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venerdì 18 dicembre 2009

Amedeo Tommasi: una vita per la musica


Amedeo Tommasi, pianista jazz, compositore, autore delle musiche di alcuni dei film di Pupi Avati, nonchè del celebre "Magic Waltz" del film di Tornatore "La leggenda del pianista sull'oceano."

Ho avuto al possibilità di incontrarlo e porgli delle domande

Amedeo tu vivi a Roma, ma sei nato a Trieste, dove hai iniziato a suonare il pianoforte all'età di 6 anni. Cosa ha lasciato in te la città di Trieste?

Trieste è una città dove il teatro è importante, essendo la città che ha più abbonati nei teatri in tutta Italia, come rapporto tra numero di abbonati e numero di cittadini. ho iniziato molto presto con la musica classica, a 7 anni, mio padre suonava due volte la settimana, una volta in quartetto,e un'altra in duo, il pianoforte si trovava in camera mia, per cui io ero obbligato a sentire, e mi piaceva molto, ho iniziato a prendre le zioni con mio padre, poi a suonare con lui, e poi alla radio, nelle trasmissioni dedicate ai bambini speciali. Io ho fatto il liceo classico e già da quando avevo tredici-quattordici anni andavo alla Società dei concerti, dove sentivo musica classica, Rubistein e altri, tra i migliori musicisti,tutte persone che, oggi, non ci sono più, ma che hanno lasciato una scia luminosa. Il Jazz, invece è arrivato più tardi, quando arrivarono gli americani a Trieste per impedire ai tedeschi di occupare la città. in una parte libera di Trieste c'era una radio americana, che trasmetteva musica americana che io sentivo per la prima volta.

E quindi di ti sei avvicinato al Jazz che hai contribuito a portare in Italia.

Io ascoltando questa radio americana ho iniziato a conoscere il Jazz, ho sentito degli accordi, delle cose che mi interessavano molto, io venivo da Brahms da questi grandi armonisti, e sentivo una cosa altrettanto bella , ma completamente diversa, e allora ho cominciato ad appassionarmi. Ho ascoltato Louis Armstrong e non mi piaceva, ho ascoltato Benny Goodman e mi piaceva, poi ascoltato un pianista inglese George Shearing che mi ha fatto impazzire,allora ho sofferto un mese a cercare di capire come faceva gli accordi, fortunatamente sono dotato di buon orecchio, e sono riuscito, a fatica a tirare giù queste armonizzazioni. A 17 anni sono andato a Bologna a fare medicina, e là ho conosciuto Alberto Alberti che era un grandissimo animatore del jazz a Bologna, gli dissi che ero un pianista di jazz, gli ho fatto sentire le mie armonizzazioni di George Shearing, mi disse. "bella musica , ma non è jazz" e mi portò vari dischi di Charlie Parker, Miles Davis, e altri musicisti jazz che io non conoscevo. Mi piaque subito Miles Davis, Alberti suonava il basso, io il piano e poi avevamo un batterista. Poi partecipai al concorso "La coppa del jazz)composto da me, Maurizio Majorana al basso (era un violoncellista) ma voleva suonare il basso, lo suonava in modo strano perchè accordava il basso come se fosse un violoncello, quindi a quinte e non a quarte. Questo concorso, era un concorso nazionale, importante della radio della Rai, arrivai 18° e ammettevano solo i primi 16, ma uno dei 16 si ammalò presero i 17° arrivati una banda Dixieland di Modena, ma il loro patron si era offeso e rinunciò e quindi fu il mio turno. Questo concorso mi fece molta pubblicità, suonai con Chet Backer, non subito perchè lui doveva suonare con il quartetto di Lucca di Giovanni Tommasi, che mi aveva impressionato, perchè era qualcosa d'altro, suonava come gli americani, e infatti dopo un po' gli chiesi se veniva a suonare con me. Noi siamo stati i primi a fare un certo tipo di musica in Italia, c'erano già dei jazzisti in Italia ma facevano tutta musica dei bianchi, invece noi ascoltavamo Miles Davies e non cercavamo di fare quel tipo di musica, esce il primo disco che si chiamava "Zamboni 22", che era il mio indirizzo, e il titolo di un pezzo. Tutti i pezzi di questo disco sono miei, e credo che sia una pietra miliare nella storia del Jazz italiano, con quel tipo di swing, e acora adesso suono dei pezzi di quel disco, che non sono passati di moda perchè si vede che il jazz non ha fatto grossi passi in avanti dall'epoca, perchè la sua epoca d'oro erano gli anni 60', quando era appena morto Charlie Parker (1953) lasciando un'eredità incredibile, riempiendo di musica nuova tutta l'atmosfera, lui fu una di quelle persone che arrivano e inventano, rinnovano, prendono dalla tradizione, ma non copiano nessuno, aveva una voce incredibile, e il pregio di scegliere le ritmiche più importanti,quella è stata l'era dei grandi musicisti jazz, c'erano già Keith Jarret che faceva delle jam session e poi praticamente tutti e poi è iniziato il free jazz e me ne sono andato, non mi piace la musica casuale, caotica.

Amedeo tu hai collaborato molto con Pupi Avati, puoi parlarmi del rapporto che hai avuto con lui?

Pupi Avati era un clarinettista di Bologna che suonava che suonava Dixieland, noi ci conoscevamo, avevamo fatto anche una sfida raccontata in un suo film che si chiama "Jazz". Pupi Avati venne da me e mi chiese di fare la musica del suo primo film "Balsamus l'uomo di satana" e io che all'epoca lavoravo a Roma in RCA facevo da assistente musicale a Ennio Morricone, per me musicare un film era un sogno, per cui toccai il cielo con un dito, e ho continuato afare le musiche per circa 8 anni per Pupi Avati. in quel periodo avevo lasciato un po' da parte il Jazz, per dedicarmi alle musiche per i film, ho fatto "Thomas e gli indemoniati", "La mazurca del barone, della santa , e del fico fiorone" con Ugo Tognazzi, "Bordella" con Gigi Proietti, "Le strelle nel fosso","La casa delle finestre che ridono", "Tutti defunti tranne i morti".

E con Tornatore?

Tornatore si serve giustamente di Ennio Morricone, solo che nel film "La leggenda del pianista sull'oceano" c'era bisogno di un pianista che suonasse il Classico, il Rag time e il Jazz, e allora Morricone, conosce tutta la musica, ma non è un jazzista, e Morricone stesso mi ha coinvolto come coautore di alcune delle musiche. Io collaborai per questo film e feci, 8 pezzi, tre li feci alla maniera delle orchestre degli anni 30' per la band, e poi c'era il pianista che partiva con gli degli assoli, con questo piano che fa cose rocambolesche e mirabolanti che ho fatto tutti al computer, e poi ho fatto "Magic Waltz" un valzer in cui il pianoforte balla nel salone, a quel punto ero in diretto contatto con Tornatore, che mi telefonava e mi diceva fammi questo valzer, gli e ne ho fatti 6 prima di arrivare a "Magic waltz" e questo 6° valzer gli piacque subito, e fu un successo, c'è gente che me lo chiede perchè si sposa. La Sony International che ha editato il film non ha fatto molta pubblicità a questo brano, perchè il film l'ha musicato Morricone, quindi era un po' imbarazzante, tanto è vero che, nell'edizione americana e giapponese del film non c'è il mio Magic waltz. E' comunque un pezzo che mi ha dato molte soddisfazioni.

Il 20 dicembre ti esibirai ai Musei Capitolini con il tuo trio, nell'ambito della manifestazione organizzata dal Comune di Roma, mi puoi anticipare alcuni dei pezzi che eseguirete?

Si suonero con il mio trio composto da me al piano, Giovanni Tommaso al basso, e un giovane bravissimo batterista Marco Valeri. Avevo già suonato con la stessa formazione all'Auditorium di Mecenate. Il 20 dicembre festeggiamo il natale, che sarà presente con un pezzo dedicato al natale, "White christmas," un pezzo che è uno dei pochi pezzi natalizi che si può adattare alle armonie jazz, poi faremo "Over the rainbow", la famosa canzone di "Alice nel paese delle meraviglie, ancora tratto da un cartone animato di Walt Disney "Someday my prince will come" tratto da Biancaneve, poi ci saranno i miei pezzi, io sono soprattutto compositore, e amo molto far sentire i miei pezzi al pubblico, però non vorrei fare un doppione che ho fatto al ninfeo per cui farò più standard e meno composizioni mie rispetto a quelle che ho suonato all'Auditorium di Mecenate.

Sono molto contento di aver continuato la mia vita fino ad adesso e aver mantenuto la stessa passione per il jazz che avevo quando ero un ventenne. Ora faccio delle selezioni, anzichè fare la lotta, vivo tranquillo,non ho bisogno di lavorare tanto e mi accontento di insegnare, insegno ancora il S. Louis, che ho contribuito a far fondare nel 1975, sono molto amato dai ragazzi. Vorrei suonare di più, c'è da dire che ho lasciato il jazz per 20 anni per fare musica da film, lasciare porta a esser un po' dimenticato, le nuove generazioni non mi conoscono, poi si riprende e allora si dice ..ah caspita! Vedo che questo volano inizia muoversi, faticosamente, l'organizzatrice del concerto del 20 dicembre ai Musei Capitolini mi aveva sentito suonare all'Alexander Platz, e mi ha chiamato è stata molto gentile.

Miriam Comito

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