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venerdì 18 maggio 2012

Teatro Quirinetta: Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse



28 maggio
ore 21.45

TEATRO QUIRINETTA

(Via M. Minghetti, 5 – Roma – tel. )


AUTOGESTITO 2012

 

Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione

ma nessuno se ne accorse

 - un vero e proprio dramma sociale –

 

di  Davide Carnevali

con

Raimondo Brandi, Luca Di Prospero, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Maddalena Monti

regia

Eleonora Pippo


Spettacolo vincitore del premio Scintille 2010 – Asti Teatro Festival

Opera vincitrice del IV Premio Borrello alla nuova drammaturgia 2011

Coproduzione Calibro2 Pubblico Teatro – il Mulino di Amleto

in collaborazione con Asti Teatro 33


In una futura Italia del 2161 si narra di un passato molto simile all'eterna condizione di immobilità in cui il nostro paese è immerso. Molti sussurrano che le cose non siano sempre andate così.

Attraverso una fantomatica tesi di laurea, una fantomatica tesista sostiene che in Italia sia avvenuta una rivoluzione. Ma che sia stata dimenticata, o fatta passare sotto silenzio. Seguendo il filo conduttore di una tesi scomoda, sul palco si alternano vari ospiti che riportano la loro testimonianza attraverso ricordi, racconti, ritagli di giornale, spezzoni video e documenti d'epoca.

Come è potuto accadere che un evento tanto grande come una rivoluzione sia passato inosservato? Sarebbe impossibile in qualsiasi paese del mondo. Ma non in Italia, un paese in cui – sempre secondo la tesi – non importa tanto quello che succede, ma come lo si racconta. Se è vero che il linguaggio crea il mondo, la manipolazione del linguaggio consente allora di creare un'altra realtà. In cui ogni cosa può essere fatta passare per vera o per falsa. Basta sapere come parlarne.

«Ho letto per la prima volta il testo di Carnevali seduta in un centro commerciale, in agosto, con il Mac sulle ginocchia.» - dichiara Eleonora Pippo, regista dello spettacolo -  «La lettura ha immediatamente evocato in me il sottotitolo: "i cowboys laureati".
Quando lavoro sono sempre molto impulsiva, passionale, e considero i miei conflitti interiori come il materiale edilizio, le fondamenta di ogni nuovo spettacolo.
Anche questa volta, quindi, mi sono trovata a dover fare i conti con questa intuizione che si riferiva ossessivamente all'immagine che avevo di un'Italia futura come in un redivivo Far West: un luogo di possibilità e di conquista universalmente radicato nell'immaginario collettivo e però lontano dalla nostra identità nazionale.»

«L'Italia è un paese che soffre.» - afferma il giovane autore, che da tempo vive e lavora soprattutto all'estero - «Soffre di svariate forme di alterazione fisiologica del sistema. Questo stato di alterazione riguarda in particolare due componenti fondamentali per il corretto funzionamento dell'organismo: la memoria e il linguaggio. … Sarebbe davvero possibile una rivoluzione? Esiste ancora una coscienza politica? E quella sociale? Per quale motivo la parola "comunismo", la cui radice etimologica è associata all'idea di "comunità", "comunione", è diventata un tabù? E per quale motivo la parola "liberismo" viene utilizzata come sinonimo di "libertà"? Cinque persone cercano di fare luce sulla storia come è effettivamente stata, e non come è stata raccontata; sono i nipoti dei protagonisti di quella Storia: politici, rivoluzionari, controrivoluzionari, intellettuali, ma anche comuni cittadini che si mantengono alla larga dalle lotte politiche. Questi cinque discendenti di una generazione perduta provano a fare memoria sul passato attraverso i ricordi, i racconti di famiglia, vecchie fotografie, ritagli di giornale, spezzoni video e documenti d'epoca. Il tutto rigorosamente falso.»

info: 06 6794585

posto unico € 10


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