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Cinema e Teatro

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venerdì 30 gennaio 2009

TEATRO MANZONI: UN GIARDINO DI ARANCI FATTO IN CASA

TEATRO MANZONI
Dal 20 gennaio al 15 febbraio 2009
Gianfranco D'Angelo e Ivana Monti
in
UN GIARDINO DI ARANCI FATTO IN CASA
di Neil Simon
e con
Simona D'Angelo e Mario Scaletta

Adattamento Mario Scaletta
Scene Alessandro Chiti – Costumi Graziella Pera
Regia Patrick Rossi Gastaldi


William Hut è uno sceneggiatore di Hollywood in crisi creativa. Famoso una volta, oggi i suoi lavori non sono più richiesti, beve, si è lasciato andare, vive in pantofole. Ha un matrimonio fallito alle spalle, una nuova compagna affettuosa e comprensiva Hillary, un amico gay, Ted, un po' buffo e un po' invadente col quale sperpera i risparmi giocando ai cavalli ed alcuni alberi di agrumi nel giardino, pallidi simulacri di una famiglia cui ha rinunciato da tempo. Improvvisamente, nella sua vita un po' grigia e ormai monotona, riappare la figlia Jenny dimenticata da tredici anni che gli chiede di farla entrare nel magico mondo di Hollywood.
Per William Hut è il momento di rivedere la sua vita, di affrontare i suoi fallimenti di uomo e di padre e di confrontarsi con le responsabilità sfuggite fino a quel momento. Nonostante le difficoltà iniziali, la presenza di Jenny si rivela un toccasana e William recupererà la voglia di amare, di vivere, di ritrovare la creatività perduta.
Un Giardino d'Aranci fatto in Casa, di Neil Simon è una commedia piacevole, leggera, ma un po' scontata, che affronta il tema del genitore assente più con tenerezza che con reale volontà di analizzare seriamente il problema.
Il testo tradotto da Mario Scaletta presenta delle aggiunte di battute con riferimenti moderni che avrebbero l'intento di renderlo più attuale ma che, in verità lo appesantiscono un po'.
La scenografia di Alessandro Chiti è bella, funzionale e molto curata nei particolari.
Bravi ed affiatatissimi gli interpreti che fanno dimenticare i difetti di una regia un po' lenta. Gianfranco D'Angelo è credibile ed assolutamente a suo agio sul palco, Ivana Monti si dimostra, ancora una volta e con eleganza, un' interprete di classe. Mario Scaletta, nella parte di Ted è simpatico, a tratti irritante,come vuole il personaggio e Simona D'Angelo nella parte di Jenny, appare forse un po' sopra le righe nelle prime scene, ma migliora e si intensifica in quelle seguenti, soprattutto nei momenti più drammatici del confronto-scontro padre-figlia.
Il pubblico apprezza ed applaude calorosamente tributando agli interpreti un meritato riconoscimento.
(Ilda Ippoliti)
TEATRO MANZONI
Roma - Via Montezebio, 14/c
Tel. 06.3223634
http://www.teatromanzoni.info



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Postato da ildabella su CorrieredelWeb.it L'informazione fuori e dentro la Rete.

giovedì 29 gennaio 2009

Max Manfredi in concerto, al Teatro Galleria Toledo di Napoli

Lunedì 2 febbraio 2009, Teatro Galleria Toledo di Napoli

Max Manfredi in concerto

Fa tappa anche a Napoli il tour "Luna persa"dell'artista genovese, fra i musicisti ed autori italiani di maggior talento e personalità

Saranno gli spazi del prestigioso Teatro Galleria Toledo di Napoli ad ospitare, lunedì 2 febbraio 2009 alle ore 21.30, la tappa partenopea del tour di Max Manfredi, che prende il titolo dal suo ultimo lavoro discografico, Luna persa.

L'artista genovese sarà a Napoli già da domenica 1 febbraio, ospite, in anteprima, del live set di Giovanni Block e la sua band, che si esibirà al Kestè Napoli (Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, di fronte Istituto Orientale).

Il concerto di Max Manfredi inaugura un nuovo progetto che sancisce la nascita di Klab, (Kestè laboratories), laboratorio di produzione e formazione, artistica e culturale, che unisce, sotto un'unica sigla, le già attive cooperative Woodstock e Fatika, l'associazione Arteteka ed il Kestè.

Kestè a zonzo per la città è il titolo di quest'originale programma itinerante, che proporrà, in vari luoghi della città, concerti inediti ed eventi artistici, fuori dai canonici spazi del Kestè.

Max Manfredi è artista di grande personalità e dal culto sempre più ampio. La sua particolare sensibilità nel percepire e leggere la realtà lo porta a risultati espressivi che fanno di lui un autore del tutto originale. I testi, emozionanti ed ironici, spesso folgoranti; le musiche ora riflessive, ora trascinanti, suggestive sempre. Più dei numerosi – e prestigiosi – premi ricevuti (Premio Tenco e Premio Città di Recanati fra i più importanti; ultimi, in ordine di tempo: Premio Lunezia, Premio Lo Cascio e Premio M.E.I.), valgono a presentarlo le sue canzoni.

Fra i tanti estimatori, lo stesso De André (che lo definì "il più bravo" parlando di cantautori italiani), Roberto Vecchioni (che ne ha recentemente parlato come di "un capostipite, uno che non posso nemmeno limitare con il termine di cantautore: è un intellettuale"), Gianni Mura (che, su "Repubblica", lo ha inserito fra i cento personaggi italiani del 2008).

Il suo nuovo album, Luna persa (pubblicato da Ala Bianca Group e distribuito da Warner), è considerato dalla critica e da una fetta sempre più consistente di pubblico come uno dei più importanti dischi italiani dell'ultimo periodo. Come bonus track compare La fiera della Maddalena, cantata con Fabrizio De André, mentre il brano L'ora del dilettante è stato la sigla del Mei 2008 (Meeting etichette indipendenti) di Faenza.

Il disco, il tour ed i crescenti riscontri di pubblico confermano Max Manfredi come uno dei musicisti ed autori italiani di maggior valore e personalità.

Sul palco della Galleria Toledo, Max Manfredi (voce e chitarra) sarà accompagnato dalla Staffa: Fabrizio Ugas (chitarre), Matteo Nahum (chitarra, boukuky, glockenspiel), Federico Bagnasco (contrabbasso), Marco Spiccio (pianoforte).

In occasione della tappa partenopea Manfredi avrà due ospiti con cui condividerà alcuni momenti del concerto: il musicista Giovanni Block e la cantante Brunella Selo.

Max Manfredi in concerto

Napoli, Teatro Galleria Toledo – lunedì 2 febbraio 2009

Info e prevendite ai numeri 0815513984 (Kestè), 081425824, 081425037 (Galleria Toledo)

Inizio del concerto ore 21.30, ingresso euro 10

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Ufficio stampa

Raimondo Adamo

Tel 0815635821 mob 3487569222

monferrautore@virgilio.it

Princese: con le note di De Andrè, le memorie di Teatro e Carcere in scena dal 5 all'8 febbraio


PRINCESE

Diario di bordo. Memorie di teatro e carcere: sezione femminile

Una narrazione teatrale di Donatella Massimilla

Con Gilberta Crispino, Donatella Massimilla, Francesca Romana Nascè

Accompagnata dalle canzoni di Fabrizio De Andrè eseguite da Juri Aparo

Installazione video Fabio Giorgetti (Blowaz.net)

Una storia di Princese, di donne segnate dalla droga, donne immigrate, madri di famiglie mafiose...donne che attraverso il teatro si ri-conoscono, da Le Serve di Genet a Victoria Station di Harold Pinter, rivivendo sulla scena frammenti di vita, memorie di teatro, speranze di futuro...

Dopo essere stato presentato alle donne del carcere di San Vittore e alla rassegna Dieci Palchi per Fabrizio De Andrè a Osnago,"PRINCESE" arriva a Roma in una versione studiata ad hoc per il piccolo spazio dell'Accento Teatro, dal 5 all'8 febbraio.

Una versione da camera che racconta l'incontro tra il teatro e le donne recluse con la consapevolezza e l'onestà di chi ha lavorato in molte carceri italiane ed europee da San Vittore a Rebibbia, da Berlino a Barcellona.

La regista Donatella Massimilla, insieme alle attrici Gilberta Crispino e Francesca Romana Nascè, riscrive per la scena un "Diario di bordo" intenso e insolito, accompagnato alla chitarra dalle canzoni di Faber, eseguite da Juri Aparo, e dalle immagini di repertorio di anni di lavoro teatrale recluso.

Una narrazione che viaggia sul filo dei personaggi imperfetti di De Andrè, grazie a quei versi che più di altri sono ancora oggi in grado di raccontare solitudini, rifiuti, marginalità e "quell'amore per l'amore" (Dori Ghezzi) che vive nei grandi dolori e nelle grandi assenze.

Il Centro Europeo Teatro e Carcere sta realizzando il progetto europeo Movable Barres, che promuove la musica e la danza nelle carceri d'Europa. E proprio a Milano, durante il Lombardia Edge Festival 2008, con il Patrocinio della Fondazione De Andrè, insieme al gruppo della Trasgressione, Donatella Massimilla e Juri Aparo (psicologo del carcere di San Vittore e interprete raffinato del cantautore genovese) hanno iniziato, con i detenuti delle carceri milanesi, un nuovo percorso artistico all'insegna dell'autodrammaturgia e dei testi poetici di De Andrè come materia di nuova creazione musicale e teatrale che proseguirà in un viaggio a più tappe a Roma e in Europa.

Accento Teatro, Via Gustavo Bianchi 12/A (Testaccio) Roma

Dal 5 all' 8 febbraio h 21.00

Biglietto unico 10,00 euro

Per info e prenotazioni 06.57.28.98.12

www.cetec-edge.com www.trasgressione.net

Ufficio Stampa: Marta Volterra, 340.96.900.12, marta.volterra@gmail.com

Teatro Furio Camillo: I Fari nella nebbia di Vincenzo Manna


dal 4 all' 8 febbraio 2009, ore 21.00

TEATRO FURIO CAMILLO

Via Camilla 44 Roma

L'ACCADEMIA NAZIONALE DI ARTE DRAMMATICA SILVIO D'AMICO

presenta

FARI NELLA NEBBIA

testo e regia di Vincenzo Manna

con gli attori dell'Accademia Nazionale

d'Arte Drammatica SILVIO D'AMICO

Gabriele Bajo, Silvia Benvenuto, Federico Brugnone, Dune Medros,

Daniele Parisi, Sofia Pulvirenti, Giorgio Regali, Barbara Ronchi, Andrea Vellotti

luci Camilla Piccioni

oggetti di scena Bruno Buonincontri

costumi Giulia Della Valle

foto Paolo Sasso

documentazione video Marco Giallonardi

grafica Francesco Chiacchio e Nexine

una produzione Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico

Nella nebbia si è liberi ma è la libertà di chi si trova nella nebbia. Possiamo vedere ad una decina di metri di distanza, possiamo guardare gli alberi sulla strada lungo cui camminiamo, o vedere i passanti e reagire alle loro mosse, evitare di urtare qualcuno, accorgerci in tempo di una buca, ma difficilmente possiamo vedere l'incrocio un po' più avanti, o l'auto che si trova ancora a un centinaio di metri e che si avvicina a tutta velocità. (Zygmunt Bauman)

Fausto e Margherita si incontrano nella nebbia nello spettacolo scritto e diretto dal trentenne Vincenzo Manna. Sono due "Fari nella nebbia" in un mondo che conserva solo foschia, polvere e gesso di un vissuto passato senza riuscire a lasciare importanti tracce, né un forte segno di memoria. In un contesto di degrado e di abbandono i due protagonisti brillano, usano un linguaggio lirico e risultano essere i personaggi più umani in un ambito di figure senza memoria e senza poesia. Solo ai due infatti è riservato un linguaggio poetico in un spettacolo che propone anche canzoni originali.

Il contesto è la periferia sperduta di una qualsiasi metropoli europea. Il protagonista è un uomo qualunque che cerca per anni una donna qualunque: a separarli, a perderli la nebbia e una notte che sembra non voler finire mai.

In scena nove attori in uno spazio vuoto sulle tracce di quel che rimane del mito di Faust; gli oggetti di scena sono costruiti con materiali di scarto (latta, cenere, legno, vernice, plastica) che evocano un mondo imbarbarito, ai margini della civiltà, una sorta di mondo alla fine del mondo dove uomini e cose sono ormai sullo stesso piano, avvicinati da un comune destino: quello di non lasciare più traccia, quello di apparire ormai inevitabilmente dimenticati. Da lontano, come una eco remota, la città. Dalla periferia la città lontana fa intuire la sua esistenza senza riuscire a tramandare alcuna memoria, senza riuscire a far arrivare niente e nessuno.

Vincenzo Manna formatosi presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma, unisce nella sua attività il lavoro di attore (Leo Bassi, Robert Pacitti, Bruce Myers) a quello di regista e drammaturgo: collabora dal 2005 con M. Zuhnin, videoartista russo, sodalizio suggellato da We are talking about music, apertura della 37ª Biennale di Venezia diretta da Romeo Castellucci e Spartacus, presentato nell'autunno 2008 al Centre on Stratsnoy di Mosca. Fonda nel 2007 la compagnia Cassepipe, caratterizzata da un lavoro incentrato sulla scrittura e sulla ricerca drammaturgica e sullo studio delle possibilità del linguaggio teatrale.


Cassepipe è una compagnia formatasi presso l' Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma e riunisce attori, registi e drammaturghi che iniziano la loro collaborazione in occasione della messa in scena di uno studio su Misura per Misura (2007) di W. Shakespeare.

E' una compagnia di recentissima formazione, ma che si è già impegnata in importanti messe in scena: oltre a Misura per Misura, Cassepipe ha presentato La storia di Ronaldo pagliaccio del Mc Donald's (2007) di R. Garcia, l'adattamento teatrale del Viaggio al termine della notte (2008) di V. Manna dall'omonimo romanzo di L. Ferdinand Céline, i Monologhi senza lieto fine. I. Il commesso (2008) di V. Manna, il primo di una serie di testi dedicati al genere del monologo e La porta (2008) di V. Manna, prima produzione ufficiale della compagnia, spettacolo vincitore dell'Area Festival 2008, selezione ufficiale al PlayArtArezzo 2008.

TEATRO FURIO CAMILLO Via Camilla 44 Roma

ingresso libero con prenotazione e obbligo di tessera associativa valida per tutto il 2009 (2 euro)

06.97616026 e 06.7804476

www.cassepipe.org
info@cassepipe.org
www.myspace.com/cassepipeteatro


UFFICIO STAMPA 369gradi centro diffusione cultura contemporanea

Viale dei Quattro Venti 247 00152 Roma

Carla Romana Antolini mob. +39 3939929813

Benedetta Boggio mob. +39 3332062996

“Al solito posto” - 11/22 febbraio 2009



testi di Franco Ignazio Palumbo, Gabriella Rossini e Giulio De Nicolais
regia di Gennaro Di Domenico,
con Gennaro Momo, Ornella Guattari, Gabriella Rossini, Sara Pompili, Enzo Bonanno, Manuel Ricco, Donatella Cotesta, Eugenio Cardinale
Roma. La divertente commedia "Al solito posto", andrà in scena a Roma dall’ 11 al 22 febbraio 2009 nella simpatica cornice del Teatro Tordinona, Via degli Acquasparta, 16.
Nel bar di periferia della Signora Checca, un gruppo di clienti abituali di varia estrazione sociale, si vedono per il solito giro di carte ed il solito goccetto, commentano tutto e tutti, deridendo gli altri avventori del bar, sognano tramando, finchè una sera …. ritengono di aver trovato l’espediente che consentirebbe loro di "svoltare" e di tornare a "stravivere". Per la regia di Gennaro Di Domenico, "Al solito posto" è una commedia dove ogni singolo personaggio insegue più di un obiettivo, pronto a mutare il proprio comportamento rispetto alle diverse situazioni.
Gli autori Franco Ignazio Palumbo, Gabriella Rossini e Giulio De Nicolais si pongono come reazione vera e propria agli schemi classici del fare teatro tradizionale e questa loro trasgressione è la caratteristica più originale: non amano isolare un personaggio tanto da renderlo protagonista, o tanto da subordinargli l’intera vicenda. Gli autori intendono riproporre sul palco quella realtà disordinata e molteplice, che caratterizza la vita quotidiana vissuta, quella del bar rionale della Signora Checca, (Donatella Cotesta) appunto, dove i nostri personaggi, si vedono ogni giorno. Tra loro c’è chi la vita la conosce bene, come Arturo (Gennaro Momo) ex cuoco di un nobile signore e Vanna Cesarini (Gabriella Rossini), la "stilista", ora caduta in disgrazia, sognando un lavoro onesto ma ben remunerato, sopravvive intanto sulle spalle di giovani illuse "modelle" dell’Est. C’è chi la vita onesta se l’è dimenticata da un pezzo come Lucrezia Del Grande (Ornella Guattari), che cerca "la svolta" della sua vita, ma sopravvive con i facili proventi del piccolo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma la partitella di tanto in tanto "Al solito posto" se la va a fare anche chi lavora onestamente come Romolo Monti (Manuel Ricco), giovane attore drammatico, attratto dalla simpatia della signora Checca, la padrona del bar "Al solito posto", romana verace, persona concreta e grande lavoratrice.
Sono il rinvenire un documento importante appartenente a Giorgio Lopresto, milanese, esperto commercialista fiscale che entra per errore nel bar, ed una fortuita omonimia, gli elementi che fanno nascere nei tre l’idea di ordire una truffa ai danni della Comunità Europea: è questo l’espediente nuovo che ritengono, consentirebbe loro di "svoltare" e di tornare a "stravivere". La fortuna non sarà, giustamente, dalla loro parte e per qualche giorno, "Al solito posto", chi lavora e vive onestamente come Checca, Romolo e la bella giovane attrice Lory (Sara Pompili), respirerà aria un po’ più pulita, ma….
La commedia divertente ha anche dei risvolti drammatici, per chi sappia ben osservare alcuni personaggi, soprattutto quelli femminili come Vanna Cesarini e Lucrezia Del Grande. Sono due donne di una certa età che raccontano in scena di aver vissuto agiatamente un tempo, e poi di essere cadute in disgrazia. Vanna e Lucrezia non sono manovalanza della malavita organizzata, sono state invece condotte da eventi disgraziati, come la separazione per l’una e un fallimento familiare per l’altra, ad abbracciare attività poco lecite, essendo tra l’altro fallito un loro ulteriore tentativo di dar vita a iniziative commerciali, come l’Atelier di moda di Vanna. A loro che non erano state in grado di accettarsi durante la crisi personale, a loro che si sono trovate sole ad affrontare gravi disguidi economici, vittime dell’ usura, la nostra società non è stata in grado di offrire alcuna occupazione degna, in quanto Vanna e Lucrezia erano troppo anziane per poter sperare di essere assunte ed inserite agevolmente nel mondo del lavoro. Entrambe vedono, erroneamente, in una truffa finanziaria pianificata da Arturo, la possibilità di chiudere con questa "vitaccia" tornando al "bel mondo" ed in questo, intravedono anche la possibilità di riabilitare se stesse.
"Al solito posto" è fare teatro trasgressivo?
La disobbedienza alle forme, la non disciplina alle regole del linguaggio spesso volutamente sboccato e dialettale, riflettono l’agonia di questa nostra epoca attuale contraddittoria e socialmente tragica, soprattutto per la latitanza dei valori fondamentali, che fa vedere nel male come può essere una "truffa" l’occasione per redimersi: sono consuetudini queste che pur non essendo il patrimonio morale e culturale degli autori, rendono tuttavia più vera, comica e drammatica la rappresentazione.
Viste le sue caratteristiche polemiche e legate all’attualità, la rappresentazione romana "Al solito posto" di Franco Ignazio Palumbo, Gabriella Rossini e Giulio De Nicolais abbatte ogni distanza fra lo spettacolo ed il pubblico, tra scena e attualità, e di conseguenza la commedia si immerge completamente nel mondo della Roma reale.
Gli Autori della commedia
Gabriella Rossini è nata e vive a Roma dove svolge la sua attività di logopedista. Dal 2000 ha intensificato la sua seconda attività di scrittrice di narrativa e poesia, vincendo vari concorsi a livello nazionale (Premi Accademio G: Belli 2000, 2004, 2006, Premio maio Dell’Arco 2006), e pubblicando poesie per le Edizioni Aletti e per la rivista La Voce Romana. L’autrice ha anche affrontato la scrittura teatrale e la recitazione, mettendo in scena, come autrice ed attrice " La Vacanza" a Roma, nel Maggio 2008.
Giulio de Nicolais è nato e vive a Roma dove svolge la sua attività di giornalista. Dal 2002collabora con testate giornalistiche italiane, americane ed ucraine, tra cui L'Opinione, La Discussione, Il Meridiano, Agenzia Radicale, Forum Ucraina, Romareporter.it , Radio Liberty, Golos. È considerato un esperto in problematiche sociali e politiche dei Paesi dell'Est ed in particolare dell'Ucraina. Ha terminato gli studi universitari in Filosofia, Teologia nel 1987. Per il servizio svolto a favore del processo di liberazione dell'Ucraina, nel 2001 ha ricevuto dall'Accademia Internazionale "Golden Fortuna" che ha sede in Kiev, presso il Ministero della Cultura della Repubblica di Ucraina, la medaglia d'Argento di San Giorgio, III°. È stato premiato nel 2007 dal Comune di Roma come "Giornalista della Multietnicità". Un suo servizio è esposto al Museo di Roma in Trastevere in seno alla mostra - libro "Quando l’immigrazione produce".
Franco Ignazio Palumbo in arte Franco P. da Ceri. Attualmente vive e svolge la propria attività artistica a Roma, ove si è stabilito fin dal 1953. Dopo varie vicissitudini, in seguito ad una rigorosa selezione, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. Viene chiamato ad operare nel campo dello spettacolo e successivamente dopo varie esperienze è stato il Regista di alcuni film western e polizieschi. Il suo talento di pittore emerge in lui prepotente negli anni Novanta, pur essendo la pittura un punto fermo nella sua vita.

mercoledì 28 gennaio 2009

Unesco: 2009 "Anno Grotowski"

L'Unesco ha dichiarato il 2009 "Anno Grotowski" e proprio in onore del grande Maestro, artefice del cosiddetto "Teatro povero" ripreso da Francesco Mazzullo e fatto proprio nel metodo "Teatrovita", il regista e attore catanese porta in scena a Palermo lo spettacolo "Bassa Marea", di Roberto Russo, curandone la regia.

Sul palco del Teatro delle Balate, dal 4 all'8 febbraio 2009, le attrici Maria Rosaria Russo e Antonella Longhitano tornano a vestire i panni di madre e figlia, in una riflessione su come la società di oggi affronta il disagio mentale che risponde non solo all'esigenza di guardare in faccia una realtà molto cruda, che spesso nei contesti metropolitani mostra le espressioni più drammatiche, ma anche, soprattutto dopo la legge 180, alla necessità di verificare, a distanza di alcuni anni, quali sono gli effetti prodotti dalla riforma sanitaria nel settore della psichiatria e l'intervento di cura per alcune particolari categorie di persone con disagio psichico, i cosiddetti: "persi di vista".

Uno spettacolo non certo semplice, vista la complessità dell'opera che scende nel profondo dell'anima di una madre e di una figlia alle prese con rancori, rivendicazioni e atroci dubbi che dilaniano l'anima delle protagoniste. Un tema con uno sfondo sempre attuale, quello dello scontro generazionale, che ha già riscosso consenso dalla critica e dal pubblico nella prima nazionale andata in scena il 24 maggio 2008 presso il Teatro dell'Accademia di Catania.

Grazie alla regia di Francesco Mazzullo, lo spettacolo rientra a pieno nello stile grotowskiano.



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daniela la chioma <dlkeagle@gmail.com>

lunedì 26 gennaio 2009

Teatro Quirino: I due gemelli veneziani

Teatro Quirino

dal 3 febbraio al 1° marzo 2009

Noctivagus Produzioni Teatrali - Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia presentano

MASSIMO DAPPORTO

in

I DUE GEMELLI VENEZIANI

di Carlo Goldoni

costumi Elena Mannini

scene Pier Paolo Bisleri

ideazione luci Sergio Rossi

regia Antonio Calenda



Massimo Dapporto interpreta il duplice ruolo di Tonino e Zanetto ne "I due gemelli veneziani" di Carlo Goldoni, diretto da Antonio Calenda. Capolavoro della comicità e della scrittura scenica, il testo offre al protagonista un banco di prova eccezionale, pari a pochi nella storia del teatro. Lo spettacolo – che fa omaggio al genio goldoniano nel trecentesimo della nascita – è la nuova produzione di Noctivagus e del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e ha debuttato al Politeama Rossetti di Trieste in prima nazionale il 16 novembre 2007.

"I due gemelli veneziani", vero capolavoro della scrittura comica, s'incentra sull'incanto del gioco teatrale dei simili e degli opposti, portato a livelli altissimi da un Goldoni ormai pienamente padrone delle tecniche della drammaturgia settecentesca e della sapienza scenica di chi il teatro lo scrive, ma sa anche "farlo", di chi impone agli attori una parte, ma solo dopo averla costruita sulle loro personali potenzialità e inclinazioni. Ne risulta una commedia che, dall'esordio nel 1747 ad oggi, non ha smesso di sorprendere e divertire e sembra immune al peso del tempo.

"I due gemelli veneziani" coniuga con sapienza ed equilibrio studio dei caratteri e virtuosismo comico, e contestualmente si lascia percorrere da insolite inquietudini grottesche (non sottovalutiamo l'innovazione della descrizione della morte in scena che Goldoni inserisce nell'ultima parte della commedia) e adombra, forse con qualche malinconia nella conclusione, l'imminente avvento del mondo borghese con i suoi livori e le sue concrete preoccupazioni a cui, purtroppo, il gioioso gioco di scambi e travestimenti è destinato a cedere il passo.

«I due libri su' quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro» scrisse Carlo Goldoni: ne "I due gemelli veneziani" c'è tutto un mondo di sentimenti, inquietudini, emozioni e umanissime rivalità e tutto il "ludus" del teatro (fatto di equivoci, frenesie, mascheramenti, malintesi) che il grande autore veneziano usava con tanta destrezza. E sebbene il plot abbia radici lontane (nell'antica tradizione latina, nelle commedie plautine e terenziane quali i "Simillimi" o i "Maenechmi") il genio goldoniano riesce a donargli in un soffio l'universalità.

Su questo terreno si muove Antonio Calenda - concertatore di un allestimento in equilibrio tra realismo e fantasia – dirigendo un cast che saprà armonizzare sensibilità di analisi e virtuosismo interpretativo.

Di assoluta centralità il ruolo del titolo che Goldoni scrisse nell'intento di mettere in luce le doti del Pantalone Cesare d'Arbes: «Per meglio consolidare la sua fama – scrive infatti l'autore nei "Mémoires" – bisognava farlo brillare a viso scoperto; era quello il mio disegno, il mio principale scopo. [...] Io lavoravo per lui a una commedia intitolata "I due gemelli veneziani". Avevo avuto abbastanza tempo e modo per esaminare i vari caratteri personali dei miei attori. In D'Arbes avevo notato due movimenti opposti e soliti nel suo aspetto e nel suo giuoco. A volte era l'uomo di mondo più ridente, brillante e vivace; a volte assumeva l'aria, i tratti, i discorsi d'un sempliciotto, d'un balordo: e quei mutamenti accadevano in lui naturalmente, senza che ci pensasse. Tale scoperta mi suggerì l'idea di farlo comparire sotto quei due aspetti nello stesso lavoro».

E questo sarà il compito a cui è atteso uno degli attori più versatili e completi che oggi vanta la scena italiana, l'ottimo Massimo Dapporto. Maturo nell'espressività, darà vita al paradosso di Zanetto e Tonino, giostrandosi fra i loro opposti caratteri e sintetizzando in un unico corpo il ruolo di antagonista e protagonista, comico e spalla. Accanto a lui si muoverà un nutrito cast di attori di consolidata esperienza.






Per informazioni e prenotazioni biglietteria del teatro tel. 06/6794585 (ore 10/19 - lunedì riposo)

inizio spettacoli serali ore 20.45

repliche pomeridiane ore 16.45: mercoledì 4/2; domenica 8/2; giovedì 12/2; domenica 15/2; giovedì 19/2; domenica 22/2; giovedì 26/2; domenica 1/3.

replica ore 19.00: mercoledì 11 febbraio; mercoledì 18/2; mercoledì 25 febbraio.


Ufficio stampa Compagnis SVS – Silvia Signorelli 338.9918303 Viola Sbragia 335.8369150

ETI Ufficio Stampa Silvia Taranta, Bianca Vellella 06/44013239.258




PETER PAN VOLA SU ROMA

MASSIMILIANO PIRONTI


PROTAGONISTA DI


"PETER PAN IL MUSICAL"


GRAN TEATRO ROMA

DALL'11 AL 15 FEBBRAIO

Il musical italiano ha trovato il suo nuovo talento: è Massimiliano Pironti, il protagonista di PETER PAN.

Attore, ballerino, cantante, Pironti riempie la scena con la sua energia, coinvolgendo non solo i bambini (che lo guardano increduli mentre vola sul pubblico) ma anche gli adulti che – almeno in quelle due ore e mezza – dimenticano i problemi e si fanno trascinare dalla magia della storia!

Campione di incassi nelle passate edizioni, dal 13 novembre è in tour nei principali teatri italiani, dove sta registrando sempre il tutto esaurito.

Il pubblico entusiasta, i critici e gli addetti ai lavori hanno ormai dimenticato il precedente protagonista. Peter Pan è Massimiliano Pironti! Vestito di verde, con i capelli arruffati e accompagnato dalla fedele Trilly, Peter Pan ci porta sull'Isola che Non C'è dimostrandoci che esiste davvero e che è popolata di indiani "pericolosi", di bambini sperduti, di sogni, di fate e di pirati disposti a tutto pur di prendere il sopravvento.

A rendere tutto ancora più magico il ritmo delle musiche di cui è autore Edoardo Bennato. E allora diventa impossibile non cantare tutti insieme "Viva la Mamma", "L'Isola che non c'è", "Ogni favola è un gioco", "Sono solo canzonette", "Che paura che fa Capitan Unicno"…

Al fianco di Massimiliano (Peter Pan) ci sono Nicolas Tenerani (Capitan Uncino), Marta Rossi (Wendy), con la partecipazione straordinaria di Ugo Conti (Spugna).

Regia di Maurizio Colombi.

Supervisione musicale di Luca Jurman.

Musiche di Edoardo Bennato.

Dall'11 al 15 febbraio il musical sarà in scena al Gran Teatro di Roma.


Disponibili foto ed ulteriori informazioni




Ufficio Stampa

Angela Iantosca

http://www.massimilianopironti.com/

http://www.peterpanilmusical.com/

iantoscaangela@gmail.com

Cell 3381065420


Teatro Argot: L' OCCASIONE D'ORO DI BENNETT AL TEATRO ARGOT

Comunicato stampa

Alessandro Lendvai per Suite srl

in collaborazione con Associazione Culturale “Vale un Perù”

Presenta

L’occasione d’oro

di

Alan Bennett

Regia

Antonella Civale

Con

Antonella Civale

Dal 27 gennaio al 1 febbraio 2009

Ore 21 Domenica ore 19 –durata 55’

Prezzi: intero E 12, ridotto E 10, CRAL E 5

Teatro Argot Studio

Via Natale del Grande, 27 Roma

06 5898111

Info e prenotazioni Simone Nebbia 339 8886571

Sinossi

Lesley è in casa, sola, circa una settimana dopo aver terminato le riprese del film più importante della sua vita di attrice. Il regista le ha detto che diventerà “piuttosto famosa” e, dal momento che lei stessa si ritiene “una professionista fino alla punta dei capelli”, è chiaro che qualcuno la chiamerà da un momento all’altro. Ma il telefono non squilla. E, per non farsi divorare da questo silenzio insopportabile, Lesley sceglie di rifugiarsi nel ricordo della bella esperienza vissuta, fino a riviverla parola per parola, in una carrellata in cui le persone che hanno lavorato con lei prendono forma con le loro voci e posture: l’addetto alle luci Patata, il tuttofare Simon, il costumista Scott, l’aiuto-regista Nigel, il macchinista Terry, l’addetto agli animali Kenny, il suo collega (pessimo attore) e infine il regista Gunther. Disgraziatamente Il telefono continua a tacere e, quando la favola finisce, Lesley è costretta ad affrontare il presente vero, fatto di una spaventosa solitudine e di miseria, colmato solo da speranze improbabili e illusioni che si auto-alimentano.

Scritto alla fine degli anni ‘80 per la televisione, il monologo “L’occasione d’oro” è una testimonianza della bravura tragicomica di Alan Bennett, un autore che si è sempre dimostrato molto sensibile alla necessità che spesso abbiamo di costruirci una realtà parallela in cui sopravvivere. Molti dei suoi personaggi non riescono – perché non possono? perché non vogliono?- a vedere la realtà per quella che è, eppure è difficile biasimarli perché conservano una loro logica, una loro integrità, una specie di candore interno. Anche Lesley si chiude in questo circolo vizioso che finisce per essere la sua linfa vitale, al punto che non sembra possibile una via di fuga.

Domani ricomincerà inesorabilmente uguale a ieri.

Compagnia Attori & Tecnici: TeatroVittoria, L'arte della commedia

La Compagnia Attori & Tecnici
presenta
L'ARTE DELLA COMMEDIA
di Eduardo De Filippo
con
Stefano Altieri, Renato Scarpa,
Carlo Lizzani, Massimiliano Franciosa, Roberto Della Casa,
Annalisa Favetti, Riccardo Cascadan, Michele Lella, Ludovica Rosenfeld
scene
Alessandro Chiti
regia
Stefano Messina

Oreste Campese è il capocomico della compagnia di una famiglia di attori girovaghi che ha perso in un incendio il capannone che faceva loro da casa e da teatro. Le uniche cose salvate dalle fiamme solo le casse dei trucchi e dei costumi. Duramente provato da questa disgrazia che li ha messi sul lastrico, Campese chiede udienza a De Caro, prefetto di nuova nomina appena giunto in paese e viene inserito in una lista di altre cinque persone. De Caro lo riceve per primo e inizia una conversazione con lui sul ruolo del teatro e dei teatranti, sulla loro importanza nella società e sulla responsabilità e l'impegno delle istituzioni in favore dell'arte. Inizialmente pacata, la discussione si accende quando il capocomico confuta con parole chiare e sincere le affermazioni qualunquistiche e superficiali del prefetto. Quando poi Campese gli chiede di presenziare quale rappresentante delle istituzioni ad un loro spettacolo, cosa che costituirebbe una buona pubblicità e un conseguente miglior incasso col quale poter lasciare il paese, il prefetto, irritato, mette alla porta in malo modo il capocomico offrendogli solo l'elemosina di un foglio di via. Per un errore però al capocomico viene consegnata la lista delle persone che avevano chiesto udienza. Campese lascia la prefettura lanciando a De Caro una sfida: sarà capace il prefetto di distinguere gli attori, tra le persone che riceverà quella giornata?
Il prefetto riceve quindi il medico condotto, il parroco, la maestra, il farmacista e due montanari cercando invano di capire se siano gli attori della compagnia o i veri cittadini del paese. La situazione precipita, il farmacista si avvelena e muore e Campese riappare per restituire la lista delle udienze. De Caro gli intima di rivelargli la verità sotto la minaccia di consegnarlo al maresciallo dei carabinieri ma la risposta di Campese non chiarirà i suoi dubbi perché le storie, a prescindere dalla vera identità dei protagonisti, sono vere e il confine tra realtà e finzione è sottile e trasparente come l'immagine riflessa in uno specchio.

Nonostante sia stata scritta nel 1964, L'Arte della Commedia di Eduardo De Filippo è una pièce che colpisce per la sua grande attualità, specie oggigiorno in cui le istituzioni, con i suoi frequenti tagli di fondi, sembrano essere sempre meno interessate alla cultura e al teatro, ed è un'accorata dichiarazione d'amore per questa professione antica ed entusiasmante che, paradossalmente, da sempre, non ha la tutela e la considerazione istituzionale che merita.
La messa in scena di questa commedia, inoltre, acquista un significato ancor più profondo e vissuto perché presentata, dalla Compagnia Attori e Tecnici che, da più di vent'anni, lotta con le istituzioni locali per tenere in vita il bel Teatro Vittoria e le sue attività che sono un prezioso punto di riferimento e di ricchezza culturale per tutti i cittadini romani.
La scenografia di Alessandro Chiti è particolarmente curata, semplice ma di grande effetto, grazie ad alcune trovate sorprendenti tipo il passaggio dalla prima scena, di un esterno, alla seconda, di un interno, con il manto bianco della neve che scompare risucchiato da un invisibile buco al centro del palco, come pure molto pregnante e ricca di significato è l'immagine degli attori riflessi nello specchio perché il teatro è specchio della vita.
La regia di Stefano Messina è impeccabile. Intensa e pregevole l'interpretazione del cast composto da attori di grande talento ed esperienza: Stefano Altieri (il capocomico Campese), Carlo Lizzani (il prefetto De Caro), Roberto Della Casa (il segretario Franci), Renato Scarpa (il parroco Don Salvati), Massimiliano Franciosa (il dott. Bassetti), Annalisa Favetti (la maestra Petrella), Riccardo Cascadan (il piantone Veronesi e il farmacista Pica), Michele Lella e Ludovica Rosenfeld (la coppia di montanari).
Chi ama il teatro amerà questa commedia perché saprà riconoscerne il valore e la veridicità e perché, come diceva Eduardo, "lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro."
(Ilda Ippoliti)

In scena fino al 12 Febbraio
TEATRO VITTORIA
P.za S. Maria Liberatrice, 10
00153 Roma - tel 06570170
www.teatrovittoria.it

domenica 25 gennaio 2009

Costumista: da Cisterna a Roma in punta d'ago





Il prossimo 27 gennaio al Teatro Agorà di Roma debutta lo spettacolo “Molto rumore per Nulla” di Shakespeare, diretto da Anna Rita Luongo che per il secondo annno conseguito ha deciso di affidare la realizzazione dei costumi alle abili mani di una giovanissima cisternese: Melania Fasolo.
Anna Rita Luongo l'ha scovata a Nettuno, dove ha frequentato per cinque anni l'istituto Colonna Gatti, conseguendo, nel 2007, il diploma di stilista di moda. Melania è una ragazza timidia e riservata, ma con molto talento e una gran passione per la moda che le è stata trasmessa dalla mamma che gestisce una bottega di maglieria e filati a Cisterna di Latina. Nonostante la giovane età, ha appena 20 anni, Melania ha preso molto sul serio l'incarico affidatole lo scorso anno dalla Luongo per la realizzazione dei costumi “Prometeo ai fuochi di Beltane”, affrontando l'impegno con determinazione, serietà e passione.
Il risultato sono stati costumi che hanno ricevuto ogni sera i complimenti del pubblico. Per lei mettersi alla prova nel ruolo di costumista è stata una novità, anche se si era spesso cimentata in "rifacimenti"d’epoca, come in occasione della sfilata di fine anno scolastico, con la regia di Anna Rita Luongo, per la quale ha realizzato degli abiti ispirandosi al '700.
Visto l'ottimo lavoro svolto, Anna Rita Luongo l'ha voluta anche per “Molto Rumore per Nulla”. Questa volta oltre a realizzare alcuni nuovi costumi, doveva anche ritoccarne altri, realizzati dalla sua amata mamma, Ada Sica, costumista storica della Compagnia, scomparsa alcuni anni fa. Un incarico quindi molto delicato delicato e di grande fiducia che Melania ha portato a termine brillantemente anche grazie all'aiuto di Roberta Coluccia, 20enne di Aprilia. Promosse a pieni voti dalla regista, ora le attende la prova del pubblico che numeroso assisterà alla commedia shakespeariana “Molto rumore per nulla” seguendo i divertenti intrighi amorosi di Benedetto e Beatrice e di Ero e Claudio. Lo spettacolo sarà in scena al teatro Agorà di Roma, via della Penitenza 33, dal 27 gennaio all'8 febbraio 2008.

CASA DI GOETHE


CASA DI GOETHE
25-01-2009

GOETHE OFF è teatro,
nella casa abitata dal Poeta: alcune persone che l'hanno conosciuto ne parlano bene, e anche male.

Drammaturgia e regia di Marco Maltauro

Con
Mirko Ciorciari
Serafino Iorli
Francesco Maiorca
Simon Makkonnen
Gianantonio Martinoni
Marta Nuti
Alex Pascoli
Carlotta Piraino
Giovanni Scifoni
Massimiliano Vado

Lunedì 26 gennaio 2009
Lunedì 2 febbraio 2009
Lunedì 23 febbraio
Lunedì 2 marzo
ore 21.00

Biglietto d'ingresso alla mostra obbligatorio
apertura straordinaria 19.30-21.00): € 6,00
Prenotazioni: info@casadigoethe.it

Teatro Agora': Molto Rumore per nulla. Dal 27 gennaio


Teatro Agorà - Roma
dal 27 gennaio all'8 febbraio 2009

Compagnia dei terrazzi di Ada

MOLTO RUMORE PER NULLA
Di William Shakespeare
Regia di Anna Rita Luongo
con
Rocco Ditella, Anna Rita Luongo, Ermanno Manzetti, Massimiliano Oliva, Claudia Giovannercole, Filippo Dini, Toni Brundu, Pina Burelli, Beatrice De Angelis, Tiziano Perrotta, Federico Melchionna, Marco Lentini, Rosaria D'Amato

aiuto regia Eleonora Muggiano, Chiara Di Ianni

Dal 27 gennaio all'8 febbraio 2009 al Teatro Agorà di Roma la Compagnia dei Terrazzi di Ada porta in scena "Molto rumore per nulla" di William Shakespeare, regia di Anna Rita Luongo.

Lo spettacolo ha il patrocinio della Provincia di Roma, dell'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e dell'Assessorato alla cultura, sport e spettacolo della Regione Lazio


Dopo il successo ottenuto nelle quattro precedenti stagioni teatrali con la quadrilogia degli elementi ("Tutte le cose sono acqua", "Angeli carezze d'aria", "Terra... Madre", "Prometeo ai fuochi di Beltane") la Compagnia dei Terrazzi di Ada, quest'anno porta in scena "Molto Rumore per Nulla" di William Shakespeare ambientata non all'epoca elisabettiana, ma nella Messina dell'800 "ciò - spiega la regista Anna Rita Luongo - per dimostrare che le opere di quest'autore sono attuali e funzionano sempre anche se inserite in periodi storici differenti da quello di origine" . L'ambientazione ottocentesca per la Luongo è anche un omaggio a Kennet Brannagh e alla sua trasposizione cinematografica del 1993 della quale ha ammirato le "capacità di rendere cinematografica un'opera teatrale senza farle perdere il gusto e l'emozione del palcoscenico".

La storia raccontata da Shakespeare è quella di due coppie di innamorati: Ero ed il Conte Claudio, Beatrice e Benedetto che prima di veder trionfare il loro amore devono vedersela con intrighi e inganni. Ill risultato è una commedia divertente nella quale, spiega la Luongo "nulla è come sembra e nulla è definitivo e tutto rimanda all'altro. Né la vita, né la morte stessa sono condizioni irrimediabili, non lo sono i giuramenti e neppure i legami di sangue poiché tutto può essere fatto e disfatto mille volte e ciò nella festa, nella maschera e nei dialoghi arguti". Dov'è la verità? In ciò che è, in ciò che si deve o in ciò che appare? La risposta non è semplice perché – conclude la regista "il confine tra verità e apparenza è mobile quanto le passioni umane e questo è il tema che con Molto rumore per nulla metteremo in scena".

    Sinossi


Il principe Pedro d'Aragona al ritorno dalla battaglia si ferma a Messina dal suo amico Leonato e sua moglie Elisabetta (personaggio non presente nel testo originale ma creato in sostituzione di Leonato per avere più ruoli femminili in scena).

Della figlia di Leonato ed Elisabetta, Ero, si innamora il conte Claudio, uno dei favoriti del principe. Il matrimonio sembra deciso, grazie anche all'approvazione della madre, ma i due innamorati devono fare i conti con la perfidia di don Juan, fratello del principe ,che cerca di mettere zizzania

Nel frattempo si assiste ad un divertente battibecco tra Beatrice, nipote di Leonato, e il signor Benedetto da Padova, entrambi convinti di essere immuni all'amore. Una determinazione che dovrà fare i conti con il complotto ordito dal principe Pedro, che mira a far cadere l'uno nelle braccia dell'altro.

Ero, per colpa di Don Juan e dei suoi sgherri, viene screditata agli occhi di Claudio, che al momento delle nozze la ripudia, accusandola di lussuria. Ero cade a terra priva di sensi e viene creduta morta in attesa che la verità trionfi e che lei sia riabilitata grazie all'aiuto di due figure molto particolari e caratteristiche, il Carruba e il Sorba.


Lo spettacolo andrà in scena dal 27 gennaio all'8 febbraio 2009 al Teatro Agorà di Roma, via della Penitenza 33 dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 18, lunedì riposo. Biglietti: intero 13 €, ridotto 10€ (più tessera Teatro Agorà 2€)


Ufficio stampa: Simonetta Clucher 3490690047 – s.clucher@terrazzidiada.it


PPU al Teatro Ghione

Non si poteva auspicare un migliore inizio per il 2009 del PPU – Professional People in Urbe - al suo primo evento organizzato per l'anno nuovo nella Capitale. Come è ormai caratteristica del Business Social Network romano, nell'appuntamento del 23 gennaio, oltre al classico evento di networking, è stato inserito un mix esplosivo di originalità, cultura e divertimento, che ben rendono il clima sereno per facilitare il business.
Il tutto è cominciato dall'aperitivo in una sala riservata, messa a disposizione dal Teatro Ghione per l'occasione e nella quale sono intervenuti anche gli attori, prima di salire in palcoscenico. A seguire il PPU aveva riservato le primissime file in sala, per assistere allo spettacolo "Risate al 23° Piano", con la regia e la partecipazione del bravissimo Claudio Insegno.
Ringraziamenti al PPU sono stati riportati anche dagli attori, sul palco, al termine dello spettacolo ed il tutto si è concluso con un caloroso applauso dei partecipanti.

Il Consiglio Direttivo del PPU ha introdotto con il 2009 una tessera sociale a pagamento, per dare un segnale del rinnovato impegno nella qualificazione del PPU in questo suo secondo anno di vita e per consolidare in parte il finanziamento delle attività sociali.

La risposta dei Soci è andata al di là delle più rosee aspettative: i 50 posti messi a disposizione sono andati esauriti già da giorni prima sul sito web del PPU, in costante miglioramento grazie al contributo determinante dello sponsor Teamcode del socio sostenitore Massimiliano Colognese. Ma non è stata la prevendita esaurita anzitempo a stupire, quanto le oltre 40 persone in lista di attesa rimaste fuori dall'evento e, sorpresa assoluta, una ventina di Soci che hanno preferito acquistare il biglietto direttamente al Teatro, pur di esserci anche loro!

Un grande successo, quindi, che apre il 2009 del PPU in maniera entusiasmante e che dà la carica per affrontare un anno di eventi particolarmente ricco ed interessante, a partire dal prossimo appuntamento, questa volta di networking classico previsto per l'inizio di febbraio ed anch'esso, come sarà usuale da ora in poi, proposto in prevendita ai soli Soci e loro ospiti attraverso il sito sociale www.ppunet.com. Anche a febbraio, quindi, le sorprese non mancheranno..

Per Info ed associazioni: sito www.ppunet.com / Carmen Lo Duca: c.loduca@ppunet.com / Arianna Mallus: a.mallus@ppunet.com / Marco Lungo m.lungo@ppunet.com

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Postato da Ufficio Stampa PPU <ufficio.stampa@ppunet.com> su CorrieredelWeb.it L'informazione fuori e dentro la Rete.

sabato 24 gennaio 2009

III SAGRA DELLA CANZONACCIA

III SAGRA DELLA CANZONACCIA


A Firenze, il 7 FEBBRAIO ore 16 nei locali del centro sociale anziani "ETA' LIBERA" in via del Leone 35 , punto di aggregazione in un quartiere con una forte presenza di popolazione anziana che offre opportunità e servizi, non solo sanitari e sociali, ma anche culturali, sportivi e di svago), per salutare al meglio il carnevale, L'ACCADEMIA ALFIERI e il centro socioculturale del FULIGNO hanno organizzato anche quest'anno un' iniziativa piccantina al punto giusto.
Una serata all'insegna del divertimento e della rievocazione dell'antica usanza di cantar Carnevale. Promossa dai poeti dell'Accademia Vittorio Alfieri di Firenze, la 3° sagra della Canzonaccia, recital di poesie maliziose della tradizione letteraria italiana dal XIV secolo ai giorni nostri, accompagnato da musica e canzoni popolari, o per meglio dire "Canzonacce" (quali ad esempio La Rosina, Lo spazzacamino, Fanfulla da Lodi, Le osterie, La strapazzata).

Questa manifestazione, nata tre anni fa dal desiderio di passare insieme una serata di Carnevale, con i vecchi canti d'osteria, farciti di doppi sensi più o meno espliciti e con l'allegria delle canzoni popolari, licenziose e provocatorie, ma autentiche e genuine (selezionate sempre con un pizzico di misura e di buongusto), continua quest'anno richiesta, per così dire,"a furor di popolo" dagli spettatori della passata edizione. Forse oggi, in una società così spaesata, c'è in tutti un po' di "nostalgia d'osteria", osteria non più intesa come luogo reale, bensì come modo d'essere e di stare in compagnia.

Le poesie scelte, in vero un po' audaci e certamente adatte ad un pubblico di soli adulti, si rivelano assolutamente inoffensive, non recano infatti ingiuria a nessuno, né si occupano di religione o di politica, ma, come diceva Giorgio Baffo, il poeta che fu alto magistrato della Serenissima Repubblica Veneta nella seconda metà del Settecento, i versi scelti trattano solo: … de cosse allegre, belle e bone, cosse deliciosissime, cioè de bocche, tette, culi, cazzi, e mone.
Condurrà Mario Macioce, direttore del Laboratorio di Poesia dell'Alfieri, che riunisce i poeti dell'associazione ogni giovedì pomeriggio dalle 16,30 alle 19, nei locali del centro socio culturale anziani "Il Fuligno", via Faenza 52. La serata sarà allietata dalla musica e dalla voce del poeta-cantautore Massimo Pinzuti, socio dell'Accademia Vittorio Alfieri.

Napoli: riapertura Teatro San Carlo

Oltre duecento operai, 93 restauratori e sei mesi di lavori per riportare all'antico splendore, il Teatro San Carlo di Napoli, il più antico teatro dell'opera del mondo.
Gli interventi, voluti dal commissario straordinario Salvatore Nastasi, hanno interessato l'intera fabbrica, dal tetto alla sala con sostituzione delle poltrone, dotate di un raffinato impianto di climatizzazione. Restaurati il palco reale con gigli in oro e gli altri palchi con specchi, intarsi, tendaggi, cambiate sedie e sgabelli.
Domenica 25 gennaio apertura della stagione lirica con l'opera Peter Grimes di Benjamin Britten. Il 7 febbraio, l'inaugurazione ufficiale, alla presenza del capo dello stato Giorgio Napolitano con il concerto di Riccardo Muti e il coro del Massimo napoletano.
Il maquillage ha interessato anche il foyer con aggiunta di caffetteria e bookshop aperti tutti i giorni. La bouvette con vista sui giardini di palazzo reale è stata affidata alla pasticceria Scaturchio.
La cifra complessiva dei lavori si aggira intorno ai 60 milioni di euro di fondi europei, trenta spesi nella prima fase, 30 nell'attesa di finanziamento per completare l'opera, voluta da Carlo di Borbone, nel 1737, quarantuno anni prima della Scala.
Era il 4 marzo quando l'architetto Giovanni Antonio Mediano e l'appaltatore Angelo Carasale firmarono il contratto che li portò a terminare l'opera in otto mesi e far sì che fosse inaugurata il 4 novembre dello stesso anno, giorno dell'onomastico del sovrano.
Achille in Sciro del Metastasio, musicata da Domenico Sarro, costituì la rappresentazione inaugurale e secondo un'usanza dell'epoca fu una donna ad interpretare la parte di Achille: Vittoria Tesi, affiancata da Anna Peruzzi e dal tenore Angelo Amorevoli.
Il San Carlo costituì una grande attrazione anche per gli stranieri che intervenivano da ogni parte per godere non solo della grandiosità degli spettacoli, ma anche per ammirare la magnifica architettura, le decorazioni in oro, i ricchi addobbi in azzurro, colore ufficiale della casa borbonica.
Purtroppo la notte del 12 febbraio 1816 un incendio distrusse completamente lo splendido teatro e i giornali di tutta Europa ne diffusero la notizia. Fu allora che re Ferdinando I di Borbone, sei giorni dopo l'incendio, affidò all'architetto Antonio Niccolini l'incarico di ricostruire il S.Carlo. E fu un ancora un record: dieci mesi dopo il teatro era già risorto, fu migliorata l'acustica e ingrandito il palcoscenico. Giuseppe Cammarano dipinse il soffitto: vi è raffigurato Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo, restaurato in questi giorni, in seguito ad infiltrazioni d'acqua.
La seconda inaugurazione avvenne il 12 gennaio 1817 e Stendhal, scrisse: "Non c'è nulla in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea, gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita...".
Nella prima metà dell'800 le vicende gloriose del S.Carlo sono legate al "Principe degli impresari", Domenico Barbaja. Egli, con geniale intuizione, scritturò il compositore Gioacchino Rossini il quale vi restò per otto anni scrivendo: Armida, Mosè, L'assedio di Corinto, Zalmira e scritturando molti cantanti, tra questi Gilbert Duprey, l'inventore del "do di petto".
A Rossini successe Gaetano Donizetti il quale vi rimase fino al 1838, componendo ben 16 opere. Anche Giuseppe Verdi fece presto ingresso al S.Carlo. Nel 1841 rappresentò: "Oberto conte di S.Bonifacio" e, nel 1872 il grande compositore convinto dall'impresario Antonio Musella, assunse la direzione artistica e ripresentò il "Don Carlos" e la prima volta "Aida" con grande successo. In seguito il S.Carlo si adeguò ai nuovi orientamenti musicali, presentando le opere di Giacomo Puccini e della "Giovane scuola" di Mascagni e dei quattro napoletani di nascita e di studi, Leoncavallo, Giordano, Cilea ed Alfano.
Il periodo nero verso la fine dell'800, quando, ribattezzato Teatro Nazionale fu profanato da invadenti spettacoli equestri. Durante la guerra mondiale, anche se danneggiato, fu requisito dalle autorità militari alleate e gli spettacoli destinati alle truppe.
Nel 1948 grazie al sovrintendente Pasquale Di Costanzo, coadiuvato dal direttore artistico Francesco Siciliani, il San Carlo risorse a nuova vita e ristabilì la sua preminenza fra i maggiori teatri europei.
Il Teatro, a luglio chiuderà di nuovo per rifare il palcoscenico e completare la sala prove con la volta disegnata da Mimmo Paladino. Scaduto a dicembre il mandato, il commissario Salvatore Nastasi, lascerà l'incarico appena sarà nominato il nuovo comitato d'amministrazione.
mario carillo napoli-news.net


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venerdì 23 gennaio 2009

Teatro India: Remondi & Caporossi

Comunicato Stampa

Remondi & Caporossi

PRIMA NAZIONALE

DOLORE PERFETTO
Operaio del teatro per la drammaturgia Claudio Remondi
Operaio del teatro per la scena, costumi e regia Riccardo Caporossi


Con Giuseppe Leonardo Bonifati, Alessandra Guazzini
Vincenzo Preziosa, Armando Sanna, Pasquale Scalzi, Alessia Spinelli


Musiche Sandra Ugolini e Sergio Quarta
Luci Nuccio Marino

Direttore di scena Ettore Melani
Collaborazione video Lorenzo Letizia
Amministrazione Gloria Caporossi

"Dolore perfetto" è uno spettacolo fatto di piccole e grandi storie in cui la fantasia disegna situazioni, casi e conflitti dove i personaggi si impongono con forza in una visione drammatica e umoristica. Sono personaggi condannati ad una solitudine senza riscatto e destinati a soccombere al codice squallido e inquieto di una società priva di ideali. I loro desideri si scontrano con la realtà mutabile della vita che li annulla e li svuota. I personaggi parlano lentamente, a frammenti, staccando le parole da un ammasso di pensieri esageratamente più grande delle loro possibilità di espressione; è il loro ritmo interiore che vuole essere messo in evidenza. E' un teatro classico nel senso di primordiale e viscerale, intriso di religiosità per quello che vale la pena di intenderla, cioè intriso di violenza e vita, passione e morte.

Il tema della follia dovuta alle cose che "nessuno sa". E' una storia di emarginati, diseredati indipendentemente dall'appartenenza ad una classe sociale, per il fatto che per sfuggire alla loro condizione esistenziale si ritrovano, per caso, in un luogo che appare una discarica: uno dei tanti nascondigli metropolitani che accumulano testimonianze di sofferenza, angosce, dolore, dove lo Sconosciuto afferra e porta via, ridendo delle vite modeste, delle colpe e delle illusioni degli uomini.

TEATRO INDIA DOLORE PERFETTO dal 3 all'8 febbraio 2009

Teatro India, Lungotevere dei Papareschi 1, Roma

Ufficio Stampa Compagnia: Alberta Spezzaferro 334.1010171 alberta.spezzaferro@gmail.com-www.rem-cap.it

Biglietteria Teatro Argentina: tel. 06.684.000.311 (ore 10-14; 15-19 lunedì riposo) - Apertura botteghino un'ora prima dell'inizio degli spettacoli. -Biglietto: € 15 e ridotto € 12-

Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 - fax 06.684.000.360 ww.teatrodiroma.net Durata 1h e 30 m

Ufficio Stampa Teatro di Roma: Antonia Ammirati (Capo ufficio stampa) tel. 06.684.000.308 – mobile 339.2721431 – ufficiostampa@teatrodiroma.net – Catia Fauci tel. 06.684.000.3




Alberta Spezzaferro
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