«Mia cara cuginetta Maria Anna...» un concerto-spettacolo che vuole aggiungere un tassello alla conoscenza del genio di Salisburgo. Nella messinscena, con la regia di Lorenzo Gioielli e la direzione di Pino Cangialosi (musiche eseguite dal vivo dalla Libera Libera Orchestra Mediterranea, clarinetto solista Fabio Battistelli), i due attori dialogano tramite le lettere che Mozart inviava non solo alla cugina, ma anche al padre e alla madre. Spiega la figlia di Stefania Sandrelli e Gino Paoli: «In seguito alla pubblicazione della traduzione senza censure delle lettere di Amadeus, fatta recentemente da Spaething, sono nate una serie di roventi polemiche tra critici provenienti da aree diverse. Noi, in qualche modo, ci inseriamo in queste polemiche, continuando più o meno volontariamente ad alimentare punti di vista sempre diversi». Amanda ha curato personalmente la scelta dei testi: «Mi sono goduta questo lavoro di lettura. E durante la lettura non nego di essermi emozionata, a volte di aver pianto per quello che nelle lettere c' è scritto. Ho faticato a dover scegliere, dovendo necessariamente sacrificarne qualcuna». Ma Amanda e Blas non interpretano dei personaggi, o meglio, li rappresentano tutti: «Nel senso - spiega l' attrice - che Blas non è Amadeus e io non sono la cugina Maria Anna: ci sembrava riduttivo e in qualche modo didascalico. Se c' è una spartizione di ruoli, tra noi, è quella per cui io do voce al Mozart giovanissimo, quindi meno formato, in qualche misura più "femminile", mentre Blas è il Mozart adulto». Attraverso le lettere, anche tante scoperte: «Ho capito parecchie cose di lui, che non sapevo o che sapevo in maniera distorta: il suo tenero rapporto col padre, severo ma anche molto protettivo; il suo amore per la moglie Costanza. Ma soprattutto ho capito che non era uno sprovveduto e inconsapevole della propria grandezza, un' immagine, questa, che ci è pervenuta non solo dal celebre film di Milos Forman, ma anche da altri racconti. Mozart, al contrario, era assolutamente cosciente della sua genialità: in più di un' occasione, proprio nelle lettere, si lagna di perdere tempo a fare concerti, a suonare il pianoforte, quando invece vuole comporre...Insomma, egli sentiva il peso sulle spalle dell' enorme investitura divina, di cui era stato oggetto». Un Mozart genio, ma anche tanto stressato dalla quotidianità: «In lui convivevano due anime - conclude Amanda - il grande musicista e l' uomo che faticava a vivere. Era assillato continuamente dai debiti, da una cronica mancanza di soldi e da tutte quelle piccole, grandi beghe che purtroppo riguardano la vita di noi artisti. Nelle lettere parla delle raccomandazioni di cui aveva bisogno, della gente che gli conveniva tenersi buona... Se anche lui pativa questi squallidi problemi, se anche lui doveva sottostare a questi compromessi... beh... confesso che mi sono sentita rincuorata».
Cinema e Teatro
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mercoledì 3 marzo 2010
Teatro Vittoria. Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey. Lunedì in musica al
«Mia cara cuginetta Maria Anna...» un concerto-spettacolo che vuole aggiungere un tassello alla conoscenza del genio di Salisburgo. Nella messinscena, con la regia di Lorenzo Gioielli e la direzione di Pino Cangialosi (musiche eseguite dal vivo dalla Libera Libera Orchestra Mediterranea, clarinetto solista Fabio Battistelli), i due attori dialogano tramite le lettere che Mozart inviava non solo alla cugina, ma anche al padre e alla madre. Spiega la figlia di Stefania Sandrelli e Gino Paoli: «In seguito alla pubblicazione della traduzione senza censure delle lettere di Amadeus, fatta recentemente da Spaething, sono nate una serie di roventi polemiche tra critici provenienti da aree diverse. Noi, in qualche modo, ci inseriamo in queste polemiche, continuando più o meno volontariamente ad alimentare punti di vista sempre diversi». Amanda ha curato personalmente la scelta dei testi: «Mi sono goduta questo lavoro di lettura. E durante la lettura non nego di essermi emozionata, a volte di aver pianto per quello che nelle lettere c' è scritto. Ho faticato a dover scegliere, dovendo necessariamente sacrificarne qualcuna». Ma Amanda e Blas non interpretano dei personaggi, o meglio, li rappresentano tutti: «Nel senso - spiega l' attrice - che Blas non è Amadeus e io non sono la cugina Maria Anna: ci sembrava riduttivo e in qualche modo didascalico. Se c' è una spartizione di ruoli, tra noi, è quella per cui io do voce al Mozart giovanissimo, quindi meno formato, in qualche misura più "femminile", mentre Blas è il Mozart adulto». Attraverso le lettere, anche tante scoperte: «Ho capito parecchie cose di lui, che non sapevo o che sapevo in maniera distorta: il suo tenero rapporto col padre, severo ma anche molto protettivo; il suo amore per la moglie Costanza. Ma soprattutto ho capito che non era uno sprovveduto e inconsapevole della propria grandezza, un' immagine, questa, che ci è pervenuta non solo dal celebre film di Milos Forman, ma anche da altri racconti. Mozart, al contrario, era assolutamente cosciente della sua genialità: in più di un' occasione, proprio nelle lettere, si lagna di perdere tempo a fare concerti, a suonare il pianoforte, quando invece vuole comporre...Insomma, egli sentiva il peso sulle spalle dell' enorme investitura divina, di cui era stato oggetto». Un Mozart genio, ma anche tanto stressato dalla quotidianità: «In lui convivevano due anime - conclude Amanda - il grande musicista e l' uomo che faticava a vivere. Era assillato continuamente dai debiti, da una cronica mancanza di soldi e da tutte quelle piccole, grandi beghe che purtroppo riguardano la vita di noi artisti. Nelle lettere parla delle raccomandazioni di cui aveva bisogno, della gente che gli conveniva tenersi buona... Se anche lui pativa questi squallidi problemi, se anche lui doveva sottostare a questi compromessi... beh... confesso che mi sono sentita rincuorata».
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