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Cinema e Teatro

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giovedì 10 maggio 2018

Inventaria la festa del teatro off 8°ed. | Programma dal 16 al 19 maggio | Teatro Studio Uno | Roma



Giunto alla sua ottava edizione, il Festival Inventaria  - La festa del teatro off, organizzato da artisti per artisti, si è affermato come l'evento di chiusura della stagione teatrale capitolina mantenendo il proprio focus sulla drammaturgia contemporanea e sulla pluralità dei linguaggi ospitati. 

Ventuno le proposte in concorso selezionate tra le oltre 400 candidature pervenute da tutta Italia
e dall'estero per offrire un ventaglio quanto più ampio possibile della scena teatrale off per linguaggi e generi, alle quali si aggiungono cinque proposte fuori concorso: due spettacoli ospiti il ritorno dello spettacolo vincitore dell'edizione 2017 e la presentazione dei due spettacoli tratti dai testi vincitori ex aequo del Premio di drammaturgia DCQ-Giuliano Gennaio 2016 (VII ed.).
Quest'anno Inventaria avrà luogo nei quattro principali teatri off di tre diversi quartieri della Capitale: Teatro Argot Studio e Teatro Trastevere (Trastevere), Carrozzerie n.o.t. (Ostiense) e Studio Uno (Torpignattara) e si articolerà in quattro sezioni di concorso (Spettacoli, Monologhi/Performance, Corti teatrali e la nuova sezione Demo dedicata agli studi e ai progetti in itinere) e una fuori concorso. 
regia Erica Moriciideazione e drammaturgia Alessandro Sestimusiche e testi originali Puscibauacon Alessandro Sesti e Puscibaua 
Un recente fatto di cronaca, ancora sulla penna di molti giornalisti, ha attirato la nostra attenzione circa un anno fa.Si parla dell'omicidio di Fortuna Loffredo, avvenuto a Caivano.C'è un particolare che attira la nostra attenzione: il fatto è avvenuto nel 2014 e nei due anni successivi nessuno ne ha mai parlato. Abbiamo poi avuto modo di conoscere persone di quelle zone, che ci hanno raccontato storie di quello spaccato di vita Caivanese. Abbiamo vissuto il paradosso, un ossimoro che ha dato la vita al nostro lavoro. 
Una terra fatta di usanze, generosità, calore, ma anche di silenzio e omertà. Una terra capace di trasformare il "Parco Verde" di Caivano nel "Parco degli orchi". Il monologo, scritto e interpretato da Alessandro Sesti, affiancato dal cantautore Umbro Puscibaua per la regia di Erica Morici, racconta l'arrivo di un ragazzo che per motivi di lavoro torna a Caivano e vive l'ormai dimenticata conflittualità del luogo. Circondato dal folclore napoletano, viene pian piano trascinato da questi avvenimenti in una spirale di omertà, finché non sarà il momento di fare una scelta. Parlare o restare in silenzio.
SMG è una Compagnia di origini Umbre che dalla sua nascita (2013) sceglie di creare solo drammaturgie originali. L'obbiettivo è quello di creare nuovi testi, anziché crogiolarsi nei geni del passato. La ricerca di un artigianato della parola per raccontare storie che diventino veicolo di un messaggio, di un teatro dopo lo spettacolo, attraverso tematiche di natura sociale. "Briciole" (2015/16) affrontava la violenza domestica, "Fortuna" (2016/17) l'omertà e l'abuso, "Malanima" (2017) il pregiudizio sul diverso e "Veleno" (2018/19) la nascita della terra dei fuochi. 

SMG vive della collaborazione tra Alessandro Sesti, Erica Morici, Andrea Giansiracusa e Walter Nalbone. 
scritto, interpretato e diretto da Nexusaiuto regia Laura Garofoliassistente alla regia Claudia Salvatore scenografia Andrea Simonetti 
Giorgio racconta il rapporto affettuoso e conflittuale con mio padre che si è concluso nel 2008 per via del cancro. Di questo rapporto rimangono filmini, fotografie e fonti non convenzionali che raccontano una singolare storia in bilico tra favola e cronaca, biografia e autofiction. Un'esperienza taumaturgica, prima che drammaturgica, che procede per scossoni temporali e sfocia in epopea generazionale. Ma anziché proporre l'ennesima "operazione nostalgia", con Giorgio ho deliberatamente reinventato il passato, cercando di trovare il vecchio nel nuovo e il nuovo nel vecchio. 
Memorie e fonti dell'archivio familiare si mescolano all'immaginario della cultura pop e alle vicende della cronaca nazionale, decostruendo l'onnipotenza paterna e il mito della città natale, Terni. La messa in scena si focalizza sull'uso performativo di diversi media anni '80-'90 per sviluppare una drammaturgia dove il corpo del performer interagisce con e come i dispositivi, sabotando codici, equilibri e memorie personali. Giorgio diventa così uno spazio condiviso e conflittuale dove poter rinegoziare il passato e reinventare il futuro.  
La Compagnia Garofoli/Nexus nasce nel 2012 dall'incontro fra l'attrice Laura Garofoli e il regista e performer Nexus. I lavori della compagnia sono incentrati sulla convergenza fra teatro, performance e media. A partire dal primo spettacolo L'Ombra, la compagnia produce le performance Break To The Future, ROM e lo spettacolo L come Alice. Nel biennio 2016-2017 la compagnia vede il debutto di Giorgio e della performance urbana ZTL, Zona Temporaneamente Libraria. La compagnia è inoltre invitata regolarmente a festival d'arte di strada con Ciak si brekka! e Looking 4 Pinocchio, e promuove e organizza eventi di teatro e cultura indipendente.
di e con Andrea Onoriconsulenza artistica Mariagrazia Torbidoni 
Alla base dello spettacolo c'è l'idea di una sfida: un attore armato di pochi elementi di scena deve rappresentare l'Amleto. Tutti gli oggetti, i costumi, i materiali tecnici da utilizzare devono poter essere trasportati in uno zaino da viaggio. Il resto è superfluo. Un Amleto che porta la sua vita sulle spalle alla ricerca di un pubblico che possa raccoglierla. 

Il tutto è una scusa per parlare di Amleto senza dover per forza parlare di Amleto. Aggrapparsi allo scheletro della troppo, troppo solida opera per lanciare lo sguardo più in là, allontanarlo dalla nebbia che abbiamo di fronte e farlo sedere su un palco. La sentinella, il viandante, l'attore, il becchino: non importa cosa fai nella vita, il monologo è lo strumento principe per essere tutti e nessuno. Per dare voce ad una sinfonia di esistenze che reclamano ognuna la medesima cosa: essere qui, adesso, prima che la commedia finisca.
 virgolatreperiodico nasce ad opera di Andrea Onori e Mariagrazia Torbidoni come un gruppo di ricerca teatrale che dall'osservazione dell'Altro – il Contemporaneo, l'Arte, la Vita – proceda attraverso l'immaginazione e la sperimentazione di forme autonome di espressione e realizzazione. Nel 2013 debutta la prima produzione: lo spettacolo Oscar W., monologo femminile ispirato alla vita e all'opera di Oscar Wilde. Del 2018 sono due nuovi progetti: Era meglio se facevo l'attore che può essere definito come un monologo di Amleto, con Amleto, per Amleto; e lo spettacolo Macbeckett!, progetto in costruzione, vincitore del bando Emergenze Romane 2018.
di Elena D'angeloregia Elisabetta Lapadula
con Nina Martorana 
Il lavoro sulla messa in scena recupera l'immaginario foucaultiano del Panoptycon: sorvegliare e punire. Nel caso del saggio di Foucault esiste un'entità superiore, supposta o reale, delegata al controllo continuo dei prigionieri rinchiusi in un carcere ideale. Nel testo, la protagonista è carceriera di se stessa: chiusa nella gabbia domestica, riesce paradossalmente a liberare gli abissi della sua emotività in un continuo discorso col pubblico. 
I limiti fisici imposti dalle geometrie dello spazio rendono più facile questo processo di dispiegamento interiore. La delusione amorosa è un tema scivoloso, si rischia sempre di cadere nel patetismo e nell'autocompatimento. L'idea registica vuole adottare un punto di vista analitico, lucido e per questo usa la scena come strumento di un'analisi disincantata e ironica della realtà.
Per evitare il predominio del dramma amoroso, l'attenzione del fuoco narrativo si sposta di volta in volta su temi collaterali: il ritorno, lo scontro generazionale, l'inadeguatezza di fronte a se stessi e al proprio futuro. Questo inedito approccio si traduce nelle forme e negli spazi di una scena liberamente abitata dalla protagonista, traduzione claustrofobica di un domestico che si fa pubblico.
Lo spettacolo ha come obiettivo l'approfondimento delle "tragedie del quotidiano" e affronta tematiche come l'abbandono, il ritorno, l'inadeguatezza di fronte alla propria famiglia e la ricerca disperata di una metamorfosi. Un testo-documento che racconta con ironia e leggerezza un tema attuale: il singolo.

Otto edizioni all'insegna dell'indipendenza - il Festival, organizzato dalla compagnia DoveComeQuando, è interamente autofinanziato - e della sostenibilità: una formula accorta che ha consentito alla manifestazione di passare dalle sei compagnie della prima edizione alle venticinque di quella attuale e da una a cinque sezioni. 
Il trend espansivo è confermato anche dall'arricchimento del parco premi: sono 25 le date complessive messe a disposizione delle compagnie vincitrici dai teatri partner del Festival: Teatrino Zero e Teatro a l'Avogaria (Veneto), Il Sipario Strappato (Liguria), Camere d'aria (Emilia Romagna), Spazio Teatrale Allincontro (Toscana), Teatro Trastevere, Teatro Studio Uno, Matutateatro e Sala RomaTeatri (Lazio), Nastro di Mobius e Teatro Primo (Calabria), Clan Off e Teatro dei Naviganti (Sicilia); a esse si aggiungono inoltre altri premi sotto forma di servizi gratuiti, offerti da Roma Fringe Festival, Dino Audino Editore e Scriptdoctor & Playdoctor. 
 "Quello che non ti uccide, ti fortifica. E così, la formula diffusa - resasi necessaria lo scorso anno in seguito alla chiusura del Teatro dell'Orologio - per quest'ottava edizione del Festival è stata non soltanto confermata ma, com'è nel nostro DNA, ampliata. I teatri capitolini coinvolti sono passati da tre a quattro e il numero di teatri ed enti partner in tutta Italia che mettono a disposizione dei premi (ospitalità, residenze, servizi) è stato moltiplicato esponenzialmente.
L'eterogeneità è la cifra di Inventaria, una festa del teatro inclusiva per argomenti e linguaggi: nuovo circo, sperimentazione, teatro civile, teatro danza, riscritture di classici si alternano sui quattro palchi denunciando, interrogando, contemplando, ricordando, proponendo.
Con la moltiplicazione degli schermi (e la riduzione degli schemi) di fruizione, decidere di uscire di casa e partecipare a un evento vivo, che inspira ed espira a pochi centimetri da te, diventa sempre più un regalo che si sceglie di fare a se stessi. La fruizione si fa esperienza. La prossimità, comunità. Lo spazio, immaginazione. Questa è la piccola, irripetibile bellezza del teatro off.
"
                                                                                                      Pietro Dattola - direttore artistico 

Seguiranno:



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