Dal 16 gennaio al 3 febbraio 2013
Prima nazionale – Nuova Produzione
TEATRO DEL BURATTO
NOTTURNO VERDI
Drammaturgia e regia Renata Coluccini
Con Elisa Canfora Renata Coluccini Stefano Panzeri
Consulenza musicale Giovanna Polacco
Scenografia Marco Muzzolon
Disegno luci Marco Zennaro
Costumi Mirella Salvischiani
Spettacolo inserito in INVITO A TEATRO
2013 bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi
2013 cento anni dalla fondazione del Teatro Verdi /Coop Edificatrice Verdi
Pochi mesi prima della sua morte Giuseppe Verdi vede il compimento della sua opera "più solida": la casa di riposo per artisti. Da lì siamo partiti.
Primi anni del Novecento due anziane artiste trovano rifugio nella casa del Maestro.
Due storie che si intrecciano tra successi e passioni del passato, rivalità e solidarietà del presente, sguardi verso il futuro. Storie che si rincorrono tra loro, si intrecciano con la Storia, rievocano la vita del Maestro; storie che ci portano nel loro dipanarsi a sorridere della vecchiaia e delle sue crudeli ironie, ma nel contempo a vederne la poesia non necessariamente malinconica, ma certo commovente.
La musica e la storia che il compositore ha attraversato entreranno con forza tra un dispetto e una carezza del quotidiano vivere.
Le arie delle opere di Verdi, che le hanno accompagnate nella loro esistenza torneranno ad amplificare il sentire della loro attuale esistenza.
I protagonisti di alcune opere quali fantasmi incarnati dalla vita delle protagoniste quasi in un raffronto "di doppio" e di "esistenza liberata dalla forma del melodramma" e restituita al grande fascino della propria esistenza, una via di uscita rispetto al realismo e naturalismo che il melò sembra quasi sempre suggerire.
La storia delle due donne andrà verso un naturale compimento, forse seguiranno il Maestro nella dichiarazione dell'ultima aria della sua ultima opera "Tutto il mondo è una burla"…
Evocare sulla scena Giuseppe Verdi, la sua umanità, il suo mecenatismo, il rapporto di un artista con la vecchiaia, l'emozione che suscita la sua musica, sono intenti dello spettacolo; la scelta di "raccontare" attraverso la vicenda di due donne ospiti dei primi del novecento, permette da un lato una maggior vicinanza storico-emotiva con il maestro e la sua epoca, dall'altro una maggiore libertà nell'affrontare vicende personali per trasformarle in dramma teatrale.
Le protagoniste donne rispondono ad un progetto che il Teatro Verdi porta avanti da anni per cui alcune figure storico letterarie, o degli accadimenti storici sono riproposti attraverso una visione femminile (Le serve di Virginia Woolf, Deserto nero, Le camicie di Garibaldi…) che non vuole essere di contrapposizione, ma piuttosto di svelamento e partecipazione.
Il progetto vede la collaborazione di Casa Verdi, Casa di Riposo per Musicisti – Fondazione Giuseppe Verdi di Milano, con la quale si attiveranno scambi, incontri e serate non solo in occasione del debutto dello spettacolo ma anche nel corso della stagione.
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