Dopo il successo della prima messa in scena, il 15 febbraio, che ha visto in prima fila applaudire e commuoversi RITA DALLA CHIESA, mercoledì 29 febbraio, alle ore 21, presso il TEATRO GOLDEN (via Taranto, 36) a Roma, torna "DIETRO I TUOI PASSI – La storia di Peppino Impastato", regia di Massimo Natale.
SINOSSI
A Cinisi, paesino siciliano schiacciato tra la roccia e il mare, nei pressi dell'aeroporto, cento passi separano la casa di Peppino Impastato da quella del boss locale. Peppino, fin da piccolo curioso di scoprire ciò che gli vive intorno, nel 1968 si ribella come tanti giovani al padre. Ma in Sicilia la ribellione diventa sfida allo statuto della mafia. Peppino non cede, battendosi insieme ai suoi compagni contro una cultura mafiosa accettata e coperta. Fonda "Radio Aut" con la quale infrange il tabù dell'omertà e distrugge il clima riverenziale attorno la mafia usando l'arma del ridicolo. Durante le trasmissioni radiofoniche, il giovane Peppino affronta la mafia e la sua cittadina chiamandola Mafiopoli. Il clima per lui si fa pesante: il padre cerca di farlo tacere, madre e fratello sono solidali con lui. Quando arriva il 1977, mentre c'è chi si rifugia nel privato, lui si presenta alle elezioni comunali. Due giorni prima del voto lo fanno saltare in aria sui binari della ferrovia con sei chili di tritolo. La morte, che coincide con il ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, viene rubricata come "incidente sul lavoro". Poi, dopo che gli amici mettono a disposizione degli inquirenti molti indizi dell'esecuzione, l'incidente diventa addirittura "suicidio". Al funerale di Peppino parteciperanno migliaia di persone, scosse dall'accaduto e intenzionate a seguire le sue orme.
NOTE DI REGIA
"Peppino Impastato è sicuramente un simbolo. Un personaggio che con la sua vita ci ha lasciato un messaggio preciso, chiaro, inequivocabile. La mafia, e con essa il silenzio, l'omertà, la contiguità sono da combattere sempre e comunque: a testa alta, con coraggio e senza timori.
Raccontare in teatro vicende come questa, di questa complessità e così emozionante è sempre difficile. Soprattutto quando precendenti illustri come il film "I Cento Passi" di Marco Tullio Giordana ci hanno descritto questa vicenda con una forza ed una chiarezza sorprendenti.
Ed allora, questa volta, abbiamo voluto sottolineare un aspetto di questa vicenda: l'incomunicabilità. Gli ostacoli nati nei rapporti tra famigliari, nei rapporti con la gente, con i paesani. È per questo che il nostro palco lo abbiamo voluto pieno di ostacoli, di barriere, di impedimenti. Perché Peppino si è dovuto muovere nella vita tra ostacoli spesso invisibili ma non per questo meno efficaci. Ostacoli che lo hanno pian piano isolato.
Perché Peppino impastato è stato lasciato solo. Da tutti. Si è battuto con un gruppo di amici, ma la gente, la cosiddetta società civile, gli ha voltato le spalle oppure, nel migliore dei casi, ha fatto finta di non vedere e non sentire. E si sa… la mafia uccide quando vieni lasciato solo.
Un altro punto di forza di questo allestimento è la passione, la voglia e la bravura degli interpreti: 5 attori che hanno nel cuore la passione, l'orgoglio e la forza di essere "figli del sud", un elemento che scorre nelle loro vene e restituisce forza, ardore e passione ai loro personaggi. Vederli emozionati fin dalle prove, con gli occhi lucidi, è qualcosa che no si può dimenticare. E che arriva in sala, in platea, nel cuore. È un'occasione questo spettacolo. Un'occasione da non perdere. Perché la fiaccola accesa dal sacrificio di tanti nostri concittadini come Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Rosario Livatino, Carlo Albero dalla Chiesa e tanti, troppi, altri, non si spenga mai".
Massimo Natale
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