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mercoledì 12 marzo 2014

FICCASOLDI al Teatro Kopó di Roma dal 21 al 23 marzo

COMPAGNIA RAGLI
presenta
FICCASOLDI
di Rosario Mastrota

con
Dalila Cozzolino, Marco Foscari, Marco Usai

in collaborazione con
Chiave di Svolta

e il patrocinio di
Associazione daSud

dal 21 al 23 Marzo 2014
TEATRO KOPÓ
via Vestricio Spurinna 47/49 - Roma

Un progetto curioso che riproduce tematiche degne di segni e umori propri di un disagio contemporaneo che ci riguarda da vicino ed evidenzia una patologia sociale sempre più diffusa: l'ossessione del gioco d'azzardo con i connessi elementi che lasciano intravedere in questo progetto possibili sviluppi legati ad un tema di grande attualità".
Con questa motivazione Ficcasoldi, lo spettacolo scritto e diretto da Rosario Mastrota, ha vinto il Premio Nazionale Giovani realtà del Teatro a Udine.

Lo spettacolo, che inquadra una società vittima di una crisi celebrata, che cede alle lusinghe del “vincere facile”, sarà in scena dal 21 al 23 marzo al Teatro Kopó di Roma. In scena Dalila Cozzolino, Marco Foscari, Marco Usai a raccontarci la storia di Ettorino, un barista, che ha accolto nel suo bar diverse slot machines: in tempo di crisi fare solo caffè non è molto retributivo. 

Qualcuno ritorna spesso, qualcuno è di casa. Un uomo senza nome, un ficcasoldi, vive la deteriorante ascesa della ludopatia, l’erosione dell’autocontrollo, l’impossibilità di venirne fuori, ficcando la sua vita, pezzo dopo pezzo, nella macchinetta infernale.
L’ebbrezza del gioco apparirà più fragile dell’altra malattia celata nel bar: un’organizzazione malavitosa gestisce quel business, trasformando le slot in casseforti di denaro da riciclare.

Note del Regista

È dalla realtà che parte questa storia. Parte da un pomeriggio di fine giugno, affacciati alla finestra per un incontro casuale, vediamo una ditta di traslochi che impacchettava libri in scatole di cartone.
Focalizziamo meglio l’attenzione e vediamo che gli operai vanno e vengono da quella che prima era una libreria, la mitica libreria di filosofia. I proprietari in un angolo, a testa bassa, consegnano le chiavi ad un rossiccio signore, l’unico sorridente. Fino all’ultimo libro respirammo quella condanna, poi il camion partì e ne arrivò un altro, lucido, splendente. Scesero degli operai in nero, scaricavano slot machines. L’insegna verde “libreria” venne staccata con rapida facilità da due ometti calvi, altri due, capelloni, attaccarono la nuova mastodontica insegna rosso e nera, la scritta cancellò la nostra speranza: Las Vegas era nostra dirimpettaia. All’inaugurazione, la stessa sera, c’era una moltitudine di gente, ci apparvero tutti uguali, fotocopiati. I nuovi clienti. Era la sesta sala slot del quartiere, la centesima della città. I conti in Italia decidemmo di non farli, sarebbero stati fantasmagorici.

La difficoltà maggiore quando si cade nel vortice del gioco da dipendenza è uscirne, è quasi sempre impossibile. Esistono delle possibilità, dei gruppi di ascolto, alcune forze di volontà, ma mai definitive.

Pertanto l’obiettivo primario di questo progetto muove dal mostrare una fenomenologia dilaniante che schiavizza chi ci si intrappola. Di seguito far luce sulla gravitazione della criminalità organizzata in questo “gioco” e la sua intoccabilità. Ficcasoldi, fa parte di un progetto più ampio che la Compagnia Ragli sta portando avanti da tre anni. Un processo di smitizzazione della ‘ndrangheta. Smitizzare vuol dire rimpicciolire l’ego spettacolare dei malviventi, chiunque essi siano. 

Pare che l’Italia operi esattamente il processo opposto: esalta la fama del cattivo. Gli show e l’esaltazione dell’efferatezza di boss quali Riina, casalesi o maglianesi, allontana ogni speranza. 

Noi proviamo a partire da un’altra visione dell’eroe. Per noi l’eroe è lievemente più debole. Soffre e vive il male. Oppure ci abita dentro e non lo sa, quindi non lo sa neanche combattere. I deboli, come Carletta, la scema del paese che denuncia un rapimento famoso in L’Italia s’è desta o il panettiere innamorato che uccide per la sua donna due usurai che gli chiedono il pizzo e viene arrestato, in Panenostro, o ancora il patto di amicizia e novità amorosa che due figli omosessuali di boss stipulano rompendo le sacre regole della ‘ndrangheta in Salve Reggina!, si animano nel meccanismo teatrale, inventato e semplice: combattere la piaga è innato, basta solo sapere di poterlo fare. Il nostro secondo obiettivo è questo: reagire.


TEATRO KOPÓ
via Vestricio Spurinna 47/49
dal 21 al 23 marzo 2014
venerdì e sabato ore 21.00
domenica ore 17.45 e ore 21.00
biglietti Intero 10.00 +2.00; Ridotto 8.00 + 2.00
per info 06.45.65.00.52 _ botteghino@teatrokopo.it

FICCASOLDI
con il patrocinio di Associazione Antimafia daSud
scritto e diretto da Rosario Mastrota
con Dalila Cozzolino, Marco Foscari, Marco Usai
scenografia Zelia Carbone
grafica Pino Viola
testo, luci e regia Rosario Mastrota
produzione Compagnia Ragli/Chiave di Svolta
ufficio stampa Rocchina Ceglia



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