Dal 17 al 29 gennaio 2012
La Contrada-Teatro Stabile di Trieste
presenta
Maurizio Micheli e Tullio Solenghi
in
L'apparenza
inganna
di Francis Veber
adattamento di Tullio Solenghi e Maurizio Micheli
regia
Tullio Solenghi
con
Massimiliano Borghesi, Sandra Cavallini, Paolo Gattini, Adriano Giraldi, Fulvia Lorenzetti,
Matteo Micheli e Enzo Saturni
scene costumi
Alessandro Chiti Andrea Stanisci
Musiche arrangiamenti
Massimiliano Forza Fabio Valdemarin
disegno luci
di Bruno Guastini
L'apparenza inganna
di Francis Veber
MAURIZIO MICHELI
Nato a Livorno, Micheli è cresciuto a Bari dove inizia la sua carriera al Teatro Universitario, per poi diplomarsi alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano e in seguito laurearsi in Lettere e Spettacolo a Bologna con Luigi Squarzina.
Lavora al "Piccolo" con Patrice Chéreau e Aldo Trionfo, poi comincia a scrivere i suoi testi tra cui Patria e mammà, Né bello, né dannato, Nudo e senza meta e soprattutto Mi voleva Strehler, scritto nel '78 con Umberto Simonetta e tuttora in scena con più di mille repliche. Seguono L'opera dello scugnizzo di Dario Fo, Il contrabbasso di Suskind (regia di Marco Risi) tuttora in repertorio, In America lo fanno da anni scritto con Simonetta, L'ultimo degli amanti focosi di Neil Simon (regia di Nanni Loy), Disposto a tutto con Aldo Ralli, scritto con Enrico Vaime. Di Garinei e Giovannini interpreta Buonanotte Bettina con Benedicta Boccoli (regia di Gianni Fenzi), Un paio d'ali con Sabrina Ferilli e Un mandarino per Teo con Arianna (regia di Gino Landi). Recita in Anfitrione di Plauto per la regia di Michele Mirabella, Polvere di stelle con Benedicta Boccoli, adattamento dal film di Alberto Sordi, Le pillole d'Ercole per la regia di Maurizio Nichetti. È autore e interprete di Garibaldi amore mio con Claudio Angelini e negli ultimi anni porta a teatro La presidentessa con Sabrina Ferilli per la regia di Gigi Proietti e Il letto ovale con Barbara D'Urso e Sandra
Milo per la regia di Gino Landi. Nelle ultime due stagioni ha portato in scena con grande successo di pubblico e critica Italiani si nasce, scritto e interpretato con Tullio Solenghi. In TV ha partecipato a molti spettacoli di varietà lavorando con registi come Romolo Siena, Enzo Trapani, Giancarlo Nicotra, Vito Molinari, Claudio Bonivento, Alfredo Angeli e soprattutto Antonello Falqui. Numerosi i film girati, diretto da Bruno Bozzetto, attore Scola, Francesco Massaro, Nanny Loy, Steno, Tonino Pulci, Sergio Corbucci, Dino Risi, Bruno Corbucci, Castellano e Pipolo, Salvatore Maira, Alessandro D'Alatri, Enrico e Carlo Vanzina, Sergio Rubini.
TULLIO SOLENGHI
Nato a Genova, Solenghi frequenta la Scuola di Teatro dello Stabile di Genova, dove conosce Massimo Lopez. Debutta in teatro nel 1970 con Madre coraggio di Brecht, prodotto dallo Stabile genovese, con cui la collaborazione proseguirà per altre 7 stagioni di fila. Nel '76 Pippo Baudo lo vuole nella trasmissione "Secondo voi" che gli apre le porte del piccolo schermo; seguiranno nel '78 "Luna Park", sempre con Baudo, e l'anno successivo "Grancanal" con Corrado.
Nel 1982 fonda il celebre "Trio" con Anna Marchesini e Massimo Lopez, che debutta con il programma di Radio2 "Helzapoppin". L'immediato riscontro del pubblico premia il "Trio" dando inizio ad un sodalizio artistico di grandissimo successo, destinato a mietere successi e applausi per oltre un decennio.
Il Trio ha fatto la storia della televisione italiana portando al successo numerose trasmissioni, fra cui "Tastomatto", "Domenica In", "Fantastico 7", 3 edizioni del "Festival di Sanremo", e giungendo all'apice della popolarità nel 1990 con la parodia de "I promessi sposi". A teatro portano due spettacoli, Allacciare le cinture di sicurezza (1987) e In principio era il trio (1991), entrambi campioni di incassi in tutta Italia. Sciolto il sodalizio nel 1994, Solenghi si alterna fra la TV e il teatro. Sul piccolo schermo conduce "Domenica In" nel 1998 con Giancarlo Magalli, diverse edizioni di "Striscia la Notizia" dapprima con Gene Gnocchi e poi con Massimo Lopez.
Dal 2003 presenta 7 edizioni dei Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro, sorta di "Oscar" del teatro italiano, e dal 2007 i premi David di Donatello del cinema. Fra i suoi più recenti successi teatrali ci sono invece La Bisbetica Domata di Shakespeare in un'edizione tutta al maschile secondo i dettami del teatro Elisabettiano e Le nozze di Figaro di Beaumarchais.Nel 2009 l'incontro con Maurizio Micheli, con il quale non aveva mai lavorato, porta alla realizzazione di Italiani si nasce (e noi lo nacquimo), che i due scrivono e interpretano assieme per due stagioni con grande successo di pubblico e critica.
Recentemente ha partecipato con un riuscito cammeo al film record di incassi del cinema italiano "Una bella giornata" di Checco Zalone.
L'apparenza inganna
di Francis Veber
Contabile diligente e uomo mite senza qualità, François Pignon lavora per un'azienda di produzioni derivanti dal caucciù, preservativi in primis. Sfortunatamente, è stato deciso il suo licenziamento,
la qual cosa, unitamente al divorzio dalla bella moglie di cui è ancora innamorato e al fatto che il
figlio diciassettenne non lo considera minimamente, lo porta a contemplare il suicidio.
Il suo vicino lo ferma in tempo, dando via a una serie di eventi che cambieranno totalmente la sua vita e persino il suo carattere: il primo passo è quello di fingersi gay, in modo da spingere la dirigenza a non procedere al licenziamento per paura di mobilitare la associazioni omosessuali.
L'idea per quanto assurda ha successo su tutti i fronti e ribalta completamente le sorti del povero Pignon, in ufficio, nella società e anche nella vita privata, trasformandolo da oscuro contabile a icona del movimento omosessuale, con tutte le esilaranti conseguenze del caso
Tratto dall'omonimo film francese del 2000 (titolo orginale: Le placard), L'apparenza inganna riporta in scena per la quinta volta il personaggio di François Pignon inventato da Veber nel 1973 con la pièce teatrale L'emmerdeur (in italiano Il rompiballe), successivamente portata sul grande schermo da Edouard Molinaro.
A dieci anni da L'emmerdeur, nell'83 Pignon è di nuovo protagonista di Les compères (in italiano Noi siamo tuo padre, da cui viene tratto il remake americano del '97 Due padri di troppo del regista Ivan Reitman). Nell'86 ritorna con Les fugitifs (Due fuggitivi e mezzo), da cui viene tratto due anni dopo un altro remake negli USA, In fuga per tre, diretto dallo stesso Veber.
Nel 1998 il ridicolo personaggio inventato da Veber torna nuovamente alla ribalta con Le dîner de cons (La cena dei cretini), un successo internazionale prima nei teatri e poi nei cinema di tutto il mondo. Dopo Le placard, Pignon ricompare in La doublure del 2006 (Una top model nel mio letto). Nel 2008 è uscito in Francia un remake de L'emmerdeur nuovamente diretto da Veber.
L'apparenza inganna
di Francis Veber
NOTE DI REGIA di Tullio Solenghi
Fin da quando il film uscì nelle sale 10 anni fa, rimasi felicemente colpito dall'ultima avventura di Francois Pignon, personaggio chiave di quello che non a torto viene considerato il Neil Simon francese, Francis Veber. Dopo i suoi già affermati exploit del "Rompiballe" e della "Cena dei cretini", mi parve che questa volta con "L'apparenza Inganna" Pignon salisse un ulteriore gradino aderendo più credibilmente alle trame del reale, per abbandonare i toni spesso farseschi dei precedenti lavori.
Il tutto imprimeva al suo percorso più coinvolgimento e maggiore convinzione. Sulla stessa lunghezza d'onda, come spesso accade nei sodalizi fortunati, trovai Maurizio Micheli, col quale ci ripromettemmo di tornare sull'argomento appena le circostanze ce lo avessero permesso.
Ed eccoci quindi oggi al lavoro sul progetto che per fortuna non ha risentito dei 10 anni trascorsi, visto che le tematiche affrontate, allora ancora in embrione, sono oggi di dominio pubblico. Mobbing, Disoccupazione, Discriminazione sessuale, Omofobia, Stalking, sono ahimè argomenti dell'oggi, soprattutto dell'Italia di oggi, e questo restituisce al testo una efficace attualità.
La versione teatrale che abbiamo derivato dalla sceneggiatura, pur non tradendone le trame essenziali, tiene conto di una inevitabile "italianizzazione" di ambienti e personaggi.
La vicenda del protagonista, contabile diligente e uomo mite senza qualità, prende l'avvio dal suo licenziamento ad opera del direttore del personale, un collega violento e volgare che lo ha sempre deriso considerandolo un emerito "coglione", e quindi il primo della lista degli impiegati in esubero, resosi necessario dal ridimensionamento dell'azienda. Questa ennesima tegola che si abbatte sul poveretto, oltre al divorzio dalla moglie di cui è ancora innamorato e al fatto che il figlio non lo consideri minimamente,
lo porta a contemplare il suicidio. Il suo vicino di casa giunge però miracolosamente a fermarlo in tempo, dando il via ad una serie di eventi che cambieranno totalmente la sua vita e persino il suo carattere. Il primo passo è quello di fingersi gay, in modo da spingere la dirigenza a non procedere al licenziamento per paura di mobilitare la associazioni omosessuali. Il protagonista, dapprima riluttante, accetta di buon grado il nuovo ruolo generando una serie di reazioni esilaranti, prima fra tutte quella rudemente omofoba del suo antagonista.
In breve però la sua nuova identità gli procura un insospettabile successo su tutti i fronti e ribalta completamente le sue sorti, in ufficio, nella società e anche nella vita privata, trasformandolo da oscuro contabile a icona del movimento omosessuale. Parallelamente il suo rozzo rivale subirà una trasformazione uguale e contraria, diventando un amico delicato e amorevole, fiero sostenitore anch'egli della causa dei gay. Il turbinio di eventi prodotto dalle nuove identità ci condurrà ad un classico "Happy End", con il reintegro del licenziato che riuscirà anche a riguadagnare la fiducia del figlio e la stima dei colleghi, primo fra tutti il suo feroce antagonista.
Del taglio cinematografico ho voluto mantenere la frammentarietà del racconto, operando una sorta di montaggio teatrale, con scene che si susseguono a ritmo incalzante, caratteristica comune di molte messe in scena del teatro attuale. L'attenzione primaria è sempre verso lo spettatore e la sua costante attenzione, che non deve mai recedere, pena l'efficacia del nostro racconto. Un racconto che deve essere reale, coinvolgente e al tempo stesso esilarante, come spesso accade nelle scene e nei personaggi dell'Apparenza inganna.
Sono fermamente convinto che la via più sicura per arrivare alla comicità, della quale penso di essere "portatore sano" insieme a Maurizio, parta dalla credibilità e dal processo di identificazione dello spettatore. Se le avventure dei protagonisti non riguardano un po' anche chi è seduto giù in platea risulta poi difficile o quanto meno superficiale il divertimento che ne deriva. Per divertimento intendo anche la condivisione dei momenti più "umani" e non necessariamente esilaranti, almeno in partenza.
Gli anni di formazione del Trio mi hanno fatto sempre propendere per questa credibilità di partenza sulla quale poi operare la "visione strabica" propria del comico. Cosa che questo testo consente di fare alla grande. I due anni di "Italiani si nasce" che hanno fatto registrare 230 repliche, quasi centomila spettatori e uno dei maggiori incassi della stagione, con esiti di gradimento ovunque altissimi, ci hanno spinto a riconfermare in toto la compagnia che è ormai diventato un "gruppo di lavoro" affiatato e compatto a partire dai due capocomici.
Maurizio mi è parso subito perfetto per impersonare questa sorta di Woody Allen aziendale, sempre sottotono, sempre in disparte, pur con la fierezza degli esclusi. Ho voluto che ne uscisse marcatamente anche il suo lato umano, che spesso a contrasto con la follia degli eventi produce effetti esilaranti. Ho tenuto per me la parte della "bestia" della situazione, l'antagonista omofobo e violento, divertendomi nel giocare a contrasto i toni rudi dell'inizio con l'umanità e la delicatezza di atteggiamenti della trasformazione finale.
Orari spettacolo: da martedì a sabato ore 20.45 – sabato della prima settimana di repliche ore 16 e ore 20.45 domenica ore 16.00
Prezzi spettacolo:
da martedì a venerdì Poltronissima € 36,00
compreso sabato pomeriggio Poltrona € 30,00
sabato sera e domenica pomeriggio Poltronissima € 40,00
Poltrona € 34,00
Biglietteria (per informazioni e prenotazioni):
Piazza San Babila – Milano INFOLINE: 02.794026
Dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 19:00
Domenica dalle 11.00 alle 17.00
Rivendite on-line (anche per gli abbonamenti):
Ufficio Gruppi
Angela Gligora
presso gli uffici del Teatro Piazza San Babila, 3 (di fronte all'ingresso del teatro)
Tel. 02/76001231 - Fax 02/781615 e-mail: angela@teatronuovo.it
Ufficio Scuole
Tel. 02 76.02.34.22 www.teatroperbambini.it
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