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lunedì 7 luglio 2014

M.E.D.E.A. BIG OIL - Bologna - 10 luglio


M.E.D.E.A. BIG OIL 
di e con Terry Paternoster 
COLLETTIVO INTERNOENKI 

Vincitore del prestigioso Premio Scenario per Ustica 2013 - Lo spettacolo  scritto e diretto da Terry Paternoster (classe 79) è un'esplosione di ritmi, suoni e magiche coreografie. per parlare della Basilicata e delle sue contraddizionì. M.E.D.E.A. Big Oil sarà a Bologna  giovedì 10 luglio al Museo per la Memoria di Ustica, in occasione del XXXIV anniversario dalla strage. Con gli attori del Collettivo InternoEnki: Mariavittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro Cardinali, Gianni D'Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi.

Opera teatrale buffonesca in 7 deliri e 21 quadri, in M.E.D.E.A. BIG OIL al mito greco fa da contrappunto costante il mito locale, quello incarnato dalla Madonna Nera, venerata sul Monte Sacro di Viggiano, ai cui piedi brucia la fiamma perenne del Centro Oli della Val d'Agri.


In questa terra, Dio Petrolio e Vergine Nera si fronteggiano da secoli in una sfida senza vincitori. Promesse elettorali e feste patronali, sogni di ricchezza e indulgenze plenarie, clientelismo e preghiere, slogan pubblicitari e canti popolari, continuano a raccontare una post-modernità senza tempo, scandita da un unico ritmo di demartiniana memoria. Ed ecco che canti di prefiche, litanie contro il malocchio, suppliche e chiacchiere di paese, si fondono in un coro barbaro, scomposto e travolgente, per raccontare uno dei più bizzarri e drammatici ossimori della nostra Italia: l'incredibile povertà della regione che possiede il più grande giacimento di petrolio su terraferma d'Europa.
 
9 attori in scena, con la forza di un coro tragico contemporaneo, per una rielaborazione piuttosto anticonvenzionale ma attuale del mito di Medea: siamo nella Basilicata di oggi, sventrata dalle trivellazioni. L'eroina barbara diventa allora una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita da Big Oil-Giasone, sullo sfondo del dissesto ambientale della Val d'Agri. La promessa d'amore dello straniero in questo caso coincide con la crescita economica e di progresso in un paese: regala ricchezza in cambio di povertà. Mentre Medea è metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco, un Coro che è evocazione di un'umanità divisa fra miseri e potenti.


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