Jean Cocteau
LA VOCE UMANA
con Mascia Musy
luci Claudio Coloretti
spazio scenico Alberto Favretto
regia Walter Le Moli
produzione Fondazione Teatro Due
Teatro Due - Parma
dall'8 all'11 marzo 2012,
sempre ore 21.00, la domenica ore 16.00
prima nazionale
Parma 15 febbraio 2012 – Debutterà a Parma il prossimo giovedì 8 marzo, in occasione della Festa della Donna, alle ore 21.00 a Teatro Due e proseguirà fino a domenica 11 marzo 2012 (sempre alle ore 21.00, la domenica alle ore 16.00) il nuovo spettacolo prodotto da Fondazione Teatro Due, La voce umana, testo di culto di Jean Cocteau del 1929, diretto da Walter Le Moli e interpretato da Mascia Musy. Uno dei ritratti femminili più intensi della storia del teatro, che ne celebra la complessità in una giornata universalmente dedicata alle donne.
Il celebre ed intenso monologo, o meglio, dialogo è andato in scena per la prima volta al Théâtre de la Comédie-Française nel febbraio del 1930, con protagonista Berthe Bovy. Divenuto un classico, negli anni è stato interpretato dalle più grandi attrici del novecento, da Anna Magnani, davanti alla camera da presa di Roberto Rossellini ne L'amore (1948), a Ingrid Bergman, in una produzione televisiva (1966), da Simone Signoret a Gaby Morlay, Judith Anderson, Susanna York, Liv Ullman. Un atto unico "dissanguante", che dipana lo strazio dell'abbandono affidandolo ad una lunga telefonata. Qui il telefono diviene un mezzo d'incomunicabilità e inganno, in contrasto con la "voce umana", strumento raffinato e sensibile, capace di trasmettere tutto il dolore e la solitudine della donna. Dall'opera il compositore Francis Poulenc nel 1959 trasse una tragedia musicale omonima di successo.
In scena due protagonisti, ma solo uno, Lei, visibile; Lui è un ruolo non scritto, un tempo di risposta e reazione, un serie di puntini di sospensione, un personaggio immaginato (forse persino immaginario) ma sempre presente, che si nega allo sguardo dell'amata e del pubblico pur conducendo la conversazione. La banalità dell'occasione, una semplice telefonata, è il fulcro di una forte tensione poetica ed emotiva e il "teatro puro" di Cocteau si dispiega in una serie di parole mozzate, a volte assenti ed interlocutorie, frementi, incalzanti, che srotolano, sgranano, dipanano in scena il filo di un amore finito, la matassa del dramma amoroso nella sua qualità originaria, sincera, nella sua assoluta prevedibilità. Un "teatro puro e semplice", in cui l'autore "ha legato la tragedia e il dramma con la commedia, auspici gli imbrogli suggeriti dall'apparecchio meno adatto a trattare faccende di cuore" (Jean Cocteau – prefazione a La voce umana).
L'interpretazione di Mascia Musy conserva queste qualità, creando un specchio di rimandi e sovrapposizioni tra l'attrice e la protagonista, conducendo il pubblico dietro le quinte della scena e della vita amorosa della donna, giocando coi piani di realtà. Su di un palcoscenico a cuneo, trasversale (riproduzione della prima scenografia), le pareti divengono movibili e lo spazio si protrae fin nei camerini del teatro. Il dramma della protagonista acquista così toni reali, veridici, quelli di un amore appeso al filo di un telefono, o alle onde radio di un cellulare, o alla connessione internet di uno smart-phone.
"Una volta ci si vedeva. Si poteva perdere la testa, dimenticarsi le proprie promesse, rischiare l'impossibile, convincere chi s'adorava coi baci, aggrappati a loro. Uno sguardo poteva cambiare tutto. Ma con questo apparecchio, quello che è finito è finito", dice la protagonista alla cornetta. E in poche righe di una battuta lanciata in un apparecchio, Cocteau condensa tutta la complessità, la novità delle relazioni vissute, mediate, nell'era della comunicazione mediatica.
Un testo che dopo più di 80 anni rimane intatto nella sua folgorante e poetica attualità. Una tragedia epica, un classico appunto, nella sua purezza e lucidità, nella sua violenza compressa e intima. Un delitto mai consumato, un'esecuzione mai perpetrata, con continui riferimenti al sangue, all'assassinio, alla morte, con l'ambiguità e l'equivoco che come dice Stano Jacomuzzi nell'introduzione al testo nell'edizione Einaudi "sono la sua tortuosa via verso il dramma, il sublime". E dice Cocteau nella prima didascalia alla scena: "l'autore vorrebbe che l'attrice desse l'impressione di sanguinare, di perdere il sangue come una bestia ferita, di terminare l'atto in una camera piena di sangue." L'amore è appeso a un filo. Come la vita.
"E' come se tu chiedessi a un pesce in che modo conti di sistemare la propria vita senz'acqua…".
Jean Cocteau, morto nel 1963, tra i più versatili ed eclettici intellettuali del secolo scorso, fu romanziere, poeta, drammaturgo, sceneggiatore, regista di cinema, ideatore di balletti, librettista, disegnatore ed incisore. Artista e intellettuale mondano e di successo, vivace protagonista e acuto testimone della vita culturale ed artistica del suo tempo, a cavallo tra la Belle Époque e le Avanguardie, scopritore di talenti – fra gli altri Radiguet, Genet, Marais –, voce narrante del Novecento, Cocteau collaborò con i più grandi artisti del secolo scorso e fu amico di Proust, Apollinaire, Picasso, Satie, Stravinsky, Modigliani, de Chirico.
E' per rendere omaggio e testimonianza del suo talento eclettico e prolifico che le repliche dello spettacolo saranno affiancate da una mostra a lui dedicata, che inaugurerà mercoledì 7 marzo 2012, dalle ore 18.30, presso gli spazi di Teatro Due, dal titolo JEAN COCTEAU Poésie de Théâtre, in cui saranno esposte opere originali di Cocteau e opere di artisti contemporanei, omaggi al poeta, corredate da un filmato con colonna sonora originale. L'allestimento, che si avvale delle numerose opere della Collezione Uroburo, è a cura di Mauro Carrera, con la consulenza scientifica di Elena Fermi e proseguirà fino a domenica 18 marzo, durante tutte le sere di spettacolo (in pomeridiana la domenica, chiusura il lunedì), ad ingresso libero, da un'ora prima dell'inizio, fino alla fine delle rappresentazioni. All'incontro d'inaugurazione e approfondimento del progetto saranno presenti il regista Walter Le Moli e l'esperta di Cocteau Elena Fermi. L'esposizione ha il patrocinio del Comité Jean Cocteau e è realizzata in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Belle Arti, l'Archivio di Stato, l'Associazione Culturale Italo-Francese di Parma, la Fondazione D'Ars Oscar Signorini onlus, l'Archivio del Libro d'artista di Milano e i Mailartmeeting Archives.
I biglietti per lo spettacolo sono in vendita presso la Biglietteria di Teatro Due in B.go Salnitrara e presso quella del Foyer un'ora prima dell'inizio degli spettacoli. È possibile acquistare i biglietti on–line sul sito www.teatrodue.org. Il biglietto acquistato on line potra' essere stampato a casa e presentato direttamente all'ingresso in sala. La Biglietteria di Teatro Due è aperta da lunedì a sabato, dalle ore 10.30 alle ore 13.00 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30, tel. 0521/230242, biglietteria@teatrodue.org.
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