Cosa accadrà a distanza di 9 secoli da quei fatti che videro protagonisti i loro antenati?
Torneranno a vivere le vicende tormentate che sconvolsero la vita del poeta Dante Alighieri e segnarono le sorti della letteratura, grazie alla creazione del capolavoro immortale della ‘Divina Commedia’, scritta nei 19 anni di esilio, lontano da Firenze.
Fu Cante Gabrielli da Gubbio a condannarlo, in veste di Podestà di Firenze, nel 1302 all’esilio e alla confisca dei beni.
E, per la prima volta, si ritroveranno faccia a faccia i discendenti dei due illustri personaggi.
La piece è diventata una pubblicazione (Ali&No Editrice, 2017), dal titolo quanto mai allusivo: ‘Se l’eugubino Cante Gabrielli non avesse condannato all’esilio Dante, il sommo poeta avrebbe scritto la Divina Commedia?’
Domanda destinata, evidentemente, a rimanere senza risposta ma interessante collegamento con la stesura dei 14.223 endecasillabi delle tre Cantiche.
La scrittrice indaga sui rapporti tra Dante e Cante, analizza il dietro le quinte della condanna, le lotte intestine tra fazioni in mezzo a Impero e Papato e le ragioni, politiche ed economiche, che portarono all’esilio dell’Alighieri.
Che cosa accadrà a Gubbio, dove Cante aveva il suo nobile casato e Dante vi soggiornò diverse volte, tra i rappresentati di una progenie così illustre e discussa?
Sicuramente un simpatico incontro, visto che entrambi sono consapevoli che non esiste merito o demerito nell'essere legati a una delle due stirpi.
Oppure chissà… potrebbe esserci un diverso e imprevisto finale!
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