Messa in scena per la prima volta a Parigi nel 1659 al Théâtre du Petit-Bourbon, questa commedia di Moliere prendeva di mira, con smaccata ironia, i manierismi e le leziosità della società dell'epoca; originariamente si svolgeva come satira in un atto nei confronti della preziosità mondana dei salotti borghesi del seicento francese. In questa rilettura la vicenda è stata ambientata a Parigi ai giorni d'oggi, pur mantenendo il senso profondo di critica giocosa che la commedia porta in sé.
Questa trasposizione è stata attuata perché, sebbene i canoni della commedia siano profondamente cambiati nel corso dei secoli, resta tuttavia immutato il senso di ammonizione contro gli artifici di una società (come quella odierna) eccessivamente legata alle apparenze e alla superficialità, piuttosto che votata all'essenza e alla sostanza delle cose.
Due cugine molto ricche, Magdelon e Cathos, giungono a Parigi dalla provincia francese con l'intenzione di vivere a pieno le bellezze mondane che la grande Capitale può offrire; vogliono tuffarsi a capofitto nei piaceri di Parigi, tutti fatti da salotti dell'alta società, da maison di estetica, da negozi di grandi firme della moda mondiale, eccetera.
L'intenzione del padre di Magdelon, tuttavia, è un'altra: dare in sposa le due donne a due imprenditori locali in modo da consolidare alcuni patti economici di amicizia. Le due tratteranno i pretendenti con disprezzo e sufficienza, tanto da attirarsi i propositi di vendetta degli imprenditori. E così i due, La Grange e Croisy, si travestiranno da marchesini per poter entrare nelle grazie delle signorine in modo, al momento opportuno, da umiliarle e prendersi così la propria sospirata rivincita.
Lo smascheramento finale conserva con efficacia l'intento della commedia originale di impartire una severa lezione alle due malcapitate; una sorta di punizione verso un atteggiamento supponente frutto di una visione ristretta e provinciale che porta le protagoniste a prendere le distanze da chi ritengono non essere al loro livello e, di conseguenza, a maltrattarli.
Rispetto all'atto unico di Moliere, in questa rielaborazione sono stati eliminati i due servi a cui veniva ordinato dai loro padroni di travestirsi da nobili per corteggiare le due fanciulle; la motivazione risiede nel fatto che, così facendo, lo svelamento finale è più incisivo perché dà maggiore forza alle figure di La Grange e Croisy che, nell'originale sono tenute più in ombra e che qui invece appartengono allo stesso ceto sociale di Magdelon e Cathos.
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