''Maratona di New York'', di Edoardo Erba
con Andrea Scoscina e Ferruccio Cinti
regia di Emanuela Dessy
dal 12 al 15 Febbraio 2009,
Teatroinscatola – Lungotevere Artigiani 12/14 - Roma
'' Maratona di New York è una commedia che corre da sola. Senza pubblicità, senza spinte, senza ribalte clamorose, è stata tradotta in undici lingue e pubblicata in sei. L'hanno e la continuano a rappresentare a Londra, Edinburgo, Parigi, Barcellona, Buenos Aires, Boston, Tel Aviv, Sidney, Bombay, Wellington in Nuova Zelanda ( … ) Racconta la storia dell'amicizia fra due personaggi, il forte e il debole, uniti dalla fatica. Ma inevitabilmente, sul palco, racconta anche la storia dell'amicizia fra i due attori che condividono la sfida di recitare correndo ( … ) È uno spettacolo da vedere sul palcoscenico. Perché farne una lettura significa solo evocare questo processo sportivo, questo sudore e questa fatica.
In questi anni, dal suo debutto nel '93 nel ruolo di Mario e Steve, i due ragazzi che corrono, si sono alternate tante coppie di attori, tutti bravi per volontà, impegno e talento, che si sono passate il testimone come in una staffetta. Chi di loro è stato il più bravo?
Domanda inutile. Se c'è stata gara, è stata gara leale, corsa nella corsa. Traguardo senza podio, o anzi con un podio ad un solo gradino, che premierà tutti. Perché il primo e l'ultimo, in Maratona di New York come nella vita, sono una fantasia sbagliata. Un sogno. Una classifica provvisoria della nostra fragile mente. '' Edoardo Erba
Note di regia
Quando nel '93 vidi "Maratona di New York", interpretato al suo debutto da Luca Zingaretti e Bruno Armando, rimasi letteralmente affascinata. La bravura degli attori, la bellezza dal testo, la regia, curata dallo stesso autore, dotata di una raffinata forza e semplicità, evocavano in toto quella Magia del Teatro che lo spettatore accorto ricerca affannosamente nei meandri delle piccole e grandi proposte dei tanti teatri, per bearsi l'anima.
Mi riproposi all'ora, fatta salva una buona dose di umiltà, che quello spettacolo prima o poi mi sarei provata ad allestirlo, intanto perché la prova professionale che esso implicava era veramente di tanto valore ma soprattutto perché senza alcun dubbio meritava di essere replicato e divulgato in quanto reale "chicca" di teatro con la A maiuscola. In Italia e in tutto il mondo, per fortuna questa occasione è stata e continua ad essere colta con successo.
Discostandosi dal repertorio classico, meravigliosamente eterno nei suoi vari autori, "Maratona di New York" fa parte infatti di quella rosa di testi contemporanei che seguendo comunque una scuola di alta drammaturgia, sposano il gusto cinematografico del dialogo e dell'azione, risultando nella sua completezza agile ma di spessore, moderna ma sempre-verde.
Il fatto infine che gli attori recitino correndo, è ovviamente una "trovata" molto gustosa, che fa degli attori anche degli atleti, impegnandoli in un coinvolgimento fisico che va oltre quello solito, azionando parallelamente alla parola tutte le tecniche teatrali di base dall'attenzione, alla concentrazione, alla respirazione e via dicendo; e del regista un misto di coach, coordinatore, operatore cinematografico, allenatore.
Oggi, finalmente, è arrivata l'occasione di metterlo in scena, con due attori motivati, attenti e appassionati, che hanno raccolto questa sfida decisi, come veri maratoneti, a portarla con me fino in fondo.
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