Beh, che l'arte del cinema, della recitazione fosse per me ci ho messo poco a capirlo,perchè da piccolo, malgrado il carattere che avevo, molto introverso e timido, spesso avevo problemi a relazionarmi con gli altri bambini, non era una cosa patologica, ma sicuramente vedevo che facevo difficoltà ad instaurare dei rapporti in cui mi sentissi veramente a mio agio. Dentro di me c'era questa voglia incessante di esprimermi, come per creare delle persone, delle realtà diverse da me, soprattutto sotto forma di scrittura, scrivevo delle piccole storie, ma giocavo anche con la telecamera. All'epoca si sapevo che esisteva il mestiere dell'attore, ma non riuscivo ancora a proiettarmi in quell'ottica. E' stato poi a 14 anni, sotto consiglio di mia madre che iniziai a frequentare un laboratorio teatrale. Sul palco di questo laboratorio, ho avuto la conferma, che la mia passione era un'intenzione vera e propria a volermi scontrare con questa realtà che è estremamente difficile anche se giocosa, divertente. Erano bellissime e straordinarie il tipo di sensazioni che sentivo a pelle. Questo laboratorio l'ho fatto per 3 anni. A 18 anni ebbi la mia prima esperienza cinematografica nel film di Pupi Avati "I cavalieri che fecero l'impresa", per me un mondo assolutamente sconosciuto e strano, che mi incuteva timore, quello che ora mi sembra gestibile allora mi sembrava insormontabile. Ho fatto poi un'altro film con Avati "Il cuore altrove", poi tante fiction, un film con Verdone "Ma che colpa abbiamo noi" del 2003 in cui interpretavo suo figlio, e quella è stata all'epoca una delle emozioni più grandi, un set cmq, ai miei occhi, difficile, Verdone era il protagonista, il regista, lui è una persona estremamente seria sul set, io ero sempre molto attento e in fase di studio, tutt'ora lo sono, ma con maggiore elasticità, è proprio un mio modo di vivere quello di saper cogliere dalle situazioni.
Se potessi tu scegliere un ruolo, adesso, in questo momento della tua carriera che ruolo vorresti interpretare?
Mi piacerebbe interpretare una commedia, sembra facile come risposta, ma in realtà è molto più complessa l'idea che ho di questa commedia, di fare ridere come piace a me, che esiste, ma non in Italia. Nel nostro paese il pubblico è stato educato a vedere commedie molto dirette, ma che restano in superficie e non vanno dentro le cose, invece un certo tipo di commedia inglese, o anche un certo tipo di commedia demenziale americana che trovo straordinaria. Jim Carrey che è uno degli attori che preferisco, in realtà molti dei miei attori preferiti fanno dei film molto drammatici da Leonardo Di Caprio,a Ewan Mc Gregor. Ad esempio se "Moulin rouge" di Baz Lurmann, lo girassero a Roma in questo momento, io sognerei di fare la parte interpretata da Ewan Mc Gregor, in realtà questo film non è una commedia, è un film drammatico, dove Mc Gregor fa a livello di lavoro sul personaggio un percorso a a 360°. Lo stesso Jim Carrey in "The Thruman show" o "Yes man" tocca un po' tutti gli estremi.
Questo è il tipo di ruolo che mi piacerebbe interpretare, anche se nelle mie corde ci sono i film drammatici, quando leggo in un copione, un testo in cui mi riconosco, perchè va a toccare determinate corde mi sento a casa, ma vorrei sentirmi meno a casa, e sperimentare.
Tu sei stato il protagonista del primo film di Luciano Melchionna "Gas" hai partecipato al suo spettacolo teatrale "Dignità autonome di prostituzione",che rapporto hai con lui?
Al momento Luciano è il regista con cui mi sono trovato meglio, al livello di lavoro in coppia sul set, perchè è proprio lì che si vede quanta abilità, e intelligenza il regista può avere nel saper tenere gli attori con se e non lasciarli soli. In "Ce n'è per tutti" io ho recitato un primo piano, uno dei più difficili, tra l'altro, in cui dovevo piangere, e l'ho recitato avendo davanti Luciano, perchè la Sandrelli quel giorno non poteva. Lui comunque sente più sotto controllo la scena se sta su di noi, e anche se si allontana fino a due scondi prima del ciak è stato vicino agli attori. "Gas" è del 2005 è stata la prima esperienza di Luciano Melchionna come regista cinematografico, e la mia prima come attore protagonista, non mi sono mai sentito a disagio, le riprese durarono 5 settimane, la maggior parte delle quali a Latina, e non ci staccavamo mai dall'idea del film. Io non sono uno di quegli attori che vive il personaggio anche quando esce dal set, Luciano però era talmente entusiasta e impaurito di questa sua prima esperienza, ma non lo dava a vedere,era si alla sua prima esperienza cinematografica ma con una lunga carriera teatrale alle spalle. "Gas" è un film che ha avuto molte problematiche, essendo un film "difficile" c'è sempre il problema di spiegare quello che stai facendo alla produzione e Luciano lottava ogni giorno per affermare il proprio stile, che è quello che molto spesso viene censurato agli autori italiani in generale, a meno che non siano loro ad autocensurarsi. Ormai c'è il terrore di scrivere le proprie idee, perchè forse non va bene per il mercato, e quindi "Gas" è veramente il film di Luciano Melchionna. di "Gas" ricordo la fatica fisica, il tipo di violenza verbale e fisica che riecheggiava tra i personaggi, ciascun personaggio era una storia a se.
Dignità autonome di prostituzione , per me per il momento è stata solo una piccola parentesi, ho fatto solo la seconda edizione, per me è stata una palestra, la fatica fisica, l'idea di stare due settimane in quella stanza a recitare a un metro di distanza dal pubblico, mi dava una grande forza, e pensare che questa era la cosa che prima di iniziare mi spaventava di più , perchè in questo modo si annienta la barriera tra attore e spettatore. Io stesso chiedevo di mettere più gente possibile più gente c'era più energia si creava. Facevo un monologo che si chiamava "L'imbecille" un ragazzo che mentre era in motorino viene investito da un suv. Il monologo parte da per terra con il ragazzo che è ferito con i casco in testa,e mi ricordo i dieci secondi che precedevano l'entrata delle persone e mi dovevo caricare, a volte davo dei pugni al muro, il monologo era rivolto ad una persona che non era tra di loro quindi non dovevo guardare loro, ma tra di loro, ma li sentivo lì con me. La cosa straordinaria e surreale era quella di sentirsi facente parte di un'unica cosa, senza però poter interagire gli uni con gli altri. Alla fine delle due settimane ringrazi il cielo che sia finita ma solo per un discorso di stanchezza fisica, perchè per il resto era un arricchimento umano e artistico infinito.
Hai girato un'altro film sempre di Luciano Melchionna "Ce n'è per tutti"uscito il 20 novembre, in cui tu interpreti il protagonista Gianluca. Gianluca ha dei rapporti reali solamente con un'altro personaggio, la nonna interpretata da Stefania Sandrelli, come mai?
Perchè la nonna di Gianluca è l'unicoa individuo sulla terra, nel mondo di Gianluca che non solo capisce il nipote, il suo dramma, il suo disagio. Per "colpa" della sua sensibilità molte cose non gli passavano così lisce come l'olio: l'indifferenza delle persone, la volgarità , la violenza fisica, questa società che ti affscina , che ti vuole comprare, che ti sfrutta, queesta assoluta mancanza di ideali, hanno reso Gianluca ferito, non è un personaggio disadattato, vuole trovare il suo spazio, affermare quella che è la sua identità. Molte volte si trova a scontrarsi con situazioni di indifferenza, volgarita che gli altri danno per scontate, loui le assorbe e mano a mano, a causa della sua forte sensibilità diventano sempre più forti, e questo è il motovo per cui decide di staccarsi, e prendersi una pausa dal mondo, dagli altri. La nonna è l'unica persoan che è in grado di parlare al nipote in modo semplice e gli fa capire che questo mondo è quello che è non può essere cambiato e che solo i nostri piccoli gesti quotidiani possono darci la possibilità di vederlo in maniera diversa e accettare, perchè non si può sfuggire da una realtà che è fatta così purtroppo, e Gianluca si sente debole di fronte a questo impegno, perchè ha fortemente provato a cambiare a sentirsi diverso.
Lorenzo tu hai interpretato Lorenzo Da Ponte nel film "Io Don Giovanni" di Carlos Saura, che è stato presentato all'ultima edizione del Festival del Cinema di Roma. Come sei stato trovato da Saura,e come ti sei preparato a interpretare un uomo che fino ad una certa età è stato un donnaiolo e poi, invece, si è sposato e ha avuto molti figli.
Io ho conosciuto Saura nel 2006, mentre giravo "Il sole nero", poi sono andata a Vienna per fare un provino con Saura, e li passai tempo in albergo a studiare il testo in cui Da Ponte racconta a Mozart la trama del Don Giovanni, e cerca di convincerlo a iniziare quest'avventura, che è tutta la chiave del film . Per me il lavoro era così incredibilmente ricco di elementi da sfruttare a mio favore, dal punto di vista della teoria, le memorie di Lorenzo Da Ponte, i quadri, la musica, ceh è stata fondamentale, era la prima volta che mi trovavo a recitare con la musica sul set. fare un film in costume è una sensazione che percepisci solamente nell'istante in cui la stai vivendo, nè prima nè dopo, il primo vero contributo che io ho dato al personaggio è stao quando ho fatto la prova costumi, perchè per quanti io avessi visto film, osservato quadri, e quando ho visto la mia immagine con la parrucca, con quegli abiti, con quel tipo di trucco, in questo caso l'abito fa il monaco, e impressionante come tutto aderisca alla perfezione. A me piacciono molto i contrasti nella vita in generale, quindi vedere questo microcosmo fatto da attori, musicisti, scenografie, all'interno di studi moderni con persone della troupe che non sono, vestiti come te mi aiuta invece di alienarmi.Per la preparazione c'è tutto un lavoro che è legato alla tecnica al tipo di comportamento del personaggio, la cosa più difficile è stata cercare di aderire all'arroganza del personaggio, a questa sua intraprendenza, che mi appartiene nella vita, ma sotto tutta un'altra forma, mi sento sicuro e intraprendente quando so cosa voglio fare nella vita. In questo caso era un'altra storia, quel tipo di sicurezza, di cinismo che i personaggio ha non mi apparteneva, e neanche il tipo di giocosità, perchè Saura mi diceva molto spesso ti devi divertire, nel passaggio tra Venezia e Vienna, c'è un arricchimento del personaggio, diventa molto più cinico.
Talentuoso? Raccomandato direi.
RispondiEliminaIn questo paese fa strada solo chi ha agganci e denari. Complimenti.