TEATRO STANZE SEGRETE
dal 2 al 14 Ottobre 2012
L'Associazione Culturale UPNOS
presenta
RITRATTO DI SIGNORA
IL TORMENTO DELLE FIGURE
Omaggio ad Alda Merini
di e con
Elisa Pavolini
Regia: Mario Schittzer
Costumi: Mariella D'Amico
Assistente alla regia: Arianna Di Pietro
Sarà in scena al Teatro STANZE SEGRETE dal 2 al 14 ottobre, Ritratto di Signora – IL TORMENTO DELLE FIGURE – Omaggio ad Alda Merini, di e con Elisa Pavolini per la regia di Mario Schittzer.
Elisa Pavolini - dopo il grande successo riscosso nella passata stagione - porta in scena le parole e le suggestioni di Alda Merini, incontrando virtualmente tanti personaggi che della sua vita hanno fatto parte. Uno spettacolo che è un pacchetto emotivo, che oltre essere visto va soprattutto ascoltato.
"I miei amori cominciano nei tempi futuri. I veri amori sono dei sogni, sono delle invenzioni, sono dei parametri di poesia. Se questo o quell'altro uomo siano veramente esistiti, se abbiano toccato la mia carne, questo è un fenomeno secondario".
Ce li descrive così, Alda Merini, i suoi amori. Come dei sogni, come delle figure. A volte incubi, a volte ombre, a volte intense suggestioni che scuotono l'anima, la svuotano e la tormentano.
Il racconto "Il tormento delle figure", pubblicato nel 1990, è un viaggio che attraversa l'anima: un flusso di coscienza poetico e razionale, a tratti logico e disarmante, in altri momenti compulsivo e logorante; come se l'Amore possa essere al tempo stesso una salvezza e una dannazione.
La Merini ci presenta alcuni degli uomini della sua vita, alcuni dei suoi amori, veri o presunti; quelli che l'hanno presa e violentata, amata e osannata, disprezzata e tradita.
Alda Merini è una donna ferita, innamorata, felice, sola ma prima di tutto è un'anima poetica che assapora il gusto dell'esistenza, vivendone il dolore e la gioia, con gli occhi di chi sa di potersi rifugiare, sempre, nella poesia.
I poeti sono al di là del fiume; guardano il mondo che scorre, vivono sulla loro pelle la depressione, i tormenti, le ansie e li mettono in versi. "Ogni poeta vende i suoi guai migliori".
La Merini ci regala i tormenti delle 'sue' figure e lo fa in modo delicato, come se la sofferenza, la depressione, il manicomio, l'abbandono, la difficoltà di vivere non la riguardassero fino in fondo.
In questo flusso di pensieri, trova spazio un passo estrapolato dalle "Lettere al Signor G", una raccolta di scritti, lettere e versi che la poetessa ha indirizzato a Enzo Gabrici, uno degli psichiatri che la tenne in cura e che divenne un punto di riferimento per la donna oltre che per la paziente. Non si poteva prescindere anche da alcuni versi tratti da "L'Anima Innamorata", una raccolta di poesie in cui la Merini ci svela la sua indole mistica e religiosa, per la quale l'amore diventa una sostanza che pervade ed invade ogni essere, Dio compreso.
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