Sono a Milano dal 15 al 20 marzo e a Sesto San Giovanni dal 31 marzo al 3 aprile, ti invito a vedere le nuove produzioni. Ti saluto con gratitudine.
Ulderico Pesce
CENTRO MEDITERRANEO DELLE ARTI
presenta
Edipo Re
da Sofocle a Pasolini
di Ulderico Pesce
con la collaborazione di
Maria Letizia Gorga
con
Maria Letizia Gorga Maximilian Nisi Ulderico Pesce
rielaborazioni e direzione musicale a cura di
Stefano de Meo e Pasquale Laino
regia
Ulderico Pesce
con la consulenza artistica di
Anatolij Vasil'ev
dal 15 al 20 marzo
TIEFFE TEATRO MENOTTI
Via Menotti 11
Milano
info: 02 36 59 25 44
martedì 15 ore 21.00
mercoledì 16 ore 19.30
giovedì17- venerdì 18 e sabato 19 ore 21.00
domenica 20 ore 17.00
L'Edipo di Sofocle comincia con la pestilenza che affligge la città. Nella messa in scena curata da Ulderico Pesce, viceversa, si inizia dal funerale del re Laio. E' dalla morte di Laio che inizia il male, dalla sua uccisione avvenuta proprio per mano di Edipo. Con la morte del re Laio viene sconvolto un ordine cosmico dove l'armonia tra uomo, natura e spiritualità era totale, è questo sconvolgimento, provocato inconsapevolmente da Edipo, che porta la tragedia.
La bara del re Laio nel nostro spettacolo è sempre in scena e diventa il letto dove Giocasta si accoppierà con Edipo, senza sapere che è proprio lei che lo ha generato. La stessa bara rappresenterà il luogo dove il pastore rivelerà ad Edipo la sua vera identità. La bara diventa il simbolo di un passato e di un'identità del quale l'uomo moderno non può fare a meno di recuperare. Più Edipo dirà di voler vivere nel presente dimenticando il passato e più si avvicinerà tragicamente ad esso. Sulla bara del padre Edipo riconquisterà il suo "essere primo", solo allora potrà ripartire un modello di vita comunitaria infranto che vedeva in stretto contatto l'uomo, l'ambiente, il paesaggio, la spiritualità.
La messinscena è arricchita da riferimenti alle usanze della tradizione pastorale dell'Appennino meridionale come i campanacci utilizzati dai pastori nel periodo della transumanza, alti circa un metro, accordati e dal suono cupo. La narrazione è intersecata da musiche tradizionali dei popoli arbereshe stanziati nel Sud dell'ìItalia a partire dal 1400 e dalle musiche Grecaniche del Salento.
IL TRICOLORE
dal 31 marzo al 3 aprile
SPAZIO MIL
Via Granelli – Sesto San Giovanni
info: 02 36 59 25 44
31 marzo FIATo sul collo – ore 21.00
1 aprile L'innaffiatore del cervello di Passannante – ore 21.00
2 aprile Asso di monnezza – ore 21.00
3 aprile A… come Amianto – ore 17.00
FIATo sul collo
"Dal cuore della Basilicata, il racconto irridente e appassionato, in forma di monologo e nel solco del teatro di narrazione, di una vita costruita sulla speranza di un lavoro che mina ogni legame e sicurezza"… Premio Marisa Fabbri – Sezione Premio Riccione Teatro 2006
L'innaffiatore del cervello di Passannante
Giovanni Passannante nel 1878 con un coltellino con una lama di quattro dita cercò di uccidere il re Umberto I di Savoia. Condannato a morte la pena gli fu convertita in ergastolo. Passannante fu rinchiuso in una torre sull'isola d'Elba in una cella senza finestre sotto il livello del mare dove fu isolato per dodici anni. Anni dopo fu trasferito in un manicomio criminale dove morì nel 1910. Grazie alle teorie del Lombroso al cadavere fu tagliata la testa. Il cranio e il cervello trasferiti nel Museo Criminologico di Roma dove sono stati esposti fino al 10 maggio 2007. Grazie a questo spettacolo e al sostegno di pubblico e artisti finalmente la battaglia per la sepoltura dei resti di Giovanni Passannante è stata vinta e gli è stata data degna sepoltura nel cimitero di Savoia di Lucania.
Asso di monnezza
Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia, racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali, che attanagliano l'Italia tanto da far dire che il vero asso nella manica è "quello di monnezza", vale a dire che l'immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento soprattutto alla malavita
A come Amianto
A come amianto, ma non solo; A soprattutto come amore. Ed è proprio questo il tema portante della pièce teatrale: l'amore che scalda il cuore di due giovani innamorati sullo sfondo di una tragedia che silenziosamente incombe e offusca l'orizzonte. L'amore che si insinua nel cuore e l'amianto che penetra nei polmoni. Si narra la vita di alcuni operai uccisi dall'amianto alla Breda di Sesto San Giovanni, nei cantieri navali di Monfalcone, alla fabbrica Eternit di Casale Monferrato e della tragica morte, avvenuta sempre a causa della fibra killer alla Scala di Milano.
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