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Cinema e Teatro

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venerdì 11 aprile 2014

la Biennale di Venezia, Biennale College - Teatro



Biennale College - Teatro
Direttore Àlex Rigola
Venezia, 30 luglio > 10 agosto 2014  
con il sostegno della Regione del Veneto

Il programma di Biennale College – Teatro, la linea strategica della Biennale che coinvolge tutte le discipline ed è rivolta alla formazione di giovani artisti, offrendo loro l’opportunità di operare a contatto di maestri per la messa a punto di “creazioni”, si svolgerà a Venezia dal 30 luglio al 10 agosto. Per questo progetto il Direttore Àlex Rigola ha invitato artisti provenienti da tutto il mondo - drammaturghi registi attori scenografi –, personalità di primissimo piano e per lo più quarantenni, artefici di un teatro in cui respira la vita di oggi. Con loro Venezia e la Biennale diventano luogo di confronto artistico, un’officina di creazione e di formazione pratica sulla contemporaneità.

Biennale College - Teatro si articolerà in due momenti distinti: 8 workshop, concepiti come occasione di confronto tra maestri e giovani artisti, e 6 residenze, destinate al lavoro di giovani compagnie su propri progetti.

Lo scrittore inglese Mark Ravenhill, il regista lituano Oskaras Koršunovas, l’autore e regista belga Fabrice Murgia, lo scenografo tedesco Jan Pappelbaum, il regista catalano Lluís Pasqual, l’attore e regista italiano residente a Berlino, Antonio Latella, l’autore e regista tedesco Falk Richter, il regista e artista visuale fiammingo Jan Lauwers con alcuni membri della sua compagnia Needcompany sono i maestri che guideranno gli 8 workshop, di cui 6 avranno un esito finale aperto al pubblico alle Corderie dell’Arsenale. Le informazioni per partecipare alla call internazionale saranno pubblicate sul sito della Biennale all’indirizzo www.labiennale.org a partire dal 15 aprile.
Al pubblico saranno inoltre aperti gli incontri con i maestri nei giorni 6, 7, 8, 9 agosto.

Gabriela Carrizo con alcuni artisti di Peeping Tom (BE), La Zaranda (E), il Blitz Theater Group (GR), Ricci/Forte (I), l’Agrupación Señor Serrano (E), gli scrittori e registi Marco Calvani (I), Neil LaBute (USA) e Nathalie Fillion (F) sono gli artisti e le compagnie che alle Corderie dell’Arsenale lavoreranno in residenza a progetti di futuri spettacoli. A Venezia si svolgeranno alcune fasi di questo lavoro, al termine delle quali è prevista una dimostrazione aperta agli spettatori.
Anche le compagnie in residenza parteciperanno ad un incontro con il pubblico il 5 agosto.

Particolarità di questa edizione è lo spazio delle Corderie dell’Arsenale che il Teatro condividerà con gli altri settori della Biennale di Venezia – Danza Musica Cinema Architettura. Allestito dal direttore della 14. Mostra Internazionale di Architettura Rem Koolhaas come un “work in progress multidisciplinare”, le Corderie strutturano lo spazio con 6 palcoscenici, destinati alle compagnie in residenza per Biennale College – Teatro.

I workshop si svolgeranno invece al Laboratorio delle Arti e nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian; al Teatro Piccolo Arsenale, al Teatro alle Tese, e alle Tese dei Soppalchi dell’Arsenale.

La consegna del Leone d’oro alla carriera a Jan Lauwers e del Leone d’argento a Fabrice Murgia avrà luogo il 4 agosto.


WORKSHOP - I MAESTRI

OSKARAS KORŠUNOVAS (Vilnius – Lituania, 1969)

Si diploma al Vilnius Music in regia teatrale. Le sue prime performance sono state create sotto l’egida del Lithuanian State Academic Drama Theatre (ora chiamato Lithuanian National Drama Theatre),  ma sono state descritte come un corpo separato, un teatro dentro il teatro. I critici teatrali intitolavano i loro articoli “Il teatro di Oskaras Koršunovas?”, immaginando l’inevitabile comparsa di un nuovo teatro. Nel 1998 fonda un teatro indipendente, l’Oskaras Koršunovas Theatre, abbreviato in OKT. Koršunovas, con l’aiuto di registi ospiti, ha creato un repertorio importante, che include sia teatro contemporaneo che classici. 

Secondo il regista lituano, il teatro contemporaneo deve riflettere il presente, a volte persino precedere i tempi, predire il futuro e agire da avvertimento.
Amleto di William Shakespeare (2008) e le modalità del work-in-progress segnano l’inizio di una nuova fase nella biografica di Oskaras Koršunovas. Il regista scopre un nuovo spazio di lavoro, lo studio OKT, e si orienta verso la regia di laboratori di ricerca. Durante Amleto regista e attori erano più interessati al processo creativo che al testo in sé.
Durante gli anni ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha partecipato a festival internazionali e i suoi progetti sono stati presentati nei teatri di tutto il mondo (Stati Uniti, Corea del Sud, Australia, Argentina). Koršunovas insegna anche recitazione alla Lithuanian Music and Theatre Academy.


Note sul workshop per Biennale College – Teatro

Lavorando con il materiale de Il Gabbiano di Čechov si sottolineerà la ricerca della realtà per provare a rispondere a domande fondamentali come: chi (cosa) siamo, chi (cosa) sono gli attori e il regista, chi (cosa) è il pubblico. Faccio ricorso al principio di Amleto per cui si recita per lo spettatore più importante che siede in platea: molto probabilmente, noi stessi. Solamente dopo potrà avere effetto anche sugli altri.
Oskaras Koršunovas

04 > 10 agosto
8 agosto incontro
10 agosto esito pubblico

 

FALK RICHTER (Amburgo – Germania, 1969)

E’ uno dei più importanti drammaturghi e registi tedeschi della sua generazione. I suoi lavori sono stati tradotti in più di 25 lingue e sono stati messi in scena in tutto il mondo. Oltre a scrivere e dirigere i suoi spettacoli, Richter ha fatto la regia di testi di Shakespeare, Cechov, Schiller, Brecht e di numerosi scrittori contemporanei come Caryll Churchill, Harold Pinter, Martin Crimp, Sarah Kane, Jon Fosse, Mark Ravenhill, Lars Noren, Roland Schimmelpfennig e di opere di Ciajkovskij, Strauss e Weber, cosi come di Hans Werner Henze, Jörg Widmann e Jörn Arnecke. 

Richter è stato regista in residenza alla Schaubühne di Berlino nel 2000 e ha collaborato con vari teatri tra cui Burgtheater di Vienna, Schauspielhaus Hamburg, Schauspielhaus Zurich, Salzburger Festspiele, Vienna States Opera, Ruhrtriennale, Theatre National Brussels, Royal National Theatre Oslo e Frankfurt Opera. Ha iniziato a collaborare con Anouk van Dijk oltre dieci anni fa, creando Nothing Hurts (Kampnagel 1999, Berlino 2000), collaborazione rinnovata per Trust e Protect me (2010).


Note sul workshop per Biennale College – Teatro

Heritage, Gender and Identity: A complex sense of belonging. All’inizio del XXI secolo il mondo ha perso modelli ben definiti e stabili di vita, di relazione, di lavoro, di rapporto generazionale. Le modalità tradizionali che regolano “appartenenza”, nazionalità, religione, ideologia, lingua, cultura, identità sessuale e di genere si dissolvono, diventano più fluide e flessibili. L’utopia di poter scegliere il luogo cui appartenere è una delle promesse di questo nuovo mondo, la lotta per trovare un posto, il senso di appartenenza a uno dei suoi lati oscuri. Allo stesso tempo significati riduttivi del senso di appartenenza continuano a essere impropriamente usati per scopi politici, per unire gli uni contro gli altri, per discriminare, escludere e uccidere.
Falk Richter

04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico



LLUIS PASQUAL (Reus – Spagna, 1951)

Si laurea in Lettere e Filosofia, con specializzazione in Filologia catalana presso l’Università Autonoma di Barcellona e consegue il diploma in regia presso l’Institut del Teatre di Barcelona. Dirige il suo primo spettacolo, Roots di Arnold Wesker, nel 1968. Fonda nel 1976 il Teatre Lliure di Barcellona, dove dirige il primo spettacolo, Camí de nit. Nel 1983 diventa direttore del Centro Dramático Nacional – Teatro María Guerrero di Madrid. Nel 1990 si trasferisce a Parigi, dove dirige per sei anni l’Odéon - Théâtre de l’Europe. Negli anni 1995/96 è direttore del Settore Teatro della Biennale di Venezia. 

Dal 1997 al 1999, su incarico del comune di Barcellona, è commissario del progetto Ciutat del Teatre. Dal 1998 al 2000 co-dirige il Teatre Lliure. Nell’aprile 2004 entra a far parte del Teatro Arriaga di Bilbao come consigliere artistico, da qui sostiene il progetto BAT, un laboratorio di formazione, collaborazione pedagogica, promozione e creazione di spettacoli. Durante la sua carriera come regista teatrale ha ricevuto numerosi premi e ha realizzato più di cinquanta spettacoli di teatro e opera; particolare importanze hanno le sue regie di Lorca, Shakespeare e Goldoni. Dal 2011 è di nuovo il direttore del Teatre LLiure, incarico che rivestirà fino al 2015.


Note sul workshop per Biennale College – Teatro

Teatro Imposible: laboratorio su Federico García Lorca
Il laboratorio proverà a esplorare la teatralità di Federico García Lorca attraverso due delle sue opere del cosiddetto Teatro Impossibile o Anti-teatro: El publico e Comedia sin título. L’autore, come qualsiasi interprete, deve affrontare il paradosso di rinunciare al teatro e di doversi esprimere attraverso il teatro. Lorca costruisce negli anni ‘30 un teatro che gioca con il surrealismo ma, soprattutto, propone interrogativi e forme nuove che avranno il loro sviluppo molti anni dopo. Molti di questi interrogativi e forme appartengono al nostro modo di fare teatro oggi. Cercheremo di scoprirlo attraverso la parola poetica.
Lluis Pasqual

04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico

 
ANTONIO LATELLA (Castellamare di Stabia - Italia, 1967)

Studia recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, diretto da Franco Passatore e presso La Bottega Teatrale di Firenze, diretta da Vittorio Gassman. Tra il 1986 e il 2000 lavora come attore. Nel 1998 firma la prima regia e nel 2004 si trasferisce a Berlino. Cura la Direzione artistica del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli per la stagione 2010/2011. Nel 2011 fonda stabilemobile - compagnia antonio latella. I suoi spettacoli, vincitori di numerosi premi, sono stati prodotti e presentati nei maggiori festival e teatri italiani e stranieri.

Tra le messinscene più significative: Otello (1999) e Romeo e Giulietta (2000) di William Shakespeare (Premio Ubu 2001 per il progetto “Shakespeare e oltre”), Stretta sorveglianza (2001), I Negri (2002, Premio Girulà Migliore drammaturgia) e Querelle (2002) da Jean Genet, la trilogia su Pier Paolo Pasolini che comprende Pilade (2002), Porcile (Premio speciale Vittorio Gassman e il Premio “Teatro il Primo”) e Bestia da stile (2004), La cena de le ceneri di Giordano Bruno (2005, premio dell’ Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Migliore Spettacolo dell’anno), Aspettando Godot di Samuel Beckett (2007).
Nel 2004, debutta a Lione nella regia d’Opera con L’Orfeo di Claudio Monteverdi; seguono poi Orfeo ed Euridice di Gluck e Tosca di Giacomo Puccini. 

Tra i suoi spettacoli più recenti: Studio su Medea (Premio UBU 2007 come spettacolo dell’anno), Francamente me ne infischio (Premio Ubu 2013 come miglior regia e miglior attrice), Un tram che si chiama desiderio (Premio Ubu e Premio Hystro 2012 come miglior regia), la trilogia russa Elettra – Oreste – Ifigenia in Tauride (vincitrice di tre categorie nell’ambito del premio russo Paradise: miglior progetto teatrale, miglior attore Georgiy Bolonev, premio del pubblico). Nel 2013 intraprende un percorso drammaturgico sulla menzogna che sfocia in A. H., Die Wohlgesinnten da Jonathan Littell  e Il Servitore di due padroni da Goldoni.


Note sul workshop per Biennale College – Teatro

Conosciamo la madre che partorisce, non conosciamo il figlio che nasce. Sappiamo che la madre cresce il suo bambino, sappiamo meno del figlio che cresce e si nutre della madre.  Della madre che muore piangiamo quello che conosciamo, del figlio che resta piangiamo ciò che sarà.
L'amore, per essere eterno, ha bisogno di uno strappo, di essere separato;
Il solo amore che in modo organico subisce questa naturale violenza è quello tra madre e figlio. Queste tensioni stanno nell'ordine naturale delle cose. Sono duelli, nella quotidiana guerra silenziosa dello stare nel mondo. Sono questi i temi che vorrei affrontare attraverso cinque grandi scene della letteratura teatrale e attraverso la tensione delle armi che danno forma organica alla parola stessa, alla parola che diventa muscolo e diventa arma grazie al lavoro del Maestro Francesco Manetti. Ogni duello è un dialogo, ogni dialogo esprime un conflitto. L’arte del duello è semplice, fatta di tre fattori: misura, tempo, velocità, è nel saper gestire questi fattori che sta la differenza tra vivere e morire.
Antonio Latella

04 > 10 agosto
7 agosto incontro
10 agosto esito pubblico


FABRICE MURGIA (Verviers - Belgio, 1983)

Ha studiato all’Accademia drammatica di Liegi (ESACT - Ecole supérieure d'acteurs di Jacques Delcuvellerie). E’ attore di teatro, cinema, televisione. Attualmente è principalmente impegnato come autore drammatico e regista: dirige la compagnia Artara, un gruppo di attori, videasti, artisti plastici, musicisti, tutti riuniti nelle sue produzioni, ansiosi di parlare al mondo con il linguaggio della propria generazione.

Nel 2009 scrive e dirige il suo primo lavoro, Le Chagrin des Ogres per il Festival di Liegi. Da allora è diventato artista associato del Théâtre National-Brussels. I suoi due lavori successivi sono: Life: Reset/Chronique d'une ville épuisée e Dieu est un DJ, adattamento di un testo di Falk Richter. Entrambi gli spettacoli esprimono un discorso generazionale, un originale rapporto col mondo, un punto di vista sull’attualità di un giovane da cui è nato il regista. 

Exils, del 2012, è una commedia che avvia il progetto europeo “Villes en scène”: sette registi europei attorno alla domanda sul "vivere insieme" e il multiculturalismo nelle città europee. Exils è, al di là della dimensione politica, il tentativo di ritrarre quella sensazione di esilio dalla vita, di auto-annullamento o di fuga che sta dietro al sistema. Dello stesso anno sono: Les enfants de Jéhovah al Théâtre Vidy-Lausanne, in cui affronta la deriva fondamentalista, e Ghost Road con il compositore Dominique Pauwels. 

In un viaggio lungo la Route 66. Si appassiona ai paesaggi desolati, le città fantasma, i villaggi spopolati, le case abbandonate e le rovine arrugginite di comunità un tempo floride. La loro desolazione è testimonianza silenziosa dei colpi devastanti inferti da decisioni politiche ed economiche che incidono sulla vita privata degli individui.
Attualmente Fabrice Murgia sta lavorando a un nuovo testo, Notre peur de n’être, che sarà presentato al prossimo Festival of Avignon.


Note al workshop per Biennale College – Teatro

Backstage Memories
La mia volontà è di mettere in primo piano gli esseri umani. Quattro individui che hanno un rapporto biografico con un’opera, creata e interpretata in un momento della loro vita. L’idea è di far corrispondere le opere e le storie di questi individui come dei percorsi. Il mio modo di raccontare delle storie e la meccanica narrativa che utilizzo sono fortemente legati alla mia appartenenza, alla mia identità e alle mie origini. Sono affascinato dal contrasto che può esistere tra un individuo e il percorso che ha scelto. Prima di tutto ho provato ad immergere alcuni artisti negli universi visivi che corrispondono alla loro storia. Ho visto lo scorso anno negli Stati Uniti due fratelli, di una cinquantina d’anni, fare un numero acrobatico stupefacente mano nella mano. Avevano già fatto questo numero migliaia di volte e sono rimasto molto colpito da questa idea: avevano vissuto una grande parte della loro fratellanza attraverso un’opera, un modo di essere in scena, di rappresentarsi. Che cosa hanno condiviso? E a quale prezzo?
Fabrice Murgia

04 > 10 agosto
6 agosto incontro
10 agosto esito pubblico


MARK RAVENHILL (Haywards Heath – Gran Bretagna, 1966)

Studia letteratura inglese e teatro all’università di Bristol. Dal 1995 al 1997 è Literary manager di Paines Plough, una compagnia fondata per sviluppare una nuova scrittura, e nel 2002 è nominato artista associato al National Theatre. Il suo primo lavoro, un monologo di dieci minuti intitolato Fist, cattura l’attenzione di Max Stafford-Clark, direttore dell’Out of Joint Theatre Company, che gli propone di collaborare. Da qui nasce Shopping and Fucking che debutta al Royal Court Theatre Upstairs nel 1996 e successivamente viene presentato in tutto il mondo. 

I suoi lavori più recenti sono Mother Clap's Molly House (National Theatre, 2001); Product (Traverse Theatre, Edimburgo, 2005); The Cut (Donmar Warehouse, Londra, 2006); Citizenship (National Theatre, 2006); Pool No Water (Lyric Hammersmith, 2006); Shoot/Get Treasure/Repeat (Festival di Edimburgo, 2007); Over There (Royal Court / Schaubühne, Berlino, 2009); A Life in Three Acts scritto e recitato con Bette Bourne (Traverse Theatre, Edimburgo / Konninklijke Schouwburg, The Hague / Soho Theatre, Londra, 2009 e St Ann's Warehouse, New York, 2010); Ten Plagues, libretto per una nuova opera di Conor Mitchell (Royal Court, 2010 / Traverse Theatre 2011). 

Nel 2012 è diventato scrittore in residenza della Royal Shakespeare Company.
Il lavoro di Ravenhill si focalizza sulle ansie e le paure della vita moderna, esplorando temi come la mercificazione della cultura, l’implacabile impulso al consumo e il desiderio incessante di celebrità. 


Note al workshop per Biennale College – Teatro

Nel mio workshop userò le idee di Henri Bergson espresse nel saggio Le Rire, applicandole ad alcune scene teatrali. Fino a che punto Bergson può offrire un metodo pratico per analizzare un testo teatrale e per fare teatro? Il principale testo che useremo sarà Spettri di Ibsen.
Mark Ravenhill

04 >1 0 agosto
8 agosto incontro

 
 
JAN PAPPELBAUM (Dresda - Germania, 1966)

Studia architettura a Weimar, dove è stato regista e direttore del teatro studentesco. Dal 1993 al 1996 è assistente di Dieter Klaß (scenografo di Manfred Karge) per Faust Cube al Festival di Weimar. Dal 1995 ha creato le scenografie per registi come Thomas Ostermeier, Tom Kühnel, Robert Schuster, Andrea Moses. Pappelbaum non è uno scenografo ossessionato dai dettagli, e nemmeno un “pittore” di ambienti finemente lavorati e per questo rifiuta l’idea di una scenografia figurativa. Richiede tridimensionalità e concentrazione. Le sue scenografie narrano spazi semplificati, di simboli. Mette in scena cose concrete – porte, tavoli, scale – all’interno di un contesto dove il livello di astrazione è alto; e le suggestioni così create sono sufficienti a raccontare un intero cosmo. 

A livello estetico e di contenuto, i suoi lavori alla Schaubühne negli ultimi anni hanno descritto l’ambiente borghese. Secondo Pappelbaum, dovrebbe avvenire un’identificazione del pubblico con il mondo sul palcoscenico: il teatro vive in larga parte di immaginazione, dell’immersione dello spettatore nel mondo messo in scena.
Influenzato dalla Bauhaus, concepisce il suo lavoro più come una ruota dell’ingranaggio teatrale che una variabile indipendente: “La costruzione di una scenografia è prima di tutto un’arte. Ogni sera il teatro è un lavoro d’arte totale creato attraverso il lavoro di diversi artisti, che presentano, pensano, formano, collaborano in una gerarchia definita. Oltre alla regia e alla drammaturgia, il palcoscenico ha prima di tutto una funzione ordinata e strutturata. Se una collaborazione è molto buona, l’opera può elevarsi al punto che il contributo individuale trascende la singola parte e illumina il tutto”. Attualmente Pappelbaum è scenografo residente e capo scenografo alla Schaubühne am LehninerPlatz.


Note sul workshop per Biennale College – Teatro

Il laboratorio si concentra su due punti principali. Il primo è il concetto, il fondamento di uno spazio vuoto per la performance teatrale. Sono un architetto e sono interessato prima di tutto alla relazione tra palcoscenico e spettatore. La forma del palcoscenico e della platea dipende dal tipo di testo e dal periodo storico degli eventi in palcoscenico. Il laboratorio sviluppa diverse forme e sguardi a partire dalle conseguenze della recitazione degli attori e dall’autenticità della performance.
Il secondo punto è la ricerca di un’estetica naturale della scenografia. Andremo a fotografare e disegnare luoghi, figure e situazioni della città. Poi useremo questo materiale nella creazione della nostro palcoscenico. Il laboratorio dovrebbe dare come risultato bozzetti di installazioni per la rappresentazioni di situazioni concrete.

04 > 10 agosto
9 agosto incontro



JAN LAUWERS (Anversa - Belgio, 1957)

Il lavoro di Jan Lauwers si colloca all’incrocio delle diverse discipline artistiche, tra danza, teatro, cinema e arti visive; una molteplicità di interessi che segna la cifra stilistica del suo lavoro e che lo ha portato ad allargare le sue collaborazini ad ambiti non esclusivamente tetatrali. 

Jan Lauwers studia pittura all'Accademia di Belle Arti di Gent. Alla fine del 1979 fonda l’Epigonenensemble, poi Epigonentheater zlv (1981), caratterizzato da una concezione fortemente visiva del teatro, con cui fa irruzione sulla scena internazionale contribuendo al cambiamento radicale del panorama belga degli anni '80. Successivamente fonda la Needcompany, insieme a Grace Ellen Barkey (1986). I primi lavori, Need to Know (1987) e ça va (1989) sono ancora di impronta profondamente visiva, ma in quelli successivi, la trama e il tema principale acquisiscono maggiore importanza, anche se la composizione rimane frammentaria. Dopo Giulio Cesare (1990), Antonius und Kleopatra (1992), Needcompany’s Macbeth (1996), Needcompany’s King Lear (2000), nel 1994 inizia a lavorare su un progetto intitolato The Trilogy Snakesong, che segna la sua affermazione come autore. Nel 1997 è invitato a partecipare alla sezione teatro di Documenta X (Kassel), per cui realizza Caligola, secondo Camus. Nel maggio 2000, invitato da William Forsythe, Lauwers crea, in co-produzione con il Ballett Frankfurt, il pezzo intitolato DeaDDogsDon'tDance/DjamesDjoyceDeaD (2000). Nel 2004 e nel 2006 è al Festival d’Avignon con Isabella’s room, The Lobster Shop e All is Vanity.

Il Festival di Salisburgo gli commissiona un nuovo lavoro, The Deer House, per l'estate 2008, che, insieme con Isabella’s room e The Lobster  Shop, costituisce una trilogia sulla natura umana: Sad Face/Happy Face. La Needcompany è in residenza al Burgtheater di Vienna dal 2009. Jan Lauwers sta attualmente scrivendo una nuova commedia intitolata The Art of Entertainment (2011) e farà lavorare la sua compagnia con alcuni attori  del Burgtheater.
Autore di installazioni e performance ospitate anche in gallerie e musei, Jan Lauwers ha realizzato anche diversi corti cinematografici. Il suo primo lungometraggio, Goldfish Game (2002), è stato presentato nella sezione Nuovi territori della 59. Mostra del Cinema di Venezia.

03 > 9 agosto
9 agosto esito pubblico



RESIDENZE – COMPAGNIE

BLITZ THEATRE GROUP - Grecia

Il Blitz Theatre Group è un collettivo teatrale fondato nel 2004 da tre artisti: Giorgos Valaïs, Angeliki Papoulia e Christos Passalis. Blitz si è dato alcuni principi di base: concepire il teatro come uno spazio di incontro e di scambio di idee, indagare ciò che può significare il teatro nella vita contemporanea e dare a ogni membro del gruppo uguale responsabilità nella creazione, dalla drammaturgia alla messa in scena. In tutti i loro spettacoli si pongono la stessa domanda: come si rappresenta un mondo che cambia in continuazione in cui l’uomo è preda della confusione? Nel 2012, in un Paese in piena crisi, con la gente che manifesta come non mai la propria rabbia, il Blitz Theatre Group mette in scena due spettacoli: Late Night e Don Quixote. Blitz usa il teatro per dire addio ad un mondo che inevitabilmente sta per sparire. Lontano dal rivendicare un “teatro politico”, il Blitz Theatre Group propone tuttavia forme teatrali impegnate che fanno riferimento alla performance. Nel 2014-2015 il collettivo pensa a un nuovo spettacolo: 6 am. How to disappear completely.
Gli spettacoli del Blitz Theatre Group: Galaxy (2010, 2012, 2013), Don Quixote (2012), Late Night (2012), Guns! Guns! Guns! (2010)


Progetto per Biennale College – Teatro
6 a.m. How to disappear completely

Questa nuova performance di Blitz Theatre Group, liberamente ispirato alla Divina Commedia di Dante, è uno spettacolo in 3 parti.
3 spazi, 3 testi, 3 storie.
1. L’ultimo atto di Zio Vanja di Anton Čechov
2. I canti di Maldoror del Conte di Lautréamont
3. La poesia di Friedrich Höelderlin
Un’avventura all’inizio del Nuovo Giorno.
Niente più realtà
Sono qui e sono armato
6 a.m. How to disappear completely è un tentativo di evadere da questo mondo e dare il benvenuto a quello nuovo.
Blotz Theatre Group

Team artistico:
Angeliki Papoulia regista/attrice      
Christos Passalis regista/attore                                 
Giorgos Valais regista/attore                       
Vassia Attarian aiuto regista             
Giorgos Konstantinidis musicista/sound designer     


30 luglio > 5 agosto
5 agosto esito pubblico
5 agosto incontro


LA ZARANDA – Spagna

Sono passati trentasei anni da quando La Zaranda ha cominciato il suo percorso teatrale, raggiungendo prestigio a livello internazionale. Il suo percorso ha come costanti: l’impegno esistenziale e l’idea di partire dalle proprie radici per svelare una simbologia universale, da cui l’uso simbolico degli oggetti senza perdere di vista la quotidianità, con la volontà di plasmare personaggi che siano vivi. Il metodo di lavoro comporta un rigoroso processo di creazione collettiva. La Zaranda, come un setaccio che conserva l’essenziale e scarta ciò che è inutilizzabile, sviluppa una poetica teatrale lontana da formule stereotipate o effimere, consolidando un linguaggio proprio che cerca di provocare empatia e di invitare alla riflessione. Sono tanti i festival a cui la compagnia è stata invitata in più di trenta paesi di tre continenti. Sono stati premiati dalla critica di Madrid, Buenos Aires e New York. Hanno ricevuto il Premio Nazionale del Teatro in Spagna.
Tra gli ultimi spettacoli della compagnia si ricordano: El régimen del pienso (2012), Nadie lo quiere creer. La patria de los espectros (2010), Futuros difuntos (2008), Los que ríen los últimos (2006), Homenaje a los malditos (2004).


Progetto per Biennale College – Teatro
El grito en el cielo (Il grido nel cielo)

Prigionieri dell’eredità genetica, delle cartelle cliniche e del consumo statistico che detta loro il tempo, alcuni anziani sono stati depositati in un magazzino di organi lesionati senza possibilità di recupero. Un’anticamera della morte confortevole e asettica. Tuttavia, da queste vite ridotte a puro meccanismo biologico non si è potuta cancellare completamente la facoltà, cointroindicativa, di sognare. Alcuni decidono di scappare dall’ultimo atto del loro destino, cercando una fuga dalla morte clinicamente certificata. Scappano da una vita connessa a cavi e sonde, dal groviglio ospedaliero, dalle fauci del forno crematorio, seguendo nell’oscurità un piano verso la leggendaria fonte dell’eterna giovinezza. Un viaggio di ritorno alla vita che significa riacquisire il dolore come dimensione umana, ma anche recuperare la gioia della libertà perduta. Vivere le tempeste dell’anima.
La Zaranda


Team artistico:
Francisco Sánchez, Gaspar Campuzano, Enrique Bustos, Javier Semprún attori
Eusebio Calonge testo e drammaturgia

31 luglio > 6 agosto
5 agosto incontro
6 agosto esito pubblico




GABRIELA CARRIZO (Peeping Tom) – Belgio

Gabriela Carrizo (Cordoba, Argentina 1970)

Studia danza dall’età di dieci anni in una scuola multidisciplinare e fino ai diciannove danza con il Balletto dell’Università di Cordoba, dove crea le sue prime coreografie. Decide poi di trasferirsi a Bruxelles per lavorare con Caroline Marcadé e nei quattro anni successivi partecipa a vari progetti tra Parigi e Bruxelles. Crea l’assolo Et tutto sara d’ombra et di caline (1993), quindi lavora con Les Ballets C de la B per La Tristezza Complice (1995) e Iets op Bach (1997) e con Koen Augustijnen in Portrait intérieur (1994). Successivamente lavora con la Needcompany a Images of Affection (2001) e con Einat Tuchman e Lisi Estaras a Bartime (2000). Con Alain Platel crea la coreografia per l’opera Wolf (2002). Insieme a Franck Chartier e altri artisti provenienti dalla compagnia di Platel crea Caravana (1999), performance in un camper e successivamente Une Vie Inutile (2000). Nasce così la compagnia Peeping Tom per la quale creerà la trilogia Le Jardin (2002), Le Salon (2005), Le Sous Sol (2007), in tournée in tutto il mondo. Successivamente mette in scena con Franck Chartier 32 rue Vandenbranden (2009), A Louer (2011) e Vader (2014). Nel 2013, Gabriela realizza The Missing Door insieme ai danzatori del Nederlands Dans Theater.


Progetto per Biennale College – Teatro
2/insomnio

C’è qualcosa che attraversa tutto il nostro lavoro: la ricerca di stati incerti di semicoscenza, l’accesso a una dimensione parallela, e sempre lo sfasamento. Questa idea ha nutrito il progetto 1/velorio e adesso Peeping Tom e il collettivo teatrale Draft.inn tornano a collaborare nella ricerca di un secondo affresco sulla morte -2/ insomnio. In questo caso, avremo come idea guida l’insonnia (opposto della morte nella sua eternità), che già ai tempi di 1/velorio a Bruxelles ci solleticava. Se consideriamo il sogno come una piccola morte, l’insonnia sarebbe una piccola eternità. Lavoreremo con l’idea di insonnia assoluta ed eterna. Il terribile incubo del non dormire. Lo sfasamento di essere condannati alla veglia quando tutti dormono.
Gabriela Carrizo (Peeping Tom), José Manuel Mora (Draft.inn)


Team artistico:
Gabriela Carrizo, José Manuel Mora, Diane Fourdrignier, Paco León, Carlotta Ferrer, Charlotte Clamens


1 > 7 agosto
5 agosto incontro
7 agosto esito pubblico




RICCI/FORTE – Italia

Formatisi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e alla New York University, studiano con Edward Albee. Vincono i Premi Studio 12, Oddone Cappellino, Vallecorsi, Fondi-La Pastora, Hystrio per la Drammaturgia e il Premio Gibellina/Salvo Randone per il Teatro. Nel 2006 va in scena Troia’s Discount. Nel 2007 vengono invitati dall’Ambasciata di Francia per Face à Face con Olivier Py. Al Festival Internazionale Castel dei Mondi portano metamorpHotel e la prima parte del progetto Wunderkammer Soap. Nel 2008 debutta 100% furioso. Prodotto dal Teatro di Roma, Ploutos (da Aristofane), regia di Massimo Popolizio, ottiene il premio della Critica come miglior testo Biennale Venezia Teatro 2009. Macadamia nut brittle debutta al Garofano Verde. ‘abbastarduna, regia di David Bobée, è al Théatre des Bernardines di Marsiglia. In coproduzione col CSS di Udine, presentano Pinter’s Anatomy. Nel 2010 Troilo Vs. Cressida (da Shakespeare) è in prima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto. La Fondazione Alda Fendi ospita la performance Some Disordered Christmas Interior Geometries. Nel 2011, con il sostegno del Teatro Pubblico Pugliese, debutta Grimmless. All’Espace Malraux Scène Nationale di Chambery e al Théatre Les Ateliers di Lione viene presentato Macadamia nut brittle, regia di Simon Delétang. L’edizione integrale del progetto Wunderkammer Soap approda, coprodotto, al Romaeuropa Festival. La nuova creazione, Imitationofdeath, ha debuttato a ottobre 2012 a Romaeuropa Festival, co-produttore insieme al Festival delle Colline Torinesi, al CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e a Centrale Fies. Il loro ultimo lavoro è Still Life (2013) al Teatro Argentina di Roma. A novembre 2013 debutta 100% furioso con produzione russa di Platforma al NET Festival di Mosca.

Progetto per Biennale College – Teatro
ORESTEA, Sangue o Stato: traiettorie verso Eschilo

Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare le speranze di un futuro? O sarà l’ennesimo padiglione ospedaliero in cui accetteremo la punizione del bromuro mitriale pur di seguire la striscia continua dell’utopica democrazia che ci viene indicata? Talpe da giardino, scardiniamo le aiuole ordinate cercando un vestito che ci faccia sembrare abitanti civilizzati di un fraudolento mondo perfetto.
In un mondo fatto di algida rappresentazione del Sé, di fredda razionalità, il vecchio sistema di valori, pervaso di fede nei miracoli e di magia, sembra addirittura psicotico. Ma la sua logica paradossale supera tutti i postulati di realtà, come nell’inconscio di un sogno.
Eschilo e ricci/forte, genesi e ipercontemporaneo, Artaud e l’hard rock dei Led Zeppelin, sovrapposizioni intertestuali sonore e fisiche, tutte tese a scansionare una lisergia che - proprio in un momento storico come questo in cui una società si determina attraverso la delimitazione dell’Altro (assicurandosi così la propria identità) - serva da bussola per rintracciare traiettorie.
 ricci/forte

Team artistico:
Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero attori
ricci/forte drammaturgia
Marco Angelilli movimenti
Francesco Ghisu elementi scenici
Liliana Laera assistente alla regia
Stefano Ricci regia


1 > 7 agosto
5 agosto incontro
7 agosto esito pubblico


AGRUPACIÓN SR. SERRANO - Spagna

La brochure della Biennale di Venezia 2011 ci ha descritti più o meno così: “Un’eterogenea compagnia dedicata alle arti performative, che crea un cortocircuito tra prodotti tecnologici ipermoderni e innovativi pezzi vintage. Modellini, azioni sovversive, video in diretta e interattività sono i codici di Señor Serrano, mischiati con una tale creatività che fanno del video in scena un linguaggio affilato e mordace”. A noi piacerebbe aggiungere che i nostri spettacoli sono spietatamente pop e che giochiamo con concetti come il caos e la decostruzione. La compagnia ha la sua base a Barcellona, è stata fondata da Àlex Serrano nel 2006 e da allora ha prodotto dieci spettacoli. Nel 2010 abbiamo sentito il bisogno di internazionalizzare i nostri orizzonti, dunque Katastrophe e Brickman Brando Bubble Boom, i nostri due ultimi spettacoli, sono stati presentati da Shanghai a Rio de Janeiro, passando per Parigi, Varsavia, Amsterdam, Neuchâtel o Potsdam. A House in Asia, lo spettacolo che presentiamo quest’anno, è una coproduzione tra GREC 2014 Festival de Barcelona, Théâtre Hexagone (Francia), Centre d’Arts Escèniques de Terrassa (Spagna), Monty Kultuurfaktorij (Belgio) e La Fabrique du Théâtre (Belgio).
Tra le creazioni di Agrupación Señor: Brickman Brando Bubble Boom (2012), Katastrophe (2011), Memo (2010), ImmutAdriantic (2009), Contra. Natura (2008), Europa (2007), Mil Tristes Tigres (2006).


Progetto per Biennale College – Teatro
Kingdom

In questa edizione di Biennale College, Agrupación Señor Serrano intende continuare ad esplorare alcune delle idee che attraversano i suoi ultimi spettacoli, A House in Asia e Brickman Brando Bubble Boom. Questioni come la necessità di una casa, la coppia, l’identità, le contraffazioni saranno affrontate con il linguaggio teatrale che è il suo marchio di fabbrica: musica e video dal vivo, modellini, performance e birre.


Team artistico:

Àlex Serrano, Pau Palacios, Diego Anido, Ferrán Dordal, Alberto Barberá creazione e performance


2 > 8 agosto
ESITO PUBBLICO
8 agosto
INCONTRO
5 agosto



NEIL LABUTE (Stati Uniti), NATHALIE FILLION (Francia), MARCO CALVANI (Italia)

NEIL LABUTE
Drammaturgo, regista e sceneggiatore, studia teatro alla Brigham Young University (BYU) dove conosce l'attore Aaron Eckhart, che negli anni successivi prenderà parte a tutti i suoi film, diventando così il suo attore feticcio. Si diploma in Cinema e Teatro all’Università del Kansas. Nel 1993 torna alla Brigham Young University, per presentare il dramma Nella società degli uomini, ritratto di uomini in carriera, arrivisti e misogini, che nel 1997 diventerà un film, segnando il suo debutto alla regia cinematografica. Nel 1998 realizza il suo secondo lungometraggio Amici & vicini con Aaron Eckhart e Ben Stiller. Nel 1999 debutta nell’Off-Broadway con Bash: Latter-DayPlays. Nel 2000 dirige Nurse Betty e vince la Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes per la Migliore Regia. Nel 2002 realizza The Mercy Seat, primo lavoro teatrale incentrato sugli attentati dell'11 settembre 2001, interpretato da Liev Schreiber, e dirige Possession - Una storia romantica con Gwyneth Paltrow. Nel 2006 dirige Nicolas Cage ne Il prescelto e lavora all’adattamento cinematografico di The Danish Girl di David Ebershoff. I suoi ultimi lavori al cinema sono Lakeview Terrace (2008) e Death at a Funeral (2010). Per il teatro ha scritto, tra gli altri, In a Dark Dark House (2007), Reasons to Be Pretty (2008), Helter Skelter/Land of the Dead (2008), Some White Chick (2009) e The Furies (2009). Nel maggio 2013 dirige Reasons to be Happy, sequel del lavoro del 2008, al Lucille Lortel Theatre di New York. Nel 2012 diventa artista residente permanente del Profiles Theatre di Chicago. Nel 2013 è tra i vincitori dell’American Academy of Arts and Letters. Attualmente ha in preparazione le riprese del film Crooked House dal romanzo di Agatha Christie.

NATHALIE FILLION
Dopo essersi formata ed aver lavorato per anni come attrice, si dedica completamente alla drammaturgia e alla regia. Adesso divide il suo tempo tra la scrittura, la regia e l’insegnamento presso la prestigiosa scuola di teatro Studio d’Asnieres, vicino Parigi. Il suo primo grande successo è Alex Legrand (2004) acclamato all’unanimità dalla critica. Nel 2006 La Comédie Française le commissiona un atto unico, Les Descendants . Una mise en espace dell’opera è andata in scena al Piccolo Teatro Eliseo di Roma nell’ambito del festival Face à Face, ed è stato trasmesso su Radio RAI. Nel 2010 dirige il musical Plingper. La sua ultima pièce, A l’Ouest ha debuttato nel 2012 al Théâtre des Célestins di Lione, prima di trasferirsi con successo al Théâtre du Rond Point di Paris. Appartiene alla Cooperative d’écriture, un’associazione innovativa di drammaturghi francesi. Collabora regolarmente con musicisti e ballerini. Nel 2002 il suo libretto Lady Godiva, scritto in quattro lingue, è rappresentato a Parigi all’Opera Bastille e, in una nuova produzione, al Théâtre du Chatelet nel 2012. Nel 2010 A l’Ouest riceve un premio dal CNT Centre national du théâtre di Francia. Tradotto in tedesco, inglese e spagnolo, A l’Ouest vince il premio Foundation Barriere nel 2011. Attualmente collabora con il Royal Court Theatre di Londra per cui sta scrivendo un nuovo testo, Aba Zabba Zoom (titolo provvisorio).

MARCO CALVANI
Attore formatosi alla scuola del Teatro della Limonaia di Firenze e al Duse Studio di Roma, debutta come drammaturgo nel 2002 con Quasi, commissionato dal Social Forum Europeo dei Teatri. Altri lavori includono: Te lo leggo negli occhi! (2003), Prima che tu dorma, commissionato dal Todi Arte Festival 2004, La vita bassa (2005) commissionato dal Phoenix Theatre di Londra, Le mani forti (2006), testo cult ispirato alla tragedia di Novi Ligure; La città sotto commissionato nel 2008 dalla Grec Fundaciò di Barcellona e presentato in anteprima assoluta al Sage Theater di New York; Olio (2008) con il quale esordisce nella regia. Nel 2009 è l’unico europeo ospite dell’Ubud Writers & Readers Festival di Bali. Nello stesso anno scrive e dirige Penelope in Groznyj e poi Unghie testo commissionato dal Garofano Verde 2010. Nel 2010 è docente di recitazione all’Obrador Internacional d'Estiu presso la Sala Beckett di Barcellona. Nel 2011 vince una residenza alla Cité Internationale des Arts di Parigi ed è invitato dal Théâtre de la Ville a rappresentare l’Italia in un progetto di scrittura internazionale, Le Bal Littéraire, sotto la direzione di Fabrice Melquiot, nell’ambito di Face à Face e Chantiers d’Europe. Nello stesso anno riceve a Spoleto il Premio Siae come miglior drammaturgo. Nel gennaio 2013 il Teatro Metastasio Stabile della Toscana gli dedica una retrospettiva, in occasione della quale scrive e dirige Io sono Dracula. Nel giugno 2013 Olio debutta per la prima volta in lingua inglese al Robert Moss Theater di New York diretto da Glory Kadigan e per il quale riceve il premio come “Outstanding playwriting” al Planet Connections Theater Festivity Awards. Attualmente collabora in qualità di consulente letterario con il National Theatre of Scotland. È fondatore e direttore artistico di Mixò, centro culturale internazionale che riunisce giovani attori e autori nella promozione di opere originali di teatro e di cinema. I suoi testi sono tradotti e rappresentati in sei lingue. È membro della Dramatists Guild of America.

Progetto per Biennale College - Teatro
AdA Venezia

Dopo il successo della prima edizione di AdA- Author directing Author - nato dall’incontro tra Neil LaBute e Marco Calvani e che ha dato vita a tre prime internazionali nell’estate 2012 in italiano, in spagnolo e in inglese  la drammaturga e regista francese Nathalie Fillion si unisce ai due autori/registi nel dar vita alla seconda edizione del progetto.
AdA nasce con l’intento di celebrare i diversi approcci alla scrittura e alla regia teatrale. Ma anche con l’obiettivo di esaltare le differenti cifre stilistiche e le caratteristiche specifiche della drammaturgia contemporanea europea ed americana con la diffusione internazionale delle opere. Nel corso di una residenza presso La MaMa Umbria nel giugno 2014, Calvani, Fillion e LaBute scriveranno tre brevi atti unici attorno ad un tema comune (desiderio).
Nel corso della residenza alla Biennale di Venezia i tre autori/registi lavoreranno alla messa in scena italiana delle tre pièces, “scambiandosi” le regie: Calvani dirigerà la pièce di Fillion, Fillion la pièce di LaBute, LaBute quella di Calvani. Con loro ci saranno tre attori, trait d’union tra le tre messe in scene, da presentare nel corso di un’unica serata.

Tre registi. Tre attori. Tre testi. Un solo spettacolo.

2 >8 agosto
5 agosto incontro
8 agosto esito pubblico


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