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giovedì 22 gennaio 2015

GINO BARTALI "GIUSTO TRA LE NAZIONI" DIVENTA UNO SPETTACOLO, IL FIGLIO ANDREA A VICENZA PER LA PRIMA NAZIONALE




In occasione della Giornata della Memoria, La Piccionaia porta in scena al Teatro Astra "La battaglia dei pedali": vita e imprese di "Ginettaccio", tra sport e impegno civile durante l'occupazione nazista. In sala anche il figlio, che incontrerà i ragazzi delle scuole medie dopo lo spettacolo.

(Vicenza, 22.01.2015) Tutto ha inizio in un piccolissimo paese sulle colline toscane, Ponte a Ema, il 18 luglio 1914. Una chiesa, un'osteria, una bottega di biciclette, un barbiere senza pretese, un mulino. Lì, i Bartali li conoscono tutti. 

Quasi un secolo dopo, il 23 settembre del 2013, Gino Bartali è dichiarato "Giusto tra le Nazioni" per l'impegno come corriere durante l'occupazione tedesca: salvò infatti ottocento persone dalla deportazione nei lager nascondendo nella canna e nel sellino della sua bicicletta documenti falsi per gli ebrei. 

È per raccontare una vita straordinaria che il 26 e il 27 gennaio (ore 9.30), in occasione della Giornata della Memoria, La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione porterà in scena in prima nazionale la sua nuova produzione intitolata "LA BATTAGLIA DEI PEDALI. GINO BARTALI, UN RAGAZZO CONTROVENTO". Con un ospite particolarmente significativo: in sala sarà infatti presente Andrea Bartali, figlio di Gino, che dopo lo spettacolo incontrerà i ragazzi delle scuole medie che assisteranno allo spettacolo.

L'iniziativa fa parte di "TEATRO SCUOLA 14/15", il progetto per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Vicenza a cura de La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione, in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Veneto e Provincia di Vicenza e con il concorso di Banca Popolare di Vicenza e Askoll.

Con questo spettacolo, realizzato con il contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – spettacolo dal vivo e della Regione Veneto, l'autrice e regista Ketti Grunchi porta sulla scena i sogni e le imprese di "Ginettaccio", che incantò l'Italia con la sua bicicletta. E lo fa a partire da quando Gino è ancora solo un bambino: magro, con gli occhi azzurri e una montagna di riccioli neri. 

E vive con i genitori Torello e Giulia, le sorelle Anita e Natalina e il fratello Giulio in una casa popolare "di due stanze, come quelle di Geppetto e Pinocchio: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato", come ricorda Ketti Grunchi. "Niente luce e niente acqua corrente. Il piccolo Gino corre, sempre! Su e giù per salite, campi, prati e uliveti, tra lunghi corridoi di panni stesi profumati di alloro. 
Ma a lui, più di tutto, piace quella meravigliosa opera dell'ingegno umano che in sogno, ogni notte, cavalca come se fosse uno stallone selvaggio: la bicicletta." Che diventerà ben presto non solo una professione, ma anche compagna di indimenticabili vittorie – tre Giri d'Italia e due Tour de France -, conquistate con grande fatica tra gli anni '30 e '50. 

Una vita vissuta controvento, attraversando la guerra, affrontando scelte difficili e tenendo segreta fino alla morte, avvenuta nel 2000, la sua impresa più grande, per la quale lo Yad Vashemn, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto, lo annovera oggi tra i non-ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella degli ebrei durante le persecuzioni naziste.

In scena, tre giovani attori – Aurora Candelli, Francesca Bellini ed Elia Zanella – provenienti dal progetto di formazione teatrale permanente de La Piccionaia "Fabbricateatro", per uno spettacolo che, raccontando le imprese di un uomo che ha rischiato  la propria vita per un ideale di umanità - è un invito alla fatica e al coraggio per le nuove generazioni.

Informazioni per le scuole: Ufficio Teatro Astra (Contrà Barche 55 - Vicenza), telefono 0444 323725 - info@teatroastra.it - www.teatroastra.it
 

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