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Cinema e Teatro

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sabato 20 settembre 2014

"La Spallata" di Gianni Clementi, regia di Vanessa Gasbarri, in scena al Teatro Manzoni di Roma dal 30 settembre






Teatro Manzoni

30 Settembre| 26 Ottobre



Vanessa Gasbarri presenta

Antonio Conte, Giorgia Trasselli e Gabriella Silvestri ne

l'esilarante commedia di Gianni Clementi

LA SPALLATA

Premio Fondi La Pastora anno 2003  

con Claudia Ferri, Alessandro Loi, Matteo Milani, Alessandro Salvatori

regia Vanessa Gasbarri

scene Katia Titolo

costumi Michela Marino

musiche Simone Martino

luci Giuseppe Filipponio



Dopo la calorosissima accoglienza riservata dal pubblico lo scorso anno 

in occasione del debutto al Teatro Roma ed il consenso entusiastico della critica, 

torna in scena al Teatro Manzoni "La Spallata" 

l'esilarante commedia di Gianni Clementi, diretta da Vanessa Gasbarri, 

con protagonisti Antonio Conte, Giorgia Trasselli e Gabriella Silvestri



Apre la stagione del Teatro Manzoni questa saporita commedia capace di coniugare con equilibrio ed originalità una graffiante ironia ed il calore delle atmosfere familiari più tradizionali e genuine. Lo spettacolo porta la firma - garanzia di umorismo brillante, assolutamente non volgare e adatto a spettatori di ogni età - di Gianni Clementi, autore di innumerevoli commedie teatrali che hanno conquistato senza riserve sia il pubblico italiano che quello straniero (per citare alcune delle più amate "Grisu', Giuseppe e Maria", "Ben Hur", "Sugo Finto" e "L'ebreo") e la regia è curata con appassionata dedizione ed entusiasmo da Vanessa Gasbarri. 

Una preziosa sinergia artistica che in numerosi progetti teatrali - tra i più recenti "Finchè vita non ci separi", "Clandestini" e "Il tempo delle mele...cotte" - ha regalato al pubblico scroscianti risate, inediti spunti di riflessione e sinceri istanti d'emozione, con un incontro tra drammaturgia e direzione registica particolarmente spontaneo ed efficace. 

Ne "La Spallata", in scena al Teatro Manzoni dal 30 settembre al 26 ottobre, lo scoppiettante intreccio narrativo denso di sorprendenti colpi di scena, viene contrappuntato dagli eventi storici di un'epoca divisa tra galvanizzanti rivoluzioni e drammi incombenti. Al centro dei fatti raccontati da questa spassosa commedia, il microcosmo di una famiglia e un difficile confronto generazionale. Da un lato due cognate, protettrici di questo nucleo familiare matriarcale, cercano di affrontare le asperità del quotidiano o si abbandonano al fluire di un'esistenza ancorata al passato ed ormai priva di stimoli; dall'altro i loro quattro figli, appaiono pervasi dal desiderio di riscatto sociale, realizzazione personale e successo economico tipico della gioventù ed in particolare della cornice storica offerta dagli anni Sessanta.

Uno spettacolo intenso, divertente, ricco di pathos e comicità. La tradizione della commedia d'autore all'italiana rivisitata con la giusta dose di modernità ed un entusiasmo trascinante.


SINOSSI

1963. Pieno boom economico. E' l'epoca delle grandi rivoluzioni su scala mondiale, delle prime missioni spaziali, dei grandi contrasti, Mohamed Alì contro Joe Frazier, del grande mito americano, Marylin e John Kennedy, l'Italia del dopoguerra, Giovanni 23imo, Totò, Aldo Fabrizi ed Anna Magnani ... Mamma Roma, una mamma attenta, presente, attiva, come Lucia (Giorgia Trasselli), ma anche sognatrice, scanzonata e generosa, come Assunta (Gabriella Silvestri). Le due cognate affrontano in maniera opposta il grave lutto che ha colpito le loro famiglie, i rispettivi mariti sono infatti mancati in seguito ad un incidente sul lavoro. E mentre la Roma di allora si ricostruisce, anche la famiglia Ruzzichetti cerca di rinascere dalle proprie ceneri, e quale modo migliore in un momento come quello se non "mettersi in proprio"? Ci vuole un'impresa, un Ditta ...sì! Un'attività di pompe funebri! L'idea geniale è di Benito (Alessandro Loi), detto Tito, intraprendente e confusionario figlio di Lucia, che insieme al rivoluzionario fratello Littorio (Matteo Milani), detto Vittorio, decide di fondare questa nuova attività, "L'Ultimo respiro". Come sostenere le prime spese? Il carro? Le corone? I vestiti? Entrare in società con Romolo (Alessandro Salvatori), cugino carabiniere stanco della divisa, la divisa sì ... quella della banda musicale! Il tippe tappe, gli anni d'oro di Cinecittà ... Edda (Claudia Ferri), la giovane e spigliata sorella di Tito e Vittorio, vive nel sogno Hollywoodiano di diventare una regina del grande schermo. A colorare ulteriormente la scena irrompe Cosimo (Antonio Conte), fresco di sfratto, galante e attempato Vespillone, che tra un consiglio paterno sul duro "mercato dell'aldilà", un occhiolino a Lucia ed una sviolinata ad Assunta spera finalmente di "sistemarsi" in casa Ruzzichetti. Scoppiettante ed attenta è la direzione di Vanessa Gasbarri, regista già apprezzata anche nei fortunati "Finchè vita non ci separi" e "Clandestini", firmati anch'essi da Gianni Clementi. Protagonista di questa esilarante commedia è la vita, la vita che si confronta, che si contrasta, che si costruisce con una vita e per una vita si spezza, la vita che riflette, che dispera e che ride fragorosa.



Estratti della critica:

"La Spallata", nella riconoscibile cifra drammaturgica di Gianni Clementi, è una commedia che ben coniuga lo stile verace e diretto del linguaggio romanesco con la profondità d'animo di ogni personaggio; ciascuno - vogliamo ribadirlo - ottimamente interpretato da ogni attore. 

La regia di Vanessa Gasbarri, attenta ai dettagli e al ritmo scenico, produce efficacemente il messaggio autoriale e la pertinente caratterizzazione di tutti i personaggi. Una commedia dal sapore dolce-amaro, in cui si può godere della spontaneità e della sincerità dei valori della tradizione della nostra società del post dopoguerra, e in cui si afferra distintamente il senso di amara rassegnazione per i sogni immaginati, perseguiti, e inesorabilmente infranti.

Isabella Polimanti - SaltinAria.it



Sogni, progetti, rimpianti. Una famiglia sospesa tra passato e futuro, ormai al riparo dai rischi di nuove digressioni belliche, ma ancora impreparata a cogliere le enormi potenzialità offerte dall'imminente boom economico. Uniti, eppure tenuti lontani da una perpendicolarità prospettica che sorprende per l'incredibile aderenza con i tempi moderni: succede ai protagonisti de La spallata, agrodolce commedia scritta da Gianni Clementi e diretta da Vanessa Gasbarri in scena al Teatro Roma di via Umbertide fino al 19 gennaio 2014. Progettare per sopravvivere diventa così il leit motiv su cui si fondano le rispettive (in)certezze, in un crescendo di comici paradossi e dialoghi stravaganti, senza che il peso della storia gravi sugli attenti spettatori. Una prova attoriale di grandissima qualità, con tempi scenici curati e interpretazioni quasi sempre al vertice, mentre l'età moderna saltella tra il Vajont e l'omicidio di Kennedy, fino a strabordare ben oltre il palcoscenico e annientare le risa della platea.

Gianluigi Cacciotti - Parolibero



La commedia, recitata in dialetto romanesco, è pregnante di quell'ironia graffiante e immediata che rende lo spettacolo irresistibile. Al tempo stesso, non mancano momenti di grande commozione e tragicità. La regia è accuratissima, entusiasmante e viva: l'attenzione non lascia sfuggire alcun dettaglio, dai colori dell'abbigliamento di ogni personaggio, alle azioni costantemente rappresentate in scena. L'affiatamento tra gli attori risulta lampante e felicissimo: lo spettacolo risulta infatti equilibrato e emotivamente intenso. Giorgia Trasselli, in particolare, ci regala un'interpretazione che non può che ricordare le infaticabili donne romane della Magnani: sul palco svela un'energia sorprendente e vulcanica, che riempie la scena e contagia i colleghi. E il monologo finale, che drammaturgicamente induce a un'accurata riflessione sulla rassegnazione delle generazioni più giovani, tanto negli anni Sessanta quanto al giorno d'oggi, la consacra ulteriormente come grande mattatrice.

Questa «commedia d'autore all'italiana rivisitata con la giusta dose di modernità ed un entusiasmo trascinante», non può che sconvolgere, soprattutto per l'elevato grado di terrificante attualità che cela dietro l'impeccabile tessitura.

Cecilia Carponi - Pensieri di Cartapesta



La vicenda funge un po' da pretesto a Clementi per regalarci un ritratto divertito e divertente, ma anche nostalgico e amaro della bella Italia degli anni Sessanta.

Si percepisce forte il valore della famiglia che, seppure con tutte le difficoltà del caso derivate da una convivenza stretta tra personalità e generazioni tanto differenti tra loro, esce vincitrice da tutti gli sfortunati accidenti che si susseguono. Sullo sfondo poi pillole di storia che si intersecano con la trama: la radio e la nuova musica leggera italiana, il mito americano, l'attentato a John Kennedy, i balli su un "certo" gruppo di musicisti inglesi che si fanno chiamare I Beatles, gli ideali legati all'iscrizione al partito da parte delle giovani generazioni, la voglia di cambiare per migliorare, senza però mai perdere di vista ciò che è davvero importante nella vita.

La spallata è sì una commedia che diverte a tratti fino alle lacrime, ma ha quel valore aggiunto che è la capacità di far riflettere su se stessa anche dopo essere andati via da teatro.

A tutto questo, non dimentichiamolo, contribuiscono gli attori, interpreti vincenti e convincenti dei loro personaggi.

Simona Ventura - Persinsala Teatro



Sicuri che gli anni 60 siano passati? A questa domanda, che viene spontanea riflettendo su quanto messo in scena da questa ennesima, bellissima, commedia di Gianni Clementi, si può cercare una risposta non fermandosi alla superficie di una rappresentazione teatrale, ma sbirciando dietro una battuta, "soffiando la polvere" da una risata, scavando nemmeno tanto in un testo interessante come "La spallata". Come tutte le opere di Clementi, di spunti di riflessione se ne trovano a bizzeffe e si ha la sensazione che gli interpreti scelti siano stati azzeccatissimi. La pièce cresce col passare dei minuti, drammaturgicamente perfetta, portandoci in un ambiente familiare semplice, con i primi segnali di un benessere che di lì a poco sarebbe divenuto "il boom". Tutti i personaggi sul palco hanno una ben precisa connotazione scenica e caratteriale, formano un puzzle che pian piano si incastra, dove ogni tessera è importantissima per la riuscita finale... Tutti, davvero tutti, essenziali al dipanarsi della storia che ha la caratteristica, tipicamente "clementiana", di emozionare con un' altalena di situazioni comiche e drammatiche, o apparenti tali, con una tale efficacia, con una scrittura palesemente ispirata del testo, da farne una commedia non solo bella, ma che fa pensare e commuove mentre diverte (e diverte tanto), condotta con estrema cura e ritmi sostenuti, dalla regia di Vanessa Gasbarri, che offre allo spettatore il suo senso estetico con dei movimenti scenici molto belli ed accurati, riuscendo a trasformare un testo già ottimo di suo, in un prodotto di raffinata fattura.

Paolo Leone - Corriere dello Spettacolo



Una splendida atmosfera da puro neorealismo. Povera ma bella, come nell'omonimo film, la famiglia Ruzzichetti si scrolla di dosso la polvere della guerra, delle macerie da cui l'Italia iniziava a sollevarsi e con l'unico vestito stazzonato si alza sulle punte per scorgere il futuro oltre l'orizzonte. Guardandosi appena appena dietro le spalle (e sulla parete del salotto!) scorgono un business che avrà sempre clienti… la morte! [...]La scenografia è molto interessante e funzionale, grazie ad un utilizzo intelligente degli spazi e delle quinte, che potrebbe tornare utile a qualche architetto visionario. La regia dirige un cast affiatato e di ottima capacità interpretativa. Gianni Clementi firma un'opera che affronta la nostra recente storia e la nostra essenza di italiani con la dolente spensieratezza che ha reso grande e celebre in tutto il mondo il nostro modo di raccontare storie e di raccontarci. Una commedia che va vista, non solo per l'indubbia piacevolezza della pièce ma anche perché ricordarci da dove veniamo, casomai l'avessimo dimenticato, ci offre gli strumenti per capire che spesso essere costretti a rinunciare a qualcosa è una grande opportunità per riscoprire ricchezze sopite.

Enrico Vulpiani - SaltinAria.it



Una piacevole carrellata di scene tra risate, gag, situazioni in cui lo spettatore si diverte ed entra in punta di piedi quasi a far parte di questa famiglia d'altri tempi.

Impatto positivo e trascinante da parte di tutto il cast, bravi attori in scena che riescono a caratterizzare i loro personaggi e dar loro la verve giusta all'interno di una storia costruita in modo divertente. Ognuno di loro è giusto al punto giusto.

Quando sulla scena niente è scontato ma tutto utile alla storia, il pubblico rimane attento per non perdere il filo e tra una risata e l'altra riesce anche a cogliere il lato "amaro": quello della realtà. Cosa rimane a chi ha rinunciato ai suoi sogni? Ci si riesce ad "adeguare" veramente al mondo rinunciando a un po' di sé o bisogna continuare a credere in ciò che si fa senza lasciarsi "trascinare" dalle situazioni? Domande. Domande di ogni persona, di ogni famiglia. Di ieri e di oggi. E alla fine ci si rende conto che ciascuno di noi può far parte di quella "famiglia qualsiasi" degli anni Sessanta: in fondo non siamo poi così diversi o lontani da quell'Italia in preda ai cambiamenti e piena di contraddizioni.

Ileana Talarico - Cuspide Magazine



Gag esilaranti e una comicità spontanea, semplice, che ride della quotidianità in un'epoca che dell'ottimismo ha fatto la propria bandiera e di una generazione che tenta di "sbarcare il lunario", con un po' di ingegno e buona volontà. Un cast di qualità e ben assortito: bravissima Giorgia Trasselli, perno su cui ruota tutta la commedia, nei panni di Lucia, vulcanica donna di casa. Una menzione speciale a Gabriella Silvestri, che interpreta al meglio la fragile Assunta, donna svagata e ingenua, incapace di reagire alla morte del marito. Entrambe credibili e con un'irresistibile "vis comica". Bravo anche Antonio Conte, nel ruolo dell'imprenditore avido e scaltro, preoccupato più di corteggiare le due vedove, che di avviare l'impresa. Una buona performance anche per Alessandro Salvatori, che convince nei panni di Romolo, l'appuntato balbuziente che sogna di lasciare la banda dell'Arma per un ruolo operativo. Una commedia corale che offre allo spettatore uno vero spaccato dell'epoca, a metà tra dramma e ilarità. 

Rita Ricci - Dazebaonews 





Vanessa Gasbarri, regista. Laurea in Regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Firma la sua prima regia con un adattamento de "La locandiera" di Goldoni andato in scena al Teatro Tor di Nona di Roma. Dirige poi "La favola del figlio cambiato" con M. Bordoni e gli allievi dell'ANAD Silvio D'Amico, "Gardenia, sette giornate ed un tramonto" di Maricla Boggio, con Giorgia Trasselli, e "Hanno buttato Macbeth", liberamente ispirato al "Macbeth" di W. Shakespeare. Dirige ed interpreta il "Mistero buffo" di Dario Fo e Franca Rame, con Theano Vavatziani. Cura poi la regia di "Romeo e Giulietta, una scelta d'amore" (con l'Associazione Culturale Fareteatro "laboratorio universitario arti sceniche di "L'Aquila"), "Post.it", "L'Ennesima Giovanna" (di L. Melchionna, con Cristiana Vaccaro, per la rassegna Teatri Possibili 2005-2006), "Abelardo ed Eloisa. Duetto" (di M. Boggio, con M. Bordoni e M. Prayer) e "Love & Crash" (drammaturgia di Masolino D'Amico). Mentre parallelamente coltiva le attività di responsabile di produzione (per Viola Produzioni srl e Sala Umberto srl) e di direttore amministrativo per Teatro e Società srl, firma la regia di una serie di commedie accolte dal caloroso ed unanime consenso di pubblico e critica: "Finchè vita non ci separi" di G. Clementi, con Giorgia Trasselli, Antonio Conte e Cristiana Vaccaro; "Clandestini" di G. Clementi, con Marco Cavallaro, Andrea Perrozzi, Antonia Renzella ed Alessandro Salvatori; "Forma Mentis" di A. Aldini, G. Clementi e V. Gasbarri con Aldo Aldini; "La Spallata" di G. Clementi, con Antonio Conte, Giorgia Trasselli e Gabriella Silvestri; "Il tempo delle mele...cotte" di G. Clementi, con Giorgia Trasselli e Antonio Conte.





TEATRO MANZONI - via Monte Zebio 14/c (piazza Mazzini), 00195 Roma

Per informazioni e prenotazioni: telefono 06/3223634 - 06/3223538 - 06/3223604, fax 06/3203648, mail botteghino@teatromanzoni.info

Costo biglietti: Biglietto intero € 24, ridotto € 16 (bambini fino a 14 anni; over 65)

Orario spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21.00 (terzo giovedì di rappresentazione ore 17.00; quarto martedì di programmazione ore 19.00), sabato ore 17.00 ed ore 21.00, domenica ore 17.30, lunedì riposo 

Come raggiungere il teatro: 

Auto Privata  - Orario parcometri: 8,00-19,00 (escluso festivi)

Autobus - Linee ATAC vicino Piazza Mazzini: 18, 88, 224, 280, 495, 628, ecc. 

Per calcolare i percorsi e gli orari dei mezzi pubblici consultare il sito:   www.atac.roma.it 

Metropolitana - Metro linea A: Stazione di Lepanto  

Sito internet Teatro Manzoni: www.teatromanzoni.info 


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Redazione del CorrieredelWeb.it

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