dal 21 aprile al 10 maggio 2009 mart/sab ore 21.30 dom ore 18
Teatro dell'Orologio via de' Filippini 17a - Roma
per info e prenotazioni 06/6875550 -torologio@alice.it
1799-2009:in Italia tutto è cambiato, niente è passato
La Casa dei Racconti
in collaborazione con Cubatea
presenta
Alfonso Sessa
In
Vita morte e miracoli del 1799
di Alfonso Sessa
Regia
Duccio Camerini
Napoli, 1799.
Sangue, morti, una tragedia.
Ma Napoli è in Italia e le tragedie in Italia, a volte, fanno ridere.
Perché "tragedia" dalle nostre parti può significare "paradosso".
Dieci anni dopo la rivoluzione francese, uno sparuto gruppo di intellettuali, poeti e giuristi si rivolta contro Ferdinando IV di Borbone: peccato che il re fosse troppo ignorante per avere paura di loro. La nobildonna Eleonora Pimentel fonda il "Monitore Napoletano", il primo giornale di Napoli: peccato che la stragrande maggioranza del popolo fosse analfabeta.
Mario Pagano, eminente giurista, scrive il primo trattato costituzionale della Repubblica partenopea: peccato che i napoletani fossero monarchici.
Domenico Cirillo, medico e professore universitario decide di curare le ferite dei lazzari: peccato che fossero già in cancrena. Francesco Caracciolo, ex ammiraglio della flotta reale, si mette al timone per intraprendere un folle volo nelle tumultuose acque della libertà: peccato che il mare del golfo l'inghiottì prima di salpare.
L'unico miracolo del 1799 è la liquefazione del sangue di San Gennaro.
Il sangue dei lazzari, invece, è rimasto un grumo duro: una grossa pietra che, ancora, ci fa inciampare.
Una storia raccontata con disincanto e ironia, attraverso un'affabulazione di basiliana memoria dove la lingua è "'ndruppecosa, scurnacchiata, cazzimmosa, chiena chiena 'e lutamma" come il ventre di Napoli. La lingua di Neapolis è un fuoco d'artificio: delizia gli occhi quando appare, ma dopo resta la puzza della polvere.
"Vita morte e miracoli del 1799 è uno spettacolo necessario, è il testo più impietoso e ferocemente divertente che ho letto sul mondo di oggi, il 1799 non deve infatti ingannarci: la Napoli qui raccontata è la nostra Italia malata. Alfonso Sessa è il primo attore con cui metto in scena un monologo dopo il mio Mondo Secondo con Chiara Noschese. È passato qualche anno, ma valeva la pena aspettare".
Duccio Camerini
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