Piccolo
Eliseo
4 –
22 novembre
2015
di Claudio Fava
con
Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio
Bussotti
Andrea
Paolotti, Tito Vittori
e con (in
ordine alfabetico)
Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci,
Alessandro
Patregnani, Guglielmo Poggi
scene Alessandro Chiti
costumi
Sabrina
Chiocchio
disegno
luci Umile Vainieri
regia Giuseppe Marini
PRIMA
NAZIONALE
Mar del Plata è un appassionante testo teatrale di Claudio
Fava che racconta una storia vera, quella della squadra La Plata Rugby, un
gruppo di ragazzi che alla fine degli anni ‘70, nell’Argentina della dittatura
dei colonnelli, venne decimato dalla ferocia dei militari di Videla ma che
rimase in campo a giocare fino alla fine del campionato.
Raul Barandiaran, l’unico sopravvissuto a quella tragedia,
ancora oggi è il testimone vivente della squadra che decise di correre contro
la violenza e l’oppressione, tenendo stretta al petto la palla ovale, a perenne
testimonianza di questo nobile sport nel quale “una volta sceso in campo non
puoi fuggire o nasconderti, devi batterti con coraggio, lealtà e altruismo”.
La prima volta
che andai in Argentina la memoria di molte cose accadute era ancora intatta.
Cose accadute laggiù, a Buenos Aires, dove la storia si era fermata su
quell’elenco interminabile di nomi cancellati dalla vita e dal lutto,
desaparecidos, ammazzati senza nemmeno il diritto a portarsi la propria morte
addosso. Ma anche cose accadute quaggiù, in Italia, dove un’altra guerra e un
altro nemico che non facevano prigionieri s’erano portati via, assieme a tanti
altri, anche mio padre.
Mi era sembrato
un viaggio necessario: imparare che nessun luogo è il centro del mondo. Si
moriva in Argentina come in Sicilia perché una banda di carogne regolava in
questo modo i propri conti con i dissidenti. Pensarla storta, fuori dal coro,
era un peccato imperdonabile. A Buenos Aires come a Catania. Negli anni ho
imparato a raccontare quei morti con le parole dei vivi, le madri di Plaza de
Mayo, le vedove di via d’Amelio…
Ho provato a
immaginare com’erano vissuti e perché avevano fatto quello che scelsero di
fare. Non serviva a consolarsi ma a capire che dietro ogni violenza, a Buenos
Aires come a Palermo, non c’era mai fatalità ma un pensiero malato, l’osceno
sentimento del potere, l’avidità, il desiderio di impunità, la menzogna… In
questo, Jorge Rafael Videla e Nitto Santapaola si rassomigliano. E si
rassomigliano anche i loro morti. I ragazzi di Mar del Plata mi sono venuti
incontro così, quasi per caso. Tutti morti, un solo sopravvissuto: Raul. Non
aveva mai raccontato la sua storia. Nemmeno quando il regime dei militari era
crollato come un castello di carte.
Essere rimasti vivi, sopravvissuti al male,
è sempre un peso insopportabile, il segno di una colpa che non esiste ma che ti
covi dentro come un’ulcera. Succedeva agli scampati di Auschwitz, successe
anche ai superstiti della mattanza argentina. Ho provato a immaginare i
pensieri e i gesti di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire. Ho
cercato di riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro: i
giovani agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da scorta
al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che rinunciano a trovare
rifugio in Francia pur di giocarsi fino all’ultima partita il loro campionato.
II nome di Raul, il sopravvissuto, l’ho conservato. Gli altri, carnefici e
vittime, li ho ribattezzati: volevo che ciascuno di loro portasse in questo
teatro qualcosa in più della propria storia, qualcosa in più della propria
morte. Perché alla fine poco importa che quei ragazzi fossero argentini o
siciliani. Importa come vissero. E come seppero dire di no.
Claudio Fava
TEATRO ELISEO
Da mercoledì
4 al
22
novembre 2015
Orario spettacoli: martedì, giovedì venerdì e
sabato ore 20.00 – mercoledì 7 ottobre ore 20.00 – mercoledì e domenica ore
16.00
Biglietteria tel. 06.83510216 |Giorni e orari:
da martedì a domenica 9.30 – 19.30
Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: 892234
Prezzi
da 16 € a 20€
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