Biennale
College - Teatro
Direttore Àlex
Rigola
Venezia, 30 luglio
> 10 agosto 2014
con il sostegno della Regione del Veneto
Il
programma di Biennale College – Teatro, la linea strategica della Biennale che
coinvolge tutte le discipline ed è rivolta alla formazione di giovani artisti, offrendo loro l’opportunità di
operare a contatto di maestri per la messa
a punto di “creazioni”, si svolgerà a
Venezia dal 30 luglio al 10 agosto. Per
questo progetto il Direttore Àlex Rigola ha invitato artisti
provenienti da tutto il mondo - drammaturghi registi attori scenografi –,
personalità di primissimo piano e per lo più quarantenni, artefici di un teatro
in cui respira la vita di oggi. Con loro Venezia e la Biennale diventano luogo
di confronto artistico, un’officina di creazione e di formazione pratica sulla
contemporaneità.
Biennale
College - Teatro si articolerà in due momenti distinti: 8 workshop, concepiti come occasione di confronto tra maestri e
giovani artisti, e 6 residenze,
destinate al lavoro di giovani compagnie su propri progetti.
Lo
scrittore inglese Mark Ravenhill, il
regista lituano Oskaras Koršunovas, l’autore
e regista belga Fabrice Murgia, lo
scenografo tedesco Jan Pappelbaum, il regista catalano Lluís Pasqual, l’attore e regista italiano residente a Berlino, Antonio
Latella, l’autore e regista tedesco Falk
Richter, il regista e artista visuale fiammingo Jan Lauwers con alcuni membri della sua compagnia Needcompany sono i maestri che
guideranno gli 8 workshop, di cui 6 avranno un esito finale aperto al pubblico alle Corderie dell’Arsenale. Le informazioni per partecipare alla call
internazionale saranno pubblicate sul sito della Biennale all’indirizzo www.labiennale.org
a partire dal 15 aprile.
Al
pubblico saranno inoltre aperti gli incontri con i maestri nei giorni 6, 7, 8,
9 agosto.
Gabriela Carrizo con alcuni artisti di Peeping Tom (BE), La Zaranda (E), il Blitz
Theater Group (GR), Ricci/Forte (I), l’Agrupación
Señor Serrano (E), gli scrittori
e registi Marco Calvani (I), Neil LaBute (USA) e Nathalie Fillion (F) sono
gli artisti e le compagnie che alle Corderie dell’Arsenale lavoreranno in
residenza a progetti di futuri spettacoli. A Venezia si svolgeranno alcune fasi
di questo lavoro, al termine delle quali è prevista una dimostrazione aperta
agli spettatori.
Anche
le compagnie in residenza parteciperanno ad un incontro con il pubblico il 5
agosto.
Particolarità
di questa edizione è lo spazio delle
Corderie dell’Arsenale che il Teatro condividerà con gli altri settori
della Biennale di Venezia – Danza Musica Cinema Architettura. Allestito dal
direttore della 14. Mostra
Internazionale di Architettura Rem Koolhaas come un “work in progress multidisciplinare”, le Corderie strutturano lo
spazio con 6 palcoscenici, destinati alle compagnie in residenza per Biennale
College – Teatro.
I
workshop si svolgeranno invece al Laboratorio delle Arti e nella Sala delle
Colonne di Ca’ Giustinian; al Teatro Piccolo Arsenale, al Teatro alle Tese, e
alle Tese dei Soppalchi dell’Arsenale.
La
consegna del Leone d’oro alla carriera a
Jan Lauwers e del Leone d’argento a
Fabrice Murgia avrà luogo il 4
agosto.
WORKSHOP - I MAESTRI
OSKARAS KORŠUNOVAS (Vilnius – Lituania, 1969)
Si diploma al Vilnius Music in regia teatrale. Le sue prime performance
sono state create sotto l’egida del Lithuanian State Academic
Drama Theatre (ora chiamato Lithuanian National Drama Theatre), ma sono state descritte come un corpo
separato, un teatro dentro il teatro. I critici teatrali intitolavano i loro
articoli “Il teatro di Oskaras Koršunovas?”, immaginando
l’inevitabile comparsa di un nuovo teatro. Nel 1998 fonda un teatro
indipendente, l’Oskaras Koršunovas Theatre, abbreviato
in OKT. Koršunovas, con l’aiuto di registi ospiti, ha creato un repertorio importante,
che include sia teatro contemporaneo che classici.
Secondo il regista lituano,
il teatro contemporaneo deve riflettere il presente, a volte persino precedere
i tempi, predire il futuro e agire da avvertimento.
Amleto di
William Shakespeare (2008) e le modalità del work-in-progress
segnano l’inizio di una nuova fase nella biografica di Oskaras Koršunovas. Il regista scopre un nuovo spazio di lavoro, lo studio
OKT, e si orienta verso la regia di laboratori di ricerca. Durante Amleto regista e attori erano più
interessati al processo creativo che al testo in sé.
Durante gli anni ha ricevuto numerosi premi e
riconoscimenti. Ha partecipato a festival internazionali e i suoi progetti sono
stati presentati nei teatri di tutto il mondo (Stati Uniti, Corea del Sud,
Australia, Argentina). Koršunovas
insegna anche recitazione alla Lithuanian Music and Theatre Academy.
Note sul workshop per Biennale College –
Teatro
Lavorando
con il materiale de Il Gabbiano di Čechov si sottolineerà la ricerca della realtà per provare a
rispondere a domande fondamentali come: chi (cosa) siamo, chi (cosa) sono gli
attori e il regista, chi (cosa) è il pubblico. Faccio ricorso al principio di
Amleto per cui si recita per lo spettatore più importante che siede in platea:
molto probabilmente, noi stessi. Solamente dopo potrà avere effetto anche sugli
altri.
Oskaras
Koršunovas
04 > 10 agosto
8 agosto incontro
10 agosto esito pubblico
FALK RICHTER (Amburgo – Germania, 1969)
E’
uno dei più importanti drammaturghi e registi tedeschi della sua generazione. I
suoi lavori sono stati tradotti in più di 25 lingue e sono stati messi in scena
in tutto il mondo. Oltre a scrivere e dirigere i suoi spettacoli, Richter ha
fatto la regia di testi di Shakespeare, Cechov, Schiller, Brecht e di numerosi
scrittori contemporanei come Caryll Churchill, Harold Pinter, Martin Crimp,
Sarah Kane, Jon Fosse, Mark Ravenhill, Lars Noren, Roland Schimmelpfennig e di
opere di Ciajkovskij, Strauss e Weber, cosi come di Hans Werner Henze, Jörg
Widmann e Jörn Arnecke.
Richter è stato regista in residenza alla Schaubühne di
Berlino nel 2000 e ha collaborato con vari teatri tra cui Burgtheater di
Vienna, Schauspielhaus Hamburg, Schauspielhaus Zurich, Salzburger Festspiele,
Vienna States Opera, Ruhrtriennale, Theatre National Brussels, Royal National
Theatre Oslo e Frankfurt Opera. Ha iniziato a collaborare con Anouk van Dijk
oltre dieci anni fa, creando Nothing
Hurts (Kampnagel 1999, Berlino 2000), collaborazione rinnovata per Trust e Protect me (2010).
Note sul workshop per Biennale College –
Teatro
Heritage, Gender and Identity: A complex
sense of belonging.
All’inizio del XXI secolo il mondo ha perso modelli ben definiti e stabili di
vita, di relazione, di lavoro, di rapporto generazionale. Le modalità
tradizionali che regolano “appartenenza”, nazionalità, religione, ideologia,
lingua, cultura, identità sessuale e di genere si dissolvono, diventano più
fluide e flessibili. L’utopia di poter scegliere il luogo cui appartenere è una
delle promesse di questo nuovo mondo, la lotta per trovare un posto, il senso
di appartenenza a uno dei suoi lati oscuri. Allo stesso tempo significati
riduttivi del senso di appartenenza continuano a essere impropriamente usati
per scopi politici, per unire gli uni contro gli altri, per discriminare,
escludere e uccidere.
Falk
Richter
04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico
LLUIS PASQUAL (Reus – Spagna, 1951)
Si
laurea in Lettere e Filosofia, con specializzazione in Filologia catalana
presso l’Università Autonoma di Barcellona e consegue il diploma in regia presso
l’Institut del Teatre di Barcelona. Dirige il suo primo spettacolo, Roots di Arnold Wesker, nel 1968. Fonda
nel 1976 il Teatre Lliure di Barcellona, dove dirige il primo spettacolo, Camí de nit. Nel 1983 diventa direttore
del Centro Dramático Nacional – Teatro María Guerrero di Madrid. Nel 1990 si
trasferisce a Parigi, dove dirige per sei anni l’Odéon - Théâtre de l’Europe. Negli
anni 1995/96 è direttore del Settore Teatro della Biennale di Venezia.
Dal 1997
al 1999, su incarico del comune di Barcellona, è commissario del progetto
Ciutat del Teatre. Dal 1998 al 2000 co-dirige il Teatre Lliure. Nell’aprile
2004 entra a far parte del Teatro Arriaga di Bilbao come consigliere artistico,
da qui sostiene il progetto BAT, un laboratorio di formazione, collaborazione
pedagogica, promozione e creazione di spettacoli. Durante la sua carriera come
regista teatrale ha ricevuto numerosi premi e ha realizzato più di cinquanta
spettacoli di teatro e opera; particolare importanze hanno le sue regie di
Lorca, Shakespeare e Goldoni. Dal 2011 è di nuovo il direttore del Teatre
LLiure, incarico che rivestirà fino al 2015.
Note sul workshop per Biennale College –
Teatro
Teatro Imposible: laboratorio su Federico García Lorca
Il
laboratorio proverà a esplorare la teatralità di Federico García Lorca
attraverso due delle sue opere del cosiddetto Teatro Impossibile o Anti-teatro:
El publico
e Comedia sin título. L’autore, come qualsiasi interprete, deve
affrontare il paradosso di rinunciare al teatro e di doversi esprimere
attraverso il teatro. Lorca costruisce negli anni ‘30 un teatro che gioca con
il surrealismo ma, soprattutto, propone interrogativi e forme nuove che avranno
il loro sviluppo molti anni dopo. Molti di questi interrogativi e forme
appartengono al nostro modo di fare teatro oggi. Cercheremo di scoprirlo attraverso
la parola poetica.
Lluis
Pasqual
04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico
ANTONIO LATELLA (Castellamare
di Stabia - Italia, 1967)
Studia
recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, diretto da Franco
Passatore e presso La Bottega Teatrale di Firenze, diretta da Vittorio Gassman.
Tra il 1986 e il 2000 lavora come attore. Nel 1998 firma la prima regia e nel
2004 si trasferisce a Berlino. Cura la Direzione artistica del Nuovo Teatro
Nuovo di Napoli per la stagione 2010/2011. Nel 2011 fonda stabilemobile -
compagnia antonio latella. I suoi spettacoli, vincitori di numerosi premi,
sono stati prodotti e presentati nei maggiori festival e teatri italiani e
stranieri.
Tra le messinscene più significative: Otello
(1999) e Romeo e Giulietta (2000) di William Shakespeare (Premio Ubu
2001 per il progetto “Shakespeare e oltre”), Stretta sorveglianza (2001),
I Negri (2002, Premio Girulà Migliore drammaturgia) e Querelle (2002)
da Jean Genet, la trilogia su Pier Paolo Pasolini che comprende Pilade (2002),
Porcile (Premio speciale Vittorio Gassman e il Premio “Teatro il Primo”)
e Bestia da stile (2004), La cena de le ceneri di Giordano Bruno
(2005, premio dell’ Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Migliore
Spettacolo dell’anno), Aspettando Godot di Samuel Beckett (2007).
Nel 2004, debutta a Lione nella regia d’Opera con L’Orfeo
di Claudio Monteverdi; seguono poi Orfeo ed Euridice di Gluck e Tosca
di Giacomo Puccini.
Tra i suoi spettacoli più recenti: Studio
su Medea (Premio UBU 2007 come spettacolo dell’anno), Francamente me ne
infischio (Premio Ubu 2013 come miglior regia e miglior attrice), Un
tram che si chiama desiderio (Premio Ubu e Premio Hystro 2012 come miglior
regia), la trilogia russa Elettra – Oreste – Ifigenia in Tauride (vincitrice
di tre categorie nell’ambito del premio russo Paradise: miglior progetto
teatrale, miglior attore Georgiy Bolonev, premio del pubblico). Nel 2013
intraprende un percorso drammaturgico sulla menzogna che sfocia in A. H.,
Die Wohlgesinnten da Jonathan Littell
e Il Servitore di due padroni da Goldoni.
Note sul workshop per Biennale College
– Teatro
Conosciamo
la madre che partorisce, non conosciamo il figlio che nasce. Sappiamo che la
madre cresce il suo bambino, sappiamo meno del figlio che cresce e si nutre
della madre. Della madre che muore
piangiamo quello che conosciamo, del figlio che resta piangiamo ciò che sarà.
L'amore,
per essere eterno, ha bisogno di uno strappo, di essere separato;
Il
solo amore che in modo organico subisce questa naturale violenza è quello tra madre
e figlio. Queste tensioni stanno nell'ordine naturale delle cose. Sono duelli,
nella quotidiana guerra silenziosa dello stare nel mondo. Sono questi i temi
che vorrei affrontare attraverso cinque grandi scene della letteratura teatrale
e attraverso la tensione delle armi che danno forma organica alla parola
stessa, alla parola che diventa muscolo e diventa arma grazie al lavoro del
Maestro Francesco Manetti. Ogni duello è un dialogo, ogni dialogo esprime un
conflitto. L’arte del duello è semplice, fatta di tre fattori: misura, tempo,
velocità, è nel saper gestire questi fattori che sta la differenza tra vivere e
morire.
Antonio Latella
04 > 10 agosto
7 agosto incontro
10 agosto esito pubblico
FABRICE MURGIA (Verviers - Belgio, 1983)
Ha
studiato all’Accademia drammatica di Liegi (ESACT - Ecole supérieure d'acteurs
di Jacques Delcuvellerie). E’ attore di teatro, cinema, televisione.
Attualmente è principalmente impegnato come autore drammatico e regista: dirige
la compagnia Artara, un gruppo di attori, videasti, artisti plastici,
musicisti, tutti riuniti nelle sue produzioni, ansiosi di parlare al mondo con
il linguaggio della propria generazione.
Nel
2009 scrive e dirige il suo primo lavoro, Le Chagrin des Ogres
per il Festival di Liegi. Da allora è diventato artista associato del Théâtre
National-Brussels. I suoi due lavori successivi sono: Life: Reset/Chronique d'une ville épuisée e Dieu est un DJ, adattamento di un testo di Falk Richter. Entrambi
gli spettacoli esprimono un discorso generazionale, un originale rapporto col
mondo, un punto di vista sull’attualità di un giovane da cui è nato il regista.
Exils, del 2012, è una commedia che avvia il progetto europeo
“Villes en scène”: sette registi europei attorno alla domanda sul "vivere
insieme" e il multiculturalismo nelle città europee. Exils è, al di là della dimensione politica, il tentativo di
ritrarre quella sensazione di esilio dalla vita, di auto-annullamento o di fuga
che sta dietro al sistema. Dello stesso anno sono: Les enfants de Jéhovah al Théâtre Vidy-Lausanne, in cui affronta la
deriva fondamentalista, e Ghost Road
con il compositore Dominique Pauwels.
In
un viaggio lungo la Route 66. Si appassiona ai paesaggi desolati, le città
fantasma, i villaggi spopolati, le case abbandonate e le rovine arrugginite di
comunità un tempo floride. La loro desolazione è testimonianza silenziosa dei
colpi devastanti inferti da decisioni politiche ed economiche che incidono
sulla vita privata degli individui.
Attualmente
Fabrice Murgia sta lavorando a un nuovo testo, Notre peur de n’être,
che sarà presentato al prossimo Festival of Avignon.
Note al workshop per Biennale College –
Teatro
Backstage Memories
La
mia volontà è di mettere in primo piano gli esseri umani. Quattro individui che
hanno un rapporto biografico con un’opera, creata e interpretata in un momento
della loro vita. L’idea è di far corrispondere le opere e le storie di questi
individui come dei percorsi. Il mio modo di raccontare delle storie e la
meccanica narrativa che utilizzo sono fortemente legati alla mia appartenenza,
alla mia identità e alle mie origini. Sono affascinato dal contrasto che può
esistere tra un individuo e il percorso che ha scelto. Prima di tutto ho
provato ad immergere alcuni artisti negli universi visivi che corrispondono
alla loro storia. Ho visto lo scorso anno negli Stati Uniti due fratelli, di
una cinquantina d’anni, fare un numero acrobatico stupefacente mano nella mano.
Avevano già fatto questo numero migliaia di volte e sono rimasto molto colpito
da questa idea: avevano vissuto una grande parte della loro fratellanza
attraverso un’opera, un modo di essere in scena, di rappresentarsi. Che cosa
hanno condiviso? E a quale prezzo?
Fabrice
Murgia
04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico
MARK RAVENHILL (Haywards
Heath – Gran Bretagna, 1966)
Studia
letteratura inglese e teatro all’università di Bristol. Dal 1995 al 1997 è
Literary manager di Paines Plough, una compagnia fondata per sviluppare una
nuova scrittura, e nel 2002 è nominato artista associato al National Theatre.
Il suo primo lavoro, un monologo di dieci minuti intitolato Fist, cattura l’attenzione di Max
Stafford-Clark, direttore dell’Out of Joint Theatre Company, che gli propone di
collaborare. Da qui nasce Shopping and Fucking che debutta al Royal Court Theatre Upstairs nel 1996 e
successivamente viene presentato in tutto il mondo.
I
suoi lavori più recenti sono Mother Clap's Molly House (National
Theatre, 2001); Product (Traverse Theatre, Edimburgo, 2005); The Cut
(Donmar Warehouse, Londra, 2006); Citizenship (National Theatre, 2006); Pool
No Water (Lyric Hammersmith, 2006); Shoot/Get Treasure/Repeat
(Festival di Edimburgo, 2007); Over There (Royal Court / Schaubühne,
Berlino, 2009); A Life in Three Acts scritto e recitato con Bette Bourne
(Traverse Theatre, Edimburgo / Konninklijke Schouwburg, The Hague / Soho
Theatre, Londra, 2009 e St Ann's Warehouse, New York, 2010); Ten Plagues,
libretto per una nuova opera di Conor Mitchell (Royal Court, 2010 / Traverse
Theatre 2011).
Nel
2012 è diventato scrittore in residenza della Royal Shakespeare Company.
Il
lavoro di Ravenhill si focalizza sulle ansie e le paure della vita moderna,
esplorando temi come la mercificazione della cultura, l’implacabile impulso al
consumo e il desiderio incessante di celebrità.
Note al workshop per Biennale College
– Teatro
Nel
mio workshop userò le idee di Henri Bergson espresse nel saggio Le Rire, applicandole ad alcune scene
teatrali. Fino a che punto Bergson può offrire un metodo pratico per analizzare
un testo teatrale e per fare teatro? Il principale testo che useremo sarà Spettri di Ibsen.
Mark
Ravenhill
04 >1 0 agosto
8 agosto incontro
JAN PAPPELBAUM (Dresda - Germania, 1966)
Studia architettura a Weimar, dove è stato regista e direttore del
teatro studentesco. Dal 1993 al 1996 è assistente di Dieter Klaß (scenografo di
Manfred Karge) per Faust Cube al
Festival di Weimar. Dal
1995 ha creato le scenografie per registi come Thomas Ostermeier, Tom Kühnel,
Robert Schuster, Andrea Moses. Pappelbaum non è uno scenografo ossessionato dai dettagli, e nemmeno un
“pittore” di ambienti finemente lavorati e per questo rifiuta l’idea di una
scenografia figurativa. Richiede
tridimensionalità e concentrazione. Le sue scenografie narrano spazi
semplificati, di simboli. Mette in scena cose concrete – porte, tavoli, scale –
all’interno di un contesto dove il livello di astrazione è alto; e le
suggestioni così create sono sufficienti a raccontare un intero cosmo.
A
livello estetico e di contenuto, i suoi lavori alla Schaubühne negli ultimi
anni hanno descritto l’ambiente borghese. Secondo Pappelbaum, dovrebbe avvenire
un’identificazione del pubblico con il mondo sul palcoscenico: il teatro vive
in larga parte di immaginazione, dell’immersione dello spettatore nel mondo
messo in scena.
Influenzato dalla Bauhaus, concepisce il suo lavoro più come una ruota
dell’ingranaggio teatrale che una variabile indipendente: “La costruzione di una
scenografia è prima di tutto un’arte. Ogni sera il teatro è un lavoro d’arte
totale creato attraverso il lavoro di diversi artisti, che presentano, pensano,
formano, collaborano in una gerarchia definita. Oltre alla regia e alla
drammaturgia, il palcoscenico ha prima di tutto una funzione ordinata e
strutturata. Se una collaborazione è molto buona, l’opera può elevarsi al punto
che il contributo individuale trascende la singola parte e illumina il tutto”.
Attualmente Pappelbaum è scenografo residente e capo scenografo alla Schaubühne am LehninerPlatz.
Note sul workshop per Biennale College –
Teatro
Il
laboratorio si concentra su due punti principali. Il primo è il concetto, il
fondamento di uno spazio vuoto per la performance teatrale. Sono un architetto
e sono interessato prima di tutto alla relazione tra palcoscenico e spettatore.
La forma del palcoscenico e della platea dipende dal tipo di testo e dal
periodo storico degli eventi in palcoscenico. Il laboratorio sviluppa diverse
forme e sguardi a partire dalle conseguenze della recitazione degli attori e
dall’autenticità della performance.
Il
secondo punto è la ricerca di un’estetica naturale della scenografia. Andremo a
fotografare e disegnare luoghi, figure e situazioni della città. Poi useremo questo
materiale nella creazione della nostro palcoscenico. Il laboratorio dovrebbe
dare come risultato bozzetti di installazioni per la rappresentazioni di
situazioni concrete.
04 > 10 agosto
9 agosto incontro
JAN LAUWERS (Anversa - Belgio, 1957)
Il
lavoro di Jan Lauwers si colloca all’incrocio delle diverse discipline
artistiche, tra danza, teatro, cinema e arti visive; una molteplicità di
interessi che segna la cifra stilistica del suo lavoro e che lo ha portato ad
allargare le sue collaborazini ad ambiti non esclusivamente tetatrali.
Jan
Lauwers studia pittura all'Accademia di Belle Arti di Gent. Alla fine del 1979
fonda l’Epigonenensemble, poi Epigonentheater zlv (1981), caratterizzato da una
concezione fortemente visiva del teatro, con cui fa irruzione sulla scena
internazionale contribuendo al cambiamento radicale del panorama belga degli
anni '80. Successivamente fonda la Needcompany, insieme a Grace Ellen Barkey
(1986). I primi lavori, Need to Know (1987) e ça va (1989) sono ancora di
impronta profondamente visiva, ma in quelli successivi, la trama e il tema
principale acquisiscono maggiore importanza, anche se la composizione rimane
frammentaria. Dopo Giulio Cesare (1990), Antonius und Kleopatra (1992),
Needcompany’s Macbeth (1996), Needcompany’s King Lear (2000), nel 1994 inizia a
lavorare su un progetto intitolato The Trilogy Snakesong, che segna la sua
affermazione come autore. Nel 1997 è invitato a partecipare alla sezione teatro
di Documenta X (Kassel), per cui realizza Caligola, secondo Camus. Nel maggio
2000, invitato da William Forsythe, Lauwers crea, in co-produzione con il
Ballett Frankfurt, il pezzo intitolato DeaDDogsDon'tDance/DjamesDjoyceDeaD
(2000). Nel 2004 e nel 2006 è al Festival d’Avignon con Isabella’s room, The
Lobster Shop e All is Vanity.
Il
Festival di Salisburgo gli commissiona un nuovo lavoro, The Deer House, per
l'estate 2008, che, insieme con Isabella’s room e The Lobster Shop, costituisce una trilogia sulla natura
umana: Sad Face/Happy Face. La Needcompany è in residenza al Burgtheater di
Vienna dal 2009. Jan Lauwers sta attualmente scrivendo una nuova commedia
intitolata The Art of Entertainment (2011) e farà lavorare la sua compagnia con
alcuni attori del Burgtheater.
Autore
di installazioni e performance ospitate anche in gallerie e musei, Jan Lauwers
ha realizzato anche diversi corti cinematografici. Il suo primo lungometraggio,
Goldfish Game (2002), è stato presentato nella sezione Nuovi territori della
59. Mostra del Cinema di Venezia.
03 > 9 agosto
9 agosto esito pubblico
RESIDENZE – COMPAGNIE
BLITZ
THEATRE GROUP - Grecia
Il Blitz Theatre Group è un collettivo teatrale
fondato nel 2004 da tre artisti: Giorgos Valaïs, Angeliki Papoulia e Christos
Passalis. Blitz si è dato alcuni principi di base: concepire il teatro come uno
spazio di incontro e di scambio di idee, indagare ciò che può significare il
teatro nella vita contemporanea e dare a ogni membro del gruppo uguale
responsabilità nella creazione, dalla drammaturgia alla messa in scena. In
tutti i loro spettacoli si pongono la stessa domanda: come si rappresenta un
mondo che cambia in continuazione in cui l’uomo è preda della confusione? Nel
2012, in un Paese in piena crisi, con la gente che manifesta come non mai la
propria rabbia, il Blitz Theatre Group mette in scena due spettacoli: Late Night e Don Quixote. Blitz usa il teatro per dire addio ad un mondo che
inevitabilmente sta per sparire. Lontano dal rivendicare un “teatro politico”,
il Blitz Theatre Group propone tuttavia forme teatrali impegnate che fanno
riferimento alla performance. Nel 2014-2015 il collettivo pensa a un nuovo spettacolo:
6 am. How to disappear completely.
Gli spettacoli del Blitz Theatre Group: Galaxy (2010, 2012, 2013), Don Quixote (2012), Late Night (2012), Guns!
Guns! Guns! (2010)
Progetto per Biennale College – Teatro
6
a.m. How
to disappear completely
Questa
nuova performance di Blitz Theatre Group, liberamente ispirato alla Divina
Commedia di Dante, è uno spettacolo in 3 parti.
3
spazi, 3 testi, 3 storie.
1.
L’ultimo atto di Zio Vanja di Anton Čechov
2.
I canti di Maldoror del Conte di
Lautréamont
3.
La poesia di Friedrich Höelderlin
Un’avventura
all’inizio del Nuovo Giorno.
Niente
più realtà
Sono
qui e sono armato
6 a.m. How to disappear completely è un tentativo di evadere da questo
mondo e dare il benvenuto a quello nuovo.
Blotz
Theatre Group
Team artistico:
Angeliki
Papoulia regista/attrice
Christos
Passalis regista/attore
Giorgos
Valais regista/attore
Vassia
Attarian aiuto regista
Giorgos
Konstantinidis musicista/sound designer
30 luglio > 5 agosto
5 agosto esito pubblico
5 agosto incontro
LA
ZARANDA – Spagna
Sono passati trentasei anni da quando La
Zaranda ha cominciato il suo percorso teatrale, raggiungendo prestigio a
livello internazionale. Il suo percorso ha come costanti: l’impegno
esistenziale e l’idea di partire dalle proprie radici per svelare una
simbologia universale, da cui l’uso simbolico degli oggetti senza perdere di
vista la quotidianità, con la volontà di plasmare personaggi che siano vivi. Il
metodo di lavoro comporta un rigoroso processo di creazione collettiva. La
Zaranda, come un setaccio che conserva l’essenziale e scarta ciò che è
inutilizzabile, sviluppa una poetica teatrale lontana da formule stereotipate o
effimere, consolidando un linguaggio proprio che cerca di provocare empatia e di
invitare alla riflessione. Sono tanti i festival a cui la compagnia è stata
invitata in più di trenta paesi di tre continenti. Sono stati premiati dalla
critica di Madrid, Buenos Aires e New York. Hanno ricevuto il Premio Nazionale
del Teatro in Spagna.
Tra gli ultimi spettacoli della
compagnia si ricordano: El régimen del
pienso (2012), Nadie lo quiere creer.
La patria de los espectros (2010), Futuros
difuntos (2008), Los que ríen los
últimos (2006), Homenaje a los
malditos (2004).
Progetto
per Biennale College – Teatro
El grito en el cielo
(Il grido nel cielo)
Prigionieri dell’eredità genetica, delle
cartelle cliniche e del consumo statistico che detta loro il tempo, alcuni
anziani sono stati depositati in un magazzino di organi lesionati senza possibilità
di recupero. Un’anticamera della morte confortevole e asettica. Tuttavia, da
queste vite ridotte a puro meccanismo biologico non si è potuta cancellare
completamente la facoltà, cointroindicativa, di sognare. Alcuni decidono di
scappare dall’ultimo atto del loro destino, cercando una fuga dalla morte
clinicamente certificata. Scappano da una vita connessa a cavi e sonde, dal
groviglio ospedaliero, dalle fauci del forno crematorio, seguendo nell’oscurità
un piano verso la leggendaria fonte dell’eterna giovinezza. Un viaggio di
ritorno alla vita che significa riacquisire il dolore come dimensione umana, ma
anche recuperare la gioia della libertà perduta. Vivere le tempeste dell’anima.
La Zaranda
Team artistico:
Francisco
Sánchez, Gaspar Campuzano, Enrique Bustos, Javier Semprún attori
Eusebio
Calonge testo e drammaturgia
31 luglio > 6 agosto
5 agosto incontro
6 agosto esito pubblico
GABRIELA
CARRIZO (Peeping Tom) – Belgio
Gabriela Carrizo
(Cordoba, Argentina 1970)
Studia danza dall’età
di dieci anni in una scuola multidisciplinare e fino ai diciannove danza con il
Balletto dell’Università di Cordoba, dove crea le sue prime coreografie. Decide
poi di trasferirsi a Bruxelles per lavorare con Caroline Marcadé e nei quattro
anni successivi partecipa a vari progetti tra Parigi e Bruxelles. Crea l’assolo
Et tutto sara d’ombra et di caline (1993),
quindi lavora con Les Ballets C de la B per La
Tristezza Complice (1995) e Iets op
Bach (1997) e con Koen Augustijnen in Portrait
intérieur (1994). Successivamente lavora con la Needcompany a Images of Affection (2001) e con Einat
Tuchman e Lisi Estaras a Bartime
(2000). Con Alain Platel crea la coreografia per l’opera Wolf (2002). Insieme a Franck Chartier e altri artisti provenienti
dalla compagnia di Platel crea Caravana
(1999), performance in un camper e successivamente Une Vie Inutile (2000). Nasce così la compagnia Peeping Tom per la
quale creerà la trilogia Le Jardin
(2002), Le Salon (2005), Le Sous Sol (2007), in tournée in tutto
il mondo. Successivamente mette in scena con Franck Chartier 32 rue Vandenbranden (2009), A Louer (2011) e Vader (2014). Nel 2013, Gabriela realizza The
Missing Door insieme ai danzatori del Nederlands Dans Theater.
Progetto
per Biennale College – Teatro
2/insomnio
C’è qualcosa
che attraversa tutto il nostro lavoro: la ricerca di stati incerti di
semicoscenza, l’accesso a una dimensione parallela, e sempre lo sfasamento.
Questa idea ha nutrito il progetto 1/velorio
e adesso Peeping Tom e il collettivo teatrale Draft.inn tornano a
collaborare nella ricerca di un secondo affresco sulla morte -2/ insomnio. In questo caso, avremo
come idea guida l’insonnia (opposto della morte nella sua eternità), che già ai
tempi di 1/velorio a
Bruxelles ci solleticava. Se consideriamo il sogno come una piccola
morte, l’insonnia sarebbe una piccola eternità. Lavoreremo con l’idea di
insonnia assoluta ed eterna. Il terribile incubo del non dormire. Lo sfasamento
di essere condannati alla veglia quando tutti dormono.
Gabriela Carrizo (Peeping Tom), José Manuel Mora (Draft.inn)
Team artistico:
Gabriela
Carrizo, José Manuel Mora, Diane Fourdrignier, Paco León, Carlotta Ferrer,
Charlotte Clamens
1 > 7 agosto
5 agosto incontro
7 agosto esito pubblico
RICCI/FORTE – Italia
Formatisi
all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e alla New York
University, studiano con Edward Albee. Vincono i Premi Studio 12, Oddone
Cappellino, Vallecorsi, Fondi-La Pastora, Hystrio per la Drammaturgia e il
Premio Gibellina/Salvo Randone per il Teatro. Nel 2006 va in scena Troia’s Discount. Nel 2007 vengono
invitati dall’Ambasciata di Francia per Face
à Face con Olivier Py. Al Festival Internazionale Castel dei Mondi portano metamorpHotel e la prima parte del
progetto Wunderkammer Soap. Nel 2008
debutta 100% furioso. Prodotto dal Teatro di Roma, Ploutos (da Aristofane), regia di Massimo Popolizio, ottiene il
premio della Critica come miglior testo Biennale Venezia Teatro 2009. Macadamia nut brittle debutta al
Garofano Verde. ‘abbastarduna, regia
di David Bobée, è al Théatre des Bernardines di Marsiglia. In coproduzione col
CSS di Udine, presentano Pinter’s Anatomy.
Nel 2010 Troilo Vs. Cressida (da
Shakespeare) è in prima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto. La
Fondazione Alda Fendi ospita la performance Some
Disordered Christmas Interior Geometries. Nel 2011, con il sostegno del
Teatro Pubblico Pugliese, debutta Grimmless.
All’Espace Malraux Scène Nationale di Chambery e al Théatre Les Ateliers di
Lione viene presentato Macadamia nut
brittle, regia di Simon Delétang. L’edizione integrale del progetto Wunderkammer Soap approda, coprodotto,
al Romaeuropa Festival. La nuova creazione, Imitationofdeath,
ha debuttato a ottobre 2012 a Romaeuropa Festival, co-produttore insieme al Festival
delle Colline Torinesi, al CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e a
Centrale Fies. Il loro ultimo lavoro è Still
Life (2013) al Teatro Argentina di Roma. A novembre 2013 debutta 100% furioso con produzione russa di
Platforma al NET Festival di Mosca.
Progetto per Biennale College – Teatro
ORESTEA,
Sangue o Stato: traiettorie verso Eschilo
Gli orrori
dell’Orestea, indipendentemente dalla
domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono
restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare
le speranze di un futuro? O sarà l’ennesimo padiglione ospedaliero in cui
accetteremo la punizione del bromuro mitriale pur di seguire la striscia
continua dell’utopica democrazia che ci viene indicata? Talpe da giardino,
scardiniamo le aiuole ordinate cercando un vestito che ci faccia sembrare
abitanti civilizzati di un fraudolento mondo perfetto.
In un mondo
fatto di algida rappresentazione del Sé, di fredda razionalità, il vecchio
sistema di valori, pervaso di fede nei miracoli e di magia, sembra addirittura
psicotico. Ma la sua logica paradossale supera tutti i postulati di realtà,
come nell’inconscio di un sogno.
Eschilo e
ricci/forte, genesi e ipercontemporaneo, Artaud e l’hard rock dei Led Zeppelin,
sovrapposizioni intertestuali sonore e fisiche, tutte tese a scansionare una
lisergia che - proprio in un momento storico come questo in cui una società si
determina attraverso la delimitazione dell’Altro (assicurandosi così la propria
identità) - serva da bussola per rintracciare traiettorie.
ricci/forte
Team artistico:
Anna Gualdo,
Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero attori
ricci/forte
drammaturgia
Marco
Angelilli movimenti
Francesco
Ghisu elementi scenici
Liliana
Laera assistente alla regia
Stefano
Ricci regia
1 > 7 agosto
5 agosto incontro
7 agosto esito pubblico
AGRUPACIÓN
SR. SERRANO - Spagna
La brochure della Biennale di Venezia
2011 ci ha descritti più o meno così: “Un’eterogenea compagnia dedicata alle
arti performative, che crea un cortocircuito tra prodotti tecnologici
ipermoderni e innovativi pezzi vintage. Modellini, azioni sovversive, video in
diretta e interattività sono i codici di Señor Serrano, mischiati con una tale
creatività che fanno del video in scena un linguaggio affilato e mordace”. A
noi piacerebbe aggiungere che i nostri spettacoli sono spietatamente pop e che
giochiamo con concetti come il caos e la decostruzione. La compagnia ha la sua
base a Barcellona, è stata fondata da Àlex Serrano nel 2006 e da allora ha
prodotto dieci spettacoli. Nel 2010 abbiamo sentito il bisogno di
internazionalizzare i nostri orizzonti, dunque Katastrophe e Brickman Brando
Bubble Boom, i nostri due ultimi spettacoli, sono stati presentati da
Shanghai a Rio de Janeiro, passando per Parigi, Varsavia, Amsterdam, Neuchâtel
o Potsdam. A House in Asia, lo
spettacolo che presentiamo quest’anno, è una coproduzione tra GREC 2014
Festival de Barcelona, Théâtre Hexagone (Francia), Centre d’Arts Escèniques de
Terrassa (Spagna), Monty Kultuurfaktorij (Belgio) e La Fabrique du Théâtre
(Belgio).
Tra le creazioni di Agrupación Señor: Brickman Brando Bubble Boom (2012), Katastrophe (2011), Memo (2010), ImmutAdriantic
(2009), Contra. Natura (2008), Europa (2007), Mil Tristes Tigres (2006).
Progetto
per Biennale College – Teatro
Kingdom
In questa edizione di Biennale College,
Agrupación Señor Serrano intende continuare ad esplorare alcune delle idee che
attraversano i suoi ultimi spettacoli, A
House in Asia e Brickman Brando
Bubble Boom. Questioni come la necessità di una casa, la coppia, l’identità,
le contraffazioni saranno affrontate con il linguaggio teatrale che è il suo
marchio di fabbrica: musica e video dal vivo, modellini, performance e birre.
Team artistico:
Àlex
Serrano, Pau Palacios, Diego Anido, Ferrán Dordal, Alberto Barberá creazione e
performance
2 > 8 agosto
ESITO
PUBBLICO
8 agosto
INCONTRO
5 agosto
NEIL
LABUTE (Stati Uniti), NATHALIE FILLION (Francia), MARCO CALVANI (Italia)
NEIL
LABUTE
Drammaturgo,
regista e sceneggiatore, studia teatro alla Brigham Young University (BYU) dove
conosce l'attore Aaron Eckhart, che negli anni successivi prenderà parte a
tutti i suoi film, diventando così il suo attore feticcio. Si diploma in Cinema
e Teatro all’Università del Kansas. Nel 1993 torna alla Brigham Young
University, per presentare il dramma Nella
società degli uomini, ritratto di uomini in carriera, arrivisti e misogini,
che nel 1997 diventerà un film, segnando il suo debutto alla regia
cinematografica. Nel 1998 realizza il suo secondo lungometraggio Amici & vicini con Aaron Eckhart e
Ben Stiller. Nel 1999 debutta nell’Off-Broadway con Bash: Latter-DayPlays. Nel 2000 dirige Nurse Betty e vince la Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes
per la Migliore Regia. Nel 2002 realizza The
Mercy Seat, primo lavoro teatrale
incentrato sugli attentati dell'11 settembre 2001, interpretato da Liev Schreiber,
e dirige Possession - Una storia
romantica con Gwyneth Paltrow. Nel 2006 dirige Nicolas Cage ne Il prescelto e lavora all’adattamento
cinematografico di The Danish Girl di
David Ebershoff. I suoi ultimi lavori al cinema sono Lakeview Terrace (2008) e Death
at a Funeral (2010). Per il teatro ha scritto, tra gli altri, In a Dark Dark House (2007), Reasons to Be Pretty (2008), Helter Skelter/Land of the Dead (2008), Some White Chick (2009) e The Furies (2009). Nel maggio 2013
dirige Reasons to be Happy, sequel
del lavoro del 2008, al Lucille Lortel Theatre di New York. Nel 2012 diventa
artista residente permanente del Profiles Theatre di Chicago. Nel 2013 è tra i
vincitori dell’American Academy of Arts and Letters. Attualmente ha in
preparazione le riprese del film Crooked
House dal romanzo di Agatha Christie.
NATHALIE
FILLION
Dopo
essersi formata ed aver lavorato per anni come attrice, si dedica completamente
alla drammaturgia e alla regia. Adesso divide il suo tempo tra la scrittura, la
regia e l’insegnamento presso la prestigiosa scuola di teatro Studio
d’Asnieres, vicino Parigi. Il suo primo grande successo è Alex Legrand (2004) acclamato all’unanimità dalla critica. Nel 2006
La Comédie Française le commissiona un atto unico, Les Descendants . Una mise en espace dell’opera è andata in scena al Piccolo Teatro
Eliseo di Roma nell’ambito del festival Face à Face, ed è stato trasmesso su
Radio RAI. Nel 2010 dirige il musical Plingper.
La sua ultima pièce, A l’Ouest ha debuttato nel 2012 al Théâtre des Célestins di Lione, prima di
trasferirsi con successo al Théâtre du Rond Point di
Paris. Appartiene alla Cooperative d’écriture,
un’associazione innovativa di drammaturghi francesi. Collabora regolarmente con
musicisti e ballerini. Nel 2002 il suo libretto Lady Godiva, scritto in quattro lingue, è rappresentato a Parigi all’Opera
Bastille e, in una nuova produzione, al Théâtre du Chatelet nel
2012. Nel 2010 A l’Ouest riceve un
premio dal CNT Centre national du théâtre di Francia. Tradotto in tedesco,
inglese e spagnolo, A l’Ouest vince
il premio Foundation Barriere nel 2011. Attualmente collabora con il Royal
Court Theatre di Londra per cui sta scrivendo un nuovo testo, Aba Zabba Zoom (titolo provvisorio).
MARCO
CALVANI
Attore formatosi alla scuola del Teatro della Limonaia di Firenze e al Duse Studio di Roma, debutta come drammaturgo nel 2002
con Quasi, commissionato dal Social Forum Europeo dei Teatri.
Altri lavori includono: Te lo leggo negli occhi! (2003), Prima
che tu dorma, commissionato
dal Todi Arte Festival 2004, La vita bassa (2005) commissionato dal Phoenix Theatre di Londra, Le
mani forti (2006), testo cult ispirato alla
tragedia di Novi Ligure; La città sotto
commissionato nel 2008 dalla Grec Fundaciò di Barcellona e presentato in
anteprima assoluta al Sage Theater di New York; Olio (2008) con il quale esordisce nella regia. Nel 2009 è l’unico
europeo ospite dell’Ubud Writers & Readers Festival di Bali. Nello stesso
anno scrive e dirige Penelope in Groznyj
e poi Unghie testo commissionato dal
Garofano Verde 2010. Nel 2010 è docente di recitazione all’Obrador Internacional d'Estiu presso la Sala Beckett di Barcellona.
Nel 2011 vince una residenza alla Cité Internationale des Arts di Parigi ed è invitato dal Théâtre de la Ville a rappresentare l’Italia in un progetto di
scrittura internazionale, Le Bal Littéraire, sotto la direzione di Fabrice Melquiot, nell’ambito di Face à Face e Chantiers d’Europe. Nello stesso anno riceve
a Spoleto il Premio Siae come miglior drammaturgo. Nel gennaio 2013 il Teatro Metastasio
Stabile della Toscana gli dedica una retrospettiva, in occasione della
quale scrive e dirige Io sono Dracula.
Nel giugno 2013 Olio debutta per la prima volta in
lingua inglese al Robert Moss Theater di New York diretto da Glory Kadigan e
per il quale riceve il premio come “Outstanding playwriting” al Planet
Connections Theater Festivity Awards. Attualmente collabora in qualità di
consulente letterario con il National Theatre of Scotland. È fondatore e direttore artistico di Mixò,
centro culturale internazionale che riunisce giovani attori e autori nella
promozione di opere originali di teatro e di cinema. I suoi testi sono tradotti e
rappresentati in sei lingue. È membro della Dramatists Guild of America.
Progetto per Biennale College - Teatro
AdA Venezia
Dopo il successo della prima edizione di
AdA- Author directing Author - nato
dall’incontro tra Neil LaBute e Marco Calvani e che ha dato vita a tre prime
internazionali nell’estate 2012 in italiano, in spagnolo e in inglese la drammaturga e regista francese Nathalie
Fillion si unisce ai due autori/registi nel dar vita alla seconda edizione del
progetto.
AdA nasce con l’intento di celebrare i
diversi approcci alla scrittura e alla regia teatrale. Ma anche con l’obiettivo
di esaltare le differenti cifre stilistiche e le caratteristiche specifiche
della drammaturgia contemporanea europea ed americana con la diffusione
internazionale delle opere. Nel corso di una residenza presso La MaMa Umbria
nel giugno 2014, Calvani, Fillion e LaBute scriveranno tre brevi atti unici
attorno ad un tema comune (desiderio).
Nel corso della residenza alla Biennale
di Venezia i tre autori/registi lavoreranno alla messa in scena italiana delle
tre pièces, “scambiandosi” le regie: Calvani dirigerà la pièce di Fillion,
Fillion la pièce di LaBute, LaBute quella di Calvani. Con loro ci saranno tre
attori, trait d’union tra le tre
messe in scene, da presentare nel corso di un’unica serata.
Tre registi. Tre attori. Tre testi. Un
solo spettacolo.
2
>8 agosto
5
agosto incontro
8
agosto esito pubblico
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