AccentoTeatro
Via Gustavo Bianchi, 12/a
Roma (Testaccio)
dal 19 al 22 Marzo 2009
Le Sorelle Papin
scritto e diretto da Emanuela Dessy
con
Rosella Petrucci e Emanuela Vittori
La vicenda delle sorelle Papin, a più di settant'anni di distanza, suscita ancora interesse e sgomento. Emanuela Dessy ce la ripropone in una sua versione in scena oggi all'Accento Teatro.
Les Mans, 1933. Due domestiche, Christine e Léa Papin, massacrano le loro padrone. La scena del delitto si presenta orribile ed agghiacciante, degna dei migliori film dell'orrore, ma cosa ha provocato il compiersi di quello scempio? Quali atrocità si nascondono dietro quell'insano gesto?
Il testo di Emanuela Dessy, che firma anche la regia, segue l'evolversi in tragedia della vicenda delle due sorelle assassine, evidenziando piccoli ma pregnanti particolari della loro vita duramente segnata da un'infanzia difficile, piena di traumi e soprusi. I sette anni vissuti a servizio dai signori Lancelin, vedono, infatti, le due ragazze oggetto di continui rimproveri, umiliazioni, castighi, insulti e dure punizioni che minano giorno per giorno il loro già fragile equilibrio mentale.
I gesti sempre uguali eppure ogni volta più gravi e opprimenti, quelle lenzuola che esse piegano e che presentano via via gli sfregi scuri di un candore violato che sfocerà poi nel rosso del massacro, i dialoghi essenziali eppure coinvolgenti, penetranti e taglienti, introducono lo spettatore in un universo intimo, claustrofobico e struggente. Paradossalmente, la sola nota tenera in questo film dell'orrore, sembra essere proprio il rapporto omosessuale e incestuoso che lega le due sorelle che si aggrappano l'una all'altra come un naufrago si aggrappa ad un relitto. E infatti a relitto è stata ridotta la vita di queste due giovani donne abbandonate a loro stesse fin dalla più tenera infanzia e rese, dagli eventi drammatici di cui sono state vittime, assolutamente inadeguate ad una qualsivoglia normalità sociale.
Felice la scelta delle interpreti Rosella Petrucci ed Emanuela Vittori che rendono perfettamente le diverse ma simbiotiche personalità delle protagoniste. Lucido e magistralmente espresso il progressivo e tragico evolversi della vicenda psicologica che coinvolge e cattura lo spettatore inducendolo a schierarsi, anche suo malgrado, dalla parte delle assassine giacché esse appaiono da sempre predestinate a quell'orrendo epilogo.
E' uno spettacolo aspro ma di fascino, che lascia un sapore quasi dolce nella bocca dell'anima. E' una lezione, forse, una pagina in cui saper leggere che il male non genera che se stesso e che il delitto più atroce è quello di non saperlo vedere.
(Ilda Ippoliti©)
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