Dal 6 al 22 febbraio 2009 prosa
TSI La Fabbrica dell'Attore
In collaborazione con il centro internazionale
"La Cometa"
presenta
ASCESA E ROVINA DELLA CITTA' DI MAHAGONNY
Da Bertolt Brecht
progetto e regia Lisa Ferlazzo Natoli
con
Paul Ackermann Fortunato Leccese
Heinrich Merg Giordano Di Palma
Jakob Smith / il Predicatore Justin Christian Piscitelli
Joseph Lettner / l'Uomo delle mappe Fabio Monaco
Leocadia Begbick Selene D'Alesandro
Mosè-Trinità / il Cantastorie Simone Castano
Mosè-Trinità / Clarke Matteo Latino
Willy il Procuratore Simone Barraco
Jenny Ramona Nardò
Cleo Ada Jebkin Elisa Porciatti
Polly Waarg Emanuela Lumare
Kattrin Singer Kadia Baston
Anna Balicke Imma Lombardi
Amalia Balicke Chiara Lombardo
Al Piano Ivano Guagnelli e Silvia Umile
regista collaboratore Monica Angrisani;
immagini di scena Maddalena Parise;
cori e canzoni Marta Zanazzi;
costumi Gianluca Falaschi;
scene Fabiana Di Marco; assistente alle scene Marianne Ferrand;
aiuto regia Ilenia Caleo, Alice Palazzi;
luci Luigi Biondi
fotografie Sveva Bellucci
Si ringraziano per la preziosa collaborazione
Gianluca Ruggeri, Jacopo Quaranta
Note
Cosa accadrebbe se, facendo un tentativo, costruissimo una città dal nulla nel mezzo di un paese qualsiasi e se la costruissimo per prosperare malgrado tutto, secondo una sola regola: "Tenete a mente: prima mangiare, numero due d'amor l'incanto, terzo, la boxe non tralasciare, quarto sborniarsi e questo è quanto. Ma sia ben chiaro che qui da noi nulla è proibito" ? E perché no? Sembrerebbe un piccolo paradiso d'anarchia.
La città di Mahagonny dice "Tutto è permesso" e tralascia intenzionalmente di mostrare l'altro verso della moneta, la domanda: "A chi?". Lo scopriremo quando la città in fiamme avrà già chiuso le sue porte dietro alle nostre spalle; perché Mahagonny ha un piccolo difetto, ha bisogno di denaro, e la mancanza di questo è "il massimo dei delitti che possano darsi sulla terra". Brecht - grazie ad un esperimento d'inversioni, facendo uso di temi popolari, ballate jazz, un coro di disgustosi e magnifici personaggi e un'ambientazione 'americana' che fa da eco amplificata alla Germania e all'occidente tutto - ci racconta che "siamo già all'inferno". E, costruendo una piccola epica, scrive sui nostri cartelli di protesta: "Per la proprietà privata. Per l'equa ripartizione dei beni ultraterreni. Per l'ingiusta ripartizione dei beni terreni…", come fosse una caustica messa nera del capitalismo. Mahagonny sembra non avere 'luogo', lascia però una scia e la sua mappa si riproduce dietro di noi appena crediamo d'avergli voltato le spalle. Lo scoprirà a sue spese Paul Ackermann, cedendo ad un azzardo, a un istinto oscuro, non proprio 'rivoluzionario' ma quasi. Quasi. Alla sua morte, ecco ciò che resta: in scena, su un guanciale, i beni terreni di Ackermann - l'orologio, la pistola, il libretto d'assegni e la camicia - e il coro di Mahagonny incalza in processione recando quei cartelli, mentre si sente ancora cantare "Oh, Moon of Alabama".
Lavoro nato da ciò che è poco più di un soggetto se lo sÏ 'estrae' dall'opera musicale, lasciando solo l'anima di ferro, perfetta per riflettere sulla polis, e sui riti le regole e le scelte che ne segnano i passi. Per mettere brutalmente in scena un"'opera gastronomica", come chiedeva Brecht, e divertita. Che lasci al pubblico, solo dopo, il compito di fare i conti con la natura di quella tavola riccamente imbandita per lui. Di quel soggetto abbiamo, insieme, riscritto il tracciato, azzardato biografie e personaggi nuovi, approfondito le linee; e così la mappa di Mahagonny si è disegnata attorno a immagini di nuove città o di uomini e donne sconosciuti, una foto della luna, canzoni di Weill, parole d'altri testi brechtiani - insomma una sorta d'omaggio a un teatro che ci ha innamorati e ci sta ancora indicando come "fare teatro per rendere il mondo più maneggiabile".*
*Mahagonny è nato da una scommessa affidare a un gruppo di giovanissimi attori, il compito di far vivere la scrittura e le ragioni del teatro brechtiano;
Mahagonny ha fatto i suoi primi passi grazie alla determinazione di tanti collaboratori, e alla presenza del Centro Internazionale La Cometa, che è stato il motore silenzioso e il nostro primo cantiere.
orari: dal martedì al sabato ore 21.00 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 15.00 ridotto € 12.00, scuole e università 10,00 euro
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teatro vascello
Come raggiungerci: Il Teatro Vascello si trova in Via G. Carini 78 a Monteverde Vecchio (Roma) sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo. Con mezzi privati: Parcheggio per automobili: lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro.Con mezzi pubblici: autobus 75 si ferma proprio davanti al teatro Vascello e si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure il 44, il 710 e l'871, 870. Treno Metropolitano che si può prendere da Ostiense fermata Stazione 4 venti in Viale 4 Venti a due passi dal Teatro Vascello.
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