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Cinema e Teatro

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martedì 31 marzo 2015

Al Sala Umberto: EMILIO SOLFRIZZI in "SARTO PER SIGNORA"

ERRETITEATRO30
PRESENTA

EMILIO SOLFRIZZI
in
SARTO PER SIGNORA

di GEORGES FEYDEAU

con Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri,
Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Fabrizia Sacchi,
Giulia Weber

scena Carlo De Marino costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari

regia
VALERIO BINASCO

E' talmente pura l'arte comica di Feydeau, che molti miei colleghi ne restano imbarazzati. Io invece ritengo Feydeau uno dei più grandi autori del mondo. 
Il fatto, poi, che abbia scritto soltanto esilaranti commedie di situazione, che già alla sola lettura fanno ridere perché stimolano irresistibilmente l'immaginazione scenica, lo colloca nel ristretto numero degli autori teatrali 'puri', che non fanno letteratura, ma grande Teatro. 
C'è una poesia tutta speciale, nell'arte di far ridere. Ed è la poesia dei 'caratteri'. Dell'umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all'ultimo secondo con un impossibile balzo. E' il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l'amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita. Ha fatto scandalo ai suoi tempi, e in modo diverso continua a farlo.
Un tempo era uno scandalo legato ad eccessive libertà sessuali. 
Oggi lo scandalo è intimo, quasi ideologico, e deriva non più dalla sua immorale superficialità, ma dalla sua capacità di suggerire un senso della vita talmente lieve e godibile, da farci desiderare di essere immuni da ogni peso, da ogni responsabilità ,come tutti i suoi personaggi, del tutto immuni da qualsiasi senso di colpa. E' un poeta capace di creare esseri senza peso, immersi in situazioni pesantissime. Questa leggerezza gli viene dal teatro dei burattini, e mi sembra che sia una magnifica eredità, che tutti i teatranti dovrebbero prima o poi condividere. 
E' un poeta del comico del tutto libero da qualsiasi tentazione intellettualistica. Impressiona il fatto che il 'suo' teatro sia fiorito – con grandioso successo di pubblico – nell'epoca dei grandi concettualismi, di tutti gli 'ismi' possibili. Nell'epoca che si preparava alla guerra, il teatro reclamava un posto importante nella società, e si trasformava in letteratura. Feydeau invece si rivolge agli attori e al pubblico. Scrive un teatro che necessita solo di un palcoscenico e di grandi interpreti. Interpreti che sappiano essere 'grandi' come i burattini del Guignol. 
E che se ne freghino di tutto il resto. Sono onorato di dirigere questo capolavoro della leggerezza, e di poterlo fare con un ensemble di attori come questa. Come spesso accade, tra le righe di un capolavoro di leggerezza, ci sono poi tanti livelli da esplorare. Quello più impressionante, per me, è la cura che questo grande scrittore dedicava a tutti i dettagli del comico. 
È una macchina che scorre velocissima, la sua, ma il meccanismo è delicato e minuzioso. Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia di una porta, perché è 'pensato' per contribuire a quella sinfonia perfetta che sono i suoi copioni.
Occorre molta delicatezza, e molta leggerezza d'animo, per accostarsi a una scrittura come questa. Il regista deve trasformarsi in una specie di direttore d'orchestra, attento ad ogni minimo strumento. Ma così è, quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L'unico teatro capace di creare pura gioia.

Valerio Binasco – settembre 2014
Scambi d'identità, sotterfugi, equivoci, amori segreti sono gli elementi base per questo divertente vaudeville. La commedia è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un'avvenente signora, e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della piéce. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell'autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo.
I personaggi dell' opera sono quelli tipici della commedia degli equivoci. E in effetti, in "Sarto per signora" le incomprensioni, casuali e volute, non mancano di certo. Feydeau preparava i suoi testi secondo schemi geometrici in cui le uscite e le entrate, gli incontri impossibili, le false scoperte, i rimandi e le coincidenze, disegnavano figure impeccabili. Il suo gioco di agnizioni, però, i congegni comici, si rivelavano strutture costruite appositamente per riempire il vuoto di valori di una società borghese fondata solo sull'apparenza.
La follia catastrofica senza senso rivelava alla fine sulla scena un crollo totale dei valori. L'attualità di questo commediografo francese, sta nel fatto che il pubblico di oggi, rivedendo i suoi vaudevilles, non li considera affatto come figli di un'epoca determinata, passata e superata, ma coglie in essi una relazione con il presente e con la società attuale. Nelle sue opere, dove la parabola degli equivoci porta quasi ad un'assurda comicità tragica, vi è la chiave per capire molto teatro contemporaneo, le logiche conseguenze, i contraltari, le appendici deliranti, i commenti, i corollari, in autori fra i più disparati come Cechov, Wedekind, Beckett, lonesco, e Brecht stesso (in "Nozze piccolo borghesi").
In "Sarto per signora" c'è già tutto l'estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l'altro o l'altra, ma soprattutto, quello che non manca mai, è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. La sua produzione di opere, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, di quel periodo privo di preoccupazioni, e che sfociò, poi, tragicamente, nella Grande Guerra. Al centro di molte opere di Feydeau c'è la coppia coniugale, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. L'irresistibile comicità di Feydeau nasce dal dialogo serrato e dalle battute brevi e pungenti dei personaggi, ma anche dalle situazioni irreali che derivano da equivoci e malintesi.
Anche in "Sarto per signora", il bugiardo Dott. Moulineaux prima si giustifica con delle scuse con la moglie Yvonne per aver passato la notte fuori casa, poi cerca di tradirla con Susanna, la moglie del generale Aubin: le dà appuntamento in un dismesso atelier sartoriale che gli è stato affidato da un amico, Bassinet, per le sue scappatelle e, a causa di una porta che non si chiude, i due amanti vengono scoperti. A Moulineaux non rimane altro che fingersi sarto con conseguente inizio di una serie di episodi paradossali  


Dal 7 al 26 Aprile 2015
Prima stampa 8 aprile ore 21
SALA UMBERTO
Prezzi: da € 32 a € 16
Orari: dal mercoledì al venerdì ore 21, sabato 11 aprile ore 17 e 21, domenica ore 17 il 2° mercoledì ore 17

Tre ex in affitto (wifi inclusa) Teatro dei Satiri 8 aprile 10 maggio



TRE EX IN AFFITTO
(Wifi inclusa)
di Claudio Gnomus
con Annalisa Aglioti, Roberta Garzia, Claudio Gnomus

TEATRO DEI SATIRI
via di Grottapinta 19

dall'8 aprile al 10 maggio

Dopo aver portato in scena Sette piani di ruvidezza e Tra moglie e marito non mettere il dito, Claudio Gnomus torna al Teatro dei Satiri con un'altra divertente commedia: Tra moglie e marito non mettere il dito. In scena con Gnomu, che firma testo e regia, altre due attrici, Annalisa Aglioti e Roberta Garzia.
Una convivenza forzata tra tre due donne e un uomo, costretti a convivere perché, dopo i loro rispettivi divorzi, tra spese varie, alimenti e crisi economica condividere un appartamento sembra l'unica soluzione possibile per risparmiare. La convivenza sarà serena? L'amore resterà fuori dalla porta?
Internet servirà solo a mantenere i contatti con il mondo esterno o irromperà nel "menage" del terzetto? Claudio Gnomus questa volta prende in esame la convivenza tra persone che vivono insieme non per amore, ma per necessità. Le regole e le problematiche sono simili a quelle della coppia, ma qui sono più esasperate e conducono a situazioni paradossali di una comicità irresistibile.
Ci si riconosce nei personaggi e si ride delle piccole manie, delle grandi illusioni e dei quotidiani battibecchi in una "famiglia di fatto" in cui essere "dispari" può essere a volte un vantaggio e, a volte, un'esasperante esperienza.
Una commedia dal ritmo indiavolato a cui Annalisa Aglioti e Roberta Garzia donano la femminilità e l'aggressività necessarie per trasformare questo "menage a trois" in una bomba ad orologeria sempre sul punto di esplodere

Tre ex in affitto
(wifi inclusa)
di Claudio Gnomus
con Claudio Gnomus, Annalisa Aglioti e Roberta Garzia
regia Claudio Gnomus

Teatro dei Satiri
via di Grotta Pinta 19
dall'8 aprile al 10 maggio
ore 21.00 domenica ore 18.00
biglietti Biglietti: Mercoledi e Giovedi € 17,00
Venerdi, Sabato E Domenica € 20,00
Ridotti € 17,00
Info e Prenotazioni 066871639

I RESPONSORI NELL’UFFICIO DELLA SETTIMANA SANTA

Una ricostruzione dello svolgimento liturgico del Mattutino del Giovedì e del Venerdì Santo


Coro "Estro Armonico"
Direttore Silvana Noschese
Voci narranti
Igor Canto, Cristina Recupito


Mercoledì 1 aprile alle 20.30, per le celebrazioni della Settimana Santa, la Fondazione Pietà de' Turchini accoglie il Coro Estro Armonico diretto da Silvana Noschese, nell'ambito del progetto Re.Crea (residenza Creativa) per la valorizzazione della Chiesa di San Rocco a Chiaia.

Il programma intende approfondire l'atmosfera "pasquale" partendo da testi liturgici messi in musica e collegati a  frammenti  poetici  assemblati in modo da costituire dei "quadri " di meditazione sugli aspetti storici, culturali, musicali, umani dell'evento "Crocifissione e Morte di Cristo".

I testi, legati alla passione di Cristo e al rito delle tenebre come morte e della luce come resurrezione sono quelli originali dei responsori.
PRESENTAZIONE STORICA

Nella liturgia della Chiesa di Roma i responsori si cantano durante l'officium Hebdomadae Sanctae ovvero durante il Mattutino del giovedì santo Venerdì e sabato santo.

Il testo liturgico è quello proposto dal Concilio di Trento.

Di carattere a volte omofonico, altre polifonico con alternanze di parti affidate ai soli, i testi liturgici dei Responsori evocano gli ultimi drammatici momenti della passione e morte di Gesù. Vennero composti quasi sicuramente nei primi secoli della cristianità e formarono in seguito il nucleo di preghiere del cosiddetto "triduum sacrum" ovvero del giovedì e del venerdì santo.

All'inizio del rito l'unica luce che illuminava la chiesa proveniva da un candeliere triangolare detto "saetta", su cui ardevano quindici candele (raffiguranti gli undici apostoli fedeli, le tre Marie e quella al vertice, il Cristo) e da sei ceri sull'altare.

Dopo il canto veniva spenta una candela, e così tutte (dopo 14 salmi) ad eccezione di quella posta più in alto. Al termine si prendeva l'unica candela rimasta accesa e la si celava dietro all'altare.

Si rimaneva cosi' immersi " in tenebris" per simboleggiare le tenebre che ricoprivano la terra alla crocifissione del Cristo e Nel momento della sua sepoltura.

Dopo l'orazione finale i fedeli facevano un po' di rumore e strepito per rappresentare le convulsioni della natura alla morte di Gesù: cessato il fragore, si prendeva nuovamente –segno di resurrezione-la candela accesa dietro l'altare, la si riponeva sul candelabro e la si spegneva. In questa fase di raccoglimento veniva recitato il Pater Noster e intonato il Miserere. Dopo una breve orazione, il cerimoniale prevedeva "fragore et strepitus aliquantulum": la candela accesa, simbolo della luce di Cristo, solo per breve tempo offuscata dalla morte eterna, veniva nuovamente riposta sul candelabro dinanzi dall'altare. Con questo atto si poneva termine al rito.
Tra l'Alleluia gregoriano iniziale e il brano finale si inseriscono i brani che commentano i momenti più drammatici della vita  di Cristo:  il dolore, la morte, la pietà,  la resurrezione .

Nella liturgia della Chiesa di Roma i responsori si cantano durante l'officium Hebdomadae Sanctae ovvero durante il Mattutino del giovedì santo venerdì e sabato santo. Il testo liturgico è quello proposto dal Concilio di Trento. Di carattere a volte omofonico, altre polifonico con alternanze di parti affidate ai soli, i testi liturgici dei Responsori evocano gli ultimi drammatici momenti della passione e morte di Gesù. Vennero composti quasi sicuramente nei primi secoli della cristianità e formarono in seguito il nucleo di preghiere del cosiddetto "triduum sacrum" ovvero del giovedì e del venerdì santo.

All'inizio del rito l'unica luce che illuminava la chiesa proveniva da un candeliere triangolare detto "saetta", su cui ardevano quindici candele (raffiguranti gli undici apostoli fedeli, le tre Marie e quella al vertice, il Cristo) e da sei ceri sull'altare. Dopo il canto veniva spenta una candela, e così tutte (dopo 14 salmi) ad eccezione di quella posta più in alto.

Al termine si prendeva l'unica candela rimasta accesa e la si celava dietro all'altare. Si rimaneva cosi' immersi " in tenebris" per simboleggiare le tenebre che ricoprivano la terra alla crocifissione del Cristo e nel momento della sua sepoltura.

Dopo l'orazione finale i fedeli facevano un po' di rumore e strepito per rappresentare le convulsioni della natura alla morte di Gesù: cessato il fragore, si prendeva nuovamente –segno di resurrezione-la candela accesa dietro l'altare, la si riponeva sul candelabro e la si spegneva. In questa fase di raccoglimento veniva recitato il Pater Noster e intonato il Miserere.

Dopo una breve orazione, il cerimoniale prevedeva "fragore et strepitus aliquantulum": la candela accesa, simbolo della luce di Cristo, solo per breve tempo offuscata dalla morte eterna, veniva nuovamente riposta sul candelabro dinanzi dall'altare. Con questo atto si poneva termine al rito

I brani musicali sono di   autori estremamente  rappresentativi della polifonia antica e   contemporanea.
Il testo liturgico è quello proposto dal Concilio di Trento.

Di carattere a volte omofonico, altre polifonico con alternanze di parti affidate ai soli, i testi liturgici dei Responsori evocano gli ultimi drammatici momenti della passione e morte di Gesù. Vennero composti quasi sicuramente nei primi secoli della cristianità e formarono in seguito il nucleo di preghiere del cosiddetto "triduum sacrum" ovvero del giovedì e del venerdì santo.
 Frequentemente i brani vengono presentati nella duplice versione   antica e contemporanea.

In programma musiche di  L. Molfino, A. Tucapsky; M. A. Ingegneri;  A. Lotti; G. Deakbardos; Z. Kodaly ; M. Haydn; M. Duruflé; A. Gabrieli; U. Sisask

"I Lieder di Schumann" dal 2 all'11 aprile

Dal 2 all' 11 aprile



I LIEDER DI SCHUMANN

Care presenze, allegri fantasmi. Due coppie rivivono l'intreccio delle loro storie d'amore. Basta l'ascolto de "I Lieder di Schumann" a far partire il racconto del matrimonio di un pianista Edoardo (eterno bambino), nel suo momento di "fama" e della sua compagna Carla. Una coppietta modello, se non ci fossero problemi di talamo: preso dal suo narcisismo d'artista, lui tende a defilarsi. A riscaldare l'atmosfera provvede l'altra coppia non ancora coniugata.

Una cena galeotta rivissuta più volte dai punti di vista degli interpreti al fine di capire "se, dove e quando" è scattata la scintilla di quelle "affinità elettive" che fanno diventare un incontro… "L'incontro".

Reciproche attrazioni galeotte, lei si chiama Ottilia e fa la cantante lirica, e con il pianista va subito per prati. Da parte sua il fidanzato, il Professore di lettere, imbranatissimo, si innamora, non ricambiato, della moglie del rivale.
Il nucleo della vicenda procede per salti temporali, con un continuo alternarsi tra il passato narrato e il presente della narrazione ma soprattutto con una sovrapposizione di ruoli e di codici, con finale a sorpresa.

È una commedia che parla della perdita dell'amore e del suo ritrovamento. Due coppie, apparentemente felici, che scoprono invece la crisi del loro rapporto e l'affievolirsi del desiderio; il loro incontro rivitalizzerà sentimenti che sembravano sopiti. Una cena galeotta darà inizio ad una girandola di tradimenti veri o solo desiderati, che porteranno le due coppie sull'orlo dello sgretolamento, ma allo stesso tempo riallaccerà i legami, rendendoli più forti, rinnovati.

Con questo testo Giancarlo Loffarelli ha ricevuto il premio quale miglior autore alla Terza Rassegna Nazionale di Drammaturgia emergente organizzata dall'Associazione Culturale Marte 2010 presso il Teatro Tordinona (Roma, marzo 1999 Presidente di Giuria Aldo Nicolaj) il Premio Fondi La Pastora di Teatro "Giovani Protagonisti" (Terracina 1999) e una menzione speciale a Napoli drammaturgia in Festival (Napoli, giugno 2001, Presidente Giuria Manlio Santarelli).

GLI INTERPRETI
Massimiliano Buzzanca (Edoardo) Nadia Bengala (Ottilia) Claudia Salvatore (Carla) Enrico Franchi (Il Professore) REGIA – Francesco Piotti

per prenotazioni 06/94376057 

Spettacoli dal giovedì al sabato ore 21,00

domenica ore 16,00

Dal 16 al 19 aprile

  
scritto e diretto Luigi Russo
Con Gianni Ferreri, Nathalie Caldonazzo, Nicola Canonico, Annalisa Favetti, Cecilia Taddei
Chi di noi non ha mai detto una bugia? È ciò che accade ai protagonisti della nostra storia: Giorgio presta volentieri la sua casa al caro amico Roberto ogni mercoledì pomeriggio, per farlo incontrare con l'amante, Jessica, così lui può incontrarsi in segreto e indisturbato con la moglie di Roberto, Elena. Arriva in anticipo, a rompere le uova nel paniere, la moglie di Giorgio, Barbara, che viaggia continuamente per affari. Inizia così una serie di scuse, bugie ed equivoci esilaranti, che condurranno i nostri personaggi a delle situazioni di vita sempre più complicate da gestire, che montano attimo dopo attimo fino all'inevitabile conclusione. Nella vita solo ciò che non si fa non si saprà mai. Mi raccomando: Non dite bugie!

E per i piccolini..
  "Pinocchio" 
Spostato dal 4 aprile
al 25 aprile ore 16

biglietto unico 8€

Orario Botteghino:
dal lunedì al sabato ore 10,00/13,30  e 16,00/20,00
domenica ore 16,00/20,00


 
Teatro degli Audaci
Via Giuseppe De Santis, 29
00139 Roma

COCHI E RENATO nel nuovo spettacolo dal titolo CINECABARET al BARCLAYS TEATRO NAZIONALE 24, 25 e 26 aprile - 1, 2 e 3 maggio

24/25/26 aprile – 1/2/3 maggio

Teatro Nazionale – Via G. Rota, 1- 20149 - Milano - Infoline 02.00640888
presenta
 COCHI E RENATO
in
CINECABARET 
da un'idea di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto
regia di Cochi e Renato

Torna al Barclays Teatro Nazionale l'inossidabile coppia del cabaret formata da Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto con un nuovo e originale esperimento teatrale: il cinecabaret. Avete mai visto il cinema e il cabaret insieme? La sorpresa ve la riservano Cochi e Renato!

La novità di questo straordinario spettacolo sta infatti nel saper coniugare queste due forme così diverse di intrattenimento. Nelle sei serate che ci aspettano tra aprile e maggio, Cochi e Renato alterneranno momenti di grande comicità dal loro tradizionale repertorio con l'intramontabile stile fatto di sketch e gag da teatro dell'assurdo, a proiezioni di brevi clip, tratte dai più divertenti film di Pozzetto, commentate dal vivo dai due comici.

Cornice indispensabile delle serate sarà la musica, eseguita dal vivo dalla  band che ha accompagnato Cochi e Renato anche lo scorso anno.

Da un'idea di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto un nuovissimo spettacolo dal titolo CINECABARET: cinema, canzoni, cabaret e ragionamenti di Cochi e Renato.

I nostri cantastorie, che hanno fatto e, senza saperlo, hanno inventato il cabaret, con il loro particolare linguaggio surreale e stralunato vi faranno vivere due ore di sorprendente comicità.

Orari spettacolo
Venerdì e sabato ore 20.45 – domenica ore 15.30
Prezzi dei biglietti comprensivi di prevendita:
Poltronissima € 43,00 - Poltrona € 35,00 - Galleria € 29,00
Per informazioni e vendita:
info line pubblico 02/00 64 08 88  (dal mercoledì al sabato dalle 15.00 alle 18.00)
Box office Barclays Teatro Nazionale (da martedì a domenica dalle ore 12.00 alle ore 19.00)

Al Teatro Quirino DOPPIO SOGNO (eyes wide shut) di Giancarlo Marinelli



7/19 aprile
prima stampa martedì 7 aprile ore 20.45
Compagnia Molière
con il patrocinio della REGIONE VENETO

IVANA MONTI   CATERINA MURINO

RUBEN RIGILLO   ROSARIO COPPOLINO

DOPPIO SOGNO

(eyes wide shut)

di Giancarlo Marinelli

tratto dall’omonimo racconto di Arthur Schnitzler

con Andrea Cavatorta   Francesco Maria Cordella

Serena Marinelli   Simone Vaio   Carlotta Maria Rondana

scene Andrea Bianchi
costumi Adelia Apostolico

musiche Roberto Fia

light designer Mirko Oteri

regia Giancarlo Marinelli

personaggi e interpreti
Daniel Fridolin Ruben Rigillo
Nicole Fridolin Caterina Murino
Ivana  Ivana Monti
Naktigal Rosario Coppolino
Consigliere Bohm Andrea Cavatorta
Albert Bohm Simone Vaio
Gibiser  Francesco Maria Cordella
Pierrette Serena Marinelli
La donna in blu Carlotta Maria Rondana

Lo spettacolo ha una durata di 1h e 55’ più intervallo 






Per la prima volta in Teatro la novella traumatica che fonde in modo assai compiuto il sogno e la realtà, Freud e il romanzo d’appendice, e da cui Stanley Kubrick, con Eyes Wide Shut, ha tratto il suo ultimo capolavoro del tutto incompiuto.

“Dopo il grande successo delle due stagioni di Elephant Man, cercavo un testo che possedesse una caratteristica; darmi la possibilità, come drammaturgo e come regista, di creare personaggi multipli per i miei attori; un testo che fosse già teatro multiplo. Dove la storia fosse tante storie; dove la verità fosse tante verità; e dove, finalmente, l’amore, la morte, il senso di colpa, il peccato e il riscatto, affiorassero prepotentemente tutti insieme.

In una Vienna innevata eppure caldissima, il dottor Fridolin riceve la più imprevedibile delle confessioni dalla moglie Albertine: “Ti ricordi, l’estate scorsa, sulla spiaggia danese, quel giovane uomo? Se mi avesse chiamata, non avrei potuto oppormi. Ero pronta a sacrificare te, la nostra bambina, tutto il mio futuro”.

Dall’intima confidenza di un tradimento solo fantasticato all’ossessione che dura un’interminabile notte; dopo aver viaggiato negli inferi della mente e della carne, sullo scivolo dell’alba, i due coniugi si ritrovano soli, smarriti, ma innamorati più di prima.

In fondo solo questo mi interessa: raccontare (ancora una volta) i crimini, anche solo della fantasia, che attentano ogni giorno alla felicità della coppia; dire quanto sia disperante dover amare e essere amati, facendo i conti con l’infantile terrore e la sadica eccitazione dell’abbandono; mettere in scena la follia di chi, ad un certo punto della sua vita, è convinto che il dolore che subiamo, in verità, sia la punizione meritata a quel nostro abbandonare, tradire, violare chi ha scelto di essere, per sempre, nostro.
Il teatro è amare gli attori. E odiare tutto ciò che riescono ad essere al posto nostro.”
[Giancarlo Marinelli]



In occasione dello spettacolo “Doppio sogno” sarà allestita nel foyer del Teatro l’installazione “Il castello degli specchi” usufruibile dagli spettatori dalle 19 alle 21 e durante l’intervallo.

 
ORARI SPETTACOLI

dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 9 e mercoledì 15 aprile ore 16.45
sabato 11 aprile ore 16.45 e ore 20.45
tutte le domeniche ore 16.45




INFO

botteghino 06.6794585
mail biglietteria@teatroquirino.it

segreteria 06.6790616 int.1
mail segreteria@teatroquirino.it



PREZZI mar / mer / gio


intero

ridotto
platea
€ 30,00

€ 27,00
I balconata
€ 24,00

€ 22,00
II balconata
€ 19,00

€ 17,00
galleria
€ 13,00

€ 12,00









intero

ridotto
platea
€ 34,00

€ 31,00
I balconata
€ 28,00

€ 25,00
II balconata
€ 23,00

€ 21,00
galleria
€ 17,00

€ 15,00

PREZZI ven / sab / dom




  

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