioni televisive; 6) il mancato rinnovo del tax credit e tax shelter.

A questo si è aggiunta la notizia che il Comune di Roma ha approvato una memoria di giunta dove si dispone una radicale revisione del modello gestionale della Casa del Cinema. In particolare, la figura del Direttore Artistico verrebbe sostituita da un comitato di 7 membri, di cui 5 "che apportino un contributo di almeno 50.000 euro annui". In altre parole, la Casa del Cinema sarebbe così appaltata ad un Comitato d'affari che gestirebbe questo spazio come meglio crede. A restare fuori a questo punto non saranno solo gli autori, ma il pubblico che ha aderito in tutti questi anni alle manifestazioni e rassegne gratuite.

Il mondo del cinema riunito in assemblea ieri notte ha deciso di dire NO. Un punto fermo, un atto simbolico per affermare che non accetta l'espropriazione dei suoi diritti: da quelli che gli autori sono costretti a cedere in blocco quando firmano un contratto, a quello di vedere la Casa del Cinema, nata dall'idea di uno dei nostri padri, Sergio Amidei, trasformata in una "casa d'altri". Un gesto simbolico per dire che ognuno di noi sente il dovere di fare la sua parte, di prendersi le sue responsabilità, ma anche un gesto concreto per affermare una reale volontà di cambiamento e avanzare proposte. Quest'anno le ore lavorate per produrre film e fiction si sono dimezzate. E un intero comparto industriale è in ginocchio con la certezza della disoccupazione per migliaia di famiglie. Però è possibile invertire questo segno negativo.

Le proposte elaborate dall'assemblea sono:

Per il Cinema:

immediato e certo rinnovo del tax credit e del tax shelter
• approvazione di una legge di sistema che crei un Centro nazionale della cinematografia sganciato da qualsiasi controllo della politica; 
• un prelievo di scopo con il quale chi utilizza il cinema e l'audiovisivo italiani (televisioni generaliste e satellitari, provider e Telecom) reinvesta una parte dei profitti nella produzione nazionale e un prelievo sul costo del biglietto delle sale che inciderebbe per il 70% sui profitti delle major straniere.  
Reintegro del FUS, che può avvenire immediatamente e senza oneri per lo Stato semplicemente mettendo all'asta, come accade in tutta Europa, le frequenze del digitale terrestre che oggi vengono regalate a Mediaset
• Sostegno e difesa delle sale di città, spazio privilegiato del cinema italiano; 
• Promozione del cinema italiano all'estero;  
Divieto per i network televisivi di mantenere posizioni dominanti sul mercato con il controllo di produzione, distribuzione e sale
Salvaguardia e valorizzazione di un patrimonio storico come Cinecittà.

Per la televisione:

• Nascita di un mercato liberato dal monopolio di Rai e Mediaset; 
Riappropriazione dei diritti sulla fiction da parte di autori e produttori, in grado di creare un mercato internazionale per le opere televisive italiane; 
Utilizzazione dei canali del digitale terrestre e dei canali satellitari - molti dei quali sfruttano gratuitamente e illegalmente le nostre opere - come nuove opportunità di una pluralità narrativa; 
Obbligo di realizzare sul territorio nazionale la fiction finanziata con il soldi del servizio pubblico
Attenzione alla produzione e diffusione del documentario in tutte le sue forme.

Creazione e valorizzazione di uno statuto deontologico degli attori per salvaguardare la professione attoriale come mestiere. 

Per la Casa del cinema:

• chiediamo al Comune di Roma la revoca della memoria di Giunta che affida di fatto la gestione a una sorta di "comitato d'affari"; 
• La convocazione delle associazioni del mondo del cinema che si propongono come protagoniste della gestione della Casa e del suo indirizzo culturale.

Queste nostre richieste, per le quali siamo quotidianamente insultati, non hanno nulla a che fare con la difesa di privilegi, ma sono il minimo necessario per far ripartire un'industria che occupa oltre 250.000 lavoratori, che crea ricchezza per lo stato e cultura per il Paese, ed è già legge in tutte le nazioni avanzate d' Europa. "La cultura non si mangia", sostiene Tremonti. Ma, forse lui non sa, che permette a centinaia di migliaia di persone che lo producono di mangiare e che fornisce, a quei cittadini che si fanno pubblico, un nutrimento immateriale, eppure decisivo, fatto di emozioni e sogni, consapevolezza e senso dell'identità nazionale, per guardare la realtà con occhi nuovi e immaginare un paese migliore.

QUADRI UNICI AL MONDO GIUSEPPE ALBERGAMO e la frammentazione del francobollo


ARTE


EVENTO ECCEZIONALE All'interno della nota esposizione


Romafil 2010

che si terrà al Palazzo dei Congressi dell'Eur (a Roma, in Piazza Kennedy)

nei giorni 29, 30 e 31 ottobre con orari d'ingresso (naturalmente libero) 9:30 - 18:30 (chiusura anticipata alle 14:30 nella giornata di domenica 31).

Durante l'esposizione amata dai filatelici e seguita anche dal pubblico non addetto ma appassionato, ecco l'eccezionalità di una tecnica unica al mondo

scomparsa col suo creatore...



ESPOSIZIONE DEI QUADRI DI

GIUSEPPE ALBERGAMO


I suoi colori erano i francobolli,

il suo pennello erano le sue mani.

Il risultato era straordinariamente unico.


unico artista al mondo ad aver inventato la tecnica della frammentazione dei francobolli.

Con estrema e certosina pazienza Giuseppe Albergamo tagliava i francobolli, li divideva per colori per poi ricomporre sul cartone delle opere meravigliose.


biografia


Giuseppe Albergamo nasce a Messina il 16 marzo

del 1905 e muore a Roma il giorno del suo

ottantesimo compleanno.

Una sola data per nascere e morire.
Trascorre l'adolescenza nella sua Sicilia, a Favara,

in provincia di Agrigento, dove la famiglia si era trasferita nel 1907.
Frequenta la scuola con passione e intorno ai vent'anni è spinto all'altro capo del Paese, a Bolzano, dove si arruola nella nascente Regia Aeronautica militare con la qualifica di sottoufficiale.
E' in questo periodo che comincia a cimentarsi nella produzione di quadri realizzati con una tecnica originale: incollando francobolli, piccoli, variopinti frammenti con i quali realizza soggetti e strutture diverse.
Giuseppe racconta di essersi appassionato a questa forma di arte guardando e osservando - anche da lontano - la sua terra: piccole molecole di colore che "sposandosi" creano il mondo, la sua Sicilia.
Prosegue gli studi superiori a Bolzano e si diploma geometra nel 1930 a Padova. Si trasferisce subito dopo a Roma dove incontra la donna della sua vita, Iolanda D'Alessandro, che sposa nel 1934. Dopo tre anni nasce l'unico figlio, Alberto.
L'attività artistica subisce una brusca pausa durante la guerra. Ma il periodo che segue, la ricostruzione di un Paese pieno di speranze e progetti, è la scintilla di una intensa attività che dagli anni Sessanta porterà Albergamo a esporre le sue opere in importanti Mostre e Rassegne, quali quelle di via Margutta, Trinità dei Monti, Galleria Colonna, nonché la mostra della Filatelia, suscitando attenzione e stima anche oltre i confini dell'Italia.

tecnica

Il tempo che Albergamo impiegava per comporre un quadro fatto con migliaia di frammenti di francobolli, cambiava a seconda della grandezza, e dalla varietà dei colori utilizzati.
Per le opere più grandi occorrevano diversi mesi, a volte anche anni interi. Una parte fondamentale era la ricerca della "materia prima" ovvero dei francobolli stessi, che gli pervenivano dentro grandi buste, ma ancora attaccati a lettere e cartoline provenienti da ogni parte del mondo. Albergamo procedeva a staccarli in un modo semplice ed efficace: svuotava la busta dentro la vasca del bagno di casa, e aspettava che i valori bollati si staccassero naturalmente da soli. A questo punto li prendeva uno ad uno, li collocava su delle reti in attesa che si asciugassero, infine li separava a seconda del colore. Aveva così pronta una "tavolozza" di
colori per l'opera da fare.
Una volta disegnato il soggetto sul cartoncino, iniziava a posare migliaia di frammenti, minuziosamente tagliati, fissandoli con una speciale colla facendo un lavoro lungo e difficile.
I suoi colori erano i francobolli, il suo pennello erano le sue mani. Il risultato era straordinariamente unico.

Giuseppe Albergamo: Quadri con francobolli. Intervista al TG3

http://www.youtube.com/watch?v=rYVcOKe29GE


Giuseppe Albergamo: Quadri con francobolli

Dario Albergamo con Caterina Balivo

http://www.youtube.com/watch?v=9EEG4B1yNpU

Palazzo dei Congressi dell'Eur (a Roma, in Piazza Kennedy)

nei giorni 29, 30 e 31 ottobre con orari d'ingresso (naturalmente libero) 9:30 - 18:30 (chiusura anticipata alle 14:30 nella giornata di domenica 31).

INGRESSO GRATUITO


Contatti stampa

Laura Mauti

345,644,1115


il sito ufficiale


www.giuseppealbergamo.it


lunedì 25 ottobre 2010

Teatro LO SPAZIO Piu' niente da fare. Una commedia brillante e divertente




dal 2 al 7 novembre

Teatro LO SPAZIO


PIÙ NIENTE DA FARE ?


Commedia dolce-amara di

Mariella Pizziconi

con
 Monica Cecchini, Simona Ciammaruconi, Claudio Morici, Lavinia Orioni Profera, Siddhartha Prestinari

scenografia Arianna Braga aiuto regia Paola Borgia

luci Toni Tore


Un gruppo di donne di età compresa tra i quaranta ed i sessant'anni, di classe medio borghese, stressate da figli grandi ancora in casa, mariti in crisi, genitori bisognosi anziani ed autoritari, il "menage" familiare ed il lavoro, iniziano una terapia di gruppo presso il dott. Saffi un affermato psichoterapeuta, che però ben presto si rivela avere tutte le negatività che loro riscontrano nei rispettivi partners . Nello studio medico entrano in confidenza con Zilì, giovane segretaria extracomunitaria. Nel corso della terapia tutte si identificano in lei, che è alle prese con un fidanzato italiano più grande, eterno "peter pan" rozzo e manesco, di cui però è pazzamente innamorata.
Il gruppo di donne, riconoscendo negli errori della ragazza le proprie esperienze, fa di tutto per farle aprire gli occhi, ma senza risultato apparente. Nel corso delle sedute, dopo aver preso maggior coscienza di sé, colgono l'occasione di un disguido, causato involontariamente da Zilì, per sostituire la terapia con un incontro conviviale in pizzeria.
Mentre festeggiano la loro decisione e ritrovano la voglia di vivere, a sorpresa sono raggiunte anche dalla giovane segretaria, che ha una novità da raccontare...

Teatro LO SPAZIO

via locri 42 (via sannio)
 mart-sab 21.00 dom 17 e 30

info e prenotazioni tel 06.77076486 info@teatrolospazio.it

UfficioStampa & Comunicazione
 Chiara Crupi +39.3382006735  & Alberta Spezzaferro +39.3341010171                 





SATIRIASI. Teatro Trastevere, Stand Up Comedy

TORNA IL FENOMENO SATIRIASI

Stand Up Comedy's here!

"Satiriasi.L'Officina della Satira" nasce da un'idea di Filippo Giardina e Stefano Augeri.
La voglia di esplorare il mondo dello "Stand Up Comedy" il genere di comicità corrosiva che vede il comico/comedian solo con un' asta un microfono e il suo bagaglio di vissuto, ha incontrato subito il favore di moltissimi professionisti della comicità Italiana(Claudio Fois, Mauro Fratini,Francesco De Carlo, Daniele Fabbri, Tania Mattei, Velia Lalli, Pietro Sparacino,Saverio Raimondo, Francesco Lancia).
La scommessa è di testare dal vivo le possibilità di questa forma comunicativa che in tutto il mondo è sempre più florida e vitale, mentre in Italia fatte pochissime eccezioni non ha mai realmente attecchito.
La sfida è difficile, saranno in grado i comici di reggere il confronto con lo stile che ha sfornato maestri assoluti come Lenny Bruce, George Carlin, Bill Hicks e moltissimi altri?
Il pubblico Italiano è pronto a ridere di una satira adulta che si nutre di abissi marci e profondi e mina certezze e pregiudizi?
L'esperimento sta per partire, Lunedì 9 novembre si comincia, le risposte verranno in seguito.Così iniziava lo scorso Novembre 2009 quello che è poi diventato il

"Fenomeno Satiriasi".

La grande voglia di Stad Up Comedy e la sensazione che in Italia ancora nessuno avesse mai avuto il coraggio di affrontare un simile, ruvido, aspetto della comicità, ci ha spinti a provarci e con soddisfazione annunciamo il nostro secondo anno!!!!

Satiriasi è satira allo stato puro. Sociale, politica, di genere. E' satira, vera. Lontani dal cabaret sul palco c'è sempre e solo Un comico, una luce ed un microfono.

Sin dall'inizio abbiamo creduto in questo progetto e continuiamo a crederci. Abbiamo iniziato lo scorso novembre 2009, due lunedì al mese, fino ad arrivare a maggio in overbooking.

Aderendo ad un Manifesto noi Comedians , o come amiamo chiamarci, Operai della Satira, abbiamo iniziato questa avventura con umiltà, trepidazione e una grande voglia di farcela, onorando i nostri miti: Lenny Bruce, George Carlin, Bill Hicks.

Francesco De Carlo viene intervistato da L'Unità il 9 febbraio 2010

http://archivio.unita.it/archivio/navigatore.php?page=42&dd=09&mm=02&yy=2010&ed=nazionale&url=http://82.85.28.102/cgi

Hanno parlato di noi

http://www.rerosso.it/comedysubs/phpBB3/viewtopic.php?f=2&t=336

http://www.filippogiardina.com/2010/03/22/roberto-ragone-di-comedy-subs-recensisce-solerte-accidia/

http://www.liberalcafe.it/index.php/sunday/satiriasi-presenta-io-ho-paura/

http://www.saltinaria.it/eventi/spettacoli/7771-satiriasi-ciecotrofismi-daniele-fabbri.html

http://www.comedyplanet.it/spettacoli/47-laboratori/734-al-mads-di-roma-satiriasi-lofficina-della-satira.html

http://www.teatro.org/rubriche/eventi-lombardia/arriva_in_italia_lo_stand_up_comedy_satiriasi_l_officina_della_satira_20955

http://www.filippogiardina.com/2010/05/13/il-fatto-quotidiano-intervista-filippo-giardina/

il sito

www.satiriasi.com

le regole

http://www.satiriasi.com/il-manifesto/

http://www.satiriasi.com/le-regole/

http://www.satiriasi.com/comedians/

i video già on line

Francesco De Carlo

http://www.youtube.com/watch?v=gMBnDEG2obQ

Saverio Raimondo

http://www.youtube.com/watch?v=iJXhbYxHQVM

http://www.youtube.com/watch?v=aWcx3rUNS3w

Daniele Fabbri

http://www.youtube.com/watch?v=n-0OJHG0q8c

Pietro Sparacino

http://www.youtube.com/watch?v=XgMmM_SJKQY

Filippo Giardina

http://www.youtube.com/watch?v=_pW6j07q_YI

e molti altri ancora fanno parte della squadra

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Ufficio Stampa Laura Mauti

ufficiostampa.mauti@gmail.com 345,644,1115

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Per incontrare i ragazzi, i comedians o , come usano e amano chiamarsi loro, gli operai della Satira, l'appuntamento è alle 21 al Mad's un locale molto noto agli amanti della musica dal vivo a Roma, a San Lorenzo. Scendi poche scale e hai subito di fronte la sensazione di non essere a Roma, o meglio, di essere in quella parte di Roma frequentata da ragazzi uomini e donne che respirano aria diversa, aria nuova e concreta. Intorno ho persone che aspettano i comedians, ancora chiusi nel retropalco come ogni lunedì in cui si esibiscono. Si salutano, si abbracciano, si consigliano e ammoniscono, poi escono: si inizia!

Il sottofondo jazz che accompagna il pubblico nell'attesa, si abbassa. Inizia una bella musica allegra, il buio s'imterrompe e una luce diretta illumina l'unico microfono in scena. E' proprio vero: una luce, un microfono e un palco. Solo di questo ha bisogno un vero comedian, un comico che ha deciso di non fare cabaret, ma stand up comedy.

"Satiriasi.L'Officina della Satira" nasce da un'idea di Filippo Giardina e Stefano Augeri.
La voglia di esplorare il mondo dello "Stand Up Comedy" il genere di comicità corrosiva che vede il comico/comedian solo con un' asta un microfono e il suo bagaglio di vissuto, ha incontrato subito il favore di moltissimi professionisti della comicità Italiana(Claudio Fois, Mauro Fratini,Francesco De Carlo, Daniele Fabbri,Tania Mattei, Velia Lalli, Pietro Sparacino,Saverio Raimondo, Francesco Lancia).
La scommessa è di testare dal vivo le possibilità di questa forma comunicativa che in tutto il mondo è sempre più florida e vitale, mentre in Italia fatte pochissime eccezioni non ha mai realmente attecchito.
La sfida è difficile, saranno in grado i comici di reggere il confronto con lo stile che ha sfornato maestri assoluti come Lenny Bruce, George Carlin, Bill Hicks e moltissimi altri?
Il pubblico Italiano è pronto a ridere di una satira adulta che si nutre di abissi marci e profondi e mina certezze e pregiudizi? (fonte satiriasi.com)

Che bella atmosfera! Le risate si susseguono, tutte anticipate da uno sguardo di riflessione! Perché la comicità che si trova a Satiriasi è vera Stand Up.

La serata trascorre nel migliore dei modi, i ragazzi sono carichi e i loro testi sono geniali. Li incontro alla fine della serata, quando scendono e incontrano il pubblico, riflettono e commentano su quello che è stato detto, bevendo una birra tutti insieme.

E chiedo ad ognuno : Perché sali sul palco di Satiriasi?

Perché non hai deciso di fare il cabarettista, ma di fare Stand Up, poco conosciuta in Italia seppur una geniale forma di comicità mista a una riflessione sulla società.

Saverio Raimondo:

Salgo sul palco di Satiriasi per solleticare il cervello delle persone: credo sia una causa nobile; inolte mi va, e penso di essere capace a farloCon la mia satira non intendo giudicare nè esprime un'opinione -odio le opinioni: intendo analizzare e destabilizzare.

Pare che ci sia gente disposta a pagare perchè io salga su un palco. Non vedo perchè non dare il mio contributo affinchè giri l'economia.








Mauro Fratini :

Satiriasi è l'incontro con il pubblico mi obbliga a precisare , a cercare le parole giuste, i toni appropriati, i silenzi, le pause necessarie per rendere e comunicare un'idea, magari sbagliata, che gira nella mia testa e mi libera, almeno per un'attimo, dall'insensatezza, dalla decadenza, dalla vigliaccheria. In quel momento io sono il miglior Mauro possibile, direi il più vero.Ogni volta che riesco nell'impresa di afferrare un briciolo d'intelligenza e a rilanciarlo al pubblico avviene il miracolo della risata...incontenibile manifestazione di umana condivisione...l'energia che offro torna carica di felicità.

Daniele Fabbri :

Il motivo romantico è che, avendo un bisogno atavico di sentire gente ridere alle mie battute, mi costa meno raggiungere San Lorenzo che espatriare.

Il motivo nichilista è che ci vado perché un amico me l'ha chiesto.

Il motivo teleologico è che avrei rifiutato, se non fosse stato un palco dove si minano le basi della comicità italiota e della satira rassicurante; dove si gioca a palleggiare

con le bassezze umane conservandone la dignità, e dove ti affianchi ad altri comici ficcanti dei quali non sapresti mai stabilire con certezza il livello di marcia umanità a cui siano arrivati.

Tania Mattei

salgo sul palco di satiriasi per imparare e per mettermi alla prova con cose che non ho mai

fatto. Ma anche perchè sono un'insicura egocentrica e le risate del pubblico mi

esaltano e soddisfano il mio bisogno di approvazione. Le risate però non sono

affatto assicurate e questo aggiunge quel brivido di eccitazione e paura che

provo ogni volta che salgo sul palco.. non so come andrà, se rideranno oppure

no, se il pezzo funzionerà o meno, se tornerò a casa soddisfatta o frustrata..

in ogni caso avrò imparato qualcosa e mi sarò divertita!



Velia Lalli

Il palco di Satiriasi è il posto giusto per essere una donna. Non una signorina.

Su un palco di satira puoi andarci giù pesante, tirare fuori il disagio e lo sbigottimento verso i "canoni" della società e passare, in un istante, da disadattato a guru.

Salvo poi tornare a casa e sentirti ancora disadattato.

E' fantastico sentirli ridere delle stesse cose per cui, altrove, ti menerebbero.

Funziona come la psicoanalisi: quando ridono vuol dire che è vero!

Ho provato a dire le stesse cose seriamente: sai quanti sono scappati?



Stefano Augeri

Io satiriasi l'ho vista nascere.

Dico davvero, di satiriasi ho seguito tutta la gestazione: collaborare con Filippo alla stesura delle regole e del manifesto è stato come assistere alla prima ecografia del nascituro e vedere se ha il pisellino o la patatina. Satiriasi ce li ha tutti e due!

Per questo salgo sul palco di satiriasi: satiriasi è un ermafrodito ed in quanto tale ha pregi, difetti, frustrazioni, gioie, dolori e incazzature di un maschio e di una femmina ma contemporaneamente. E' impossibile non amarlo/a.

Francesco De Carlo

Salgo sul palco di Satiriasi perché per spiegare il motivo per cui salgo sul palco di Satiriasi non devo essere necessariamente comico. Posso essere sincero: salgo su quel palco perché credo che sia giunto il momento di proporre una nuova offerta culturale e in particolare comico-satirica, che sappia indagare gli angoli più nascosti della coscienza personale e collettiva, senza limiti alla libertà di espressione. Non è vero, faccio Satiriasi perché fa figo.



Francesco Lancia

Il palco di Satiriasi è uno spazio di libertà assoluta dove non solo

si può esprimere liberamente il proprio pensiero (e già non è poco) ma si possono

anche sperimentare i più perversi meccanismi della comicità che, per me che ho letto innumerevoli

trattati sull'argomento, senza per altro capirli, non è poco. Al massimo, se il pubblico non dovesse ridere, la colpa è sua, come

ci ha insegnato il nostro sommo vate e maestro, colui che in Italia significa Satira, colui a cui dobbiamo Satiriasi, colui che anche se oggi

non c'è più vivrà per sempre nei nostri cuori, ossia Bombolo. Quindi ecco perchè salgo

sul palco di Satiriasi, perchè lì sono Io che scrivo per me e non io che scrivo per un altro (cosa

che per inciso, mi piace tantissimo eh...)



salgo sul palco di satiriasi perché come forma di terapia

è una delle più economiche

e non devo sdraiarmi neanche su un lettino

Filippo Giardina …. il papà di Satiriasi

Salgo sul palco di Satiriasi perché credo sia un'oasi di libertà verbale














Punta di diamante della stagione e apripista del secondo anno di Stand Up Comedy

a Roma ….. è


Dal 2 al 7 novembre 2010 al Teatro Trastevere

Filippo Giardina

in

Solerte Accidia

sesso politica religione e altre cose sporche

Torna in scena Satiriasi! E prima di iniziare la seconda stagione dei lunedì si Stand-up Comedy al Mads.... ecco il suo fondatore, Filippo Giardina che

apre la stagione satirica romana col suo monologo satirico più seguito, irriverente,

per questo amato dal pubblico fino all'adorazione!

Il quarto monologo satirico di Filippo Giardina con la regia di Paolo Perelli.

Una comicità feroce come nella migliore tradizione dello stand up comedy americano, in uno spettacolo rigorosamente vietato ai minori di 18 anni.

Un'asta un microfono e la satira.

Sesso, politica e religione vengono trattate con l'ingenuità di un bambino che non ha paura dell'autorità e le "spara grosse" per divertirsi, divertire e abbassare le difese.

Partendo dalla pornodipendenza creata dalla banda larga, attraverso un caustico racconto sulla propria famiglia devastata e devastante, Filippo Giardina parla di droghe leggere e leggi pesanti, fa un fulminante riassunto di 18 anni di storia italiana in 8 minuti, si perde in un attacco delirante alle persone che si sentono migliori delle altre e rilegge in maniera paradossale la questione israelo-palestinese, fino ad arrivare a dire di Dio "Perdoniamolo perché non sa quello che fa…".

Uno spettacolo senza retorica, senza morale ma che pone una domanda scomoda, siamo proprio sicuri di sapere ancora quello che ci fa ridere?




Dal 2 al 7 novembre 2010

Teatro Trastevere

Via Jacopo de' Settesoli 3 Trastevere

Roma

dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 18

STAND UP COMEDY'S HERE

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