Dal 4 al 9 febbraio debutta, in prima milanese presso il Teatro Filodrammatici, il nuovo testo di Emanuele Aldrovandi, uno dei drammaturghi più rappresentati e premiati del panorama teatrale contemporaneo. La donna più grassa del mondo, portato in scena dalla compagnia MaMiMò, è uno spettacolo di umorismo nero, di tesa ironia e di feroce critica sociale.
"A mia moglie piace mangiare. Quando mangia è felice. E io amo vederla felice." Marito
Una grossa crepa minaccia la sicurezza della casa in cui vivono i protagonisti di questa storia, ma solo uno di loro sembra preoccuparsene: è l'Uomo del piano di sotto che da mesi tenta di convincere la coppia di vicini a intraprendere i lavori di ristrutturazione. Il problema è che la crepa si trova proprio sotto il divano della Donna più grassa del mondo che pesa quattrocentosessanta chili e non può muoversi. L'unica possibilità per poter intraprendere i lavori sarebbe che il Marito la convincesse a dimagrire, ma la felicità che le procura il cibo è troppo grande perché la donna possa rinunciarvi. In un'epoca in cui sembra che la nostra società abbia raggiunto il suo massimo grado di benessere, questa commedia, attraverso una cifra grottesca e paradossale, ci induce a riflettere sulla capacità dell'uomo di immaginare un modo alternativo per raggiungere la felicità che non lo condanni all'autodistruzione.
NOTE DI REGIA
Noi tutti crediamo di vivere in condizioni di benessere. Fino a quando non ci viene il dubbio che non sia così. Ci è stato implicitamente insegnato che viviamo nel migliore dei mondi possibili ed è quindi assurdo cercare di costruirne uno migliore (e quale sarebbe, poi?); eppure l'aumento dell'uso di psicofarmaci nel nostro paese ci spinge a pensare che questo "benessere" evidentemente non è diffuso. Forse la storia del migliore dei mondi possibili era una bugia. Noi non siamo felici. Abbiamo continuamente fame. Abbiamo le case piene di oggetti, ma ne vogliamo sempre di nuovi. Siamo pieni di contatti, ma non ci soddisfano mai del tutto. Siamo affamati. Siamo afflitti da insaziabilità. L'insaziabilità allo stato puro. La nostra società ha raggiunto una grande libertà, ma questa libertà non ci ha liberato. Continuiamo ad avere fame. Questa fame insaziabile, questa vuotezza intrinseca, ci parla di una cosa molto reale, di una profonda vacuità al centro della nostra cultura, generata dalla distruzione di idee e tradizioni rimpiazzate da sistemi economici (che sono diventati sistemi ideologici) per cui l'uomo non deve credere più a nulla se non alla soddisfazione del proprio desiderio. Il desiderio è diventato il nostro ultimo idolo. La legge che regola gli uomini oggi è l'affermazione incontrastata del proprio desiderio. L'affermazione incontrastata della propria volontà di godimento attraverso la distruzione di tutti i tabù. La distruzione dei tabù ci rende più liberi? O sono i limiti a renderci liberi? La Donna più grassa del mondo ha intrapreso un percorso alla ricerca della massima felicità e del massimo godimento attraverso il cibo e la distruzione di tutti i cliché sociali, ma non raggiunge uno stato di felicità. Piuttosto condanna se stessa e gli altri all'autodistruzione e alla distruzione dell'ecosistema in cui tutti vivono. Questa Donna grassa, che pur essendo simbolo d'insaziabilità, rimane contemporaneamente metafora di fertilità, ci suggerisce che c'è qualcosa di cui noi esseri umani abbiamo bisogno per un nostro autentico benessere e che non cesseremo mai di desiderare: comunità, connessione, contatto con la natura, equilibrio, la sensazione di una missione più grande dei nostri immediati desideri parcellizzati.
CENTRO TEATRALE MAMIMÒ
Il Centro Teatrale MaMiMò è un polo culturale nato nel 2004 e gestisce il Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia e al cui interno sono attive una Compagnia, che produce spettacoli di prosa, teatro ragazzi ed eventi culturali, e una Scuola di Teatro. La forma artistica è quella di un teatro colto e popolare insieme, atto collettivo di un gruppo riunito da una visione comune. Il Centro Teatrale MaMiMò è sostenuto dal 2012 dalla Regione Emilia Romagna come Organismo di produzione di spettacolo attraverso la L.13/1999, ed è riconosciuto dal MiBacT come Impresa di produzione di teatro di innovazione nell'ambito della sperimentazione. nito da una visione comune. I direttori artistici sono Marco Maccieri e Angela Ruozzi. www.mamimo.it
EMANUELE ALDROVANDI
Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985), autore teatrale, sceneggiatore e regista, ha vinto numerosi premi fra cui Premio Riccione-Tondelli, Premio Hystrio, Premio Pirandello, Mario Fratti Award e Premio Fersen. È fondatore e direttore artistico dell'Associazione Teatrale Autori Vivi, ha lavorato fra gli altri con ERT, Teatro Elfo Puccini, Teatro Stabile di Torino, LAC Lugano, Compagnia MaMiMò e ATIR Teatro Ringhiera. I suoi testi sono tradotti, messi in scena e pubblicati in inglese, tedesco, francese, spagnolo, polacco, sloveno, ceco e catalano. Si è occupato anche di eventi site-specific e installazioni museali, ha scritto e diretto tre cortometraggi e insegna scrittura all'Accademia d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
MaMiMò e Aldrovandi vantano una lunga e fortunata collaborazione, tra gli spettacoli da ricordare Homicide House e Nessuna pietà per l'arbitro entrambi portati in scena con successo presso il Teatro Filodrammatici.
La donna più grassa del mondo
di Emanuele Aldrovandi | con Luca Cattani, Alice Giroldini, Marco Maccieri
regia Angela Ruozzi | assistente alla regia Filippo Bedeschi | scene e costumi Alice Benazzi | luci Fabio Bozzetta | realizzazione costume MeArte – Calerno | produzione Centro Teatrale MaMiMò | con il sostegno di Soc. Coop.va La Vigna, Coop. La Lucerna s.c.a, More Energy srl
foto © Nicolò Degl'Incerti Tocci
durata: 80 minuti
ORARI DI RAPPRESENTAZIONE: martedì, giovedì e sabato ore 21.00 | mercoledì e venerdì ore 19.30 | domenica ore 16,00
BIGLIETTI: Intero: 22.00 euro | ridotto convenzionati: 18.00 euro | ridotto under 30: 16 euro | ridotto over 65 e under 18: 11 euro | NOVITÀ giovedì: 15 euro
TOURNÉE
1 e 2 febbraio – Nuovo Teatro Sanità - Napoli
dal 4 al 9 febbraio - Teatro Filodrammatici - Milano
22 febbraio – Spazio Yak – Varese
21 marzo – Cambusa Teatro – Locarno
18 e 19 aprile – Teatro Binario 7 – Monza
23 maggio – Teatro Due – Parma, Festival dello sviluppo sostenibile
Teatro Filodrammatici di Milano – via Filodrammatici 1, 20121 Milano
--
www.CorrieredelWeb.it
Nessun commento:
Posta un commento