Date
27 agosto Castelvetrano Tempio di Hera (TEATRI DI PIETRA 2012)
28 agosto San Cipirello Area Archeologica di Monte Jato (TEATRI DI PIETRA 2012)
29 agosto Castello di Lombardia di Enna (RESTATE AL CASTELLO)
30 agosto Santa Croce Camerina, Area Archeologica Caucana (TEATRI DI PIETRA 2012)
IONE
Regia e Coreografie di AURELIO GATTI
Drammaturgia Gatti/Tringali/Lama
Aiuto Regia Filippa Ilardo
Musiche originali eseguite dal vivo di Marcello Fiorini
con Stefano Annoni - Giuseppe Bersani - Elisa Di Dio - Ernesto Lama - Cinzia Maccagnano - Luna Marongiu - Sebastiano Tringali - Carlo Vitale - Marica Zannettino
Produzione MDA Produzioni Danza / Compagnia dell'Arpa
SINOSSI:
Ione o dell'ambiguità - la Messa in Scena
Ione è una tragedia di Euripide‚ rappresentata per la prima volta nel 410 a.C. circa. Non si tratta di una vera e propria tragedia‚ ma di una sorta di tragicommedia a lieto fine ante litteram‚ un filone che pare essere stato inventato dallo stesso Euripide e che‚ più tardi‚ sfocerà nella ilarotragedia - nella quale eccelleva Rìntone di Siracusa . Genere drammatico popolare che consisteva essenzialmente in parodie di tragedie attiche‚ soprattutto tragedie euripidee ‚ largamente note al pubblico del tempo.
Nella nostra messa in scena ci si è voluti riferire a questo genere che‚ da quanto riportato‚ aveva la caratteristica di essere recitata a braccio‚ seguendo un canovaccio tipico‚ ma solitamente senza prove che precedessero la rappresentazione‚ quasi che veramente i protagonisti fossero a ciò costretti dall'incalzare della tragedia e della necessità di vestire subito la stessa di farsa.
La scelta non è formale quanto di significato‚ volendo noi privilegiare il senso di ambiguità e di smarrimento‚ sentimenti che attraversano tutti i personaggi dell'opera. Lo Ione è uno tra i più antichi esempi di dramma a intreccio ‚ tutto giocato sugli equivoci dell'identità e percorso da un'ironia sottile che fa dei suoi personaggi degli eroi minuscoli‚ incapsulati nel loro inconsapevole gioco delle parti e ‚ alla fine‚ riscattati dai capricci del destino. Le problematiche distintive della produzione euripidea quali la condizione della donna‚ dello straniero‚ l'abuso degli dei sulle sorti umane‚ l'insondabilità del caso .....‚- vengono interamente riproposte in questa opera ma all'interno di una atmosfera rarefatta. Le dinamiche si dissolvono in uno svolgimento di fatti gia anticipati allo spettatore. L'intera vicenda ( e le sue conclusioni) è reiterata più volte‚ dal prologo all'inizio eppoi ostinatamente ripetuta da ogni uno dei personaggi ‚ quasi angolazioni della stessa esistenza che non si decide a soluzionarsi se non per l'intervento di Athena – il deus ex machina.
Tutto ciò sembra indicare che non è importante la vicenda di per sè quanto i rapporti tra gli uomini con i propri drammi personali.
E il lieto fine è pur sempre una fine tragica : nello Ione‚ (come nell'Elena) il finale propiziato dal caso dimostra‚ tragicamente‚ come l'uomo sia in balia di un destino. Ciò che emana questa tragedia dell'estrema maturità di Euripide è un angoscioso senso di debolezza e di precarietà della condizione umana‚ sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione.
La scena è sgombera‚ al centro una serie di persone lavorano all'unisono attorno ad un grande cencio‚ forse un sipario o una tela teatrale‚ sono vestiti come gli abitanti di Aleppo‚ città sede di scambi e in cui si intrecciano varie e diverse culture. Una cantilena si trasforma in ritmo e la vicenda dello Ione‚ quasi una storia antica‚ viene raccontata dal capocomico‚ mastro egli stesso della tessitura. Man mano che la storia prende corpo i personaggi subentrano al centro della tela‚ quasi loro stessi disegni di arabeschi esotici. Creusa e Ione son i personaggi della tragedia‚ Xuto‚ gli dei‚ il coro e gli altri ...quelli della commedia. Il continuo entrare e uscire dalla vicenda di Ione e dalla storia della compagnia capocomicale creano un atmosfera paradossale‚ inverosimile per llo schizzofrenico sovrapporsi della commedia e della tragedia. Sarà il teatro a porre fine a questa opera attraverso il capocomico‚ vecchio Xuto che centillinna lae parole di Athena a lui riferite : lo si lasci godere "la sua bella illusione".
Sinossi e note di regia
Una donna e un giovane: una madre violentata e un figlio abbandonato che si incontrano dopo una concitata sequenza di tentati omicidi e riconoscimenti presunti e reali.
Nello "Ione", una tragedia probabilmente rappresentata nella penultima decade del V sec. a.C., Euripide porta sulla scena, e risolve positivamente, l'eterno dramma dell'uomo alla ricerca di quei vincoli di sangue che né il tempo né le distanze possono rimuovere o spezzare .
"Ione" , come "Elena" , appartengono ai cosidetti "drammi del caso", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d'eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanità.
Quindi la vicenda: un bambino abbandonato in una grotta, una madre tormentata dai rimorsi, un riconoscimento con lieto fine dopo molte peripezie che comprendono un finto riconoscimento, una trama omicida e un tentativo di linciaggio.
Lo Ione è il più antico esempio di dramma a intreccio del teatro europeo. Più che una tragedia è una tragicommedia, tutta giocata sugli equivoci dell'identità e percorsa da un'ironia sottile che fa dei suoi personaggi degli eroi minuscoli, incapsulati nel loro inconsapevole gioco delle parti, ma alla fine riscattati dai capricci del destino. Ma nonostante il lieto fine, ciò che emana da questa tragedia dell'estrema maturità di Euripide è un angoscioso senso di debolezza e di precarietà della condizione umana, sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione.
Un finale propiziato dal caso, che coinvolge tutti i personaggi: Ione, il Coro delle serve di Creusa, Creusa, Xuto, il Vecchio, il Servo di Creusa, la Pizia e gli dei chiamati Ermes e Atena e l'evocato Apollo.
Ogni fatto dimostra, tragicamente, come l'uomo sia "pupazzo" in balia di un destino a cui gli stessi dei possono solo assistere. Il giovane Stefano Annoni è Ione, Cinzia Maccagnano una Creusa appassionata, uno stupito quanto caparbio Xuto è creato da Sebastiano Tringali. Ernesto Lama propizia l'oracolo nelle vesti della Pizia, Elisa Di Dio è la Genealogica, tessitrice delle genealogie di dei ed eroi.
Dodici attori e danzatori per un'opera rara, che da molti anni è assente dalla scena nazionale.
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