Si è chiusa domenica 8 luglio la quarta edizione di Scene di paglia, festival dei casoni e delle acque, che vede il Comune di Piove di Sacco coordinatore di una rete sempre più ampia di amministrazioni e di una proposta sempre più articolata. Coinvolgendo anche Conselve, Campolongo e Chioggia, l’iniziativa si è svolta quest’anno in 12 comuni, tra le province di Padova e Venezia. 16 gli spettacoli, distribuiti in 12 giornate (con sei serate a pagamento); due prime regionali, un’anteprima per il festival e due eventi in esclusiva per Piove di Sacco. Parte integrante del festival sono stati anche il concerto inaugurale nella piazzetta del Teatro Filarmonico, un laboratorio di illustrazione per bambini in collaborazione con la Biblioteca comunale (molto partecipato) e due mostre. Circa quattromila complessivamente i partecipanti, di cui oltre mille paganti.
Ma aldilà dei numeri (pure straordinari per una manifestazione che vuol essere popolare e raffinata nello stesso tempo e che si rivolge a un territorio piuttosto frammentato e dispersivo), quel che più importa rilevare è che Scene di paglia ha saputo creare un vero e proprio pubblico, che segue con curiosità e interesse le diverse proposte del festival. Un pubblico in cui s’incontrano abitanti del territorio e ospiti provenienti un po’ da tutta la regione, attratti dalla particolarità di una formula che mette in dialogo spettacoli e luoghi, spettatori e artisti, tradizione e innovazione.
Da una parte, dunque, il festival funziona come catalizzatore dell’identità culturale della Saccisica, dall’altro promuove un’apertura alle realtà artistiche nazionali e internazionali, contribuendo alla crescita del tessuto sociale e culturale del territorio. Opera inoltre efficacemente per farne conoscere il patrimonio artistico e paesaggistico, evidenziandone anche le potenzialità turistiche e imprenditoriali.
Significativa in questo senso la promozione di prodotti locali, di agriturismi e trattorie, di luoghi di grande suggestione ma non sempre valorizzati, talvolta di proprietà privata e non facilmente accessibili al pubblico (al festival hanno aperto le porte, per esempio, Villa Garzoni a Candiana, Villa Contarini a Pontelongo, le Scuderie La Gardesana di Sant’Angelo, Villa Roberti a Brugine, la casa colonica Crausso Creuso di Campolongo). Insieme ai casoni, ai parchi, alle golene, alle piazze, tutti questi siti architettonici e paesaggistici costituiscono il tessuto culturale di un territorio che il festival sta cercando di ricucire per contribuire ad aprirlo, forte della sua identità, al dialogo con gli altri centri di elaborazione culturale prossimi e più lontani.
Se gli eventi più attesi non hanno tradito le aspettative (in particolare David Riondino alle scuderie di Sant’Angelo e Marco Paolini al Casone delle Sacche di Codevigo), registrando il tutto esaurito, la serata senz’altro più rappresentativa di questa edizione del festival è stata l’ultima delle tre riservate a Piove di Sacco. Venerdì 6 luglio ha avuto luogo, infatti, un sentito omaggio ad Andrea Zanzotto in piazzetta San Francesco (uno scorcio del centro storico riscoperto e valorizzato) con la lettura dei Mistieròi da parte di Sandro Buzzatti e poi, in piazza dell’Incoronata, circa un migliaio di persone ha assistito festante a un’esibizione straordinaria degli acrobati-danzatori di Eventi verticali sulle pareti della Torre Carrarese, dipinta in tempo reale da Michele Sambin con la pittura di luce digitale, una tecnica innovativa per la prima volta usata in questo modo. Le evoluzioni dei corpi e dei colori hanno strappato lunghi applausi al pubblico accorso da tutto il Veneto. È stato l’evento-simbolo di un’edizione che il direttore artistico Fernando Marchiori ha intitolato Sconfiggere la gravità: un monito, un augurio, un impegno. Uno slancio per reagire alla pesantezza di questi tempi difficili che vorrebbero negarci anche la voglia di sognare, di guardare avanti.
Impossibile ricordare tutti gli artefici di questo successo: una squadra che ha saputo lanciare il cuore oltre l’ostacolo e realizzare – con passione, competenza e... molto volontariato – una manifestazione capace di porsi, quanto a dimensioni e qualità di proposte, all’altezza dei migliori festival teatrali nazionali.
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