Avremo quattro anni della presidenza più spettacolare della storia, al confronto impallidiranno i ricordi di Obama, Reagan, Kennedy... E' il soggetto ideale per uno spettacolo di "giornalismo teatrale", che raccontando le gesta di The Donald offra agli spettatori un viaggio nei nuovi populismi, le loro cause, le loro conseguenze.
Uno schema a quadri, accompagnato dai musicisti Valentino Corvino e Roberta Giallo, e la colonna sonora la darebbero Bob Dylan i Rolling Stones: sia perché li ha usati ampiamente Trump nei suoi comizi, sia perché i loro testi sono "cattivi", aggressivi, provocatori.
Una breve traccia: 1. Storia e ritratto di un affarista controverso, bancarottiere seriale, molestatore di Miss Universo, inventore di un reality-tv di successo, fino alla sua improbabile ascesa alla Casa Bianca. Come l'establishment lo sbeffeggiò fino all'ultimo, quali e quante enormità riuscì a fare in campagna elettorale, risollevandosi sempre. (La cronaca mi offrirà spunti di aggiornamento continui una volta che lui avrà cominciato a governare, ne sono certo).
2. L'America che lo ha votato, dopo avere eletto 2 volte Obama, è un'"altra" nazione? irriconoscibile, deformata, impazzita? O invece le cause del disagio sociale erano già ben visibili prima, e lui le ha intercettate sconvolgendo tutte le regole del politically correct?
3. Cosa c'è di "rivoluzionario" nel linguaggio di Trump, e perché ha saputo dire anche delle verità scomode sull'immigrazione, la globalizzazione.
4. L'Età del Caos. Prima e dopo Trump, dalla vecchia Europa erano nati i movimenti populisti e il fascino crescente dell'Uomo Forte: Putin, Erdogan, Xi Jinping. Dopo Brexit in Europa avremo anche le elezioni in Francia (maggio 2017), Germania (autunno): aggiornamenti continui e variazioni sul tema.
5. Le promesse tradite dalla globalizzazione. Doveva renderci tutti più ricchi, almeno nei proclami del pensiero unico neoliberista. Come e perché si è trasformata in un livellatore delle diseguaglianze Nord-Sud (india) ma al tempo stesso in una feroce macchina di impoverimento dei lavoratori e del ceto medio dentro le nostre società occidentali.
6. La società multietnica e le sue fragilità. New York e la California come modelli positivi: non hanno guarito però la paura dell'America profonda. L'Europa e la sfida dell'immigrazione islamica. Perché l'ondata di arrivi dal Nord Africa e dal Medio Oriente pone problemi diversi rispetto a immigrazioni precedenti.
7. Guarire la democrazia, o cedere alle tentazioni autoritarie? Gli anni Trenta ci hanno insegnato qualcosa?
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